Pista ciclabile di Ripalta

Fermiamo il Motel

Questionario

Bilancio 2006

Scempio

I lecci della Piazza

Pista ciclabile di Ripalta: un progetto da cambiare

Documenti allegati

 

Comunicato stampa

Percorso - tratto falesia crollata

 

Percorso - tratto falesia con pericolo di crollo

Dopo anni di discussioni, dibattiti, petizioni e battaglie ambientaliste, spunta fuori un nuovo progetto di intervento infrastrutturale sulla zona costiera delle Grotte di Ripalta. La delibera commissariale n° 130 del 24/05/2006 ha, infatti, approvato il progetto preliminare di 360.000 euro per la “Realizzazione di pista ciclabile naturalistica di collegamento via Prussiano – Grotte di Ripalta”, finanziato con fondi POR 2000-2006, Asse 4, Misura 4.16.

Cosa prevede il progetto preliminare

In sintesi propone il prolungamento del percorso ciclabile di via Prussiano, ipotizzando una pista costiera larga 2,50 m, con pavimentazione tipo “Macadam”, nonché la “bonifica di un modesto tratto di falesia interessato dal percorso ciclabile” e “riconfigurazione del tratto di falesia con operazioni di bonifica del costone interessato dal percorso ciclabile”. La pista si snoderebbe in parte su suolo privato e in parte su suolo demaniale, in prossimità della falesia. Prevede opere accessorie eco-compatibili (palizzate in legno, area pic-nic, restauro dei muretti a secco) e cartellonistica di tipo turistico.

Il sopralluogo

Appresa la notizia dalla stampa, il WWF ha acquisito tutta la documentazione e ha effettuato un sopralluogo, percorrendo la pista così come tracciata sulle cartine alleate. E qui le prime sorprese. Emerge la necessità di ridisegnare il percorso profilato dal progetto preliminare in quanto manca in alcuni tratti di un supporto di roccia su territorio demaniale sufficientemente largo e sicuro. Laddove il progetto prevede che la pista possa svolgersi tra il muretto a secco e la staccionata (parapetto) di protezione da applicarsi, all’incirca, sul bordo della falesia, si ritiene questa ipotesi progettuale debba essere accantonata perché, anche se indubbiamente permette una visione suggestiva, è altamente pericolosa per l’incolumità dei cittadini e dei fruitori. Non solo per l’eccessiva vicinanza al bordo della falesia ma anche per il rischio di crollo della falesia stessa.

 

L’istanza del WWF

Con una lettera indirizzata all’attenzione del Sindaco di Bisceglie, dell’Assessore all’Ambiente e di quello ai Lavori Pubblici, ha avanzato un dettagliato elenco di osservazioni e raccomandazioni riguardanti il progetto preliminare, allegando all’istanza una relazione tecnica sul tracciato, la documentazione fotografica su cd-rom, una lista delle essenze autoctone da mettere a dimora e un percorso alternativo su cartina. Nell’istanza il WWF ha chiesto di aprire un tavolo di concertazione in vista della redazione del progetto esecutivo, al fine di poter approntare tutte le necessarie integrazioni e variazioni migliorative.

Osservazioni e raccomandazioni

Secondo il WWF il percorso non può svolgersi solo sul territorio demaniale ma deve essere variato su sentieri privati ad esso adiacenti che seguano il tragitto del muretto a secco confinante con il territorio demaniale. Si dovrebbe pertanto realizzare un sentiero escursionistico turistico” distinto dal percorso ciclo-pedonale turistico”, quest’ultimo riservato esclusivamente ad utenti a piedi o in bici.

Ricordando le rigorose leggi di tutela (in vigore) dell’area interessata dal progetto, il WWF ha osservato che la pavimentazione tipo “Macadam” non può essere la soluzione ottimale, proponendo in alternativa il brecciato o la terra battuta o il selciato in materiale lapideo irregolare. Questa variazione è dettata dalla necessità di salvaguardare le numerose specie botaniche comuni e rare che nel loro complesso costituiscono il prezioso ecosistema murgiano costiero della Zona Pantano-Ripalta. Pertanto bisognerà fare estrema attenzione a non recidere, estirpare, danneggiare ed alla fine estinguere le innumerevoli specie botaniche, di cui alcune rarissime. Per quanto riguarda il trattamento di cespugli (e del verde in generale) occorre definire, specificatamente e con grande cura, un piano di lavoro, sotto la guida costante e responsabilità di un gruppo di autorevoli esperti di botanica, astenendosi da operazioni superficiali ed affrettate. In assenza di tale piano è doveroso astenersi da operazioni di cura del verde.

Si ritiene che il percorso cicloturistico debba essere arricchito da quelle essenze autoctone adatte a zone esposte ai venti marini. Lungo il percorso abbiamo proposto la messa a dimora di essenze che non temono il salino e il vento, anche se piantate sul suolo arido e calcareo della zona.

Non è chiaro, dal progetto preliminare, che cosa debba intendersi tecnicamente per “bonifica di un modesto tratto di falesia interessato dal percorso ciclabile” e “riconfigurazione del tratto di falesia con operazioni di bonifica del costone interessato dal percorso ciclabile”. Abbiamo ribadito la nostra contrarietà a tagli del costone roccioso, ad introduzioni di muri di cemento armato e lastroni di cava che sono oltremodo incompatibili con il regime di tutela dell’area, sottolineando che trattasi di pista “naturalistica”, per cui la conservazione dell’assetto naturale è un elemento fondante.

Riguardo i muretti a secco, più che una ricostruzione si deve realizzare un vero e proprio restauro, che non dimentichi i trulli e le casedde presenti sul percorso. Và posta estrema cautela nella esecuzione dei lavori, utilizzando solo pietre rivenienti da materiale antico crollato, eventualmente anche recuperato da muretti smantellati e non più recuperabili in altre zone di Bisceglie. Le pietre di cava hanno generalmente un colore molto chiaro, per cui, se posizionate nella parte esterna del muro, confliggono con il colore grigio (tipico dei muri antichi per l’azione esercitata dai licheni) e darebbero luogo ad un effetto arlecchinesco di cattivissimo gusto che va assolutamente evitato se si vuole davvero preservare la bellezza del paesaggio rurale nel suo insieme. 

Altre raccomandazioni riguardano la larghezza della pista ciclabile, che deve essere ridotta da 2,50 m a non più di 1,60 m, la cartellonistica e le caratteristiche dell’area pic-nic, da realizzarsi in materiale eco-compatibile e senza scavi o fondazioni.

Considerazioni finali

Fermo restando che il nostro obiettivo principale è la istituzione dell’Area Naturale Protetta di Pantano-Ripalta, nelle nostre note avevamo comunque ipotizzato la creazione di una rete escursionistica nella zona. Riteniamo che questo progetto, con i dovuti e necessari cambiamenti, sia solo il primo passo verso quel regime di tutela che l’area merita e che i cittadini richiedono. Il denaro pubblico, speso per un’opera in progetto come questa, oltre ad essere, nelle intenzioni, uno strumento per il miglioramento della qualità della vita, deve essere anche un investimento per lo sviluppo turistico della nostra città. In questa prospettiva va ritrovato il senso della grande cura per i particolari che la nostra associazione vuole chiedere con il suo intervento, sicura del fatto che la qualità non è spreco di risorse ma, appunto, investimento.

Il Gruppo Attivo WWF di Bisceglie