LA LEGGENDA DE "I MONTI PALLIDI"
Leonardo e
Moreno al Rifugio Rosetta (mt 2400/2500) Le Dolomiti
che durante giorno, assumono ai raggi del sole dei meravigliosi barbagli
che vanno dal rosa più tenue al violaceo, al rosso scarlatto, al turchese
in giochi di luci ed ombre di impareggiabile bellezza, al tenue chiarore
della luna sembrano rivestirsi di un manto pallido tale da diffondere tutt
' intorno un riverbero argentato. Per questo fenomeno le montagne sono
anche conosciute con il nome ''I Monti Pallidi'' . A spiegare questo
appellativo ecco sorgere dalla fantasia popolare una leggenda che ora
racconto, così come la ricordo. Un tempo, forse ai tempi in cui Berta
filava o giù di lì, le vallate delle Dolomiti erano abitate da frotte di
nani e folletti che non andavano punto d'accordo con le genti del luogo,
dedite soprattutto alla pastorizia ed un pò all'agricoltura. Non
trascorreva giorno che gli umani non dovessero subire le angherie di
questi terribili esserin, ora veniva incendiato un fienile, ora veniva
distrutto il raccolto, ora le greggi e le mandrie al pascolo venivano
spaventate e spinte nei burroni... E nulla potevano gli uomini perché,
compiuto il misfatto, nessuno più riusciva a vedere i colpevoli, nascosti
sotto un fungo, una foglia o altro ancora. Destino volle che questi esseri
strani avessero una principessa,una creatura di statura normale, dolce e
meravigliosa chem, giunta età da marito si innamorò, guarda caso, proprio
di un giovane pastore. Invano i nani si ribellarono, invano proposero come
alternativa re degli gnomi, loro amico e vicino di reame, o il principotto
dei geni del boscoi invano ricorsero a mille e mille astuzie, a sortilegi,
a filtri e pozioni più o meno magici per distrarre la loro principessa dal
suo folle proposito. Non ci fu verso alcun, per nulla al mondo la
principessa avrebbe rinunciato al suo pastorello ed una notte, di
nascosto, fuggì verso le montagne dove sapeva esserci l'alpeggio del suo
amato. Corse disperatamente tutta la notte e l'alba la trovò ancora in
cammino. I nani, accortisi della sua fuga, iniziarono subito
l'inseguimento ed in breve tempo intravvidero la sua figurina esile che
arrancava lungo i dirupi della montagna. Quando la giovane si vide quasi
raggiunta, al colmo della disperazione, con le poche forze rimaste riprese
a correre, ma mise un piede in fallo e precipitò in un profondo burrone.
Morì, la poveretta, e le mille gocce del suo sangue schizzarono ovunque,
macchiando di rosso e rosa tutte le montagne. E questo è il motivo del
perchè le Dolomiti, al tramonto, hanno dei meravigliosi riflessi
rossastri. Ma, vi chiederete adesso: "dei dei nani cosa avvenne?"
Naturalmente furono puniti. Dovettero abbandonare quelle vallate e e
cercarsi un altro regno, magari sotto terra. Durante il giorno essi non
sono più visibili e non possono più far dispetti agli umani ma, durante la
notte, si inerpicano sulle montagne ergiunti sulle vette, hanno da
compiere fino all'alba un altro lavoro. Devono prendere, intrecciare,
filare con i raggi della luna un immenso argenteo tessuto da stendere
sulle montagne a coprire e nascondere le macchie di sangue della
sfortunata principessa. Ed eccovi perchè dell'appellativo "Pallidi" dato
ai nostri monti. Evanescente trina che all'alba si dissolve.
Osvaldo
Noro |