TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

Giorgio Bongiovanni, dieci anni di stigmate; vivere il messaggio

Di Anna Petrozzi

 

 

Le stigmate sono le sacre ferite della crocifissione del Maestro Gesù. Nel corso della storia si sono manifestate sul corpo di moltissimi uomini e donne, alcuni famosi e divenuti santi come San Francesco e Padre Pio, altri meno noti come Teresa Neumann (Konnersreuth, 1926-1962)) e Anna Katharina Emmerick (Dülmen, 1774-1824). Tutti hanno vissuto l’esperienza mistica della visione di Cristo o della Vergine in seguito alla quale si sono aperte ferite profonde e sanguinanti in corrispondenza delle membra trafitte dai chiodi, dalla corona di spine, dalla lancia e percosse dalla frusta.
Ogni storia però presenta una sua particolarità. Innanzitutto occorre distinguere tra coloro che vivono la stimmatizzazione permanente e coloro che la vivono solo in determinati periodi. Padre Pio portò nel suo corpo i segni del Signore per più di 50 anni ininterrottamente, Teresa Neumann conduceva una normale vita di campagna fino al giovedì quando riviveva l’intera Passione e Crocifissione di Gesù, in molti altri le sacre piaghe appaiono il giorno di Pasqua o il venerdì Santo o solo durante la meditazione. La scienza ufficiale ha spiegato la natura psicosomatica di alcuni casi; certi individui, infatti, sentono la passione e la morte di Cristo così intensamente e devotamente da provocare nel loro corpo le stigmate. Questa spiegazione non è però in alcun modo esaustiva perché concorrono molti fattori da tenere presente. Un tale tipo di concentrazione non può durare per 10, 20, 30, 50 anni, è palese; inoltre le piaghe, pur sanguinando quotidianamente, non si infettano, nè i soggetti soffrono di anemia. Non può essere trascurato, poi, nemmeno il fattore psicologico; si tratta, per la maggiore, di persone pacifiche che diffondono un messaggio positivo. La fondatezza e la profondità di questo messaggio costituiscono un ulteriore elemento di riscontro. Va precisato che vi sono stati anche personaggi fortemente esaltati con manie istrioniche di protagonismo, il comportamento però è facilmente riconoscibile, infine tralasciamo i casi di truffa per cui è bastato un minimo di indagine per smascherarli.
Quasi tutte queste esperienze sono avvenute nell’ambito della Chiesa Cattolica, sia nel caso che fossero vissute da preti o suore, sia nel caso di laici affidatisi poi alla guida di un padre spirituale cattolico. Viene spontaneo quindi, quando si sente parlare di uno stimmatizzato, pensare ad un uomo “di chiesa” che rientri in determinati canoni teologici.
La posizione della Chiesa Cattolica nei confronti di eventi del genere è: assoluta cautela. Quanto più il particolare fedele si rimette alle decisioni del proprio parroco o vescovo, tanto più viene appoggiato dall’Istituzione che garantisce, con la sua autorevolezza, la possibile veridicità dell’esperienza e si assicura che non fuoriesca dai parametri prestabiliti. Questo accade specialmente con i messaggi o comunicazioni che questi segnati ricevono e che dovrebbero diffondere.
La prima reazione di ognuno di noi di fronte alla sofferenza di un uomo è di cercare di capirne il perché, di razionalizzare ciò che in fondo ci terrorizza più di ogni altra cosa: l’ignoto. Spesso quindi anche le spiegazioni più approssimative e talvolta appena appena credibili ci tranquillizzano e mettono a tacere i nostri timori.
Vedere un uomo sanguinare come Gesù Cristo può suscitare un forte sentimento di disorientamento non facilmente controllabile o gestibile, chiamarlo miracolo al giorno d’oggi, però, fa ancora più paura. Paura del ridicolo, paura di confrontarsi con lo sconosciuto, paura di perdere tutti gli schemi che ci è costruiti per tenere sotto controllo la propria vita. Per i credenti che hanno basato la loro fede sul miracolo della morte e resurrezione di Gesù Cristo, la cui veridicità è stata discussa a più livelli, questo ragionamento è un paradosso.
Purtroppo però questa è la realtà dei fatti; è la nostra stessa religione che ci tiene separati dal concetto stesso di religiosità confezionandoci un gesù su misura che giochi nella nostra vita un ruolo non troppo scomodo e che ci lasci vivere la nostra quotidianità anni luce distante da quelli che furono i suoi insegnamenti. Realtà, Fede, Scienza, Dio, Società... interagiscono su piani che non si incontrano mai, perché se la religiosità combaciasse con la realtà non avremmo più bisogno di aver paura e se non avessimo paura, saremmo liberi e se fossimo liberi, non saremmo più controllabili. Se l’uomo fosse cosciente, ad esempio, che la vita è eterna e facesse questo concetto veramente suo così come è suo il concetto di dover mangiare ogni giorno, non avrebbe timore di perdere la propria casa, i suoi oggetti, i suoi figli, il suo lavoro, la sua macchina ecc. e non gli interesserebbero la destra o la sinistra, il cristianesimo o il buddismo, l’etnia, il territorio e tutto il resto per cui ci danniamo quotidianamente e non ci sarebbe governo da assecondare perché “se non ci fosse sarebbe pure peggio”...La spaccatura, tuttavia è così profonda, così netta; la tradizione si mischia con il valore, il sacramento con la convenzione, la religione con la superstizione, la constatazione dei fatti con il millenarismo e la nostra vita sempre più lontana dalla realtà. E’ conseguente l’atteggiamento del conformismo, della passività, della rassegnazione e dell’indifferenza nei confronti del nostro vicino di casa come del pianeta stesso.
