Accuse shock da Ferrara
il Coni dietro al doping Il pm: "Con Conconi un'organizzazione criminale"

dal nostro inviato EUGENIO CAPODACQUA


FERRARA - Un rapporto creato e voluto "per dare l'avvio, in ambito istituzionale, a pratiche di doping sportivo". Fra le pesantissime accuse che suggellano il documento con cui il pm Pierguido Soprani chiede l'archiviazione per i massimi dirigenti del Coni, chiamati in causa nella vicenda dei rapporti con il Centro biomedico di ricerche applicate allo sport del professor Conconi, a Ferrara, c'è anche questa: aver fatto doping di stato.
Dopo le accuse (associazione a delinquere, la più grave) a Conconi e ai suoi più stretti collaboratori, l'archiviazione per i dirigenti del Coni. Ma è un'archiviazione che brucia e suona a condanna.
Gli ex presidenti del Coni Pescante, Carraro e Gattai, e il dirigente Carabelli se la cavano perchè i reati, pure accertati e gravissimi, sono caduti in prescrizione. Ma l'accusa non ammette repliche: i responsabili del Coni: "sono stati gli artefici di questa organizzazione criminale", tesa al doping sportivo. "La buonafede di chi approvò le delibere (delle convenzioni, n.d.r.) ... non può essere ragionevolmente accreditata". Quella degli ex presidenti e del dirigente del Foro Italico è "un'illecita associazione costituita".
Il doping non è solo quello ematico. Nel programma scientifico allegato al protocollo di collaborazione tra il Comitato Olimpico e l' Università di Ferrara (di fatto Conconi) per l' 83 si parla di uno studio "sugli effetti dell' assunzione di steroidi anabolizzanti in atleti che già assumono il farmaco". Dice Soprani nella richiesta di archiviazione: "Conconi non poteva ignorare che l' atleta è da considerarsi persona fisicamente sana e l' assunzione di steroidi anabolizzanti poteva arrecare danni irreversibili al fisico". Per il pm, ci sono molti casi in cui dietro l'alibi della ricerca scientifica si celavano pratiche doping. Come nello studio sulla variazione dei livelli di testosterone prima e dopo le gare di durata. Una ricerca compiuta su 9 mezzofondisti, 7 marciatori, 18 maratoneti di livello nazionale, dopo aver somministrato loro testosterone prima e dopo i lavori. L'archiviazione è per decorrenza dei termini per i reati fra l'81 e l'89, per il resto del periodo (la convenzione del Coni scade nel '96) nasce da complesse motivazioni giuridiche. Il pm Soprani ha individuato due fasi nei rapporti fra il massimo ente sportivo e le strutture di Ferrara facenti capo a Conconi. Una prima, definita dell'emodoping, durate la quale - questa la tesi dell'accusa - fu fatta autoemotrasfusione su molti atleti di vertice, anche dopo l'85 quando fu espressamente vietata (Soprani cita fra gli altri l'esempio dello sciatore di fondo Barco); una seconda dell' epo-doping, il doping, cioè, da eritropoietina, l'ormone che favorisce l'aumento dei globuli rossi del sangue incrementando notevolmente le prestazioni. Non c'è continuità - secondo Soprani - fra le due tipologie di reato e questo porta all' archiviazione: "sebbene ciò nulla tolga al disvalore sia sociale che penale delle condotte accertate".
Le conclusioni sono agghiaccianti: "I vertici del Coni che stipularono la convenzione non solo erano perfettamente al corrente di ciò, ma hanno consapevolmente deciso che, a fronte di probabili danni, il beneficio dato dall' ottenimento dei risultati agonistici sarebbe stato maggiore e più conveniente per il Coni. Per circa un decennio, nel corso degli anni ' 80, possono dirsi integrati tutti gli elementi di quel pactum sceleris che e' il requisito di fondo del reato di associazione per delinquere".
Dal Capogruppo di An al consiglio Regionale dell'Emilia-Romagna arrivano intanto le prime richieste di dimissioni per Conconi. Sulla stessa linea il prof. Salvatore Sechi, titolare della cattedra di storia contemporanea dell' Università. "O si dimette autonomamente o spetta al ministro Zecchino e ad Amato indurlo a mettersi da parte, in attesa dell' esito del processo".
Da New York arriva l'invito a non abbassare la guardia in tema di doping dal ministro Melandri, che aveva difeso recentemente il Coni nella vicenda legata al gH degli olimpionici di Sydney e al siluramento della commissione scientifica del Coni. E ora si viene a sapere che quella del siluramento era un'operazione premeditata, al Coni. Dice il senatore verde Cortiana, annunciando un sit-in antidoping davanti a Montecitorio: "Di ritorno da Sydney, mi ha chiamato Petrucci e mi ha detto: ora che siamo tornati più forti con le medaglie a questi qui (la commissione scientifica, n.d.r.) li facciamo fuori".

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