Battaglia di Capo Teulada

27 - 28 novembre 1940

 

Verso lo scontro

 

I piani per l'operazione "Collar" furono rispettati : la forza D salpò da Alessandria nel pomeriggio del 24 novembre, il convoglio attraversò lo stretto di Gibilterra nella notte tra il 24 e il 25 e nella prima mattinata fu raggiunto dalle navi della forza F.   
Intorno alle 08.00 uscì da Gibilterra anche la forza B.

A Gibilterra il servizio informazioni della Regia Marina aveva un buon numero di agenti che tenevano d'occhio i movimenti inglesi, quindi Supermarina seppe dei movimenti britannici dalla Rocca già alle 08.25 del 25 novembre; inoltre alle 11.30 fu informata di un avvistamento di navi inglesi da parte di un aereo civile dell'Ala Littoria.

La squadra italiana era nuovamente in mare sotto l'alto comando dell'ammiraglio Inigo Campioni, con bandiera a bordo della nuovissima corazzata Vittorio Veneto, alla sua prima missione di guerra, con in subordine l'ammiraglio Angelo Iachino, a bordo del Pola, al comando della II squadra.   
Le navi italiane uscirono in mare intorno a mezzogiorno del giorno 26, da Messina e da Napoli, e si riunirono alle 18.00 a sud dell'isola di Capri, da dove assunsero poi rotta per sud - ovest.

Intanto durante la notte la X flottiglia, schierata di pattugliamento nel canale di Sicilia, avvistò, e attaccò, senza però colpire, il gruppo del Ramillies, comunicando poi la scoperta.   L'unità protagonista dell'episodio fu la torpediniera Sirio.   
A questo punto i comandi italiani erano a conoscenza della presenza e, a grandi linee, delle posizioni delle navi britanniche, mentre gli inglesi erano ancora ignari della presenza delle unità italiane in mare.   


La torpediniera Sirio

L'ammiraglio inglese Somerville, a bordo del Renown, seppe della presenza del nemico alle 09.56, da parte della sua ricognizione aerea, e cercò di accelerare il ricongiungimento con la forza D.

Alle 10.15 il ricognitore lanciato dal Bolzano avvistò le navi inglesi, e alle 11.45 si venne a conoscenza anche della presenza del convoglio, da parte del ricognitore del Gorizia, che fornì anche informazioni più precise riguardo la composizione della formazione britannica, segnalata molto vicina alle navi italiane.   

Questo fu il momento cruciale della battaglia, fu qui che venne deciso dall'ammiraglio Campioni, a causa della presenza in mare della portaerei nemica, che le forze avversarie erano superiori e che quindi non bisognava impegnarsi.   Ecco ancora una volta che, non potendosi fidare dell'intervento dell'Aeronautica basata a terra, la semplice presenza di una portaerei nemica frusta ogni velleità italiana.   Altro che 'portaerei protesa nel Mediterraneo'!   E la Marina fu la prima a non volerla, la portaerei!

Intanto Somerville aveva riunito i suoi due gruppi alle 11.34, e aveva poi diretto le sue navi verso la flotta italiana.   Alle 11.47 un aereo dell'Ark Royal avvistò le navi da battaglia italiane, altre navi furono avvistate da un Sunderland alle 11.54, infine alle 12.10 il Berwick e il Manchester avvistarono il fumo prodotto dalle unità nemiche.


La portaerei Ark Royal

La battaglia stava per iniziare.

 

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