TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia
IL SANGUE E' LUCE di G. Bongiovanni
 

 

Nella concezione comune l’uomo è una realtà fisica con forma e struttura propria, che rappresenta solo una parte dell’entità umana organizzata, in quanto, oltre al corpo fisico, vi sono altri elementi di natura più sottile cui far riferimento. Esiste una forza eterica, la quale solleva la sostanza organica alla vita, trasformando i succhi vitali in materia sensibile. Gli elementi esterni privi di forma, penetrano nel corpo umano e l’energia vitale li trasforma in strutture viventi. Il sistema della circolazione sanguigna, con l’organo che più la identifica: il cuore, è l’espressione del corpo eterico (o vitale) trasformato. Il sangue è la sostanza che edifica il corpo umano, ed assorbendo l’ossigeno dal mondo circostante, si rinnova, penetrando in ogni parte del corpo e depositando gli elementi nutritivi. Immaginiamo questo flusso d’energia come una luce meravigliosa che irradia l’organismo, percorrendo ed illuminando ogni organo vitale. Oggi questa realtà straordinaria è provata scientificamente con tecnologie avanzate e di precisione.

La sperimentazione scientifica più seria, parte dal presupposto che spirito e corpo non possono essere concepiti separatamente. Essa ha fornito le conferme necessarie, per iniziare a formare, nella mente dell’uomo del Terzo Millennio, la vera concezione del corpo umano e le pratiche mediche che si dovrebbero adottare nel rispetto di queste conoscenze. Il professor Vocikof, cattedratico di Biochimica presso l’università di Mosca, dove è studiata l’UNICITà DEI SISTEMI BIOCHIMICI, ci ha rilasciato un’interessantissima intervista.

La formazione del professore è delle più rigide, avvenuta tra le mura dei collegi ex sovietici, dove sicuramente è stato lasciato poco spazio alle teorie fantasiose.

D: Professore, Ermete Trimegisto disse: tutto è uno. È possibile riscontrare questa teoria anche nella scienza odierna?

R: L’attuale concezione scientifica fonda l’organizzazione del sistema vivente sul concetto materialistico, in altre parole visto "dal basso". Gli organismi vitali sono costituiti da vari complessi biologici, considerati in senso olistico, i quali, erroneamente, sono assimilati ad un’automobile cui si possono indifferentemente sostituire le parti usurate. Ogni singolo organo, svolgendo la propria funzione, dipende contemporaneamente dall’attività dell’intero organismo. Esistono dei precisi e ben individuati collegamenti.

D: Quali sono?

R: Con le sole leggi del sistema nervoso e di quello ormonale, non è possibile spiegare l’unità del corpo, nel tempo e nello spazio; ci sono altri nessi che lo fanno diventare unico, e Alexander Gurvic, all’inizio del secolo, li ha chiamati "Campo di collegamenti morfogenetici". Sono quelli cui va incontro la prima cellula umana quando si sviluppa nel corpo adulto. Per spiegare la forma della persona adulta, è necessario un complesso regolatore intelligente. Il professore ha postulato che esiste un campo energetico biologico, composto di vibrazioni a vari livelli. Il corpo è costituito di liquidi e di molecole, ed ogni sua più piccola particella ha una propria vibrazione; l’insieme costituisce un campo vibrazionale armonico. L’energia vivente usa il complesso e noi ne siamo il risultato concreto. Il nostro corpo è l’armonico campo vibrazionale, che riassume tutte le vibrazioni delle molecole, cellule, organi. Corpo e cellula interagiscono reciprocamente. Il sistema ha una propria autonomia affinché la cellula possa essere autonoma o comandata dal corpo.

D: S’influenzano reciprocamente anche per le malattie?

R: Possiamo analizzare l’uomo e la società nello stato di salute e in quello di malattia. La malattia interviene quando c’è il predominio di una delle parti, se prevale la cellula, essa diventa cancerogena. La dominanza del corpo, invece, produce sclerosi, malattie psichiche e distrofie. Noi studiamo tutto ciò e lo dimostriamo nelle varie situazioni. Essendo il lavoro, la funzione di certe strutture all'interno delle cellule, noi crediamo che queste subiscano dei cambiamenti, contrariamente alla scienza classica affermante che le stesse da attive diventano inattive. Nella struttura del corpo il movimento è continuo, nel quale la vita è un processo senza sosta come l’elettrone che vibra intorno al nucleo. Oggi la genetica molecolare studia il DNA e i GENI come strutture monostabili e conservate, mentre in realtà si muovono e vibrano.