E’ in questo contesto che si colloca la figura di Giorgio Bongiovanni, 36 anni, stimmatizzato da dieci, sposato, un figlio di 14 anni, direttore di due testate giornalistiche nazionali; personaggio oggigiorno piuttosto noto, ha viaggiato per tutto il mondo in obbedienza ad una visione, non fa parte di nessuna chiesa, non abbraccia alcuna istituzione e non è sostenuto da nessun organo politico, ha il compito di diffondere un messaggio universale offerto a chiunque a prescindere da credo, razza, provenienza e convinzioni.
La sua storia inizia a Fatima (Portogallo) il 2 settembre 1989 quando, nella grande piazza ai piedi della quercia, vide la Madonna che gli chiese se fosse stato disposto a portare una parte della sofferenza di Suo Figlio. Giorgio acconsentì e dal petto della Vergine uscirono due raggi luminosi che lo colpirono alle mani; cadde a terra tramortito dal dolore. All’interno dei due palmi si aprirono due ferite, mentre sul dorso si formarono dapprima due protuberanze che piano piano lacerarono la pelle divenendo anch’esse ferite sanguinanti.
Come prevedibile, la sua vita cambiò radicalmente. Una volta tornato in Italia dove lo attendevano la moglie, il figlio e gli amici, dovette vendere la sua piccola attività di accessori per calzature perché i forti dolori e le quotidiane sanguinazioni alle mani non gli consentivano più di lavorare. Iniziò invece la sua vita pubblica perché la Madonna, oltre a stimmatizzarlo, gli rivelò la prima parte della sua missione: viaggiare per il mondo e diffondere il Terzo Segreto di Fatima.
Il discusso testo è la terza parte del messaggio che la Vergine aveva affidato ai tre pastorelli nel lontano 1917 nel quale Ella chiedeva una conversione dell’umanità agli insegnamenti di Suo Figlio altrimenti, a partire dalla seconda metà del secolo XX°, una grave crisi della chiesa, guerre e altre catastrofi avrebbero sconvolto il pianeta.
Benché “la Bianca Signora” avesse detto a Lucia, la più grande dei tre veggenti, di rendere noto il segreto nel 1960, la Chiesa Cattolica ha sempre mantenuto e continua a mantenere il più assoluto riserbo. In realtà non ha mai smentito né confermato una versione resa nota da un settimanale tedesco “Neues Europa” in seguito ad un’indiscrezione diplomatica secondo cui Papa Giovanni XXIII° aveva inviato alcune copie del testo a Kennedy e a Kruscev durante i giorni di massima tensione della guerra fredda con gli eventi di Cuba del 1962.
La Madonna profetizzò a Giorgio che avrebbe incontrato molte personalità e lo rassicurò dicendogli che gli avrebbe aperto le porte aiutandolo nel suo nuovo difficile compito.
Allora era poco più di un ragazzo, e benché la sua esistenza fosse stata completamente sconvolta, accettò velocemente quanto stava avvenendo. Questo gli fu possibile grazie alla particolare educazione che aveva ricevuto, fin da quando era tredicenne, da un uomo che aveva contatti con esseri provenienti da altri mondi: Eugenio Siragusa. Presso la sua casa il giovane Giorgio aveva appreso concetti di filosofia universale e una nuova interpretazione dei Vangeli e dei valori spirituali e morali.
Trasferendogli tutta la conoscenza che gli veniva dalla sua esperienza e missione, Eugenio divenne il suo Padre Spirituale.
In principio la vita di Giorgio si divideva tra le dolorosissime sanguinazioni che lo provavano notevolmente nel fisico e l’iniziazione che il Maestro Gesù, subentrato alla Vergine come guida diretta della missione, elargiva a lui stesso e ai suoi collaboratori, amici di sempre anch’essi molto scossi e turbati da quel cambiamento radicale. Paraguay. La Regina di Spagna Sofia mentre osserva una foto delle stimmate
Piano piano Giorgio e la sua giovane famiglia raggiungono, per quanto possibile, una sorta di equilibrio. Hanno inizio i viaggi, Spagna e Sud America, in Paraguay incontra la regina di Spagna Sofia alla quale mostra le stigmate. Lei stessa a Madrid, il 27 ottobre 1990, lo presenta a Michail Gorbaciov e a sua moglie Raissa. Il giovane italiano chiede al presidente dell’ Unione Sovietica il permesso di divulgare il messaggio di Fatima nella sua nazione, permesso che gli viene accordato.
La Regina Sofia presenta Giorgio Bongiovanni al Presidente Gorbaciov il 27 ottobre 1990 L’Unione Sovietica prima, la Russia poi, sarà un luogo fondamentale per l’opera di Bongiovanni.
Già la Vergine Maria nella 2° parte del messaggio di Fatima, reso invece noto dalla Chiesa Cattolica, aveva chiesto che si consacrasse la Russia al suo cuore Immacolato altrimenti questa avrebbe sparso i suoi errori per il mondo.
Il 2 aprile 1992 Giorgio parte per Mosca e per la prima volta uno stimmatizzato, un uomo religioso, sebbene non legato ad alcuna istituzione, parla sul primo canale della televisione nazionale russa ad un pubblico di 150 milioni di persone.
Per capire questo evento occorre fare un passo indietro e inquadrarlo storicamente.
Il presidente sovietico Gorbaciov aveva instaurato una politica di apertura progressiva verso l’Occidente, mantenendo intatto però il ruolo storico-politico di equilibrio mondiale dell’Unione Sovietica e lasciando intravedere la possibilità di mettere finalmente fine ad una falsa politica di pace basata esclusivamente sulla minaccia nucleare.
Conseguentemente nel 1989 venne abbattuto il muro di Berlino, simbolo della divisione e del razzismo. Il 1989 è anche l’anno della violenta repressione di piazza Tien An Men che, nonostante la strage, segna il primo coraggioso passo contro la dittatura in nome della libertà.
