TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

DOSSIER LA TOLLERANZA

Di Giorgio Bongiovanni
 

 

LA TOLLERENZA, IL POTERE E LE CHIESE

Che cosa ha insegnato al mondo il Cristo?: "Ammazzatevi l’un l’altro, custodite i portafogli dei ricchi, opprimete i poveri, privateli della vita in nome mio quando diventino troppo potenti... La Chiesa accumuli tesori sulla sofferenza dei suoi figli, benedica cannoni e granate, innalzi fortezze su fortezze, vada alla caccia di onori, si dedichi alla politica, guazzi nella corruzione e brandisca la mia Passione come un flagello!" (Emil Belzner)

"E’ certo che quanto meglio uno conosce la verità, tantomeno è incline a condannare gli altri, come appare chiaro in Cristo e negli apostoli. Invero, colui che facilmente condanna gli altri, con il suo stesso condannare mostra che non sa nulla, poiché non sa agire con clemenza, ignora la clemenza... mentre gareggiamo negli odii e nelle persecuzioni, di giorno in giorno diventiamo peggiori e non ricordiamo il nostro dovere...". Così si esprimeva Sebastiano Castellione (1525 - 1563) in "Fede, dubbio e tolleranza" con l’intento di condannare, in nome della libertà di pensiero, l’inquisizione di Calvino. Ora, per quanto lontani possano sembrare quei tempi, l’estrema attualità del pensiero di Castellione non può che indurci a pensare che in fondo "la storia si ripete" e che quanto contraddistingue le diverse epoche non sono altro che i protagonisti. Ogni movimento politico, ogni religione o corrente di pensiero è a turno vittima e carnefice a seconda dell’incalzare degli eventi o, meglio, del ruolo che si trova a rivestire. La storia dimostra che nella parte dell’umile chiunque è spinto a rivendicare gli alti valori della libertà e della giustizia ma che, una volta conquistato il potere, non è più disposto a perseguire gli ideali per i quali tanto si era battuto. Della sofferenza patita solo poco tempo prima non rimane che un vago ricordo mentre con la sete di potere cresce il desiderio di vendetta. Ecco che una volta vinto il nemico intollerante e contro il quale si è lottato per affermare il proprio desiderio di giustizia, pace e amore, si assume il potere grazie al quale non si cerca però di sviluppare il sentimento della tolleranza, maturato in anni di sottomissione, ma si diventa violenti e intolleranti come lo era il nemico.

Per ricollegarci al pensiero di Sebastiano citiamo ad esempio l’evoluzione della Chiesa Cattolica.

In un primo tempo il Cristianesimo era un movimento che confidava solo nello Spirito Santo e nella fede in Cristo risorto. Emarginato dal tempio pagano, e quindi anche dagli stessi ebrei che insieme agli scribi e ai farisei gestivano il potere religioso ai tempi dell’impero romano, si rifugiò nelle catacombe. Nonostante i martiri subiti non rinnegò Cristo e lottò perché fossero mantenuti vivi i Suoi insegnamenti. I primi cristiani misero quindi in pratica il nobile valore della tolleranza e arrivarono ad amare e a perdonare i loro persecutori. E proprio grazie alla fede di coloro che credettero nella Chiesa di Pietro, con "l’editto di Milano" o "editto di tolleranza" (313 d.C.), i cristiani uscirono dalle catacombe e conquistarono la tanto sospirata libertà di culto. Non solo, nel periodo a cavallo tra gli imperatori Costantino (280 - 337) e Teodosio I (379 - 395), il Cristianesimo divenne la religione dell’impero romano e per divulgare la "verità" nel mondo ebbe bisogno di una forte struttura gerarchica. E’ quindi a questo punto che la Chiesa Cattolica conquistò il potere che costituì per lei un forte elemento di tentazione. In forza di tale autorità non insegnò, infatti, i valori della semplicità, del sacrificio e dell’amore che avevano caratterizzato la nascita del movimento cristiano ma diventò arrogante e intollerante. Rese gli ebrei oggetto di una forma radicale e spietata di lotta e di oppressione, accusandoli di aver ucciso Cristo o di essere stati complici della Sua condanna. Raggiunse il culmine della sua malvagità con l’istituzione del Tribunale dell’Inquisizione che estendeva il concetto di eresia ad ogni culto diverso da quello cristiano arrogandosi il diritto di applicare la tortura e la pena di morte a chiunque non si professasse di fede cattolica. Basti pensare che chi in extremis si dichiarava pentito otteneva il privilegio di venire strangolato.

