NonoBepi - agosto 2000

Leggende bellunesi:

Le bèle stòrie de la Val Belùna - Osvaldo Noro

LA LEGGENDA DI "AGORDO"

digital cigisenior - 1999

Racconta una bella leggenda che una volta, millanta anni or sono, tutta la conca dove ora sorge Agordo era occupata dalle acque di un vasto e profondo lago.
Le popolazioni, ancora pagane, vivevano sulle montagne dedicandosi in prevalenza alla pastorizia ed alla pesca nelle acque di questo lago. Fra quelle genti pagane c'era una famigliola composta da padre, madre ed un figlioletto di pochi anni, da poco convertita al Cristianesimo ad opera di uno strano viandante che ogni anno passava da quelle parti. Questo misterioso viandante era solito fare una breve sosta, ospite appunto di questa famiglia, si sedeva sulla panchina di legno, sotto gli abeti, parlava di Dio e quindi, dopo aver mangiato un pesce, se c'era, e sorbito una ciotola di latte, andava a trascorrere la nottata in montagna, vegliando in preghiera. Lassù c'era una grotta dove il forestiero si rifugiava in caso di maltempo e di solito legava il suo cavallo ad un grosso anello di bronzo infisso nella roccia, proprio alllesterno della grotta. ln dialetto tale anello viene detto "s-ciara" e da ciò, appunto, secondo un'altra leggenda, il nome attuale al monte Schiara. Lo strano viandante era San Martino che ogni anno veniva a predicare nella diocesi di Belluno che un giorno lo avrebbe eletto suo patrono.
Ora avvenne che un mattinom, mentre la nostra famigliola al completo era in barca sul lago intenta a pescare, un forte vento rovesciò la fragile imbarcazione, padre e madre si salvarono, ma la barca ed il piccolo sprofondarono nel lago e vane risultarono tutte le ricerche. I due genitori, dopo interminabili momenti di disperazione, non persero la Fede ed, inginocchiatisi, invocarono a voce alta lo strano viandante loro amico, affinché intercedesse presso Dio. Sul punto più alto del monte oggi conosciuto come "Le Pale di S.Martino" apparve il Santo. Vibrò con la sua spada un fendente sulla roccia, questa si spaccò, l'acqua del lago defluì verso il Piave ed in breve tempo il fondo del lago rimase asciutto. Proprio sul fondo c'era la barca rovesciata, e, sotto di essa, fu ritrotrovato il piccolo, placidamente addormentato.
Quel bimbo si chiamava "Agordo".

Osvaldo Noro

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