Negli ultimi tempi lopinione pubblica è stata scossa attraverso le notizie riportate dai mass-media dallenorme diffusione delle pratiche farmacologiche atte a migliorare le prestazioni degli atleti nelle competizioni sportive.
Si definisce "doping" l'utilizzo di qualsiasi intervento esogeno (farmacologico, endocrinologico, ematologico, ecc) o manipolazione clinica che, in assenza di precise indicazioni terapeutiche, sia finalizzato al miglioramento delle prestazioni, al di fuori degli adattamenti indotti dall'allenamento.
Il concetto di modificazione si applica alla condizione tanto fisica che psichica e la definizione di doping è riferibile solo allo sport e si configura perciò come un illecito sportivo.
La legge di riferimento è la n.
"Disciplina della tutela
sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il
doping" (Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 294 del 18 dicembre 2000) Il fare ricorso
a sostanze atte a migliorare la resistenza alla fatica è noto sin dai tempi
antichi. Lorigine della parola "doping" forse deriva
dal dialetto di una tribù dellAfrica, che con il termine "dop"
indicavano un forte liquore usato durante le cerimonie religiose, o dal termine
"oop" miscela di oppio, tabacco e narcotici somministrata ai cavalli
da corsa nell800.Le prime notizie documentate che si hanno di questa
pratica risalgono al 2737 a.C.: l'imperatore cinese Schen-Neng descrisse gli
effetti di una pianta denominata "Machuang". Intorno al 500 a.C.,
sempre in Cina, fu introdotta la prima tassa sull'uso della canapa indiana.
Gli arabi, ancor prima di utilizzare il caffé quale stimolante, ben conoscevano
gli effetti eccitanti di una radice, la kata edulis. Gli atleti greci
nel 3° secolo a.C. usavano la polvere di fungo, decotti e tisane, pare anche
cocaina e stricnina, durante i giochi olimpici, così come gli incas durante
i lunghi trasferimenti da un luogo allaltro. Nell'antica Roma si pensava
di preparare i cavalli alle corse del circo e di aiutare i soldati con l'idromele,
un miscuglio di acqua e miele. Ma il termine doping e il primo tentativo di
frode sportiva risale al 1880 in America del nord dove, oltre all'abitudine
di trattare i cavalli con una miscela di oppio e tabacco, si registravano molti
casi di uso di sostanze dopanti nella boxe e nel ciclismo. Negli spogliatoi
di Oslo, alle olimpiadi invernali 1952, vennero trovate fiale e siringhe usate.
Lesigenza di impedire luso di tali sostanze era già sentita
al tempo dei romani presso i quali erano in uso sistemi di controllo per lo
svolgersi corretto delle competizioni equestri. Così avvenne anche nel 1964,
dopo il sospetto delluso di sostanze stimolanti nei giochi olimpici invernali
del 1952, lintroduzione del "controllo doping" già scoperto
e perfezionato negli Stati Uniti nel 1916. Da allora è stato un vero e proprio
crescendo di casi clamorosi, denuncie, etc.. Diverse le morti per doping a cominciare
dal ciclista Tom Simpson nel '67 nel cui corpo furono trovate tracce di amfetamine.
Nel '62 il C.I.O.
(Comitato Internazionale Olimpico) pubblicò una lista di farmaci vietati, successivamente
questa lista è stata via via ampliata, nell' '83 è stato aggiunto il testosterone.
In alcune nazioni sono state promulgate delle leggi, in Italia la legge 1099
del 16\10\71 persegue penalmente chiunque faccia uso di sostanze per incrementare
le prestazioni. Storicamente è stata la ex-Germania est ad offrirci il
caso più vasto e meglio organizzato di doping. Era lo stato a promuovere la
frode sportiva, a sostenerla con finanziamenti e con il sostegno della ricerca
medica avanzata. Il fine era di conseguire medaglie a maggior gloria del regime
comunista di Honecker. Tra le decine di testimonianze raccolte è significativa
l'autodenuncia dell'allenatore Michael Regner, che si è accusato di aver somministrato,
su direttive statali, steroidi anabolizzanti a nuotatrici di 14 anni. 1988 Seoul, olimpiadi con 9 squalifiche di cui 5 nel "settore medaglie"
e con il caso di Ben Johnson (9"79 sui 100 mt non convalidato e
mai più eguagliato): un caso illuminante perché si è scoperto che l'allenatore
Charlie Francis e il dottor Astaphan praticavano il doping di gruppo, che questa
strategia era favorita dagli sponsor e aveva complicità ad "alti livelli".
