dall'intervento
alla Camera di Francesco Rutelli
Le 16 dichiarazioni di Silvio
Berlusconi messe agli atti del Parlamento da Francesco Rutelli,
durante il suo intervento alla Camera nel corso del dibattito parlamentare
sulla crisi irachena.
Mosca, 16 ottobre
2002:
“In Iraq non ci sono più armi di distruzione di massa”.
Lisbona, 17 ottobre:
“Insieme a Blair, resto il più fedele alleato di Bush”.
Roma, 7 novembre:
“Ho la stessa sensibilità del presidente Chirac”.
Roma, 13 novembre:
“Sono stato l’unico premier ad aver espresso la convinzione
che Saddam avrebbe accettato la risoluzione dell’Onu”.
Praga, 21 novembre:
“Se ci sarà un’azione militare contro l’Iraq
sarà solo un’azione comune multilaterale”.
Roma, 30 dicembre:
“Gli Usa hanno garantito che non ci sarà azione armate
se non nell’ambito Onu”.
Roma, 19 gennaio
2003:
“Agli ispettori Onu va dato tutto il tempo che loro stessi
riterranno necessario”.
Roma, 23 gennaio:
“Sappiamo che ci sono prove certe sulle armi di Saddam su
cui siamo tenuti alla riservatezza”.
Roma, 24 gennaio:
“Ho convenuto con Aznar sulla assoluta inutilità di
riunire il vertice Ue” (che si svolse con successo da lì
a poco).
Roma, 1 febbraio
a “Milan Channel”:
“Al Qaeda non potrebbe essere così organizzata senza
il supporto di uno Stato che abbiamo ragione ritenere essere l’Iraq’’.
Mosca, 3 febbraio:
“Una seconda risoluzione Onu sarebbe opportuna anche per chi
ritenesse di voler intervenire in guerra per dare legittimità
all’azione’’.
Roma, 5 febbraio:
“Un intervento militare in Iraq per avere legittimità
richiede una seconda risoluzione dell’Onu’’.
Roma, 7 febbraio:
“Senza una seconda risoluzione avremo oltre al danno della
guerra la perdita di credibilità dell’Onu, la sua sparizione
di fatto, il tracollo della Nato, una divisione dell’Europa’’.
Modena, 9 febbraio:
“Se fossero gli Usa ad aprire il conflitto i risultati sarebbero
catastrofici per l’Europa’’.
Roma, 28 febbraio:
“L’azione militare di un Paese rappresenterebbe un fatto
nefasto. Non credo alcuno si caricherà di tale responsabilità”.
Roma, 12 marzo:
“Quella di Martino sulla opportunità della guerra è
una convinzione personale. Io non sono un tecnico. Avrà riferito
cose sentite. Non dovete chiedere a me cose che non conosco”.
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