L’11 febbraio 1990 viene scarcerato, a sorpresa, il leader africano simbolo della lotta all’ apartheid Nelson Mandela che verrà eletto presidente del Sud Africa.
Ma tutto ciò che all’apparenza significa progresso culturale si rivelerà essere privo di un reale fondamento. Non passa molto tempo infatti che il dittatore iracheno Saddam Hussein invade il ricchissimo stato del Kuwait provocando la violenta reazione dei potenti stati occidentali. Il 17 gennaio 1990 ha inizio la cruenta operazione “Desert Storm”, a tutti nota come “tempesta nel deserto”, in cui vengono usate e sperimentate armi sempre più avanzate e sempre più terribili. Ancora oggi, benché siano state spente le luci dei riflettori che avevano fatto di questa guerra uno show televisivo, il popolo iracheno continua a subire l’embargo, i bombardamenti e gli effetti devastanti dell’inquinamento da uranio impoverito. Quest’ultima diavoleria tecnologica causa gravissime malformazioni di cui sono vittime sia i bambini iracheni che quelli statunitensi, figli di quei soldati che avevano combattuto la guerra, anch’essi ignari delle terribili conseguenze a cui andavano incontro. Nel giugno del 1991 ha inizio una delle sanguinarie guerre di Jugoslavia che vedranno una barbarie pari solo ai gravi crimini nazisti.
Nell’agosto 1991 un golpe militare depone il presidente Michail Gorbaciov tratto in sequestro in Crimea, ma nonostante il colpo di stato fallisca e Gorbaciov rientri a Mosca, si dimetterà a dicembre decretando così la crisi del comunismo e incrinando per sempre quel tentativo di apertura ed equilibrio che avrebbe potuto portare grandi benefici all’umanità.
Il 2 settembre 1991 Giorgio Bongiovanni riceve le stimmate nei piedi. Questa volta il segno di sofferenza appare sotto forma di due croci e gli viene direttamente dal Maestro Gesù che gli affida un messaggio: “due croci per l’umanità, una che redime, una che castiga”.
E’ quindi con questo nuovo segno che lo stimmatizzato italiano approda in terra russa, una potenza già in declino. Giorgio mostra le ferite in televisione, parla del segreto di Fatima e dell’importanza di un rinnovamento della Russia per far sì che possa dare l’imput ad un vero e reale cambiamento della tendenza distruttiva in cui versa il nostro pianeta. Attraverso la televisione nazionale Giorgio lancia un appello ai capi del Cremlino affinché non abbandonino la loro nazione nella corruzione e nel degrado. Richiamo della Madonna che rimane inascoltato; oggi ne vediamo il risultato.
Negli anni a venire Giorgio Bongiovanni tornerà in Russia moltissime altre volte, parlerà agli astronauti della MIR in collegamento dal Centro dei voli spaziali della possibilità di vita intelligente nel cosmo, incontrerà scienziati, militari, ricercatori, giornalisti e politici.
Nel frattempo Giorgio ha già visitato anche l’Africa, a Kinshasa capitale del martoriato stato dello Zaire (oggi Congo) accusa, in diretta televisiva, il dittatore Mobutu ( oggi sostituito da Kabila) di non preoccuparsi del suo popolo e alcuni soldati dell’esercito di repressione entrano negli studi televisivi nel tentativo di fermarlo. Invita inoltre il popolo ad una presa di coscienza e spiega loro che l’uomo bianco, dopo averli schiavizzati e dopo aver colonizzato le loro terre, sfruttandone il territorio, ora li sta fomentando in modo che con i conflitti interni si sarebbero combattuti rendendosi vulnerabili. Chiede pertanto che restino uniti nel nome del Signore senza cadere nel tranello delle etnie e delle differenze.
Come si ripete sempre nella storia quando un popolo vive una tremenda sofferenza come quello africano, mostra una sensibilità agli insegnamenti cristiani e spirituali che non trovano eguali nelle cosiddette società civili.
Purtroppo però le parole di questo veggente non sono state comprese in profondità e il suo appello è rimasto inascoltato.
In questo frangente è importante sottolineare la potenza profetica delle rivelazioni che la Vergine Maria affida ai vari veggenti e della responsabilità che essi si assumono compiendo o meno il Suo volere. Comunemente si pensa ad una specie di castigo, o a tristi presagi che si abbattono sull’uomo senza possibilità di replica, in realtà si tratta di una grande lungimiranza sugli effetti di cause evidenti che si possono modificare grazie all’ azione.
Una delle prime cose che il giovane stimmatizzato italiano fece, fu mettersi in contatto con tutti coloro che avevano avuto un’esperienza di veggenza simile alla sua. Scrisse a Suor Lucia Do Santos, ancora oggi in vita, per poi recarsi direttamente a Coimbra, dove si trova il convento in cui è suora di clausura, ma non gli fu consentito parlarle. Parlò telefonicamente da New York con la veggente di Garabandal, Conchita Gonzales, invitandola a collaborare e a rivelare congiuntamente gli accorati avvertimenti della Madonna, ma anche lei non accolse la sua richiesta. Ebbero lo stesso atteggiamento anche i custodi dei segreti di Medjugorie ai quali la Celeste Signora profetizzò i terribili avvenimenti di guerra che avrebbero dovuto rivelare all’umanità intera. Quando Giorgio li cercò per sensibilizzarli a diffondere quanto sapevano, essi risposero che avevano rimesso la decisione nelle mani della Santa Madre Chiesa. Anche i messaggi dei veggenti del Ruanda erano stati nascosti dall’istituzione cattolica. Chissà, forse tutte quelle atrocità che si sono protratte fino ad oggi con il conflitto del Kosovo, si sarebbero potute evitare. La domanda che resta da porsi è : cosa contiene il terzo segreto di Fatima oggi occultato e cosa potrebbe risparmiarci di vivere?