La conclusione: "Big Ben", riammesso alle competizioni nel '91, dopo
due anni di squalifica, è stato ritrovato positivo all'esame antidoping e squalificato
a vita a Montreal il 17/1/93, dimostra quanto sia difficile il riscatto per
chi per anni si è abituato alla frode. In pratica, il
mondo dello sport si limita a considerare il fatto che le modificazioni indotte
siano positive ai fini del miglioramento della performance. Non esiste una parallela
considerazione del fatto che le modificazioni possano essere negative ai fini
della salute, in quanto, solo in alcuni casi, è possibile dimostrare un concomitante
danno organico. Il danno organico, infatti, è diagnosticabile solamente a posteriori.
I danni alla salute ricadono, ovviamente, in ambito penale. L'unico strumento
per contrastare il fenomeno del doping sia un provvedimento disciplinare pesantissimo
che punisca in modo esemplare la mentalità dopante la quale rappresenta una
deviazione psicologica grave, in netto contrasto con lo spirito competitivo
leale proprio dello sport, ed una evidente causa di danni alla salute. ROMA, 20 DIC -
''La cultura del doping,
che e' una incultura della salute, nasce dall'esasperazione dello sport, dal
rischio, sempre piu' diffuso, di porsi obiettivi agonistici anche al di sopra
delle proprie possibilita''': Umberto Veronesi, ministro della Sanita',
analizza cosi', in chiusura della Conferenza nazionale dello sport, il complesso
fenomeno degli ''aiuti'' chimici e farmacologici cui ricorrono gli atleti. Per
Veronesi ''compito del ministero e' quello di tutelare la salute di tutti e
quindi anche degli sportivi per i quali servono pero' piu' prevenzione e certezze
circa i limiti sanitari del doping,
non quelli etici che spettano invece a chi gestisce lo sport''. (ANSA). I trattamenti
considerati doping sono suddivisi in grandi gruppi, la Commissione medica
del C.I.O. (Comitato Internazionale Olimpico) ha fatto una classificazione nei
primi 3 articoli: ARTICOLO I : CLASSI
DELLE SOSTANZE PROIBITE ARTICOLO II : METODI
PROIBITI ARTICOLO III :
CLASSI DI SOSTANZE SOGGETTE A RESTRIZIONI ARTICOLO
I : CLASSI DELLE SOSTANZE PROIBITE Caffeina Eccitante centrale
con effetti sui sistemi cardiocircolatorio e respiratorio. E' contenuta nel
caffè, nel the, nel cioccolato, nei semi di cacao e di cola. Una tazza di caffè
ne contiene da 150 a 250 mg, una tazza di the da 70 a 130 mg e una bibita circa
50 mg. Cocaina E' un potente psicostimolante
ma ha anche azione anestetica locale. Sviluppa aggressività, può portare ad
allucinazioni, alterazioni dei riflessi, ansia, anoressia, nausea, insonnia.
Dà sindrome da astinenza alla sospensione. E' diffusa nel tennis, nell'automobilismo
e nel pugilato. Beta 2
agonisti : sono i broncodilatatori per i trattamenti dell'asma. Fanno parte della
classe degli oppioidi e derivati (morfina, codeina, eroina, metadone). Svolgono
un'azione analgesica centrale, calmante ed euforizzante. Vengono utilizzati
per spegnere la sensazione dolorifica come nel pugilato. Per contrastarne in
parte l'effetto di spegnimento dell'attenzione vengono assunti in combinazione
con sostanze stimolanti. Danno tossicodipendenza. Alcune delle sostanze su menzionate
si possono ritrovare in certi farmaci: la codeina e l'efedrina nell'aspirina
o in farmaci antitosse; anche certi antistaminici usati come decongestionanti
nasali rientrano tra le sostanze dopanti, proibite perché si è visto che certi
atleti li hanno usati non per scopo medico. L'atleta può comunque utilizzarli
se li dichiara, se presenta la prescrizione e rispetta il dosaggio prescritto.
Queste sostanze, a lungo andare, danno tutti i sintomi della tossicomania: dipendenza,
tolleranza, assuefazione. L'assunzione di
ormoni steroidei induce un aumento della massa muscolare e questo, a sua volta,
consente di affrontare allenamenti più pesanti e di conseguenza miglioramenti
più marcati derivanti dall'allenamento stesso nelle prove di scatto e potenza.