Così facendo i cattolici commisero errori pari, o forse più grandi, di quelli degli ebrei che, come loro, non avevano conservato il ricordo della sofferenza patita nel periodo della schiavitù egiziana e avevano perseguitato i cristiani. Al tempo della dominazione egizia il popolo ebreo, fedele al comandamento base di Israele, ossia "Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo" (Levitico 19, 2), possedeva i valori dell’umiltà e della tolleranza. Pur desiderando la libertà non odiarono il nemico e per questo Dio permise a Mosè di liberarli. Purtroppo già con il loro salvatore si dimostrarono arroganti e, nonostante la punizione ricevuta, una volta raggiunta la Terra Promessa alimentarono il sentimento dell’intolleranza e del potere allontanandosi dai comandamenti di Dio.

Pagarono quindi con la persecuzione dei cristiani gli effetti di una causa che loro stessi avevano generato. Purtroppo tale situazione era destinata a ripetersi in un futuro a noi prossimo e che ha visto il suo tragico epilogo negli orrori dell’olocausto. Nel 1921, per la prima volta in Italia, vennero pubblicati da Giovanni Preziosi "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion". Come afferma lo stesso Preziosi questo documento rappresenterebbe "una vera e propria spina nell’occhio di Israele" e tale dichiarazione non apparirà certo strana al lettore che conosce il contenuto dei Protocolli: "... Il nostro motto deve essere : ‘Qualunque mezzo di forza ed ipocrisia!’. In politica vince soltanto la forza pura, specialmente se essa si nasconde nell’ingegno indispensabile per un uomo di Stato. La violenza deve essere il principio; l’astuzia e l’ipocrisia debbono essere la regola di quei governi che non desiderano di deporre la loro corona ai piedi degli agenti di una potenza nuova. Il male è l’unico mezzo per raggiungere il bene... La nostra forza consiste nel tenere continuamente l’operaio in uno stato di penuria ed impotenza, perché, così facendo, lo teniamo assoggettato alla nostra volontà e, nel proprio ambiente, egli non troverà mai la forza e l’energia di insorgere contro di noi... Tutto è a noi sottomesso... Noi siamo gli eletti di Dio".

Nel riportare queste frasi, non nascondo il timore di essere frainteso. Desidero precisare che io stesso, Giorgio Bongiovanni, sono di origine ebraica e da generazioni conservo a casa mia il "candelabro a sette braccia". Tutto quanto in questo articolo voglio esprimere non scaturisce da sentimenti negativi ma dall’amore profondo per una razza alla quale mi sento di appartenere. Per meglio spiegare questo concetto vorrei citare la "Lettera aperta agli ebrei" scritta dal contattista italiano Eugenio Siragusa, mio padre spirituale e mentore, che illustra un pò quello che è anche il mio pensiero :

"Senza spirito di razzismo, ma con amore fraterno": "Voi che a suo tempo siete stati tolti dalla schiavitù, scelti e guidati per servire il monarca universale Adonai, non vi lamentate delle sofferenze, ma dite: ‘Mea culpa, mea maxima culpa !’

Se conosceste l’autorità dell’Onnipotente Signore e la Sua divina giustizia giustifichereste pienamente i suoi indiscutibili voleri e i mezzi di cui dispone affinché la sua giustizia trionfi.

