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  DOUBLE SCREENANTEPRIME DS

GENERE: GDR

CASA PROD.: NATSUME

SVILUPPATORE: NATSUME

DISTRIBUTORE: NINTENDO

N°GIOCATORI: 1

MOD. ONLINE: NO

VERSIONE PAL:

LINGUA VERSIONE PAL: ITA

VERSIONE TESTATA: FILM.

SOLO SU DS:

 

USCITA VERS. PAL: N.A.

USCITA VERS. USA: N.A.

USCITA VERS. JAP: N.A.

ASPETTATIVA

5 STELLE SU 5!

Harvest Moon per DS è cambiato talmente tanto rispetto ai canoni della serie che questo nuovo episodio potrebbe chiamarsi solamente "Rune Factory". Ciò nonostante, ci saranno sempre i soliti campi da coltivare e mucche e galline da accudire ma, questa volta, il tutto sarà letto in un'innovativa chiave fantasy, tipica dei giochi di ruolo giapponesi. Le ambientazioni, irreali e fatate, strizzano più volte l'occhio a quelle già ammirate nei vari Final Fantasy e Tales of. Inutile dire che questo cambiamento di rotta ci ha davvero incuriositi...

 

ANTEPRIMA DI: HARVEST MOON RUNE FACTORY

 

LA GIOIOSA VITA DEL FATTORE, QUESTA VOLTA, SI TINGE DI GIALLO: INTRIGHI, MAGIE ED OCCULTISMO INVADONO LE CAMPAGNE DI NATSUME!

 

Il colorato e bucolico mondo di Harvest Moon mi ha sempre affascinato. Chissà, forse perché mi ricorda tanto i posti del paese, in quel della Liguria, dove sono nato e cresciuto; o ancora perché magari, neppure tanto inconsciamente (dato che ho sempre riempito il mio balcone di piante da frutto!), il mio desiderio è sempre stato quello di fare il contadino…

Insomma, per giocare al titolo di Natsume bisogna essere un po’ strani, altrimenti non si può assaporare lo spirito del gioco. I miei amici, quando entravano in casa e mi vedevano intento a seminar rape virtuali o a mungere una mucca poligonale, aggrottavano le sopracciglia fino a farle arrivare alle caviglie, mentre non si sarebbero invece mai sorpresi nel vedermi alle prese con le creature infernali di Doom. Tutto questo descrive una semplice equazione: se uno videogioca sparando a destra e a manca va bene, viceversa, se utilizza questa nuova forma d’arte per fuggire dalla realtà e rifugiarsi in un microcosmo sempre sereno, in cui però c’è da lavorare sodo, allora si è un po’ fuori. Probabilmente è così… In effetti non so neanche ancora dove ho trovato la forza per finire il capitolo per Game Cube: A Wonderful Life!

 

A Wonderful Life!? Sicuro, sicuro?

Estate dopo Estate, giorno di vacanza dopo giorno di vacanza, alla fine sono infatti riuscito a giungere al settimo capitolo. E’ stata dura alzarsi per più di trent’anni (virtuali) prima dell’alba, per poter così portare le mucche al pascolo e le galline fuori dal pollaio. Poi c’erano da innaffiare quei campi che sembravano non voler finire mai ed il tutto andava fatto rigorosamente prima di mezzogiorno, o il sol-leone della bella stagione rischiava di far seccare le povere piantine. Le giornate di pioggia, invece, sprigionavano quel torpore classico di quegli uggiosi pomeriggi autunnali: si aveva voglia di rimanere in casa al calduccio, a sorseggiare un bel caffè caldo guardando la tv. Ma non si poteva: piuttosto che niente me ne andavo a scavare dall’archeologo, nella speranza di trovare qualcosa da vendere al rigattiere, o a pescare al fiume, in modo da regalare poi la cena al simpatico Galen, il vecchietto della città che avevo scelto come nonno adottivo. Del resto, il povero si lamentava sempre della sua solitudine e passava interi pomeriggi davanti alla tomba della sua Nina, la compagna di una vita. E vedere la sua sagoma in lontananza sulla collina davanti alla lapide, sia che piovesse o nevicasse, sia che battesse un sole in grado di bruciare le sterpaglie secche, mi dava quella spinta necessaria a lavorare ancora più duramente, anche durante e dopo l’ora di cena (virtuale), fino a che il povero Carlo (il mio alter-ego) non ce la faceva proprio più e sveniva dalla stanchezza.