Inoltre gli steroidi inducono riduzione della massa grassa. L'assunzione di
farmaci steroidei inibisce la sintesi endogena di testosterone. In uno studio
condotto su sollevatori di pesi che assumevano steroidi anabolizzanti si è riscontrato
che, alla cessazione della somministrazione, la concentrazione plasmatica di
testosterone era ridotta alla metà del normale e rimaneva inferiore al normale
per 12-16 settimane.Nei maschi, si verifica anche un aumento dell'ormone femminile
estradiolo di circa sette volte rispetto al normale da cui può derivare ginecomastia. Una grave complicazione
è rappresentata dalla perdita delle proprietà meccaniche ed elastiche del connettivo
(tendini) con facilità di rottura. E' dimostrato un
aumento della facilità alla formazione di trombi, un aumento del rischio di
infarto e di complicazioni cardiovascolari Si riscontra una
riduzione della frazione dei lipidi plasmatici indicata come HDL (cosidetto
colesterolo "buono") ed un aumento della frazione LDL (cosidetto colesterolo
"cattivo") Un altro effetto
negativo legato all'uso degli steroidi è la depressione della risposta immunitaria
Nel sesso femminile
si verifica la completa disorganizzazione del ciclo mestruale, un arresto dell'accrescimento
corporeo, il cambiamento della voce, la crescita di peli, irsutismo, un aumento
della secrezione sebacea, acne e riduzione di volume delle mammelle. ANABOLIZZANTI
NON STEROIDEI Includono sostanze
con effetto anabolico se somministrate sistematicamente (salbutamolo, salmeterolo,
terbutalina, beta-agonisti). Ormone dell'acrescimento
(GH) o detto in italiano STH = somatotropo Il GH (growing
hormone) è l'ormone dell'accrescimento ed è prodotto dall'ipofisi, piccola ghiandola
posta nella scatola cranica alla base del cervello (essa produce molti altri
ormoni che controllano anche la funzione sessuale nelluomo e nella donna).
Durante la crescita, l'azione del GH facilita la deposizione della cartilagine
di accrescimento che, disposta nelle parti distali delle ossa, porta all'accrescimento
in lunghezza delle ossa stesse. L'industria farmaceutica li ha sintetizzati
per curare gravi malattie, con forte deperimento, o per sopperire a ritardi
nella crescita, il nanismo. Ma, innanzittutto, non sono uguali a quelli
prodotti dal nostro organismo, per cui possono provocare reazioni allergiche
gravi tipo il rigetto, secondo: possono alterare l'equilibrio di organi
quali il fegato e i reni, provocare diabete, tumori, malformazioni, crescita
sproporzionata di mani e piedi, orecchie, parti della faccia (mento, fronte
o zigomi sporgenti), sterilità. Attualmente il
GH è sintetizzabile; tutto il GH di provenienza animale è stato ritirato dal
commercio per il rischio di contrarre il morbo della "mucca pazza".
L'indicazione terapeutica del GH è per il trattamento di bambini con insufficienza
ipofisaria. Nell'ambiente sportivo
il GH proviene esclusivamente dal mercato nero spesso in forma adulterata. Il
suo uso stimola la deposizione di massa muscolare e la riduzione della massa
grassa Il GH viene normalmente
prodotto in condizioni di attivazione del sistema neurovegetativo simpatico
(tipicamente durante il lavoro muscolare) pertanto è difficile rilevare un'eventuale
somministrazione di GH esogeno. ACTH (Corticotropina)
E uno degli
ormoni prodotti dallipofisi. GONADOTROPINA
CORIONICA Questo ormone ha
effetti diversi nelluomo e nella donna. Nelluomo, controlla la produzione
di testosterone, pertanto viene assunto per ottenere gli stessi effetti degli
ormoni androgeni steroidei. Nella donna controlla il processo dellovulazione;
è anche detto "lormone della gravidanza". Gli effetti collaterali
sono riconducibili a quelli degli steroidi anabolizzanti. Due sintomi gravi
sono rappresentati dalla cefalea fastidosissima e, sul piano psicologico, dalla
depressione. ARTICOLO
II : METODI PROIBITI EMODOPING
L'autoemotrasfusione consiste nel prelevare e conservare congelandolo
il proprio sangue 15 giorni prima della gara e nel reiniettarlo il giorno prima
della gara; si spera così di avere un maggior numero di globuli rossi, specie
se l'alllenamento è stato svolto in alta montagna (clima stimolante), ma non
c'è nessuna prova scientifica, anzi si è visto che nel sangue congelato il 20%
di globuli è distrutto, senza contare i rischi dovuti alla conservazione (contaminazione
batterica, aumento della viscosità che può determinare dei grumi, quindi rischio
di trombi, infarto, ictus, etc... L'emotrasfusione rappresentava lo strumento
adottato per aumentare la massa dei globuli rossi e quindi la capacità di trasporto
dell'ossigeno nel sangue. Attualmente la pratica è in disuso essendo stata soppiantata
dall'assunzione di EPO (Eritropoietina). ERITROPOIETINA
(EPO) Si tratta di una
molecola glicoproteica di dimensioni relativamente piccole responsabile del
controllo della produzione di globuli rossi. Nel 1977 fu ottenuta EPO purificata
dalle urine umane. La sintesi di EPO si effettua per il 90% nei reni e per il
10% nel fegato. Nel rene alcune cellule funzionano come sensori dello stato
di ossigenazione del sangue: se questo scende, i sensori inducono sintesi di
EPO da parte di specifiche cellule poste vicino ai tubuli renali. L'EPO prodotta
nel rene va poi ad agire a livello del midollo osseo stimolando la produzione
di globuli rossi. Tipiche condizioni nelle quali viene stimolata la produzione
di EPO sono l'esposizione all'alta quota e l'ischemia renale: sotto stimolo
ipossico la sintesi di EPO aumenta anche di cento volte. Dal 1983 è stato possibile
ottenere EPO mediante la tecnica del DNA ricombinante e renderla quindi disponibile
in clinica per il trattamento delle anemie nei nefropatici cronici. L'EPO endogena
e l'EPO esogena sono perfettamente sovrapponibili dal punto di vista degli effetti
e questo è largamente vero anche dal punto di vista della struttura chimica.
