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Il nostro paese riconosce l’autonomie locali e la repubblica italiana si configura  come uno stato regionale, ovvero uno lo stato riconosce agli organismi territoriali la possibilità di decidere su un ampia gamma di questioni, entro i criteri generali stabiliti dallo stato. Gli organismi territoriali sono: province, comuni, città metropolitane e regioni. Questi hanno la funzione di rappresentare la popolazione del posto. Le loro decisioni, se sono negli ambiti stabiliti dalla legge, non possono essere modificate dagli organismi del governo centrale. Essi sono quindi dotati di personalità giuridica. Per le regioni a statuto speciale i provvedimenti vengono approvati dal Parlamento con la legge costituzionale mentre per le altre regioni lo statuto deve essere approvato a maggioranza dal consiglio regionale. Le regioni godono di potere legislativo limitato al loro territorio. Hanno competenza concorrente sullo stato per il commercio estero, istruzione, ricerca scientifica, salute, protezione civile, governo del territorio, beni culturali e ambientali, reti di trasporto e navigazione. Il comune e l’ente territoriale più vicino ai cittadini. Ad essi è riconosciuta una competenza generale. Essi organizzano i servizi sociali per i cittadini più deboli, manutenzione delle strade, verde pubblico, licenze edilizie, fiere, mercati, commercio ambulante, ma soprattutto tiene l’anagrafe, i registri elettorali e celebra il matrimonio. Per svolgere la propria attività i comuni utilizzano risorse provenenti dallo stato e dalle imposte che riscuotono (ICI). Gli organi del comune sono il consiglio comunale (compito di decidere gli interventi sul territorio comunale), la giunta comunale (compito di dare esecuzione concreta alle delibere del consiglio) e il sindaco (presiede la giunta, nomina e revoca gli assessori, capo di tutta l’amministrazione).

 

L’insieme dei prodotti e dei servizi prodotti in un paese costituisce il Prodotto Interno Lordo (PIL). Esso viene calcolato in base al suo valore monetario ovvero PIL = prezzo x quantità di beni e servizi prodotti. Le variazioni del PIL dipendono dunque dalla variazione dei prezzi oppure della quantità di beni e servizi prodotta. Il PIL dell’intero sistema economico dipende però dal capitale, dal lavoro e dalla tecnologia. Il PIL che è possibile ottenere usando tutti i fattori disponibili si chiama PIL potenziale mentre si chiama PIL effettivo quando la resa non è al massimo. Quando il PIL rimane sotto il valore potenziale, il sistema economico è in recessione, quando al livello normale è in espansione mentre quando è al di sopra è in boom economico. Si entra in fase di recessione quando diminuiscono i consumi conseguenza cala la produzione conseguenza aumento dei disoccupati conseguenza diminuisce il reddito. Ciclo infinito. Il passaggio dalla recessione all’espansione e viceversa, dipende dalle spese delle imprese, ossia dagli investimenti. Quando le imprese sospettano guadagni investono mentre quando hanno paura di un fattore esterno diminuiscono i loro investimenti. Ma dipende anche dai tassi d’interesse: un aumento dei tassi d’interesse porta a una riduzione degli investimenti, mentre una loro diminuzione, se le prospettive di guadagno sono buone, porta alla loro crescita.

Durante la recessione le imprese non realizzano investimenti, perché sanno che sarà difficile vendere ma, se le imprese non investono e le famiglie non consumano è difficile uscire dalla crisi a meno che non si faccia ricorso alla spesa pubblica. La spesa pubblica comprende: l’acquisto diretto di beni e servizi e i trasferimenti alle famiglie e alle imprese. La spesa pubblica aiuta perché se lo stato decide di costruire una scuola con 1 milione di euro alla fine di questa costruzione esso ha ottenuto un servizio ma allo stesso tempo ha dato soldi ha molte famiglie che a loro volta spenderanno una parte del reddito all’acquisto di beni e servizi e una parte al risparmio. In questo modo aumenterà la richiesta di beni conseguenza aumento della produzione conseguenza aumento del reddito conseguenza aumento dei consumi e così via. Si può ottenere un risultato analogo attraverso la riduzione delle imposte. Gli interventi con cui il governo varia la spesa pubblica o le imposte per far uscire il sistema economico dalla crisi costituiscono la politica fiscale. Oggi si limata la spesa pubblica perché essa viene riscossa dalle imposte o dai prestiti da parte delle famiglie, delle imprese o delle banche (debito) è questo vuol dire meno reddito alle famiglie e meno risorse al settore privato. I tributi pagati dai cittadini si possono distinguere in tre grandi categorie: imposte (principale finanziamento fiscale, prelievo di parte della ricchezza della collettività), tasse (versamento da chi utilizza un determinato servizio) e contributi (versamenti obbligatori per l’utilizzo dei servizi statali. A loro volta le imposte si dividono in imposte dirette (pagate in base al reddito a al patrimonio di cui dispongono, IRPEF, IPERG, ICI) e imposte indirette (pagate nel momento in cui il reddito o il patrimonio vengono spesi, IVA, imposte di FABBRICAZIONE, AFFARI  e PASSAGGI DI PROPRIETà).

All’interno del sistema economico la moneta svolge tre funzioni importanti.: è unità di misura del valore, è mezzo di pagamento, e riserva di valore. Tutto i reddito non viene consumato e una parte va al risparmio a sua volta il risparmio si divide in controcorrente (che non frutta niente) o in investimenti in titoli (azioni, obbligazioni, titoli di stato)fruttando così un interesse. Si può dire che la ricchezza finanziaria è formata da titoli e moneta. La quantità di ricchezza che le persone  decidono di tenere in forma di moneta dipende principalmente dalle spese che devono sostenere, dalla possibilità che si verificano imprevisti e dalla possibilità di realizzare buoni guadagni in borsa si può concludere che la domanda di moneta cresce quando il livello del reddito è alto, mentre diminuisce quando il livello del reddito è basso, e la domanda di moneta tende a aumentare in presenza di tassi d’interesse bassi e a diminuire quando i tassi d’interesse soni elevati.

 

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