Il miraggio della portaerei

 

La portaerei Aquila

 


L'Aquila mimetizzata a Genova durante l'allestimento

Finalmente, dopo la riconosciuta necessità di dotarsi di portaerei, e soprattutto dopo la tragedia di Capo Matapan, il Comando Supremo si rese conto che la costruzione della portaerei non poteva essere ulteriormente rimandata, e Mussolini in persona ne ordinò la costruzione.   Nel luglio del 1941 fu quindi ufficialmente ordinata la costruzione della tanto auspicata portaerei.

Il progetto prevedeva la modifica del solito Roma, a cui andavano sostituiti i motori con quelli di due incrociatori leggeri della classe Capitani Romani, come prevedeva già il progetto Bozzoni.   La velocità sarebbe così stata di circa 30 nodi, per unità che avrebbe assolto pienamente ai suoi compiti in squadra.   

Lo scafo venne largamente modificato con l'applicazione di controcarene sia per permettere all'unità di raggiungere velocità elevate sia pe migliorare la protezione subacquea nei confronti dei siluri.   Venne installata una corazzatura che variava dai 60 agli 80 millimetri ai depositi di carburante e di munizioni e le controcarene vennero riempite con uno spessore di 600 mm di cemento armato, anche questo come nel precedente progetto Bozzoni.

L'unità era a ponte continua con una voluminosa isola a più piani sul lato di dritta, con numerose piazzole per le armi antiaeree.   Piazzole simili erano presenti anche ai lati dello scafo per sostenere anche l'armamento antisilurante.

Pesante sarebbe stato l'armamento antiaereo.   Oltre a otto canoni da 135/45, non è chiaro se anche in funzione contraerea, sarebbero stati presenti dodici bocche da 65/64 e ben 132 mitragliere da 20/65 in affusti binati.

Per quanto riguarda gli aerei imbarcati si era deciso di optare per il caccia Reggiane Re.2001, già in carico alla Regia Aeronautica.   Si trattava di un caccia monoplano monomotore ad ala bassa, spinto da un motore Daimler Benz da 1.175 hp, armato di due mitragliatrici da 12.7 mm e due da 7.7 mm, ma era anche presente la versione da caccia notturna con un cannoncino da 20 mm, oltre la possibilità di portare una bomba da 640 kg nella configurazione di cacciabombardiere.   Toccava la velocità massima di 540 km/h.   L'Aquila sarebbe stata in grado di imbarcarne 51, inattesa della versione con le ali ripiegabili, che avrebbe permesso il trasporto di 66 velivoli.   L'unità sarebbe inoltre stata dotata di catapulte a vapore per facilitare l'involo degli aeroplani.

L'Aquila, nonostante gli sforzi fatti, non entrò mai in servizio.   Già danneggiata nel corso dell'allestimento, nel novembre 1942, alla data dell'8 settembre 1943 era praticamente pronta per i collaudi e le prove in mare, completa per il 90%.   Il 9 settembre fu sabotata ed abbandonata dall'equipaggio, e cadde nelle mani dei tedeschi.   Il 16 giugno 1944 venne bombardata in porto a Genova da aerei americani, e per finire nella notte del 19 aprile 1945 venne attaccata da mezzi d'assalto della Marina Italiana del Sud, per evitare che i tedeschi la affondassero all'imboccatura del porto.   Venne ritrovata semisommersa già il 24 aprile 1945, e, recuperata, venne demolita nel 1952.

 


L'Aquila dopo la guerra, dopo essere stata recuperata

 

Portaerei "Aquila"

 

Dimensioni l x l x p      232.5 m x 29.4 m x 7.39 m
Dimensioni ponte di volo      216.2 m x 25.3 m
Dislocamento a vuoto      20.000 tons
Dislocamento normale      23.350 tons
Dislocamento massimo      28.380 tons
Apparato motore      8 caldaie Yarrow, 4 turbine Parson, 148.000 hp, 4 eliche
Velocità massima      30 nodi
Armamento         
AN / AA          8 x 135/45
AA        12 x 65/64
AA      132 x 20/65
Aerei        51 x Reggiane Re. 2001
Catapulte      2, ognuna in grado di lanciare un aereo ogni 30 secondi.
Corazzatura massima    
verticale      600 mm (controcarene in cemento armato)
orizzontale        76 mm (ponte di volo)
depositi carburanti        60 mm
depositi munizioni        80 mm
Equipaggio Marina      65 ufficiali, 1.309 tra sottufficiali e comuni
Equipaggio Aeronautica      51 ufficiali, 202 sottufficiali, comuni e avieri

 

 

La portaerei Sparviero

 

L'Aquila non fu la sola unità del genere messa in cantiere in Italia.   Dalla trasformazione dell'Augustus, nave gemella del Roma, doveva scaturire una portaerei di scorta, attraverso modifiche molto più semplici di quelle attuate sull'altra nave.

I motori sarebbero stati quelli originali, in grado di spingere l'unità a non più di 20 nodi, mentre lo scafo sarebbe stato rasato completamente, sul modello di quanto progettato da Gagnotto nel 1936, cioè senza isola.   Ci sarebbero state almeno due catapulte e mensole laterali per le armi di bordo.   L'unità sarebbe stata dotata di dodici cannoni da 135/45, altrettanti da 65/64 e svariate mitragliere da 20/65.

La Sparviero sarebbe stata in grado di imbarcare una ventina di aerei.

L'8 settembre i lavori erano ancora appena all'inizio, erano state appena eliminate le sovrastrutture.   Il 5 ottobre 1944 venne affondata all'imboccatura del porto di Genova come ostruzione.   Recuperata nel 1947, in seguito venne demolita.

In questo modo l'avventura della portaerei italiana era definitivamente conclusa.   Si dovrà aspettare fino al 1985, con l'entrata in linea della Garibaldi, per vedere finalmente tale tipo di nave in Italia, ed ancora fino al 2007 per vedere la nuova grande nave portaerei, la Andrea Doria, attualmente in costruzione a Riva Trigoso.

 

Portaerei "Sparviero"

 

Velocità massima      20 nodi
Armamento     
AN / AA      12 x 135/45
AA      12 x 65/64
AA      varie da 20/65
Aerei      34 caccia oppure 16 caccia + 9 bombardieri/siluranti
Catapulte      si
Corazzatura massima      nessuna corazzatura prevista

 

 

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