Insomma, si può dire che abbia lavorato più per gioco che nella realtà. E dire che quell’universo tanto pacifico era infondo troppo placido e tranquillo: tutti gli abitanti ripetevano sempre le stesse frasi e di rado accadeva qualcosa di nuovo. Ma io continuavo a seminare e raccogliere, con la speranza che un giorno avrei ricevuto qualche visita inaspettata, come quella volta in cui Romana, l’anziana signora che viveva nell’unica villa della città, era venuta a portarmi un gattino che aveva trovato per strada.

Poi c’erano altri personaggi, come Cody l’artista scansafatiche o Vera la contadina, Rock il dongiovanni o i fratelli che lavoravano alacremente per produrre i fuochi d’artificio, con cui avrei voluto intessere un rapporto d’amicizia più stretto, ma una sola vita, caratterizzata da troppo lavoro e poco divertimento, non mi ha permesso tutto questo. Eppure nel paesello ero benvoluto da tutti e non c’è stato un solo abitante che non mi abbia mai fatto un regalo. Regalo prontamente ricambiato con abbondanti scorte di frutta e verdura interamente gratis, sia ovvio!

Anche mia moglie, Muffy, quando di sera andava al bar, quel bar in cui lavorava prima di sposarmi, mi faceva intendere neppure velatamente di non essere molto soddisfatta del suo matrimonio. Non le mancava nulla, ma lei l’aveva sempre immaginato “un po’ più eccitante”. E mio figlio? Non era mai in casa. Si alzava a mezzogiorno e andava a dormire dopo le due. Lo vedevo entrare ed uscire dalla fattoria dai campi, mentre seminavo l’ultimo melone o mi riposavo all’ombra dei meli che avevo piantato lungo il confine del mio podere. Evidentemente avevo trascurato anche lui. Certo, dopo 35 anni di duro e onesto lavoro avevo fruttato una montagna enorme di soldi, ma forse mi ero anche inaridito proprio come quel terreno su cui ho versato tante gocce di lacrime e sudore. E così, all’alba del primo gennaio dell’ottavo capitolo, il mio povero contadino muore. Ormai vecchio e stanco. Mio figlio corre in paese a chiamare i soccorsi, ma quando arriva il dottore non c’è più nulla da fare. Ed è qui che un gioco di sicuro solo in apparenza allegro e spensierato, dispensa la batosta più dura: il bimbo di casa, ormai diventato un ometto, decide di non prendersi sulle spalle quella fattoria che aveva allontanato suo padre dalla famiglia; preferisce, infatti, diventare un artista errabondo, partendo dalla vallata con il suo mentore ed amico: quel fannullone di Cody. A Muffy, anche lei ormai anziana e stanca, non rimane altro che rimboccarsi le maniche e continuare quel duro lavoro che aveva consumato l’esistenza di suo marito. Anche il vecchio Takakura, vicino di casa nonché l’uomo che, anni prima, aveva avviato la fattoria col padre del protagonista, decide dunque di dover rimandare ancora una volta la sua entrata in pensione, perché non se la sarebbe sentita di lasciare tutto il peso dell’azienda sulle sole spalle di mia moglie. Insomma, morendo il mio personaggio non se ne è solo andato, ma ha condizionato anche la vita di chi gli era stato pericolosamente troppo vicino. E dato che non si può certo parlare di “Happy End”, ho così scoperto con rammarico che non ho giocato bene come avevo sempre creduto. Far soldi a palate non significa certo nulla se non ti accorgi neppure dei sentimenti di chi ti sta vicino e forse l’insegnamento di un gioco tanto strano potrebbe essere proprio questo. Chissà. Sta di fatto che, dopo tante partite, dopo tante ore trascorse assieme, con quel povero contadinotto perennemente spettinato, che è arrivato al villaggio con tanti sogni e speranze e che ho trasformato in una macchina per far soldi, la sua morte ha saputo comunque segnarmi. Lui se ne è andato, mentre la valle Non ti scordar di me continua a vivere…

 

UN NUOVO INIZIO!

Finito un Harvest Moon, però, sono sempre pronto ad iniziarne un altro e così ho accolto di buon grado la notizia dell’arrivo dei due prossimi capitoli su Game Cube e DS. Se l’episodio per Cubetto, dal canto suo, a sfavore di una grafica più realistica come quella sfoggiata in A Wonderful Life!, preferisce uno stile deformed, allegro e scanzonato, molto simile agli episodi dueddì della saga, il capitolo per DS, invece, punta nuovi orizzonti. La grafica, difatti, si è fatta più seriosa e particolareggiata, inutile dire che strizzi di continuo l’occhio a quella dei vari Final Fantasy; mentre il titolo, “Rune Factory”, fa intendere proprio che le caratteristiche più classiche dei GDR potrebbero presto invadere le fattorie virtuali di Natsume.

