IL DOPING

Negli ultimi tempi l’opinione pubblica è stata scossa attraverso le notizie riportate dai mass-media dall’enorme diffusione delle pratiche farmacologiche atte a migliorare le prestazioni degli atleti nelle competizioni sportive.

Si definisce "doping" l'utilizzo di qualsiasi intervento esogeno (farmacologico, endocrinologico, ematologico, ecc) o manipolazione clinica che, in assenza di precise indicazioni terapeutiche, sia finalizzato al miglioramento delle prestazioni, al di fuori degli adattamenti indotti dall'allenamento.

Il concetto di modificazione si applica alla condizione tanto fisica che psichica e la definizione di doping è riferibile solo allo sport e si configura perciò come un illecito sportivo.

La legge di riferimento è la n.

376 del 14 dicembre 2000

"Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping" (Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 294 del 18 dicembre 2000)

Il fare ricorso a sostanze atte a migliorare la resistenza alla fatica è noto sin dai tempi antichi. L’origine della parola "doping" forse deriva dal dialetto di una tribù dell’Africa, che con il termine "dop" indicavano un forte liquore usato durante le cerimonie religiose, o dal termine "oop" miscela di oppio, tabacco e narcotici somministrata ai cavalli da corsa nell’800.Le prime notizie documentate che si hanno di questa pratica risalgono al 2737 a.C.: l'imperatore cinese Schen-Neng descrisse gli effetti di una pianta denominata "Machuang". Intorno al 500 a.C., sempre in Cina, fu introdotta la prima tassa sull'uso della canapa indiana. Gli arabi, ancor prima di utilizzare il caffé quale stimolante, ben conoscevano gli effetti eccitanti di una radice, la kata edulis. Gli atleti greci nel 3° secolo a.C. usavano la polvere di fungo, decotti e tisane, pare anche cocaina e stricnina, durante i giochi olimpici, così come gli incas durante i lunghi trasferimenti da un luogo all’altro. Nell'antica Roma si pensava di preparare i cavalli alle corse del circo e di aiutare i soldati con l'idromele, un miscuglio di acqua e miele. Ma il termine doping e il primo tentativo di frode sportiva risale al 1880 in America del nord dove, oltre all'abitudine di trattare i cavalli con una miscela di oppio e tabacco, si registravano molti casi di uso di sostanze dopanti nella boxe e nel ciclismo. Negli spogliatoi di Oslo, alle olimpiadi invernali 1952, vennero trovate fiale e siringhe usate. L’esigenza di impedire l’uso di tali sostanze era già sentita al tempo dei romani presso i quali erano in uso sistemi di controllo per lo svolgersi corretto delle competizioni equestri. Così avvenne anche nel 1964, dopo il sospetto dell’uso di sostanze stimolanti nei giochi olimpici invernali del 1952, l’introduzione del "controllo doping" già scoperto e perfezionato negli Stati Uniti nel 1916. Da allora è stato un vero e proprio crescendo di casi clamorosi, denuncie, etc.. Diverse le morti per doping a cominciare dal ciclista Tom Simpson nel '67 nel cui corpo furono trovate tracce di amfetamine.

Nel '62 il C.I.O. (Comitato Internazionale Olimpico) pubblicò una lista di farmaci vietati, successivamente questa lista è stata via via ampliata, nell' '83 è stato aggiunto il testosterone. In alcune nazioni sono state promulgate delle leggi, in Italia la legge 1099 del 16\10\71 persegue penalmente chiunque faccia uso di sostanze per incrementare le prestazioni. Storicamente è stata la ex-Germania est ad offrirci il caso più vasto e meglio organizzato di doping. Era lo stato a promuovere la frode sportiva, a sostenerla con finanziamenti e con il sostegno della ricerca medica avanzata. Il fine era di conseguire medaglie a maggior gloria del regime comunista di Honecker. Tra le decine di testimonianze raccolte è significativa l'autodenuncia dell'allenatore Michael Regner, che si è accusato di aver somministrato, su direttive statali, steroidi anabolizzanti a nuotatrici di 14 anni. 1988 Seoul, olimpiadi con 9 squalifiche di cui 5 nel "settore medaglie" e con il caso di Ben Johnson (9"79 sui 100 mt non convalidato e mai più eguagliato): un caso illuminante perché si è scoperto che l'allenatore Charlie Francis e il dottor Astaphan praticavano il doping di gruppo, che questa strategia era favorita dagli sponsor e aveva complicità ad "alti livelli". La conclusione: "Big Ben", riammesso alle competizioni nel '91, dopo due anni di squalifica, è stato ritrovato positivo all'esame antidoping e squalificato a vita a Montreal il 17/1/93, dimostra quanto sia difficile il riscatto per chi per anni si è abituato alla frode.