Come sostiene Gurvic: "La vita è un procedimento strutturante e quindi le leggi principali sono processi variabili". Consideriamo l’esempio della luce: il fotone ha dinamica costante, se è fermato, muore. La luce è la base delle strutture viventi, ed abbiamo costruito degli strumenti per studiare le vibrazioni dei corpi biologici. Qualunque organismo vivente, è generatore di vibrazioni luminose. Prendiamo in esame il sangue umano, il quale esprime una quantità considerevole di luce, anche se, noi non siamo in grado di vederla ad occhio nudo. Esaminando la sua luminosità, deduciamo i dati diagnostici della persona e conseguentemente riconosciamo la provenienza di questo sangue.

D: A cosa sono dovute queste manifestazioni luminose?

R: Nel sangue ci sono continue reazioni chimiche. Quasi tutte le molecole, nel tessuto vivo, sono in condizione dinamica. Quest’agitazione si stabilisce con la respirazione cellulare, ed è la causa da cui scaturisce l’illuminazione. Quando il sangue esprime questi flussi, significa che manifesta la sua energia, però il tessuto sano non la perde per caso ma la usa interamente, senza esprimersi a vuoto. È come una squadra di pallavolo che il gioco si ferma solo quando la palla cade.

D: Allora sangue sano e malato non esprimono la stessa luminosità?

R: Se prendiamo due campioni di sangue e li mettiamo vicini, separati da un vetro, uno infettato da microbi e l’altro sano, succede che i flussi che si liberano dal sangue sano, aiutano quello accanto, ammalato, che riceve energia. Queste reazioni non ubbidiscono alle leggi chimiche. Le nostre facoltà mentali di conoscenza fisica e biologica, non riescono a spiegare queste reazioni, perché ci basiamo ancora su scoperte vecchie di cent’anni. Facciamo un esempio: se cambiamo la temperatura ad un processo che induciamo nel sangue, dovrebbe variare la reazione, ma non è così. Ho provocato nel sangue una reazione immunologica, cambiando la temperatura entro i limiti fisiologici di 35°-38° C. Solo quando il processo di variazione della temperatura arriva ad uno stato stazionario, il sangue reagisce, ma con ritardo. La linea a spirale del grafico è la memoria, perché il sangue ricorda il suo stato precedente e tende a conservarlo. In genere l’uomo è sempre un po’ malato, ma la natura, essendo più intelligente, tende a difendersi. Sarebbe meglio imparare da questa, invece di inventare leggi diverse.

D: Dato che ogni organismo ha le sue vibrazioni, diverse da uomo ad uomo, è un assassinio eseguire i trapianti?

R: Si, non è la strada giusta, neanche per le trasfusioni. La scienza biomedica deve percorrere una strada diversa, cioè considerare la possibilità di rigenerare l’organo malato.

Il sangue, quindi, non solo è l’elemento più importante per la nostra sopravvivenza fisica, ma è anche sede dell’anima e del flusso vitale che ci rende parte del tutto, pervaso dalla stessa forza creativa. Praticando il trapianto o la trasfusione, non si tiene conto che esiste una parte fondamentale della nostra dimensione spirituale che ad occhio nudo non è visibile. Oltre al fatto che gli organi, quando vengono espiantati, sono ancora vivi, e che come dimostrato nel nostro numero precedente, dalla ricerca del professor Korotof, l’aura o la parte energetica che investe i nostri elementi vitali, si allontana solo dopo qualche tempo.

Concludendo, si può dedurre che, se si priva un corpo ancora vivente di un organo, lo si uccide e lo si espropria di una parte del suo corpo energetico che gli è necessaria come strumento di conoscenza, acquisita attraverso l’esperienza compiuta dall’organo durante la vita. Oltremodo, impiantando nel corpo di un’altra persona, un organo che porta la vibrazione e l’esperienza di un altro essere umano, s’interferisce nel cammino karmico della persona mutandone il destino evolutivo.

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