Gli
antichi Egizi il sarcofago era soliti definire il sarcofago col termine
"signore della vita". Essi, infatti, attribuivano al sarcofago
la capacità di conservare il corpo per garantirgli il passaggio
nell'aldilà. La religione egizia, credeva che il ka (lo spirito)
avesse bisogno del corpo per sopravvivere dopo la morte.
La nascita dei primi sarcofagi risale al Neolitico e si svilupperà
per tutto il corso della millenaria esistenza della civiltà egizia.
I primi sarcofagi sono dunque da attribuirsi al periodo neolitico dove
il cadavere veniva sepolto nella sabbia avvolto da pelli o tessuti. Le
fosse che ospitavano il corpo, già posizionate a occidente, erano
di forma circolare o ovale così come la forma alle abitazioni e
questa caratteristica rimarrà costante durante l'evoluzione delle
tecniche di sepoltura. Poichè non esisteva ancora un modello di
società organizzata, tutte le persone godevano della stessa tecnica
di sepoltura.
Tra Basso e Alto Egitto esistevano alcune differenze significative: nel
Basso Egitto il defunto veniva seppellito all'interno del villaggio in
posizioni varie, mentre nell'Alto Egitto la sepoltura aveva luogo al di
fuori dei centri abitati e il corpo veniva perlopiù posizionato
con il capo rivolto a sud ed il volto verso occidente. Verso la fine del
Neolitico, a Deyr Tasa, compare una prima forma di sarcofago che consiste
in una specie di "paniere" rettangolare fatto di bastoni e coperto
da una stuoia. Al suo interno giaceva il cadavere, rannicchiato su sè
stesso e coricato su un fianco, avvolto da tele e pelli il cui capo era,
a volte, posato su un cuscino di paglia o pelli ripiegate.
Mentre nell'Eneolitico o età Badariana (dalla città di Badari)
si assiste ad un consolidamento di questo tipo di sepolture, nel periodo
denominato Naqada I avvengono alcuni cambiamenti. La trasformazione dei
villaggi in città e le prime forme di organizzazione sociale tra
gli abitanti danno luogo a differenze a seconda che si tratti di un capo
o di un semplice abitante. Per cominciare la forma diventa rettangolare
seguendo il medesimo sviluppo della forma delle abitazioni e poi la sepoltura
viene realizzata in maniera più solida, ossia viene rivestita con
argilla o mattoni cotti al sole e, più avanti, con legno. Se la
sepoltura riguarda un appartenente al popolo non vi sono grandi progressi
artistici rispetto alle tombe dell'Eneolitico, mentre se si tratta di
un capo la tomba si evolve in dimensioni e bellezza.
I primi esemplari di sarcofagi vengono realizzati in argilla e in legno
verso il 4000 a.C. I sarcofagi in legno sono più rari a causa della
scarsa quantità di alberi, mentre quelli in argilla sostituiscono
a poco a poco l'uso delle stuoie e delle ceste che, sebbene ancora in
voga nel protodinastico, pare fossero riservate solo alle persone meno
abbienti. Tra la cultura amraziana (Alto Egitto) e quella gerzeana (Basso
Egitto) vi sono notevoli differenze che fanno pensare ad una influenza
asiatica nel Basso Egitto, probabilmente dovuta ai già intensi
contatti commerciali.
Durante le prime due dinastie non si segnalano rilevanti progressi: il
corpo del defunto viene sempre sepolto rannicchiato e posizionato prevalentemente
coricato sul fianco sinistro con la testa a sud ed il volto verso ovest.
Solo verso la fine della III dinastia, e più concretamente con
la IV dinastia, il corpo assume una posizione definita all'interno del
sarcofago e cioè coricato sul fianco sinistro con la testa indirizzata
verso il nord e il volto rivolto a est. Tale disposizione sembra sia dovuta
alla crescente diffusione del culto solare. In questo stesso periodo hanno
inizio i primi tentativi di mummificazione.
Le prime operazioni di asportazione dei visceri sono certificate nella
tomba di Hetepheres I, madre di Cheope,
ma pare siano già entrate in uso in precedenza, ad appannaggio
solo della famiglia reale. L'asportazione dei visceri ha originato la
posizione distesa del corpo e, quindi, la forma rettangolare del sarcofago
anche se lo stesso Reisner, autore di questo studi, non ha escluso che
fosse già praticata durante la I dinastia.
Il materiale con cui esso viene realizzato varia a seconda della facoltà
del defunto. Nel caso della famiglia reale viene utilizzata la pietra,
il legno e l'argilla vengono adoperati per persone comunque agiate, mentre
il popolo viene ancora sepolto nei cesti.
Il legno utilizzato per i sarcofagi è di varia natura: acacia,
palma di datteri, fico sicomoro, tamarisco, carrubo, palma dum, persea,
giuggiolo e salice. Dalle regioni a sud (Punt) proveniva l'ebano che veniva
impiegato per i lavori più raffinati. Dalla costa siro-palestinese
e dai monti del Libano venivano importati i legni d'abete, bosso, cedro,
cipresso, ginepro, olmo, pino, quercia e tasso.
La pietra, che è entrata in uso probabilmente solo a partire dalla
III dinastia, si differenzia in granito, alabastro, calcare e basalto.
Pare che i faraoni delle dinastie tinite siano stati sepolti in sarcofagi
di legno, mentre il primo sarcofago in pietra fu quello fatto per Zoser.
La pietra, come dimostrano gli studi effettuati da Petrie, venivano lavorati
con seghe, trapani, martelli e scalpelli.
A partire dalla IV dinastia i sarcofagi vengono decorati. Le prime iscrizioni
sono da datarsi al periodo di Cheope, mentre i sarcofagi reali vengono
iscritti solo dalla VI dinastia. L'iscrizione del nome del faraone viene
incluso all'interno di altre decorazioni. Un'eccezione viene fornita dal
sarcofago di Dedefra che, al centro, riporta una schematica iscrizione
riportante il nome del faraone.
I sarcofagi reali mantennero la forma rettangolare sino al Medio Regno
dove furono realizzati con forme antropoidi.
Nel Nuovo Regno i sarcofagi in pietra destinati al faraone assunsero la
forma del cartiglio.
Durante l'etą ramesside (XIX e XX dinastia) il sarcofago ligneo veniva
dipinto con colori vivaci su sfondo giallo. La decorazione esterna e interna
si arricchģ notevolmente a partire dalla XXI dinastia, quando le iscrizioni
geroglifiche vennero rimpiazzate dalle numerose scene raffiguranti riti
funerari e cerimonie religiose.
Dalla XXVI dinastia e per tutto il Periodo Tardo i sarcofagi antropoidi
in legno divennero sempre pił massicci, decorati con iscrizioni geroglifiche
intervallate da piccole scene figurate.
Il termine "sarcofago" deriva dal greco "sarcophągos" che, letteralmente
significa "mangiatore di carne".
Sarcofago
di Cheope
materiale: granito rosso
misure: 2.276*0.978*1.051 (esterno), 1.983*0.681*0.874 (interno),
0.144 (spessore cassa), 0.175 (spessore fondo)
descrizione: cassa rettangolare liscia. Lavorazione scarsamente
accurata che mostra ancora i tagli della sega e tracce del trapano tubolare
usato per svuotare la cassa. Manca il coperchio. Il bordo superiore della
cassa presenta tagli per l'incastro del coperchio. Petrie trovò
un grande ciottolo di selce sotto il lato sud del sarcofago.
stato di conservazione: cattivo. L'angolo sud-est ha una grande
frattura che giunge sino a metà dell'altezza.
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