In pratica, il mondo dello sport si limita a considerare il fatto che le modificazioni indotte siano positive ai fini del miglioramento della performance. Non esiste una parallela considerazione del fatto che le modificazioni possano essere negative ai fini della salute, in quanto, solo in alcuni casi, è possibile dimostrare un concomitante danno organico. Il danno organico, infatti, è diagnosticabile solamente a posteriori. I danni alla salute ricadono, ovviamente, in ambito penale.

L'unico strumento per contrastare il fenomeno del doping sia un provvedimento disciplinare pesantissimo che punisca in modo esemplare la mentalità dopante la quale rappresenta una deviazione psicologica grave, in netto contrasto con lo spirito competitivo leale proprio dello sport, ed una evidente causa di danni alla salute.

ROMA, 20 DIC - ''La cultura del doping, che e' una incultura della salute, nasce dall'esasperazione dello sport, dal rischio, sempre piu' diffuso, di porsi obiettivi agonistici anche al di sopra delle proprie possibilita''': Umberto Veronesi, ministro della Sanita', analizza cosi', in chiusura della Conferenza nazionale dello sport, il complesso fenomeno degli ''aiuti'' chimici e farmacologici cui ricorrono gli atleti. Per Veronesi ''compito del ministero e' quello di tutelare la salute di tutti e quindi anche degli sportivi per i quali servono pero' piu' prevenzione e certezze circa i limiti sanitari del doping, non quelli etici che spettano invece a chi gestisce lo sport''. (ANSA).

I trattamenti considerati doping sono suddivisi in grandi gruppi, la Commissione medica del C.I.O. (Comitato Internazionale Olimpico) ha fatto una classificazione nei primi 3 articoli:

ARTICOLO I : CLASSI DELLE SOSTANZE PROIBITE

  1. Stimolanti
  2. Narcotici
  3. Anabolizzanti
  4. Diuretici
  5. Ormoni peptidici, glicoproteici ed analoghi

ARTICOLO II : METODI PROIBITI

  1. Doping del sangue
  2. Manipolazione farmacologica, fisica e chimica

ARTICOLO III : CLASSI DI SOSTANZE SOGGETTE A RESTRIZIONI

  1. Alcool
  2. Marijuana
  3. Anestetici locali
  4. Corticosteroidi
  5. Beta-bloccanti

ARTICOLO I : CLASSI DELLE SOSTANZE PROIBITE

  1. STIMOLANTI : amfetamina, cocaina, efedrina, adrenalina; esaltano l'attenzione, la vigilanza, riducono la stanchezza, i sintomi della fatica e il bisogno di sonno, provocano euforia; i sintomi della fatica sono importanti per l'organismo perché avvisano dell'impoverimento di energia, ignorarli significa non sapere quando avverrà inevitabilmente l'esaurimento; Il pericolo è rappresentato da aritmie gravi e ipertermia, tale situazione può portare al collasso e alla morte, non migliora la potenza aerobica e anaerobica, migliora la resistenza e la tolleranza allo sforzo. In particolare l'amfetamina spegne l'appetito e quindi è anche assunta per il controllo del peso corporeo.

Caffeina

Eccitante centrale con effetti sui sistemi cardiocircolatorio e respiratorio. E' contenuta nel caffè, nel the, nel cioccolato, nei semi di cacao e di cola. Una tazza di caffè ne contiene da 150 a 250 mg, una tazza di the da 70 a 130 mg e una bibita circa 50 mg.
La caffeina non migliora la potenza espressa, tuttavia una buona dose (350 mg), prima di una prova di durata, migliora sensibilmente la resistenza alla fatica. Facilita l'uso dei grassi e quindi risparmia il glicogeno.
Una dose di 600-800mg assunta nell'arco di mezz'ora porta ad un aumento del dosaggio urinario al di sopra del limite massimo consentito (12 mg/ml) e squalifica.

Cocaina

E' un potente psicostimolante ma ha anche azione anestetica locale. Sviluppa aggressività, può portare ad allucinazioni, alterazioni dei riflessi, ansia, anoressia, nausea, insonnia. Dà sindrome da astinenza alla sospensione. E' diffusa nel tennis, nell'automobilismo e nel pugilato.

Beta 2 agonisti : sono i broncodilatatori per i trattamenti dell'asma.

  1. NARCOTICI

Fanno parte della classe degli oppioidi e derivati (morfina, codeina, eroina, metadone). Svolgono un'azione analgesica centrale, calmante ed euforizzante. Vengono utilizzati per spegnere la sensazione dolorifica come nel pugilato. Per contrastarne in parte l'effetto di spegnimento dell'attenzione vengono assunti in combinazione con sostanze stimolanti. Danno tossicodipendenza. Alcune delle sostanze su menzionate si possono ritrovare in certi farmaci: la codeina e l'efedrina nell'aspirina o in farmaci antitosse; anche certi antistaminici usati come decongestionanti nasali rientrano tra le sostanze dopanti, proibite perché si è visto che certi atleti li hanno usati non per scopo medico. L'atleta può comunque utilizzarli se li dichiara, se presenta la prescrizione e rispetta il dosaggio prescritto. Queste sostanze, a lungo andare, danno tutti i sintomi della tossicomania: dipendenza, tolleranza, assuefazione.