Il villaggio è diventato un piccolo borgo medievale e tutti gli abitanti, protagonista compreso, non vestono più con il classico binomio di jeans e magliette, bensì portano con disinvoltura abiti fiabeschi, classici dei mondi incantati. Come se tutto questo non bastasse, viaggiando per il piccolo mondo è possibile imbattersi in tipi davvero strani in grado di praticare arti occulte o in creature mitologiche che avranno un sicuro peso nell’avventura. Non mancheranno poi i mostri ed in questo senso è quindi auspicabile l’entrate in scena dei combattimenti, anche se non sappiamo ancora se il nostro potrà difendersi unicamente con zappe e annaffiatoi o se avrà la possibilità di poter comprare spade, archi, scudi…

Quello che è certo, è che la componente magica la farà da padrone, in questo nuovo episodio, già definito dagli stessi sviluppatori come lo spin-off della serie.

Il protagonista (si potrà scegliere tra un ragazzo ed una ragazza), infatti, non è di certo un umano come tutti gli altri ma, non ricordando nulla sul suo passato e su chi fossero i suoi cari ormai scomparsi, dovrà indagare tra un periodo di semina e l’altro per far luce sulle proprie origini. Scopo del gioco non dovrebbe quindi più essere quello di farsi una famiglia, bensì di addentrarsi nei segreti della mistica vallata in cui abitiamo. Non mancheranno stagni abitati da creature benevole in cui viaggiare a bordo di gigantesche ninfee; palazzi fatati e grotte oscure ricolme di mostri.

Su tutto il resto Natsume tiene le labbra cucite. Non ci è neppure ancora dato sapere quando Harvest Moon Rune Factory vedrà la luce sul suolo nipponico, né come ed in che modo potrà essere collegato con le specifiche del DS, quali il doppioschermo, il visore sensibile al tatto ed il microfono. Sembra essere stato invece momentaneamente accantonato il progetto di Harvest Moon DS di cui trovate alcune foto qui accanto. Il gioco avrebbe dovuto ricalcare i classici canoni della saga e permettere ai possessori di Magical Melody per Game Cube di far comunicare i due episodi sbloccando così aree ed items del tutto nuovi. Evidentemente, però, almeno per ora ci dovremmo “accontentare” di un solo episodio per DS davvero strano e inaspettato!

  A cura di Carlo Terzano

Il concept potrà anche aver subito delle vistose innovazioni, ma i campi da coltivare e le mucche da mungere rimangono comunque. Per fortuna!

 

 

 

 

 

La mappa è molto più vasta rispetto ai precedenti episodi e può contare su di una lunga serie di locazioni davvero ispirate.

 

 

 

 

 

 

A differenza degli altri Harvest Moon, qui i villaggi non sono i soliti agglomerati di palazzine in stile giapponese, ma borghi medievaleggianti dal forte sapore fantasy...

 

 

 

 

 

 

Come ho più volte ribadito nell'articolo, diverse locazioni strizzano più volte l'occhio a quelle già visitate nei vari Final Fantasy e Tales Of. La curiosità aumenta...

 

 

 

 

 

 

Questo placido stagno potrebbe portare ad un bosco fatato. Gli scorci pittoreschi in Rune Factory sembrano proprio non mancare!

 

 

 

 

 

Ed ecco, infine, fare il loro ingresso, per la prima volta nella serie, i mostri, che andranno affrontanti facendo leva sul nuovo (e ancora misterioso) metodo di combattimento.

 

 

 

 

 

 

Questa invece è una delle poche foto che Natsume rilasciò quasi un anno fa quando si iniziò a parlare di Harvest Moon DS. Evidentemente il progetto deve essere stato ora accantonato...

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Commento 
 

Mario 88 - 26/02/2006:
Davvero un ottimo articolo, complimenti a Carlo e a tutti gli altri!

Fox McBianchi - 26/02/2006:
La serie non mi è mai piaciuta, ma con queste premesse inizia a solleticarmi...

Super Peach 88 - 26/02/2006:
Un simulatore di vita agricola? Che strano...

Susy-Mix - 26/02/2006:
Che bello: HM su DS!!

Boxxy - 26/02/2006:
Articolo commovente, bravi!

RdG - 26/02/2006:
Io non sono ancora riuscito a finire quello per GC...

Gamma- 26/02/2006:
Che forza! Il nuovo Harvest Moon!!

Pag: 1 - 2.

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