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Speciali - Perchè sono nato, dice Dio: dicembre 2000

> siamo soddisfatti di noi e del nostro mondo?
> si è fatto uomo per mostrarci la luce
> povertà d'animo: Dio è morto nel consumismo
> più alta è la salita, più bello il panorama

"Sono nato persona, dice Dio, perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo perché tu possa essere 'dio'…"


Siamo soddisfatti di noi e del nostro mondo?
di Marco G.

Siamo alle soglie del 2001, molti pensavano chissà cosa del 2000: cambiamenti, progresso, miglioramenti in tutti i campi; ed invece, cosa è cambiato? Non viviamo nella stessa società ipocrita in cui viviamo ormai da anni? Sì, è l'ipocrisia che domina sulle nostre vite, se non ti atteggi, se non ti "adegui" alla massa ti puntano il dito contro come se fossi uno dei peggiori criminali. Tutti fanno una determinata cosa… e noi seguiamo "tutti" come delle pecore:

"come le pecorelle escon del chiuso
a una, a due, a tre, e l'altre stanno
timidette atterrando l'occhio e'l muso
e ciò che fa la prima, e l'altre fanno,
addossandosi a lei, s'ella s'arresta,
semplice e quete, e lo 'mperchè non sanno…" (D. Alighieri, Purg. III, 79-84).

La verità è che ci vergogniamo di mostrare agli altri chi siamo veramente e così restiamo chiusi nel nostro guscio nascondendo insieme ai nostri difetti soprattutto i pregi che ognuno di noi custodisce. Gesù si è fatto uomo come noi, ma non crediate che per lui sia stato facile, anzi, ha sopportato la croce pur di non seguire la "massa" e portare avanti la sua dottrina; ha disobbedito a suo padre ed è rimasto ad ascoltare i dottori nel tempio; davanti a Pilato ha continuato a proclamare il Suo Regno anche se ormai quelli che lo seguivano erano rimasti in pochi; quando era coperto di insulti e di sputi non ha cambiato idea e così è stato ucciso perché diceva qualcosa che non andava, che non faceva comodo ai potenti che guidavano la storia.

Noi come Lui non dobbiamo aver paura di dire chi siamo veramente, di far vedere che non ci piace quello che succede nel mondo, l'ha ricordato anche il Papa a noi giovani a Tor Vergata: "non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio".

Sono convinto che siamo veramente tanti e dobbiamo avere il coraggio di restare fermi sulle nostre posizioni per non cambiare come cambia il vento: "c'è qualcuno che non ha rispetto per nessuno, c'è qualcuno che non sa più cos'è un uomo, c'è chi dice no, io non mi muovo!" (V. Rossi, "C'è chi dice no").

Non è necessario essere credenti fino in fondo per arrivare a capire questo: ognuno ha dentro di sé la volontà di conquistare la propria dignità facendosi vedere dentro: "io penso che a questo mondo esista solo una grande Chiesa, che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa. Passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano…" (Jovanotti, "penso positivo").

Ormai manca davvero poco al Natale e come tutti gli anni già si vedono per le strade addobbi e decorazioni, vetrine affascinanti, pubblicità a ruota libera… ma qual è il vero senso del Natale, della venuta di Gesù? Lui è venuto ad insegnarci l'amore ed il rispetto del prossimo, non a dirci di restare zitti assecondando qualsiasi decisione; mentre mangeremo il panettone ci sarà qualcuno che morirà nei territori occupati, qualcun altro in Africa, altri in India, altri negli "adorati" Stati Uniti, promotori di questa mentalità consumistica… ma mentre continuiamo a rimanere passivi allo svolgimento del mondo intorno a noi (anche senza andare troppo lontano…), mentre diciamo: "…tanto a me che mi importa…", ricordiamoci che sono quelli come Lui che fanno la storia, quelli che non svendono la dignità per cinque minuti di successo o per guadagnare qualche soldo per togliersi uno sfizio.

Pochi giorni fa ho visto un film che racconta di una storia vera ("i cento passi"), una storia di mafia nella Sicilia degli anni '60-'70; un ragazzo ha rinunciato a crescere con un padre mafioso, ha cercato di portare avanti le sue idee, si è messo contro il più potente, il boss della zona (Tano Badalamenti, suo zio) e quindi contro suo padre, e non ha mai perso la propria dignità, neanche quando è morto saltando in aria legato ai binari con del tritolo.

Non si è vergognato di pensare con la propria testa e di costruirsi un ideale per il quale vivere. Ricordiamoci; sono quelli come Gesù che vivono a fondo la propria vita che possono dire senza problemi di aver vissuto per qualcosa di importante: la propria dignità.


immagine by Ansa

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