Durante tutti i viaggi Giorgio viene accompagnato da un gruppo di amici molti dei quali si sono trasferiti da varie parti del mondo a Porto S.Elpidio, una piccola cittadina situata nelle Marche dove Bongiovanni risiede tutt’oggi. Milano, Sardegna, Sicilia, Spagna, intere famiglie si spostano per seguire e aiutare da vicino l’opera di questo amico.
Si forma un centro di ritrovo e una sorta di base di appoggio dove viene redatto il giornale NONSIAMOSOLI , ancora oggi distribuito ad offerta volontaria, nato come organo di informazione sulla realtà extraterrestre e fascicolo di testimonianza dell’esperienza di Eugenio Siragusa. Giorgio infatti, assieme al fratello Filippo, si era trasferito nelle Marche dove già viveva la moglie Lorella e un primo gruppo di amici riunitosi per divulgare gli insegnamenti di Siragusa. Con il segno delle stigmate Giorgio prende in consegna la continuità della missione del suo padre spirituale.
Il collegamento tra civiltà extraterrestri e stimmate risulta molto difficile nella mente di tutti coloro che sentono Giorgio parlare per la prima volta. Eppure in quasi tutti i testi sacri, compresa la Bibbia si legge di angeli inviati dal Signore a bordo di carri di fuoco, persino del ritorno di Cristo sulle nubi del cielo. Nel caso di Bongiovanni, però, fu la Vergine stessa a rivelargli che il cosmo è abitato da moltissime civiltà, alcune delle quali hanno ricevuto la visita e la redenzione del Cristo; l’hanno compresa e accettata senza crocifiggerlo. Inoltre all’interno del terzo segreto di Fatima vi sono venticinque righe mai menzionate da nessuno in cui la Vergine annuncia che “...in quel tempo ( seconda metà del secolo XX°) esseri cosmici giungeranno sulla terra da lontani lidi dell’universo. Nel nome di Dio”. Con l’evolversi della sua missione Giorgio stesso ebbe la possibilità di entrare in contatto con esseri da lui definiti “di luce” che gli affidarono alcuni comunicati riguardanti la salvaguardia del pianeta.
D’altra parte sarebbe assurdo pensare di essere gli unici abitanti degli infiniti universi. Persino i nostri astronomi, anche i più scettici, hanno ammesso che secondo un calcolo statistico i pianeti abitati potrebbero essere almeno 600.
Si perde così la visione complessiva della realtà, divisa e frammentata secondo l’immortale comandamento “dividi et impera” per cui il senso profondo dell’esistenza si disperde nelle nostre piccole o grandi vicende al di fuori delle quali ci sono solo indifferenza, diffidenza e separazione.
Il cammino di Giorgio Bongiovanni si sposta in Sud America dove ad accoglierlo vi è sempre una folla di gente che si mostra sensibile al messaggio per l’eredità culturale delle antiche civiltà indigene basate sulla comunione Uomo- Madre Terra- Cosmo. Molti gli si avvicinano chiedendo miracolose guarigioni e sebbene diverse volte sia accaduto che grazie alla sua propria fede l’ammalato venisse risanato, Giorgio ha spiegato numerose volte che la sua missione non consiste nel guarire il corpo, ma nel risvegliare la coscienza degli uomini di volontà affinché si impegnino in una qualsiasi causa a favore della vita.
Il 28 maggio 1992 a Montevideo, Uruguay, si apre la quinta stimmata nel costato alla presenza di numerosi testimoni. Il carico di sofferenza con la sanguinazione quotidiana dalle cinque stimmate, si fa di giorno in giorno più gravoso e viene reso ancora più acuto dalla notizia che in Italia era stato ucciso il giudice Giovanni Falcone, simbolo dei valori della Giustizia, del Servizio, dell’intelligenza e dell’abnegazione. Sarà una grande emozione per lui, per la sua famiglia e per i suoi collaboratori ricevere la visita della dottoressa Maria Falcone in occasione della manifestazione annuale per la raccolta di fondi da inviare in Africa nell’agosto del 1999.
Con l’inizio dell’autunno del 1992 Giorgio è di nuovo in Russia, fra i molti importanti appuntamenti, partecipa al Congresso della Concordia Spirituale, ad Alma Ata, Kazakistan, al quale prendono parte rappresentanti di tutte le chiese orientali. Ancora una volta invita tutti i presenti all’unione spirituale e umana al di là di qualsiasi separatismo o convinzione religiosa. Religione significa infatti relegare, unire, mentre le Chiese di tutto il mondo non hanno fatto altro che dividere gli uomini conducendoli nei meandri del dogmatismo teologico che altro scopo non ha se non quello di mettere gli uni contro gli altri, come le numerose guerre sante avvenute nella storia dimostrano.
Russia, Africa, Uruguay, Paraguay, Argentina, Spagna interviste, incontri, folle, il messaggio raggiunge migliaia di persone.
La situazione mondiale contemporaneamente peggiora a tutti i livelli, ambientale, politico, sociale. In Brasile si tiene una conferenza mondiale per la salvaguardia dell’ambiente, ma il risultato mette in rilievo le priorità di coloro che detengono il potere sul nostro pianeta. L’economia e il denaro sono il primo e unico interesse da salvaguardare, tutto il resto può aspettare. In virtù di questo stesso principio i giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, gli unici riusciti veramente a mettere in difficoltà l’organizzazione criminale più famosa del mondo, vengono barbaramente assassinati. Gli osservatori più attenti giustamente accusano: non è solo mafia. Lo stato dimostra ancora una volta la sua incapacità di proteggere i suoi uomini migliori. Nel mese di novembre del 1992 Bill Clinton viene eletto presidente degli Stati Uniti.
A dicembre è di nuovo guerra, questa volta in Somalia dove il conflitto civile ha mietuto migliaia di vittime, comprese donne e bambini.