Viene usata nei pazienti anemici. L'EPO possiede un'emivita di 3-4 ore ma in
effetti la farmacocinetica e la farmacodinamica possono prolungarne l'azione
sino a 5-10 giorni dopo l'ultima somministrazione; questa inerzia ne determina
una gestione delicata che può facilmente sfuggire di mano L'uso dell'EPO
nel mondo sportivo è finalizzato ad aumentare la massa dei globuli rossi, e
quindi il trasporto di ossigeno nel sangue, nelle discipline di resistenza.
L'aumento dei globuli
rossi è valutato in termini di ematocrito che indica la frazione volumetrica
occupata dai globuli rossi nel sangue. Normalmente la massa dei globuli rossi
è il 45% della massa sanguigna; un suo aumento eccessivo porta alla complicazione
della trombosi. L'ematocrito aumenta con l'esposizione all'alta quota: ci vogliono
mediamente tre settimane perchè dal valore fisiologico di 45 si arrivi a 50
e almeno quattro per raggiungere il 52. Le oscillazione dell'ematocrito sono
quindi fisiologicamente lente. MASCHERANTI
: hanno lo stesso scopo: nascondere la presenza di altri farmaci nel sangue.
Manipolazioni
farmacologiche Con questo termine
si intendono procedure atte ad alterare i risultati dei test antidoping. Un
esempio è rappresentato dall'assunzione del probenecid, un farmaco antigotta
che inibisce la secrezione renale di ormoni steroidei e può quindi mascherare
l'assunzione di anabolizzanti. ARTICOLO
III : CLASSI DI SOSTANZE SOGGETTE A RESTRIZIONI Anestetici
locali: ammessi solo su prescrizione medica. Corticosteroidi:
ammessi solo su prescrizione medica, solo per uso locale (otoiatrico, dermatologico,
oftalmico), per inalazione o iniezione. BETA-BLOCCANTI
:servono a curare le aritmie cardiache e queste si possono manifestare dopo
estenuanti allenamenti, ma il fatto è che alcuni li assumono credendo di incrementare
la resistenza cardiaca allo sforzo. Si tratta di farmaci che, tra le loro azioni,
riducono la frequenza cardiaca. In alcune discipline, come nei tiri (arco, carabina,
pistola), l'agitazione fa aumentare la frequenza cardiaca e questo sicuramente
disturba la fase di puntamento. La F.M.S.I. (Federazione
Medico Sportiva Italiana) ha attivato, nel gennaio '94, un numero verde (167010268):
si possono chiedere chiarimenti sui farmaci, sulle terapie, sul doping. L'Italia, con i
suoi 10.000 controlli antidoping all'anno è al 2° posto nel mondo, dopo gli
USA. Oggi esistono anche i controlli a sorpresa, non solo durante le gare, ma
anche negli allenamenti; questo perché è risaputo che, avvicinandosi il periodo
delle gare, vengono sospesi i "trattamenti" o presi i farmaci mascheranti
per eliminare ogni traccia del doping. INTEGRATORI:
VITAMINE Le vitamine
sono composti che, assunti in quantità minima, funzionano da regolatori dei
processi metabolici e di sintesi. Per un soggetto
di taglia normale ci vogliono 350 g di vitamine all'anno introdotte con 850
kg di cibo. Se l'alimentazione è variata l'assunzione necessaria di tutte le
vitamine è garantita . Vitamine liposolubili
(A, D, E, K) L'assunzione giornaliera
non è strettamente necessaria in quanto esse sono presenti nei grassi di deposito
dell'organismo. Le vitamine A , D e K si trovano principalmente nel fegato.
La vitamina E è invece presente in tutti i tessuti. Le vitamine liposolubili
sono contenute nei grassi della dieta. Le diete assolutamente prive di grassi
possono portare ad avitaminosi da vitamine liposolubili. L'iperdosaggio di vitamine
liposolubili ha conseguenze molto gravi. Vitaminine idrosolubili
Tutte le altre
vitamine sono idrosolubili (B1, B 6, B12, C, niacina, acido pantotenico, acido
folico, biotina). Contengono elementi come ferro, molibdeno, rame, zolfo, cobalto.