Ricordate! Ricordate! Lavandosi le mani con l’acqua Pilato disse: ‘Io sono innocente del sangue di quest’uomo giusto’. I giudei gridarono: ‘Il suo sangue sia sopra di noi e sopra i nostri figli. Crocifiggi! Crocifiggi!’

Così i vostri padri mandarono a morte il Redentore, l’Agnello della giustizia, della pace e dell’amore. Ancora oggi il suo preziosissimo sangue ammanta di tribolazione e di morte i figli dei figli di coloro che preferirono Barabba a Gesù - Cristo.

Ricordate! Ricordate! Ancora l’ultimo atto deve cominciare affinché si adempia, in tutto il suo divino splendore, la gloria finale di Colui che instaurerà il regno di Dio in Terra.

Già la milizia celeste è all’opera e i segni palesi a tutti, ricchi e poveri, potenti e deboli.

I tempi si sono accorciati grazie al suo nuovo popolo, segnato e chiamato per servire, per salare e far lievitare e riemergere gli eredi di questo regno promesso.

Anche voi vedrete la Gerusalemme Celeste scendere dal cielo con ‘gran potenza e gloria’.

Lo vedrete perché questa grazia sarà data a tutti prima del grande giudizio."

Quanto appena riportato in relazione all’Ebraismo è facilmente riscontrabile in qualsiasi altro movimento politico o religioso. Potremmo citare ad esempio le caste indiane. L’induismo è la religione più antica del mondo, tanto che gli stessi indù affermano che essa non ha origine. Il Testo Sacro indiano, il libro de "I Veda", rappresenta la più antica forma di letteratura sanscrita conosciuta e consiste in quattro raccolte di testi che, secondo gli indù, contengono verità eterne. I Veda trattano i temi della reincarnazione, della legge di karma o legge di causa - effetto, dell’amore puro, del perfetto equilibrio tra corpo e spirito, della devozione alle gerarchie delle leggi universali. Ma anche i grandi insegnamenti dei Veda vengono calpestati non appena l’India conquista il potere, ossia dopo la morte di Gandhi. Una volta ottenuta l’indipendenza crea le caste fornendo alla storia un altro esempio di potere religioso intollerante e fanatico. I malati vengono oggi abbandonati e lasciati morire ai margini delle strade con la scusa che la loro sofferenza dipende dal karma ereditato in una vita precedente. E infine, lo stesso Dalai-Lama, maestro della tolleranza e del buddismo tibetano e un tempo perseguitato dai cinesi, giustifica gli esperimenti nucleari in India. Anche gli islamici, il cui credo religioso è fondato sull’esistenza di un unico Dio dal quale tutti i popoli provengono e al quale tutti torneranno, crea l’integralismo, manifestando chiaramente sentimenti di forte intolleranza. L’era islamica nacque nel 622 d.C., quando una piccola comunità di musulmani, guidati da Maometto, in seguito alle persecuzioni, fuggirono dalla Mecca a Medina. Una volta conquistata la libertà iniziarono a loro volta a perseguitare chi professava una fede diversa dalla loro e a commettere quindi nuovi crimini in nome di un Dio con il quale, secondo il significato stesso del termine Islam, sarebbero dovuti "entrare in uno stato di pace e sicurezza attraverso la sottomissione a Lui". Citiamo in ultimo, non certo per mancanza di argomenti ma solo per non annoiare il lettore, l’esempio storico del fallimento degli ideali di solidarietà, uguaglianza e fratellanza dei comunisti - socialisti. Tutte le grandi idee di chi si proponeva di creare uno stato che assicurasse a tutti il necessario e a nessuno il superfluo vengono a cadere non appena i bolscevichi ottengono di governare. Inizia con loro un lungo periodo di dittatura, che si avvale dell’aiuto di un forte potere militare, il quale, come è accaduto e accade in qualsiasi paese del mondo, si allontana dai propositi con i quali era stato istituito: difendere i diritti, la libertà e la dignità di ogni singolo individuo. I risultati del clamoroso insuccesso del regime comunista sono oggi sotto gli occhi di tutti.