Nello stesso anno a Los Angeles scoppia la rivolta della popolazione di colore. Alcuni poliziotti bianchi vengono assolti dopo aver pestato selvaggiamente un ragazzo nero, Rodney King. Molte le città americane messe a ferro e fuoco.
Il 3 gennaio 1993 viene firmato il trattato “start 3” in cui vengono sancite ulteriori limitazioni al numero di testate atomiche in dotazione alle due superpotenze Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli accordi si riveleranno poi solo uno stratagemma per mettere a tacere i sospetti dell’opinione pubblica e liberarsi di armi ormai superate.
La Cina intanto effettua il suo 39° esperimento atomico trasgredendo agli accordi con le altre superpotenze.
La crisi istituzionale in Russia raggiunge i massimi livelli, il 21 settembre 1993 Eltsin scioglie il parlamento per decreto che a sua volta destituisce il presidente. Questi reagisce con la forza e a colpi di cannone, spara sul palazzo del parlamento causando la morte di 1600 persone. La dissoluzione dell’Unione Sovietica è alle porte, così come quella della Russia oggi.
Il 1993 trascorre tra una parte all’altra del pianeta per Giorgio che il 26 luglio riceve un altro segno di sofferenza. A Salto, Uruguay, Giorgio e alcuni amici tra cui un pilota civile, un noto giornalista e un penalista, avvistano nel cielo quattro lucenti astronavi. Dopo alcuni minuti di evoluzione nel cielo stellato, ripresi dalla telecamera, gli oggetti scompaiono.
Al rientro in albergo, di prima mattina, si manifesta sulla fronte di Giorgio la sesta stimmata: una croce di sangue.
Il messaggio ricevuto è grave, Gesù conferma che il suo braccio ha iniziato a colpire l’umanità, ma che la sua manifestazione necessita ancora un tempo di attesa.
Se dapprima l’iniziazione di Giorgio tramite i continui incontri con il Maestro era incentrata sulla sua crescita spirituale personale e su quella delle piccole comunità formatesi un po’ in tutto il mondo sotto il nome di “NONSIAMOSOLI” , ora comincia a spostarsi verso l’esterno.
Giorgio incarna infatti nel suo comportamento la direttiva del Maestro Gesù e inizia all’interno dei gruppi "NONSIAMOSOLI” un processo di apertura.
Come spesso accade attorno a uomini con un grande carisma, il rischio di fanatismo, di settarismo e di esaltazione è molto forte. L’interpretazione errata di messaggi che riguardano gli eventi futuri come annunciati dalla Vergine porta molti sostenitori a pensare alla fine imminente, prima di tutto dei propri problemi personali, la cui soluzione è relegata ad altri, e poi del mondo e un consequenziale lassismo e millenarismo che altro significato non hanno se non la chiusura totale e l’unica preoccupazione di mettere in salvo sè stessi e i propri figli.
Di tutt’altra sostanza è la missione di Giorgio Bongiovanni che rompe tutti questi schemi passati e riveste di spirito combattivo, di sacrificio e di iniziative il proprio compito. E’ reale il pericolo che incombe sul nostro pianeta, ed è perfino troppo palese per non accorgersene a meno che non ci si ostini a vivere nella cecità tranquillizzante del nostro tran tran quotidiano. Terremoti, guerre, catastrofi e malattie non ci vengono dal cielo perché il cattivo Dio ha deciso di punire i suoi figli disubbidienti, ma sono effetti di cause ben precise che tutti noi consapevolmente o meno, abbiamo messo in atto con l’egoismo, il disamore, con l’indifferenza e con una assoluta e totale mancanza di lungimiranza e coscienza. Ognuno di noi pensa solo ed esclusivamente a provvedere per i bisogni materiali e fisici della propria famiglia non curante del contesto ambientale, sociale, scientifico, sanitario, politico e spirituale. Le religioni non hanno fatto altro che contribuire a questa schizofrenia facendo lentamente sopire lo spirito di altruismo e di fratellanza che invece avrebbero dovuto preservare e curare. E’ arrivato il momento di cominciare a guardarci allo specchio con onestà.
Questo però non ha niente a che vedere con la fine del mondo.
Il messaggio di Giorgio Bongiovanni diviene progressivamente un’esortazione all’azione, un richiamo ad assumersi le proprie responsabilità e a sacrificarsi per invertire una rotta che noi stessi abbiamo intrapreso. Un messaggio di speranza, quindi, che tuttavia non può prescindere dalla realtà dei fatti.
Di ritorno dall’Uruguay, Giorgio si ferma a Città del Messico dove viene intervistato per la prima volta da Jaime Maussan, un importante giornalista del network Televisa. Un uomo molto impegnato, soprattutto sul piano sociale ed ecologico. Da questo incontro nascerà un importante rapporto di stima reciproca e collaborazione molto significativa per il futuro dell’opera di Giorgio Bongiovanni. Jaime Maussan, infatti, conduce un’ accurata investigazione sul caso dello stimmatizzato italiano. Con lunghe e approfondite interviste, analisi del sangue e perizie psichiatriche e psicologiche, Maussan presenta al mondo la veridicità del fenomeno fornendo a Bongiovanni un’ulteriore conferma della validità della sua esperienza. Il risultato è una videocassetta “La historia de Giorgio Bongiovanni” divulgata a milioni di persone in Sud America e USA, in cui Giorgio ha la possibilità di spiegare, oltre agli altri concetti, l’essenza della Madre Celeste, intesa come lo spirito della Madre Terra, che per parlare all’uomo si traduce in immagini e segni diversi a seconda della cultura del veggente. Ne sono un esempio le apparizioni della Vergine Nera in Africa.