L'iperdosaggio di vitamine idrosolubili è meno grave in quanto le vitamine vengono
eliminate attraverso le urine. Il picco d'azione delle vitamine idrosolubili
è da 8 a 14 ore dopo l'ingestione. Le vitamine
non sono metabolizzabili, le molecole sono riutilizzabili; le necessità negli
atleti non risultano superiori rispetto alle persone normali. Anche per le vitamine
idrosolubili, un adeguato apporto giornaliero è garantito da una dieta bilanciata.
Per chi non mangia carne è importante introdurre latte o uova per assumere la
vitamina B12 che si trova solamente nei prodotti di derivazione animale. Vitamine antiossidanti
Normalmente tutto
l'ossigeno che entra nei processi metabolici si lega all'idrogeno per formare
il prodotto finale del metabolismo rappresentato dall'acqua. Tuttavia il 2-5%
dell'ossigeno va a formare radicali liberi fortemente reattivi. Questi
radicali si formano per perdita di elettroni. I radicali reagiscono facilmente
con tutte le molecole e il legame chimico altera grandemente la struttura delle
molecole con cui reagiscono. Vi è anche qualche
indicazione che le vitamine antiossidanti proteggano nei confronti dello sviluppo
del cancro La produzione di
radicali liberi aumenta nel corso del lavoro e pertanto, in questa fase, il
ruolo delle vitamine antiossidanti è maggiore, in particolare quello della vitamina
E Si pone quindi
il quesito se per ottenere migliori prestazioni sia necessario aumentare l'apporto
di vitamine antiossidanti. I risultati suggeriscono che un'integrazione di vitamina
E riduce i danni cellulari e risulta utile nello sforzo strenuo. Comunque, nessun
miglioramento prestativo è attribuibile ad iperdosaggio di vitamine antiossidanti
mentre una dieta varia e completa, ricca di frutta, vegetali e cereali garantisce
un adeguato apporto di vitamine. Risulta che
alcuni atleti assumano dosi da 100 a 1000 volte superiori rispetto a quelle
raccomandate; questo comportamento è totalmente ingiustificato. Inoltre
il sovradosaggio di vitamine porta alla sindrome da ipervitaminosi, con disturbi
di vario genere, si elencano di seguito: Vitamina
A: insonnia, disturbi gastro-intestinali, gengiviti, reazioni cutanee,
perdita di capelli. Vitamina
C: calcolosi renale, cefalea, disturbi gastro-intestinali. Vitamina
D: perdita di calcio dalle ossa, danni renali, ipertensione ed aritmie. Vitamina
E: emorragie, alterazione del sistema immunitario e delle funzioni
sessuali. Vitamina
K: alterazioni delle funzioni epatiche. INTEGRATORI:
SALI
MINERALI Nell'organismo
si contano 22 minerali. Tra i principali: calcio, fosforo, potassio, zolfo,
sodio, cloro, magnesio; tra i minerali in tracce (in totale non superano i 15g
nell'organismo): ferro, fluoro, zinco, rame, selenio, iodio e cromo. Come nel caso
delle vitamine, una dieta bilanciata comporta una assunzione sufficiente di
minerali. Tra gli oligoelementi
si può citare il selenio che entra a far parte di alcuni enzimi; la carenza
di selenio è praticamente impossibile. Cloruro di sodio
Un caso interessante
dal punto di vista sportivo è quello del reintegro idrico-salino in seguito
a sudorazione. Poiché il liquido principalmente perduto è il sudore, occorrerebbe
assumere bevande che abbiano una composizione simile al sudore. Un litro di
sudore contiene circa 2-3 g di cloruro di sodio. L'assunzione giornaliera di
questo sale è circa di 8g, (largamente eccedente le necessità in condizioni
di riposo che è di 0.5-3g al giorno). Pertanto, una dieta normale copre tranquillamente
le perdite di cloruro di sodio corrispondenti ad una sudorazione di circa 4L
al giorno. Quindi, fino ad una perdita di circa 4 L di acqua al giorno, l'assunzione
di acqua pura può essere soddisfacente. Se la sudorazione è maggiore, ovviamente
si rende necessario un reintegro. Oltre i due L/ora
di sudorazione non è consigliabile bere acqua pura. La ragione sta nel fatto
che l'assunzione di acqua e il suo assorbimento a livello intestinale diluisce
il sodio nel plasma generando il quadro dell'iponatremia; il quadro è caratterizzato
da crampi, emicrania, stato confusionale, malessere diffuso. La concentrazione
plasmatica normale del sodio è di 140 mEq/L e la sintomatologia tipica dell'iponatremia
si manifesta se la concentrazione scende al di sotto di 136 mEq/L. Sudore e attività
fisica comportano perdite anche di altri elementi. Ad esempio, un