  1. ORMONALI - STEROIDI ANABOLIZZANTI: prodotti sintetici realizzati dall'industria farmaceutica a partire dal testosterone, ormone prodotto dai testicoli che determina lo sviluppo dei caratteri maschili, quindi anche dei muscoli, dei peli, etc...Modificandolo artificialmente si è tentato di ridurre gli effetti virilizzanti conservando quelli anabolizzanti, cioè di costruzione del tessuto muscolare. Le dosi dopanti (50-200 mg al giorno) sono dieci volte superiori a quelle consigliate per uso terapeutico. Si possono assumere per bocca o con iniezione ritardo.
Negli Stati Uniti sono disponibili statistiche relativamente all'uso degli steroidi anabolizzanti: tra il 92 e il 93 almeno 500000 persone hanno fatto uso di steroidi, con un giro economico stimato in 100 milioni di dollari all'anno. Almeno 1 ragazzo su 15 ne ha fatto uso; il 25% di questi ragazzi ha invocato una ragione puramente estetica nell'assunzione delle sostanze.

L'assunzione di ormoni steroidei induce un aumento della massa muscolare e questo, a sua volta, consente di affrontare allenamenti più pesanti e di conseguenza miglioramenti più marcati derivanti dall'allenamento stesso nelle prove di scatto e potenza. Inoltre gli steroidi inducono riduzione della massa grassa.

L'assunzione di farmaci steroidei inibisce la sintesi endogena di testosterone. In uno studio condotto su sollevatori di pesi che assumevano steroidi anabolizzanti si è riscontrato che, alla cessazione della somministrazione, la concentrazione plasmatica di testosterone era ridotta alla metà del normale e rimaneva inferiore al normale per 12-16 settimane.Nei maschi, si verifica anche un aumento dell'ormone femminile estradiolo di circa sette volte rispetto al normale da cui può derivare ginecomastia.

Una grave complicazione è rappresentata dalla perdita delle proprietà meccaniche ed elastiche del connettivo (tendini) con facilità di rottura.

E' dimostrato un aumento della facilità alla formazione di trombi, un aumento del rischio di infarto e di complicazioni cardiovascolari

Si riscontra una riduzione della frazione dei lipidi plasmatici indicata come HDL (cosidetto colesterolo "buono") ed un aumento della frazione LDL (cosidetto colesterolo "cattivo")

Un altro effetto negativo legato all'uso degli steroidi è la depressione della risposta immunitaria

Nel sesso femminile si verifica la completa disorganizzazione del ciclo mestruale, un arresto dell'accrescimento corporeo, il cambiamento della voce, la crescita di peli, irsutismo, un aumento della secrezione sebacea, acne e riduzione di volume delle mammelle.

  1. DIURETICI aumentano l'escrezione dei liquidi; alcuni atleti li usano per ridurre il peso, altri per ridurre la concentrazione di altri farmaci nel sangue, per espellerli prima della gara e sfuggire ai controlli. Tuttavia, la disidratazione è causa di ridotta funzione neuromuscolare e di difficoltà di termoregolazione in quanto il processo di sudorazione è meno efficiente.
  2. Ormoni peptidici, glicoproteici ed analoghi

ANABOLIZZANTI NON STEROIDEI

Includono sostanze con effetto anabolico se somministrate sistematicamente (salbutamolo, salmeterolo, terbutalina, beta-agonisti).

Ormone dell'acrescimento (GH) o detto in italiano STH = somatotropo

Il GH (growing hormone) è l'ormone dell'accrescimento ed è prodotto dall'ipofisi, piccola ghiandola posta nella scatola cranica alla base del cervello (essa produce molti altri ormoni che controllano anche la funzione sessuale nell’uomo e nella donna). Durante la crescita, l'azione del GH facilita la deposizione della cartilagine di accrescimento che, disposta nelle parti distali delle ossa, porta all'accrescimento in lunghezza delle ossa stesse. L'industria farmaceutica li ha sintetizzati per curare gravi malattie, con forte deperimento, o per sopperire a ritardi nella crescita, il nanismo. Ma, innanzittutto, non sono uguali a quelli prodotti dal nostro organismo, per cui possono provocare reazioni allergiche gravi tipo il rigetto, secondo: possono alterare l'equilibrio di organi quali il fegato e i reni, provocare diabete, tumori, malformazioni, crescita sproporzionata di mani e piedi, orecchie, parti della faccia (mento, fronte o zigomi sporgenti), sterilità.

Attualmente il GH è sintetizzabile; tutto il GH di provenienza animale è stato ritirato dal commercio per il rischio di contrarre il morbo della "mucca pazza". L'indicazione terapeutica del GH è per il trattamento di bambini con insufficienza ipofisaria.