In Italia, nel settembre del 1993 Giorgio Bongiovanni ed Eugenio Siragusa si incontrano a Nicolosi, in Sicilia, terra natia di entrambi, e davanti a circa un migliaio di persone, i rappresentanti di tutti i centri “NONSIAMOSOLI” nel mondo e qualche giornalista, tra i quali Jaime Maussan, spiegano ufficialmente che, da quel momento in poi, la responsabilità di diffusione del messaggio universale cristiano di cui entrambi sono i testimoni passa nelle mani del Figlio Spirituale.
I viaggi vanno sempre aumentando, oltre alla Russia, alla Spagna, all’Africa e al Sud America, vengono visitati anche il Brasile e il Nord America. Dopo l’incontro con Jaime Maussan, infatti, Giorgio conosce a San Marino, in occasione del congresso ufologico annuale, l’antropologo e ufologo tedesco Michael Hesemann, che dopo aver investigato la sua storia approfonditamente, ne rimane fortemente colpito. Anche con lui inizia un rapporto di stretta collaborazione basato sullo scambio del materiale di ricerca di entrambi. Durante gli anni passati, oltre ad aver portato testimonianza del messaggio mariano attraverso la sanguinazione quotidiana delle stimmate, Giorgio ha raccolto una notevole quantità di documenti filmati e fotografici che provano l’esistenza di questi oggetti volanti non identificati nei cieli di tutto il mondo. A partire dal 1991, dall’11 luglio in particolare quando l’eclissi totale oscurò il Messico, è stato possibile avvistare e registrare con sempre maggiore frequenza le meravigliose evoluzioni di queste navi provenienti da altri mondi. Questa data è da ricollegarsi ad un ‘antica profezia Maya, secondo la quale a partire da questo evento astronomico, i figli della Terra si sarebbero ricongiunti con i figli delle stelle.
E’ il ricercatore Hesemann ad introdurre Giorgio nell’ambito della comunità ufologica internazionale, dove dopo un primo momento di diffidenza, viene accolto con estremo rispetto. Nel 1994 partecipa per la prima volta all’ “International UFO Congress” che si tiene nella città di Mesquite, Nevada. La ricerca ufologica dopo anni di studi e di analisi è giunta a chiedersi per quale motivo siamo visitati da questi esseri e quali potrebbero essere le conseguenze di un incontro massivo con queste civiltà. Il compito di Giorgio sarà proprio quello di spiegare l’implicazione spirituale del fenomeno UFO rivalutando completamente il ruolo del contattismo e di portare i risultati delle sue ricerche, dei suoi incontri con personaggi illustri e con la gente di tutto il mondo, ma soprattutto di unire in nome degli insegnamenti cristiani tutti i differenti aspetti della meraviglia della creazione che non si è fermata solo al nostro pianeta. Religione, scienza alternativa, ufologia, società e problemi connessi sono parte di un’unica realtà e hanno un’unica soluzione: l’unione tra i popoli possibile solo attraverso il valori supremi dell’amore, della giustizia e della pace.
Nel mondo invece aumentano la sofferenza e la desolazione. Nell’ aprile del 1994 viene abbattuto l’aereo su cui si trovano il presidente del Ruanda e del Burundi. L’evento scatenerà un’atroce guerra etnica in Ruanda tra Hutu e Tutsi che porterà alla morte di circa un milione di persone. Nel dicembre dello stesso anno la Cecenia avanzerà la richiesta di indipendenza al governo di Mosca che invece reprime la rivolta con la violenza: 250 mila i morti.
Nel 1995, nonostante la forte opposizione dei gruppi ambientalisti il presidente francese Jacques Chirac dà il via ad una serie di esperimenti nucleari sotterranei su due atolli della Polinesia francese. Un ennesimo attentato al già precario equilibrio del pianeta Terra.
Il 28 ottobre 1994, insieme all’antropologo Michael Hesemann, Giorgio Bongiovanni parla alle Nazioni Unite. Invitato dal direttore della SEAT (Society for Enlightment and Trasformation), Mr. M. Ramadam interviene sul tema “Dialogo con L’universo: l’incidenza del contatto extraterrestre nell’evoluzione umana”. Per la prima volta nella storia, uno stimmatizzato parla nel palazzo di vetro.
Anche in Italia si comincia a parlare di lui, già intervenuto in trasmissioni minori, è ospite per due volte di Canale 5 e altrettante della Rai, in particolare sono in Roma, 9 gennaio 1995. Giorgio Bongiovanni insieme all'ex sergente maggiore Robert Dean partecipa alla trasmissione Misteri.molti a ricordare il programma MISTERI che fece piuttosto discutere.
Nel 1995-96 si susseguono i viaggi nel mondo: Germania, America, Messico, Porto Rico e Svizzera sono le tappe dell’opera data a questo giovane da una volontà superiore.
Il 27 e 28 Agosto 1996 viene organizzato a Porto S. Elpidio il secondo “Incontro d’Estate” con la finalità di raccogliere fondi da portare alle piccole comunità formatesi in Africa in seguito alle numerose visite di Giorgio. La situazione di questi amici è tragica, portare aiuti, entro breve, non sarà più sufficiente, Giorgio affitterà per loro un piccolo appezzamento di terreno grazie al quale potranno cercare di sfamarsi e riacquistare una dignità come esseri umani in grado di provvedere a loro stessi e alla loro prole. In Africa, Giorgio ha parlato a migliaia di persone, ma ha incontrato anche uomini politici impegnati nell’emancipazione di piccoli Stati come il Congo. Con il leader dell’opposizione Bernard Kolelas, Giorgio si schiera come sempre a favore dei più piccoli e più deboli, la violenta guerra civile che seguirà vanificherà però ogni sforzo.
