roberto theguitar
Ripida
come una discesa, pesante come una salita, fredda
come l’aria, imprudente come la notte, scema come
il giorno. Cosa vuol dire "essere"? Forse vuol dire
che siamo qui, che dobbiamo consumarci in un modo o
nell’altro, che in fondo tocca a noi scegliere ma
non di tutto, e quello che NON scegliamo noi
rappresenta il “problema”.
Suono la chitarra, vivo di sbagli, ma ciò mi serve
a evitare la monotonia, a sentire che sono
“vivo”: la maggioranza delle persone che sono al
mondo è già spenta, e vive giorni, mesi e anni di
fila spenti, ci sono persone già “morte” anche
se respirano, anche se hanno vent’anni.
Tutti passiamo dei periodi in cui il nostro modo di
vivere non ricorda affatto il sentirsi vivi,
CONSUMARSI ed essere SPENTI non vi sembra uno spreco
fin troppo eccessivo? La soluzione sta
nell’accendersi, sollecitare il più possibile la
linfa che scorre dentro di noi, quella che si fa
sentire per brevi periodi, per poche ore, per un
week-end, per una sera. Non si può pensare di
sentirsi “vivi” sempre ogni minuto, ogni ora,
una vita intera, ma bisogna sbattersi per vivere più
istanti possibile “vivi”, riconquistare quello
che si è perso, apprezzare quello che si è
riconquistato.
Per il resto odio gli ipocriti, i prepotenti, le
trasmissioni di Cucuzza, la mentalità opaca del
nord-est, Berlusconi e i fili che si
ingarbugliano.
Amo il rock, le chitarre distorte, i concerti in
prima fila, gli assoli, il genere femminile, lo
stato di ubriachezza che vorrei mantenere
costantemente, le sere giuste, il sole, il corpo
delle donne dai capelli fino alle unghie dei
piedi, dormire, fare un cazzo, sognare e
quella canzone che ogni volta mi fa morire e poi
rinascere e finisce affermando che... "E'
strano ma per noi... tutto l'infinito finisce
qui".
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