Nell'ambiente sportivo il GH proviene esclusivamente dal mercato nero spesso in forma adulterata. Il suo uso stimola la deposizione di massa muscolare e la riduzione della massa grassa

Il GH viene normalmente prodotto in condizioni di attivazione del sistema neurovegetativo simpatico (tipicamente durante il lavoro muscolare) pertanto è difficile rilevare un'eventuale somministrazione di GH esogeno.

ACTH (Corticotropina)

E’ uno degli ormoni prodotti dall’ipofisi.
La corticotropina stimola la funzione della corteccia surrenale, la quale produce ormoni che, a loro volta, controllano il metabolismo glucidico e l’equilibrio idrico salino. L’attivazione dell’ACTH e della corteccia surrenale è tipica nelle condizioni di stress, pertanto la giustificazione nell’uso di questo ormone è quella di fornire all’atleta una maggior quota di ormone per fronteggiare lo stress. Le complicazioni sono gravi tenuto conto dell’azione multifocale dell’ACTH e degli ormoni surrenali: ritenzione idrica, diabete, alterazioni cutanee, riduzione delle difese immunitarie, miopatie, obesità, osteoporosi, ulcera gastroduodenale.

GONADOTROPINA CORIONICA

Questo ormone ha effetti diversi nell’uomo e nella donna. Nell’uomo, controlla la produzione di testosterone, pertanto viene assunto per ottenere gli stessi effetti degli ormoni androgeni steroidei. Nella donna controlla il processo dell’ovulazione; è anche detto "l’ormone della gravidanza". Gli effetti collaterali sono riconducibili a quelli degli steroidi anabolizzanti. Due sintomi gravi sono rappresentati dalla cefalea fastidosissima e, sul piano psicologico, dalla depressione.

ARTICOLO II : METODI PROIBITI

EMODOPING L'autoemotrasfusione consiste nel prelevare e conservare congelandolo il proprio sangue 15 giorni prima della gara e nel reiniettarlo il giorno prima della gara; si spera così di avere un maggior numero di globuli rossi, specie se l'alllenamento è stato svolto in alta montagna (clima stimolante), ma non c'è nessuna prova scientifica, anzi si è visto che nel sangue congelato il 20% di globuli è distrutto, senza contare i rischi dovuti alla conservazione (contaminazione batterica, aumento della viscosità che può determinare dei grumi, quindi rischio di trombi, infarto, ictus, etc... L'emotrasfusione rappresentava lo strumento adottato per aumentare la massa dei globuli rossi e quindi la capacità di trasporto dell'ossigeno nel sangue. Attualmente la pratica è in disuso essendo stata soppiantata dall'assunzione di EPO (Eritropoietina).

ERITROPOIETINA (EPO)

Si tratta di una molecola glicoproteica di dimensioni relativamente piccole responsabile del controllo della produzione di globuli rossi. Nel 1977 fu ottenuta EPO purificata dalle urine umane. La sintesi di EPO si effettua per il 90% nei reni e per il 10% nel fegato. Nel rene alcune cellule funzionano come sensori dello stato di ossigenazione del sangue: se questo scende, i sensori inducono sintesi di EPO da parte di specifiche cellule poste vicino ai tubuli renali. L'EPO prodotta nel rene va poi ad agire a livello del midollo osseo stimolando la produzione di globuli rossi. Tipiche condizioni nelle quali viene stimolata la produzione di EPO sono l'esposizione all'alta quota e l'ischemia renale: sotto stimolo ipossico la sintesi di EPO aumenta anche di cento volte. Dal 1983 è stato possibile ottenere EPO mediante la tecnica del DNA ricombinante e renderla quindi disponibile in clinica per il trattamento delle anemie nei nefropatici cronici. L'EPO endogena e l'EPO esogena sono perfettamente sovrapponibili dal punto di vista degli effetti e questo è largamente vero anche dal punto di vista della struttura chimica. Viene usata nei pazienti anemici. L'EPO possiede un'emivita di 3-4 ore ma in effetti la farmacocinetica e la farmacodinamica possono prolungarne l'azione sino a 5-10 giorni dopo l'ultima somministrazione; questa inerzia ne determina una gestione delicata che può facilmente sfuggire di mano

L'uso dell'EPO nel mondo sportivo è finalizzato ad aumentare la massa dei globuli rossi, e quindi il trasporto di ossigeno nel sangue, nelle discipline di resistenza.