allenamento di 10 km comporta una perdita urinaria di zinco e cromo circa doppia
rispetto ad un giorno di riposo. In effetti anche la degenza prolungata a letto
comporta maggior perdita urinaria di zinco e cromo e ciò a seguito della distruzione
di matrice proteica (cioè di massa muscolare). Rame e zinco sono
in qualche misura perduti attraverso il sudore. Bisogna ricordare che ferro,
zinco e rame competono con lo stesso sistema di assorbimento intestinale, pertanto,
un eccesso di uno dei tre elementi penalizza l'assorbimento degli altri. Ferro Un'attenzione particolare
merita il ferro, in quanto nei soggetti dediti a prove di resistenza si può
riscontrare anemia. Lievi ma continue perdite di ferro si possono verificare
col sudore, attraverso le urine in seguito a distruzione dei globuli rossi e
per piccole perdite ematiche dal tubo digerente. Nell'organismo vi sono circa
3-5g di ferro; l'80% è legato al pigmento emoglobina contenuto nei globuli rossi,
il 5% al pigmento mioglobina presente nei muscoli, il 15% è presente sotto forma
di deposito nel fegato, nella milza e nel midollo osseo (emosiderina e ferritina).
Calcio Il calcio è contenuto
nelle ossa ed inoltre entra in un gran numero di processi cellulari. Giovani
di entrambi i sessi devono assumere 1000 mg/giorno, una quantità presente in
mezzo litro di latte (sopra i 25 anni bastano 800-1000 mg/giorno). Se vi è poco
calcio nella dieta, si verifica una mobilizzazione del minerale dalle ossa e
questo induce il quadro dell'osteoporosi. L'osteoporosi è comune nelle donne
dopo la menopausa in seguito alla caduta degli estrogeni. Analogamente, si
ha fragilità ossea in giovani donne dedite ad allenamenti pesanti; questi
infatti possono causare una sospensione del ciclo mestruale con insufficiente
produzione di estrogeni. Negli uomini si mantiene una piccola produzione di
estrogeni anche in età avanzata e questo è un fattore protettivo nei confronti
dell'osteoporosi. L'attività fisica aiuta a conservare il calcio nello scheletro
La presenza di
vitamina D facilita lassunzione del calcio a livello intestinale. Normalmente,
una modesta integrazione del calcio nella dieta previene una deficienza di origine
alimentare. INTEGRATORI:
AMINOACIDI Analogamente, nessun
miglioramento è stato riscontrato nei pesisti (integrazione con 20 aminoacidi).
Un certo interesse è suscitato dall'alanina; questo aminoacido è importante
perché entra nel ciclo alanina-glucosio: in pratica, quando manca glucosio nel
corso del lavoro muscolare, il muscolo produce l'alanina e la mette in circolo;
questa raggiunge il fegato che, a partire da alanina, produce glucosio che,
immesso in circolo, si rende disponibile per i muscoli. Pertanto si ha
distruzione proteica nell'esercizio di resistenza prolungato. Tuttavia il fabbisogno
giornaliero di proteine è di 0.8-1g per kg di massa corporea e diventa di 1.2
g/kg nei soggetti dediti a sport di resistenza. Il fabbisogno è lo stesso in
atleti dediti a discipline di forza e potenza (sollevamento pesi). L'assunzione
di alte dosi potrebbe influire sulle funzioni cerebrali, l'uso parenterale (iniezione
o endovena) può dare discrasia (difetti nella produzione di cellule ematiche)
encefalopatie, calcolosi biliari. CARNITINA La carnitina, all'interno
dei mitocondri, facilita il passaggio dei grassi a catena lunga e quindi
la loro ossidazione. Pertanto, una supplementazione di carnitina viene ipotizzata
nel lavoro di resistenza ove i lipidi rappresentano il substrato energetico
di scelta. Durante il lavoro fisico si riscontra un aumento dei grassi nel sangue
e si ipotizza che questo possa riflettere una relativa limitazione della capacità
di ossidazione dei grassi stessi da parte delle cellule muscolari. I dati
sperimentali non indicano alcun benefico effetto della carnitina inoltre
non risulta che allenamenti pesanti inducano una carenza di carnitina . Tra
gli effetti collaterali: vomito, diarrea, crampi intestinali. CREATINA L'identificazione
della molecola di creatina risale al 1832 e il suo ruolo nel metabolismo cellulare
ha sempre destato interesse. Circa il 95% della creatina dell'organismo è contenuta
nei muscoli; di questa, circa un terzo è in forma libera mentre due terzi è
fosforilata e forma quindi la fosfocreatina. La fosfocreatina è un composto