Il 2 settembre 1996 Giorgio vive un nuovo miracolo, sanguina dalla corona di spine e versa lacrime di sangue. Si trova a Floridia, nella sua città natale, a casa del fratello Filippo. L’impatto emotivo di tutti i familiari e testimoni è forte. Con questo segno e il compimento dei 33 anni, Giorgio acquista una più profonda consapevolezza della sua missione.
Ricominciano i viaggi, è di nuovo America, del Sud e del Nord, e ancora una volta in Russia. Dopo anni di lavoro incessante, viene invitato presso l’accademia della contraerea russa della Tver, Russia 5 febbraio 1997. Il generale ammette lo studio segreto sugli UFO da parte del dipartimento della difesa.città di Tver, dove accompagnato dalla moglie Lorella, dal direttore del giornale NONSIAMOSOLI, Costantino Paglialunga e dal traduttore Leonid Kandinski incontra una delegazione militare russa capeggiata dal generale a tre stelle G. Rescetnikov e composta da referenti del generale, studiosi del fenomeno UFO e da un agente speciale di quello che una volta era il KGB.
Davanti alle telecamere, avviene un evento storico senza precedenti. Un generale a tre stelle ammette di essere a conoscenza dell’esistenza di civiltà aliene e di studi militari che si sono occupati del fenomeno per conto del governo russo. Propone poi a Giorgio di affidargli alcuni reperti fotografici e filmati analizzati all’interno della base in modo che lui li diffonda al mondo. Giorgio ovviamente accetta e in breve tempo realizza con la sua équipe di collaboratori una videocassetta incentrata sull’esperienza russa. Inutile sottolineare la straordinarietà di un tale documento all’interno della comunità ufologica, una conferma ufficiale di quanto detto sulla realtà extraterrestre fino a quel momento.
Il 2 settembre 1997 Giorgio rivive la sanguinazione dalla corona di spine e come l’anno precedente lacrima sangue. Questa volta accade a Porto S. Elpidio, ne saranno testimoni i suoi collaboratori più stretti che, sebbene abbiano assistito a molte delle sue sanguinazioni, ne rimangono profondamente turbati. Le visioni che precedono il momento della lacrimazione sono tristissime e tremende, ma la forza di dare un contributo alla salvezza di questo pianeta si fa sempre più profonda.
I primi di ottobre Giorgio giunge per la prima volta in Australia per partecipare ad un congresso ufologico organizzato da Glennys Mackay. Nonostante il popolo australiano abbia una cultura sassone e puritana, ascolta il messaggio con molta attenzione e rispetto. Alla fine il carattere universale delle parole della Madonna oltrepassa e vince i separatismi umani.
Hanno inizio una serie molto intensa di conferenze anche in Italia dove, se dapprima la gente confermava il detto “ Nemo profeta in patria”, si ripropone poi più aperta e più sensibile. A partire da novembre parte il progetto “TERZOMILLENNIO”. La rivista, distribuita su tutto il territorio nazionale sarà la prova di un ulteriore cambiamento nella metodologia di divulgazione del messaggio cristico.
Questa decisione porterà ad una dissociazione da Eugenio Siragusa dovuta a divergenze metodologiche.
Giorgio, infatti, sempre su indicazione della volontà superiore, entra direttamente in contatto con altri gruppi e realtà dando dimostrazione dell’importanza dell’unione al di là delle differenze. Inizialmente la pubblicazione non era diretta da Giorgio Bongiovanni e aveva assunto dei toni molto simili ai canoni della New Age. Di fatto il compito di Giorgio sebbene sia legato all’avvento di una nuova era di giustizia e di pace, si distanzia notevolmente da questo movimento. Alla ricerca del benessere e della pace interiore, della meditazione, sebbene importanti, devono seguire il sacrificio di sè stessi per un ideale giusto e al servizio del prossimo; è un invito all’operatività e alla comunione non all’isolamento e alla chiusura in sè stessi.
Dal maggio del 1998, la rivista prende il nome di “TERZOMILLENNIO VERSO L’ANTROPOCRAZIA” . Il termine “antropocrazia” significa governo dell’uomo ed è stato coniato da Nicolò Giuseppe Bellia, un filosofo dell’era contemporanea incontratosi con Giorgio nel febbraio del 1998. L’antropocrazia è un progetto di governo alternativo a quello attuale che, secondo il suo ideatore, sarebbe la via di uscita all’attuale crisi politica economica italiana. Giorgio Bongiovanni, condivide i principi di questa proposta governativa che ha come scopo primario di restituire ai cittadini italiani il diritto alla vita tramite un reddito di cittadinanza, ossia una piccola somma che consente il minimo necessario per vivere e la libertà di poter meglio esprimere le proprie doti nel lavoro. In particolare ne esalta la valenza spirituale, mettendo in evidenza la necessità che l’uomo antropocratico sia consapevole del proprio ruolo da svolgere in una società libera dalle inefficienze burocratiche e tutelata dalla magistratura nel supremo valore della giustizia.
L’antropocrazia si inserisce perfettamente in un giornale che ha come principali obiettivi la denuncia delle cause e dei responsabili dei vari mali che affliggono il nostro pianeta, di segnalare i messaggi che ci provengono dal cosmo e i segni dei tempi che appaiono tanto in cielo quanto in terra, e un’educazione alla lettura degli eventi in chiave esoterico-spirituale. Costituisce di fatto una proposta educativa alternativa alla critica; solo però in seguito alla presa di coscienza che la corretta informazione può dare, il cittadino può rendersi conto che la possibilità di cambiamento è reale e concreta.
Il 2 settembre 1998 Giorgio sanguina ancora dalla corona di spine e piange nuove lacrime di sangue. In seguito a questo nuovo segno di sofferenza il taglio redazionale di “TERZOMILLENNIO” diviene sempre più forte e sferra continui attacchi ai poteri che orchestrano l’andamento mondiale. Si uniscono a questa voce controcorrente molti gruppi e personaggi impegnati in una giusta causa a favore della vita, fra cui diversi giornalisti di un certo rilievo.