L'aumento dei globuli rossi è valutato in termini di ematocrito che indica la frazione volumetrica occupata dai globuli rossi nel sangue. Normalmente la massa dei globuli rossi è il 45% della massa sanguigna; un suo aumento eccessivo porta alla complicazione della trombosi. L'ematocrito aumenta con l'esposizione all'alta quota: ci vogliono mediamente tre settimane perchè dal valore fisiologico di 45 si arrivi a 50 e almeno quattro per raggiungere il 52. Le oscillazione dell'ematocrito sono quindi fisiologicamente lente.
L'ematocrito si misura centrifugando il sangue, procedura che consente una separazione dei globuli rossi dal plasma: i primi, avendo densità maggiore si accumulano nella parte bassa della provetta, il secondo si dispone nella parte superiore. Con mezzi tecnici adeguati, la misura dell'ematocrito è relativamente facile; con mezzi da campo può dare origine ad errori consistenti.
Il limite di 50 posto per gli atleti rappresenta un valore considerato patologico in ambito clinico; in termini sportivi significa di fatto liberalizzare l'uso dell'EPO purchè non si oltrepassi il limite di 50.
Sulla validità del limite si può ovviamente disquisire. Hanno influenza sull'ematocrito lo stato di idratazione dell'organismo e quindi anche il volume della massa plasmatica. In condizioni di disidratazione l'ematocrito tende ad aumentare; un aumento dell'ematocrito si registra anche al mattino in conseguenza del fatto che, durante la notte, si verifica una tendenza alla riduzione della massa plasmatica per maggior perdita di acqua attraverso le urine.

MASCHERANTI : hanno lo stesso scopo: nascondere la presenza di altri farmaci nel sangue.

Manipolazioni farmacologiche

Con questo termine si intendono procedure atte ad alterare i risultati dei test antidoping. Un esempio è rappresentato dall'assunzione del probenecid, un farmaco antigotta che inibisce la secrezione renale di ormoni steroidei e può quindi mascherare l'assunzione di anabolizzanti.

ARTICOLO III : CLASSI DI SOSTANZE SOGGETTE A RESTRIZIONI

  1. Alcool
  2. Marijuana, hashish...
  3. Anestetici locali
  4. Corticosteroidi
  5. Beta-bloccanti

Anestetici locali: ammessi solo su prescrizione medica.

Corticosteroidi: ammessi solo su prescrizione medica, solo per uso locale (otoiatrico, dermatologico, oftalmico), per inalazione o iniezione.

BETA-BLOCCANTI :servono a curare le aritmie cardiache e queste si possono manifestare dopo estenuanti allenamenti, ma il fatto è che alcuni li assumono credendo di incrementare la resistenza cardiaca allo sforzo. Si tratta di farmaci che, tra le loro azioni, riducono la frequenza cardiaca. In alcune discipline, come nei tiri (arco, carabina, pistola), l'agitazione fa aumentare la frequenza cardiaca e questo sicuramente disturba la fase di puntamento.

La F.M.S.I. (Federazione Medico Sportiva Italiana) ha attivato, nel gennaio '94, un numero verde (167010268): si possono chiedere chiarimenti sui farmaci, sulle terapie, sul doping.

L'Italia, con i suoi 10.000 controlli antidoping all'anno è al 2° posto nel mondo, dopo gli USA. Oggi esistono anche i controlli a sorpresa, non solo durante le gare, ma anche negli allenamenti; questo perché è risaputo che, avvicinandosi il periodo delle gare, vengono sospesi i "trattamenti" o presi i farmaci mascheranti per eliminare ogni traccia del doping.

 

INTEGRATORI: VITAMINE

Le vitamine sono composti che, assunti in quantità minima, funzionano da regolatori dei processi metabolici e di sintesi.

Per un soggetto di taglia normale ci vogliono 350 g di vitamine all'anno introdotte con 850 kg di cibo. Se l'alimentazione è variata l'assunzione necessaria di tutte le vitamine è garantita .
Le vitamine ricadono in due gruppi: liposolubili (quindi solubili nei grassi) ed idrosolubili (solubili nell'acqua).

Vitamine liposolubili (A, D, E, K)

L'assunzione giornaliera non è strettamente necessaria in quanto esse sono presenti nei grassi di deposito dell'organismo. Le vitamine A , D e K si trovano principalmente nel fegato. La vitamina E è invece presente in tutti i tessuti. Le vitamine liposolubili sono contenute nei grassi della dieta. Le diete assolutamente prive di grassi possono portare ad avitaminosi da vitamine liposolubili. L'iperdosaggio di vitamine liposolubili ha conseguenze molto gravi.

Vitaminine idrosolubili

Tutte le altre vitamine sono idrosolubili (B1, B 6, B12, C, niacina, acido pantotenico, acido folico, biotina). Contengono elementi come ferro, molibdeno, rame, zolfo, cobalto. L'iperdosaggio di vitamine idrosolubili è meno grave in quanto le vitamine vengono eliminate attraverso le urine. Il picco d'azione delle vitamine idrosolubili è da 8 a 14 ore dopo l'ingestione.

Le vitamine non sono metabolizzabili, le molecole sono riutilizzabili; le necessità negli atleti non risultano superiori rispetto alle persone normali.

Anche per le vitamine idrosolubili, un adeguato apporto giornaliero è garantito da una dieta bilanciata. Per chi non mangia carne è importante introdurre latte o uova per assumere la vitamina B12 che si trova solamente nei prodotti di derivazione animale.