Da tale modesta analisi storica deduciamo quanto il delirio di onnipotenza e il conseguente sentimento di intolleranza abbiano inciso profondamente il tessuto spirituale e politico delle varie società che si sono avvicendate nel corso dei millenni. Le religioni, alle quali era stato affidato il messaggio divino, hanno ceduto alle tentazioni dimostrando un protervo e sempre più deciso attaccamento alle cose temporali e allontanandosi sempre più dal valore della tolleranza. Non hanno quindi insegnato ai fedeli che la tolleranza è l’approfondimento del messaggio dell’amore e la base necessaria all’instaurazione di una super - civiltà. Tollerare non significa solo accettare le diverse opinioni degli altri o fare propria la frase di Voltaire: "Posso anche non credere in quello che dici ma darò la vita affinché tu lo possa dire"; tollerare significa avere la possibilità di ascoltare un’opinione diversa dalla propria scoprendo l’insegnamento che tale opinione ci vuole trasmettere. Solo in questo modo si potrà giungere, insieme al nostro prossimo, a scoprire la verità. La tolleranza è quindi il valore che testimonia l’assoluta necessità della libera espressione di ogni individuo grazie alla quale ognuno, attingendo dalle esperienze dell’altro, ha la possibilità di accrescere il proprio bagaglio di conoscenze e quindi di evolvere. L’evoluzione ci permette di scoprire il valore supremo dell’eternità divina. L’intolleranza, al contrario, è tutto quanto l’uomo ha sperimentato in millenni di storia.

Negli ultimi cinque o sei secoli, i popoli ad aver manifestato in maniera più evidente il sentimento dell’intolleranza sono quelli di pelle bianca.

La razza bianca è infatti la sintesi di tutte le razze, e di conseguenza di tutti i movimenti religiosi, che hanno caratterizzato gli ultimi duemila anni di evoluzione umana. La distruzione della cultura degli indiani d’America, l’Apartheid, l’olocausto ebreo sono alcuni tra gli orrendi crimini commessi dai bianchi, con l’avallo, il sostegno o il tacito consenso del Vaticano. Possiamo quindi affermare che lo stesso Vaticano ha commesso i delitti più tremendi che la storia ricordi. E’ quindi per questo motivo che, il 23 settembre del 1982, il contattista Eugenio Siragusa scrisse di suo pugno il seguente messaggio : "Satana è di pelle bianca. Tutte le qualità peculiari del male si identificano, in eccesso e con maggiore, astuta violenza, negli uomini di pelle bianca.

E’ la razza bianca, nella grande maggioranza, che rappresenta il ‘principe di questo mondo’. Domina e schiavizza, terrorizza e uccide le tribù mal disposte ad ubbidire, ad accettare la degenerazione fisica e morale.

La sua forza diabolica, la esercita soddisfacendo tutto ciò che può. Adombrare la luce dello spirito e le sue virtù. La pace, l’amore fraterno e la giustizia vengono, sibillinamente, combattuti e praticamente banditi.

La materia corrotta è l’elemento principale che determina il suo potere. Le follie del piacere sfrenato, sodomitico, consumistico e tante altre fornicazioni rappresentano la sua autorità.

‘Satana è di pelle bianca’. "

E’ vero che se riuscissimo, come si suol dire, "a fare tesoro delle esperienze", potremmo evitare di commettere in futuro gli stessi errori che continuiamo irrimediabilmente a commettere e che per legge di karma dobbiamo pagare. Guardando al nostro passato potremmo comprendere i valori necessari per vivere un futuro da uomini liberi.

La tolleranza, però, non può e non deve essere debolezza. Ad essa, di fronte a delitti atroci quali la pedofilia, il razzismo, la xenofobia ecc. bisogna anteporre la giustizia, sublime valore senza il quale la tolleranza, la pace e lo stesso amore, che è il cuore di tutti i valori universali, non possono manifestarsi.

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