Ad ottobre entra in edicola anche “UFO LA VISITA EXTRATERRESTRE”, un mensile dedicato alla ricerca e alle analisi delle prove della presenza aliena sulla terra vista in chiave spirituale, sociale ed umana.
Con queste due riviste distribuite in tutta Italia, Giorgio Bongiovanni ha modo di far confluire in un unico messaggio tutti i differenti aspetti della sua missione: additare l’Anticristo, così come gli era stato ordinato dalla Madonna a Fatima, spiegare l’implicazione spirituale della visita extraterrestre sul pianeta e unire spirito e materia dando esempio di coerenza in prima persona e con la sua opera.
Anticristo non è da intendersi in senso di esaltazione apocalittica come in un unico personaggio che incarna il diavolo, ma in un’ideologia incarnata da una schiera di personaggi per lo più occulti che controllano la criminalità, organizzano le guerre a tavolino, gestiscono i vari segreti di Stato e pilotano le masse a loro piacimento attraverso un’informazione corrotta e asservita. Anche in questo caso si gioca con la possibilità della gente di comprendere, facendo credere all’opinione pubblica che parole come “Anticristo” possano essere pronunciate solo da settari privi di senno e non da uomini onesti che vogliono sfilare quella maschera di perbenismo ipocrita dietro la quale si nascondono la maggior parte degli uomini di potere.
Ne sono una prova gli avvenimenti che accadono nel mondo dal 1996 ad oggi. Siamo nel gennaio 1996, continuano gli esperimenti atomici ad opera di Cina e Francia, scoppiano gli scandali sulla pedofilia in Belgio e a ruota in molti paesi dell’Europa, rivelando che si tratta di un crimine che non appartiene solo ai paesi sottosviluppati, nel marzo 1997 scoppia il caos in Albania, poco dopo i seguaci della setta americana Heaven’s Gate si suicidano perché il loro leader gli assicura che avrebbero raggiunto un’astronave dietro la cometa Hale-Bopp, a maggio un violento terremoto colpisce l’Iran, in settembre si verifica un disastro ecologico in Malesia, a distanza di pochi giorni gli integralisti in Algeria massacrano uomini, donne e bambini, scandali per corruzione e malasanità in tutte le parti del mondo, nel maggio 1998, India e Pakistan cominciano la gara all’ultima atomica, ad un anno di distanza la riprovevole guerra in Kosovo e la Russia scivola nel suo lento e inesorabile declino.
Il cammino di testimonianza di Giorgio Bongiovanni è proseguito anche quest’anno, in tutto il mondo. Prove alla mano, evidenza dei fatti, investigazione e un messaggio vissuto in prima persona, nonostante le contraddizioni umane. Una dimostrazione pratica che il mondo dello spirito non può essere scisso dal mondo della dimensione umana, il nostro mondo. Un richiamo alla lontana incarnazione di Cristo che per primo era venuto per dirci che i suoi discorsi erano insegnamenti di vita quotidiana e che andavano capiti, realizzati, applicati. E ora che giunge il tempo del compimento della sua promessa verrà “ come un ladro nella notte”, non perché voglia sorprenderci, ma perché è talmente lontano dai pensieri di tutti, persino dei suoi vicari e servi che nessuno se lo aspetterà.
Preparare il suo ritorno fa parte della missione di Giorgio Bongiovanni che annuncia un’era di pace dopo un periodo di forti sofferenze, viste come un mezzo di purificazione e riequilibrio.
All’inizio dell’estate, come invito all’autorealizzazione, vengono sciolti i gruppi “NONSIAMOSOLI” nel mondo; è giunto infatti il tempo che ognuno raccolga quanto ha seminato. Ciò non significa una chiusura, al contrario una tale espansione dell’opera da richiedere una responsabilità individuale sempre maggiore.
2 settembre 1999, dopo dieci anni di stigmate, Giorgio Bongiovanni sanguina dalla corona di spine e versa copiose lacrime di sangue.       
Oggi, 20 settembre 1999, Giorgio Bongiovanni viene ricevuto dal giudice istruttore incaricato delle indagini di Ustica, Rosario Priore. Gli consegna, assieme al collaboratore Umberto Telarico, un dossier contenente le ricerche sulla strage del 27 giugno 1980, che vedono coinvolto nell’incidente un UFO. Priore lo ascolta e mette agli atti le sue dichiarazioni.
Sulle filosofie e sulle credenze, tutti possono teorizzare e dividersi arroccandosi sulle proprie posizioni, ma non di fronte ai fatti.
Il giudice Giovanni Falcone, un giusto, martire di questo tempo ebbe a dire: “ Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni e poco le parole”.

 Messaggio del 9 novembre 1988 di Bongiovanni

LE ANALISI


Il caso di Giorgio Bongiovanni è stato studiato da diversi esperti in tutto il mondo. Ematologi, psicologi e psichiatri hanno effettuato numerose analisi per stabilire se le stimmate potessero essere un falso o frutto del subconscio.
Il dottor Sergio Alba Brisegno, ematologo, il dottor Giuseppe Amara, psichiatra, la dottoressa Carmen Recalde de Fernandez, ematologa, all’estero, e il dottor Federico Finatti, medico chirurgo, il Dottor Stanis Previato, neuropsichiatra, in Italia hanno concordato nel sostenenere che Giorgio Bongiovanni risulta un uomo equilibrato, senza nessuna alterazione psichiatrica, e che sebbene il sangue che fuoriesce dalle stimmate sia dello stesso gruppo sanguigno di quello prelevato dalle vene, coagula molto più rapidamente ed emana un insolito profumo di rosa.
Tutti i medici hanno sottoscritto che le stimmate “non sono inquadrabili in una forma di patologia spiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche”.

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