Vitamine antiossidanti

Normalmente tutto l'ossigeno che entra nei processi metabolici si lega all'idrogeno per formare il prodotto finale del metabolismo rappresentato dall'acqua. Tuttavia il 2-5% dell'ossigeno va a formare radicali liberi fortemente reattivi. Questi radicali si formano per perdita di elettroni. I radicali reagiscono facilmente con tutte le molecole e il legame chimico altera grandemente la struttura delle molecole con cui reagiscono.
In pratica la modificazione chimica danneggia le molecole e ne cancella la funzione: questo è ad esempio il caso dei lipidi costituenti della membrana cellulare. Si verifica anche un'ossidazione delle lipoproteine plasmatiche LDL (note come "colesterolo cattivo") e questo processo è primariamente implicato nella deposizione di placche ateromatose sulla parete delle arterie.
Le vitamine antiossidanti rappresentano una difesa contro i radicali liberi di ossigeno in quanto reagiscono con loro evitando quindi la reazione dei radicali con altre molecole.
Si ritiene che livelli elevati di vitamina E proteggano contro lo sviluppo della malattia coronarica e riducano il rischio di attacco cardiaco

Vi è anche qualche indicazione che le vitamine antiossidanti proteggano nei confronti dello sviluppo del cancro

La produzione di radicali liberi aumenta nel corso del lavoro e pertanto, in questa fase, il ruolo delle vitamine antiossidanti è maggiore, in particolare quello della vitamina E

Si pone quindi il quesito se per ottenere migliori prestazioni sia necessario aumentare l'apporto di vitamine antiossidanti. I risultati suggeriscono che un'integrazione di vitamina E riduce i danni cellulari e risulta utile nello sforzo strenuo.

Comunque, nessun miglioramento prestativo è attribuibile ad iperdosaggio di vitamine antiossidanti mentre una dieta varia e completa, ricca di frutta, vegetali e cereali garantisce un adeguato apporto di vitamine.

Risulta che alcuni atleti assumano dosi da 100 a 1000 volte superiori rispetto a quelle raccomandate; questo comportamento è totalmente ingiustificato. Inoltre il sovradosaggio di vitamine porta alla sindrome da ipervitaminosi, con disturbi di vario genere, si elencano di seguito:

Vitamina A: insonnia, disturbi gastro-intestinali, gengiviti, reazioni cutanee, perdita di capelli.

Vitamina C: calcolosi renale, cefalea, disturbi gastro-intestinali.

Vitamina D: perdita di calcio dalle ossa, danni renali, ipertensione ed aritmie.

Vitamina E: emorragie, alterazione del sistema immunitario e delle funzioni sessuali.

Vitamina K: alterazioni delle funzioni epatiche.

INTEGRATORI: SALI MINERALI
Si parla di minerali principali se l'assorbimento giornaliero è superiore a 100 mg; di minerali in tracce se l'assorbimento giornaliero è inferiore a 100 mg.

Nell'organismo si contano 22 minerali. Tra i principali: calcio, fosforo, potassio, zolfo, sodio, cloro, magnesio; tra i minerali in tracce (in totale non superano i 15g nell'organismo): ferro, fluoro, zinco, rame, selenio, iodio e cromo.

Come nel caso delle vitamine, una dieta bilanciata comporta una assunzione sufficiente di minerali.

Tra gli oligoelementi si può citare il selenio che entra a far parte di alcuni enzimi; la carenza di selenio è praticamente impossibile.

Cloruro di sodio

Un caso interessante dal punto di vista sportivo è quello del reintegro idrico-salino in seguito a sudorazione. Poiché il liquido principalmente perduto è il sudore, occorrerebbe assumere bevande che abbiano una composizione simile al sudore. Un litro di sudore contiene circa 2-3 g di cloruro di sodio. L'assunzione giornaliera di questo sale è circa di 8g, (largamente eccedente le necessità in condizioni di riposo che è di 0.5-3g al giorno). Pertanto, una dieta normale copre tranquillamente le perdite di cloruro di sodio corrispondenti ad una sudorazione di circa 4L al giorno. Quindi, fino ad una perdita di circa 4 L di acqua al giorno, l'assunzione di acqua pura può essere soddisfacente. Se la sudorazione è maggiore, ovviamente si rende necessario un reintegro.

Oltre i due L/ora di sudorazione non è consigliabile bere acqua pura. La ragione sta nel fatto che l'assunzione di acqua e il suo assorbimento a livello intestinale diluisce il sodio nel plasma generando il quadro dell'iponatremia; il quadro è caratterizzato da crampi, emicrania, stato confusionale, malessere diffuso. La concentrazione plasmatica normale del sodio è di 140 mEq/L e la sintomatologia tipica dell'iponatremia si manifesta se la concentrazione scende al di sotto di 136 mEq/L.
I liquidi reidratanti hanno una composizione simile al sudore e sono variamente arricchiti di glucosio e di alcuni oligoelementi.

Sudore e attività fisica comportano perdite anche di altri elementi.

Ad esempio, un allenamento di 10 km comporta una perdita urinaria di zinco e cromo circa doppia rispetto ad un giorno di riposo. In effetti anche la degenza prolungata a letto comporta maggior perdita urinaria di zinco e cromo e ciò a seguito della distruzione di matrice proteica (cioè di massa muscolare).

