“...se
ogni foglia scrivesse la sua storia, se quest’albero scrivesse la sua, allora
diremmo: eh sì, la storia... Vostro nonno ha scritto la sua storia? E vostro
padre? E il mio? E i nostri avoli e trisavoli?... Sono discesi a marcire nella
terra né più né meno che come foglie, senza lasciare storia... C’è ancora
l’albero, sì, ci siamo noi come foglie nuove... E ce ne andremo anche noi...
L’albero che resterà, se resterà, può anche essere segato ramo a ramo: i
re, i vicerè, i papi, i capitani; i grandi insomma... Facciamone un po’ di
fuoco, un po’ di fumo: ad illudere i popoli, le nazioni, l’umanità
vivente... La storia! E mio padre? E vostro padre? E il gorgoglio delle loro
viscere vuote? E la voce della loro fame? Credete che si sentirà, nella storia?
Che ci sarà uno storico che avrà orecchio talmente fino da sentirlo?...”
(Leonardo
Sciascia)
"...
oggi ci restan soltanto gli involucri che contenevano quella vita, le opere, gli
atti, le movenze che spesso assumevano l'aspetto di un rito. Troviamo tutto
abbandonato: ma alcuni spazi dei campi lavorati, le aie, le case ancora integre
o i ruderi ci fanno immaginare e intendere il senso e le necessità che li han
generati, risalendo dal guscio vuoto ancora presente, al frutto mirabile che vi
restò compreso nel lungo corso dei secoli."
(A.
Fumagalli)
La storia che voglio raccontare è soprattutto quella
fatta di tradizioni popolari che non vanno perse.
In particolare quelle tradizioni, quelle
superstizioni, quei proverbi tipici della realtà contadina che ha popolato le
montagne della Romagna toscana fino alla metà del ‘900.
Una storia “povera” ricca di un fascino che va
scomparendo, recuperata attraverso le testimonianze di chi l’ha vissuta.
Tenterò di riportare qualche
“assaggio” di questo mondo scomparso utilizzando il dialetto locale, in
particolare quello del territorio di Santa Sofia anche se non esiste un unico
dialetto, ma ogni piccola frazione ne ha uno proprio caratterizzato da qualche
peculiarità.
“Non
sapere quello che sia accaduto prima della tua nascita, sarebbe per te come
restare per sempre un bambino.
La
storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria,
maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi.” (M. T. Cicerone)