ROMA
- Vietato doparsi. Senza ambiguità, senza tolleranza, la
legge antidoping approvata oggi in via definitiva dal
Senato trasforma l'illecito sportivo in un reato vero e
proprio, punibile con una pena che va dai tre mesi ai tre
anni di carcere. E con multe da cinque a cento milioni.
In più, a controllare gli atleti non sarà più il Coni,
ma una commissione costituita appositamente. Ecco, in
sintesi, i punti della nuova legge, a partire
dall'assunto fondamentale: l'attività sportiva "non
può essere svolta con l'ausilio di tecniche, metodologie
o sostanze di qualsiasi natura che possano mettere in
pericolo l'integrità psicofisica degli atleti".
Cos'è doping?
Costituiscono doping, secondo la legge, la
somministrazione o l'assunzione di farmaci o di sostanze
biologicamente o farmacologicamente attive. Doping è
anche l'adozione o la sottoposizione a pratiche mediche
non giustificate da condizioni patologiche e idonee a
modificare le condizioni psicofisiche o biologiche
dell'organismo. Il tutto al fine di alterare le
prestazioni agonistiche degli atleti.
Che cosa si rischia?
Chiunque somministra o assume farmaci dopanti, va
incontro alla prospettiva di una condanna da tre mesi a
tre anni di carcere.
Prevista anche una multa da cinque a cento milioni. Le
pene sono aumentate se da doping deriva un danno per la
salute, se le sostanze proibite sono somministrate a un
minorenne, e se il fatto è commesso da un componente del
Coni, di una federazione nazionale o di una società
sportiva riconosciuta dal Coni. I medici che praticano il
doping, se scoperti, rischiano la condanna
all'interdizione temporanea dall'esercizio della
professione. I trafficanti di doping, cioè chi procura
farmaci proibiti al di fuori del circuito della farmacie,
è punito con la reclusione fino a sei anni.
Classe di sostanze dopanti
Tutte le sostanze considerate dopanti saranno
ripartite in classi sulla base della caratteristiche
chimico-farmacologiche. Lo stesso accadrà per le
pratiche mediche classificate sulla base degli effetti
fisiologici. Le tabelle saranno aggiornate ogni sei mesi
e pubblicate sulla Gazzetta ufficiale. La commissione
antidoping, composta da venti persone, sarà istituita
presso il ministero della Sanità. Ne faranno parte,
oltre ad esperti di settore, anche un rappresentante
degli atleti e un rappresentante degli allenatori. La
commissione indicherà anche per quali competizioni e
attività sportive dovrà scattare il controllo
antidoping, da effettuare in laboratori accreditati che
dovranno rispondere a criteri precisi di affidabilità e
imparzialità.
Un bollino per i farmaci
I farmaci regolarmente in vendita, ma considerati
potenzialmente dopanti, dovranno avere un bollino per
essere facilmente riconoscibili. Nel foglietto
illustrativo ci sarà un paragrafo che avvertirà gli
sportivi degli effetti del farmaco.
Sanzioni sportive.
Le decideranno il Coni e le federazioni sportive nei
confronti dei tesserati che fanno ricorso al doping o che
rifiutano di sottoporsi ai controlli.
(16 novembre 2000)
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