Rame e zinco sono in qualche misura perduti attraverso il sudore. Bisogna ricordare che ferro, zinco e rame competono con lo stesso sistema di assorbimento intestinale, pertanto, un eccesso di uno dei tre elementi penalizza l'assorbimento degli altri.

Ferro

Un'attenzione particolare merita il ferro, in quanto nei soggetti dediti a prove di resistenza si può riscontrare anemia. Lievi ma continue perdite di ferro si possono verificare col sudore, attraverso le urine in seguito a distruzione dei globuli rossi e per piccole perdite ematiche dal tubo digerente. Nell'organismo vi sono circa 3-5g di ferro; l'80% è legato al pigmento emoglobina contenuto nei globuli rossi, il 5% al pigmento mioglobina presente nei muscoli, il 15% è presente sotto forma di deposito nel fegato, nella milza e nel midollo osseo (emosiderina e ferritina).
Il ferro è trasportato nel sangue da una speciale proteina denominata transferrina.
L'assunzione giornaliera raccomandata di ferro è di 10mg nei maschi e di 15mg delle donne in età fertile. In gravidanza ed allattamento l'assunzione raccomandata sale 20-30mg . Il dosaggio della ferritina è importante per segnalare una carenza di ferro: si parla di carenza se la concentrazione della ferritina è < 20 microg/L nelle femmine e < 30 mg/L nei maschi.
La disponibilità di ferro nella dieta è variabile: sorprendente è il caso della dieta media negli Stati Uniti che garantisce in media solo 6mg, la conseguenza è che il 30-50% delle donne in età fertile presentano il quadro dell'anemia. Il ferro della dieta è di provenienza vegetale (spinaci, fagioli, lenticchie, fichi secchi) o animale (carne). Il ferro vegetale è assorbito con una certa difficoltà, solo il 2 -10%, quello animale con maggior facilità, circa il 30-50%. La presenza di vitamina C (ad esempio quella contenuta in un succo di arancio) aumenta di tre volte l'assorbimento del ferro di origine vegetale.

Calcio

Il calcio è contenuto nelle ossa ed inoltre entra in un gran numero di processi cellulari. Giovani di entrambi i sessi devono assumere 1000 mg/giorno, una quantità presente in mezzo litro di latte (sopra i 25 anni bastano 800-1000 mg/giorno). Se vi è poco calcio nella dieta, si verifica una mobilizzazione del minerale dalle ossa e questo induce il quadro dell'osteoporosi. L'osteoporosi è comune nelle donne dopo la menopausa in seguito alla caduta degli estrogeni. Analogamente, si ha fragilità ossea in giovani donne dedite ad allenamenti pesanti; questi infatti possono causare una sospensione del ciclo mestruale con insufficiente produzione di estrogeni. Negli uomini si mantiene una piccola produzione di estrogeni anche in età avanzata e questo è un fattore protettivo nei confronti dell'osteoporosi. L'attività fisica aiuta a conservare il calcio nello scheletro

La presenza di vitamina D facilita l’assunzione del calcio a livello intestinale. Normalmente, una modesta integrazione del calcio nella dieta previene una deficienza di origine alimentare.

INTEGRATORI: AMINOACIDI
Sono i mattoni costitutivi delle proteine. Un certo numero non è sintetizzabile dall'organismo e va quindi assunto con la dieta (vengono definiti essenziali). Tutti gli aminoacidi essenziali sono presenti nella carne ma variamente presenti nei legumi secchi (piselli, ceci, fagioli, lenticchie). Pertanto, una dieta puramente vegetariana prevede una saggia associazione di legumi secchi per assumere tutti gli aminoacidi essenziali.
Alcuni aminoacidi hanno catena ramificata. Una supplementazione di aminoacidi viene associata all'assunzione di steroidi anabolizzanti per favorire la sintesi di massa muscolare. D'altra parte vi è anche l'ipotesi che una maggior assunzione di aminoacidi stimoli una maggior produzione di testosterone e GH. In realtà, in seguito a supplementazione di aminoacidi, non si è osservato alcun aumento di GH , nè di potenza aerobica, nè di performance in test di corsa.

Analogamente, nessun miglioramento è stato riscontrato nei pesisti (integrazione con 20 aminoacidi). Un certo interesse è suscitato dall'alanina; questo aminoacido è importante perché entra nel ciclo alanina-glucosio: in pratica, quando manca glucosio nel corso del lavoro muscolare, il muscolo produce l'alanina e la mette in circolo; questa raggiunge il fegato che, a partire da alanina, produce glucosio che, immesso in circolo, si rende disponibile per i muscoli.

Pertanto si ha distruzione proteica nell'esercizio di resistenza prolungato. Tuttavia il fabbisogno giornaliero di proteine è di 0.8-1g per kg di massa corporea e diventa di 1.2 g/kg nei soggetti dediti a sport di resistenza. Il fabbisogno è lo stesso in atleti dediti a discipline di forza e potenza (sollevamento pesi).