altamente energetico che rappresenta una forma di combustile di pronto uso;
infatti, in caso di necessità, la liberazione del gruppo fosforico fornisce
energia sufficiente a resintetizzare ATP, molecola a sua volta altamente energetica;
la scissione dell'ATP nelle cellule muscolari (con perdita del gruppo fosforico)
libera l'energia necessaria alla contrazione. La scissione della
fosfocreatina è un processo che si verifica nel corso di esercizi di potenza,
quindi brevi. Il rapporto tra creatina libera e fosforilata varia in relazione
alle condizioni funzionali e dipende dal tipo di fibra muscolare, dall'età,
dalla presenza o meno di malattie ed è invece relativamente indipendente dal
livello di allenamento e dal sesso. Per un soggetto della massa di 70 kg, il
turnover di creatina è dell'ordine di 2g al giorno. Il turnover è coperto in
parte da provenienza alimentare (dalla carne) e in parte da sintesi endogena
a partire dagli aminoacidi arginina, glicina e metionina. Si rilevano un
certo aumento di forza e maggior resistenza alla fatica durante esercizi isometrici
compiuti da grosse masse muscolari. Altri studi sperimentali
su animale rivelano che una deficienza cronica nell'apporto di creatina con
la dieta non riduce la capacità di performance muscolare e cardiaca. Sicuramente l'uso
terapeutico della creatina risulta utile nel caso di malattie neuromuscolari
e cardiache . Quanto alla supplementazione
continuata non si dispone, allo stato attuale, di dati in grado di escludere
complicazioni, pertanto si consiglia prudenza. La creatina è entrata
nelle cronache nel recente passato, in quanto assunta in dosi massicce nell'ambito
del calcio. Qualche indicazione esiste sul fatto che la supplementazione di
creatina faciliti la performance in prove ripetute di scatto e potenza, come
nel calcio e nella pallacanestro. Miglioramenti delle
prestazioni sono state dimostrate in alcuni studi su soggetti non allenati
ed in condizioni "da laboratorio", altri studi effettuati su atleti
durante competizioni non hanno confermato questa tesi. Per dimostrare quindi
l'efficacia della creatina sull'incremento delle prestazioni sarebbero necessari
altri più approfonditi studi. Può dare ritenzione idrica, crampi muscolari e
disturbi gastro-intestinali. Si ribadisce che una dieta equilibrata è sufficiente
a garantire un livello adeguato di creatina nei muscoli. SODIO BICARBONATO Nel nostro organismo
il bicarbonato è presente nel sangue e nelle cellule ed è deputato alla regolazione
del pH dei tessuti. Viene usato come
antiacido (bruciori di stomaco) o per certi problemi renali...si è pensato di
utilizzarlo per neutralizzare l'acido lattico che si produce a seguito di sforzi
muscolari ma in realtà per tale scopo sembra che occorrano dosi elevate con
i conseguenti effetti collaterali gastro-intestinali. In definitiva
qualsiasi sostanza che si può dimostrare possa incrementare le prestazioni dovrebbe
ricadere tra le sostanze doping.
La caffeina non migliora la potenza espressa, tuttavia una buona dose (350 mg),
prima di una prova di durata, migliora sensibilmente la resistenza alla fatica.
Facilita l'uso dei grassi e quindi risparmia il glicogeno.
Una dose di 600-800mg assunta nell'arco di mezz'ora porta ad un aumento del
dosaggio urinario al di sopra del limite massimo consentito (12 mg/ml) e squalifica.
Negli
Stati Uniti sono disponibili statistiche relativamente all'uso degli steroidi
anabolizzanti: tra il 92 e il 93 almeno 500000 persone hanno fatto uso di
steroidi, con un giro economico stimato in 100 milioni di dollari all'anno.
Almeno 1 ragazzo su 15 ne ha fatto uso; il 25% di questi ragazzi ha invocato
una ragione puramente estetica nell'assunzione delle sostanze.
La corticotropina stimola la funzione della corteccia surrenale, la quale produce
ormoni che, a loro volta, controllano il metabolismo glucidico e lequilibrio
idrico salino. Lattivazione dellACTH e della corteccia surrenale
è tipica nelle condizioni di stress, pertanto la giustificazione nelluso
di questo ormone è quella di fornire allatleta una maggior quota di ormone
per fronteggiare lo stress. Le complicazioni sono gravi tenuto conto dellazione
multifocale dellACTH e degli ormoni surrenali: ritenzione idrica, diabete,
alterazioni cutanee, riduzione delle difese immunitarie, miopatie, obesità,
osteoporosi, ulcera gastroduodenale.