L'assunzione di alte dosi potrebbe influire sulle funzioni cerebrali, l'uso parenterale (iniezione o endovena) può dare discrasia (difetti nella produzione di cellule ematiche) encefalopatie, calcolosi biliari.

CARNITINA

La carnitina, all'interno dei mitocondri, facilita il passaggio dei grassi a catena lunga e quindi la loro ossidazione. Pertanto, una supplementazione di carnitina viene ipotizzata nel lavoro di resistenza ove i lipidi rappresentano il substrato energetico di scelta. Durante il lavoro fisico si riscontra un aumento dei grassi nel sangue e si ipotizza che questo possa riflettere una relativa limitazione della capacità di ossidazione dei grassi stessi da parte delle cellule muscolari. I dati sperimentali non indicano alcun benefico effetto della carnitina inoltre non risulta che allenamenti pesanti inducano una carenza di carnitina . Tra gli effetti collaterali: vomito, diarrea, crampi intestinali.

CREATINA

L'identificazione della molecola di creatina risale al 1832 e il suo ruolo nel metabolismo cellulare ha sempre destato interesse. Circa il 95% della creatina dell'organismo è contenuta nei muscoli; di questa, circa un terzo è in forma libera mentre due terzi è fosforilata e forma quindi la fosfocreatina. La fosfocreatina è un composto altamente energetico che rappresenta una forma di combustile di pronto uso; infatti, in caso di necessità, la liberazione del gruppo fosforico fornisce energia sufficiente a resintetizzare ATP, molecola a sua volta altamente energetica; la scissione dell'ATP nelle cellule muscolari (con perdita del gruppo fosforico) libera l'energia necessaria alla contrazione.

La scissione della fosfocreatina è un processo che si verifica nel corso di esercizi di potenza, quindi brevi. Il rapporto tra creatina libera e fosforilata varia in relazione alle condizioni funzionali e dipende dal tipo di fibra muscolare, dall'età, dalla presenza o meno di malattie ed è invece relativamente indipendente dal livello di allenamento e dal sesso. Per un soggetto della massa di 70 kg, il turnover di creatina è dell'ordine di 2g al giorno. Il turnover è coperto in parte da provenienza alimentare (dalla carne) e in parte da sintesi endogena a partire dagli aminoacidi arginina, glicina e metionina.
Una supplementazione nell'apporto di creatina si traduce in un aumento della sua concentrazione muscolare. Circa la correlazione tra livello muscolare di creatina e performance, i pareri sono discordi; tuttavia, fondamentalmente, non sono rilevabili significativi miglioramenti in soggetti allenati, mentre sicuramente sono rilevabili miglioramenti nel caso di deficit funzionale neuromuscolare o cardiaco. Nessun beneficio è stato sicuramente evidenziato per prove aerobiche di resistenza

Si rilevano un certo aumento di forza e maggior resistenza alla fatica durante esercizi isometrici compiuti da grosse masse muscolari.

Altri studi sperimentali su animale rivelano che una deficienza cronica nell'apporto di creatina con la dieta non riduce la capacità di performance muscolare e cardiaca.

Sicuramente l'uso terapeutico della creatina risulta utile nel caso di malattie neuromuscolari e cardiache .

Quanto alla supplementazione continuata non si dispone, allo stato attuale, di dati in grado di escludere complicazioni, pertanto si consiglia prudenza.

La creatina è entrata nelle cronache nel recente passato, in quanto assunta in dosi massicce nell'ambito del calcio. Qualche indicazione esiste sul fatto che la supplementazione di creatina faciliti la performance in prove ripetute di scatto e potenza, come nel calcio e nella pallacanestro.

Miglioramenti delle prestazioni sono state dimostrate in alcuni studi su soggetti non allenati ed in condizioni "da laboratorio", altri studi effettuati su atleti durante competizioni non hanno confermato questa tesi. Per dimostrare quindi l'efficacia della creatina sull'incremento delle prestazioni sarebbero necessari altri più approfonditi studi. Può dare ritenzione idrica, crampi muscolari e disturbi gastro-intestinali. Si ribadisce che una dieta equilibrata è sufficiente a garantire un livello adeguato di creatina nei muscoli.

SODIO BICARBONATO

Nel nostro organismo il bicarbonato è presente nel sangue e nelle cellule ed è deputato alla regolazione del pH dei tessuti.

Viene usato come antiacido (bruciori di stomaco) o per certi problemi renali...si è pensato di utilizzarlo per neutralizzare l'acido lattico che si produce a seguito di sforzi muscolari ma in realtà per tale scopo sembra che occorrano dosi elevate con i conseguenti effetti collaterali gastro-intestinali.

In definitiva qualsiasi sostanza che si può dimostrare possa incrementare le prestazioni dovrebbe ricadere tra le sostanze doping.

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Ecco il doping di Conconi

Approvata la legge

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