L'ematocrito si misura centrifugando il sangue, procedura che consente una separazione
dei globuli rossi dal plasma: i primi, avendo densità maggiore si accumulano
nella parte bassa della provetta, il secondo si dispone nella parte superiore.
Con mezzi tecnici adeguati, la misura dell'ematocrito è relativamente facile;
con mezzi da campo può dare origine ad errori consistenti.
Il limite di 50 posto per gli atleti rappresenta un valore considerato
patologico in ambito clinico; in termini sportivi significa di fatto liberalizzare
l'uso dell'EPO purchè non si oltrepassi il limite di 50.
Sulla validità del limite si può ovviamente disquisire. Hanno influenza
sull'ematocrito lo stato di idratazione dell'organismo e quindi anche il volume
della massa plasmatica. In condizioni di disidratazione l'ematocrito tende ad
aumentare; un aumento dell'ematocrito si registra anche al mattino in conseguenza
del fatto che, durante la notte, si verifica una tendenza alla riduzione della
massa plasmatica per maggior perdita di acqua attraverso le urine.
Le vitamine ricadono in due gruppi: liposolubili (quindi solubili nei grassi)
ed idrosolubili (solubili nell'acqua).
In pratica la modificazione chimica danneggia le molecole e ne cancella la funzione:
questo è ad esempio il caso dei lipidi costituenti della membrana cellulare.
Si verifica anche un'ossidazione delle lipoproteine plasmatiche LDL (note come
"colesterolo cattivo") e questo processo è primariamente implicato
nella deposizione di placche ateromatose sulla parete delle arterie.
Le vitamine antiossidanti rappresentano una difesa contro i radicali liberi
di ossigeno in quanto reagiscono con loro evitando quindi la reazione dei radicali
con altre molecole.
Si ritiene che livelli elevati di vitamina E proteggano contro lo sviluppo della
malattia coronarica e riducano il rischio di attacco cardiaco
Si parla
di minerali principali se l'assorbimento giornaliero è superiore a 100 mg; di
minerali in tracce se l'assorbimento giornaliero è inferiore a 100 mg.
I liquidi reidratanti hanno una composizione simile al sudore e sono variamente
arricchiti di glucosio e di alcuni oligoelementi.
Il ferro è trasportato nel sangue da una speciale proteina denominata transferrina.
L'assunzione giornaliera raccomandata di ferro è di 10mg nei maschi e di 15mg
delle donne in età fertile. In gravidanza ed allattamento l'assunzione raccomandata
sale 20-30mg . Il dosaggio della ferritina è importante per segnalare una carenza
di ferro: si parla di carenza se la concentrazione della ferritina è < 20
microg/L nelle femmine e < 30 mg/L nei maschi.
La disponibilità di ferro nella dieta è variabile: sorprendente è il caso della
dieta media negli Stati Uniti che garantisce in media solo 6mg, la conseguenza
è che il 30-50% delle donne in età fertile presentano il quadro dell'anemia.
Il ferro della dieta è di provenienza vegetale (spinaci, fagioli, lenticchie,
fichi secchi) o animale (carne). Il ferro vegetale è assorbito con una certa
difficoltà, solo il 2 -10%, quello animale con maggior facilità, circa il 30-50%.
La presenza di vitamina C (ad esempio quella contenuta in un succo di arancio)
aumenta di tre volte l'assorbimento del ferro di origine vegetale.
Sono
i mattoni costitutivi delle proteine. Un certo numero non è sintetizzabile dall'organismo
e va quindi assunto con la dieta (vengono definiti essenziali). Tutti gli aminoacidi
essenziali sono presenti nella carne ma variamente presenti nei legumi secchi
(piselli, ceci, fagioli, lenticchie). Pertanto, una dieta puramente vegetariana
prevede una saggia associazione di legumi secchi per assumere tutti gli aminoacidi
essenziali.
Alcuni aminoacidi hanno catena ramificata. Una supplementazione di aminoacidi
viene associata all'assunzione di steroidi anabolizzanti per favorire la sintesi
di massa muscolare. D'altra parte vi è anche l'ipotesi che una maggior assunzione
di aminoacidi stimoli una maggior produzione di testosterone e GH. In realtà,
in seguito a supplementazione di aminoacidi, non si è osservato alcun aumento
di GH , nè di potenza aerobica, nè di performance in test di corsa.
Una supplementazione nell'apporto di creatina si traduce in un aumento della
sua concentrazione muscolare. Circa la correlazione tra livello muscolare di
creatina e performance, i pareri sono discordi; tuttavia, fondamentalmente,
non sono rilevabili significativi miglioramenti in soggetti allenati, mentre
sicuramente sono rilevabili miglioramenti nel caso di deficit funzionale neuromuscolare
o cardiaco. Nessun beneficio è stato sicuramente evidenziato per prove aerobiche
di resistenza