ANTEPRIMA
DI: ELECTROPLANKTON
D’ORA IN POI
AFFERRATE PER LA CODA UN IGNARO PESCIOLINO ED URLATEGLI NELLE ORECCHIE:
“MUSICA, MAESTRO!”. IWAI SOSTIENE CHE CAPIRà…
L’espressione
“muto come un pesce” mai, come in questo caso, è risultata fuori luogo e
persino non veritiera. Nell’universo del maestro Iwai, infatti, non solo c’è
un’intera branca della vita marina che ama la musica ed i jingle, ma che può
anche essere usata, se opportunamente “strofinata” con la stilo, alla
stregua di un innovativo strumento musicale!
Scordatevi tutti i
laghetti visti fino ad ora: stiamo per entrare in un mondo del tutto nuovo
ed altamente evocativo.
NELLE PROFONDITà
DEL MIO STAGNO, UNO SPARTITO!
Che
il DS sia una console fuori dagli schemi, ormai è ben noto a tutti. Nessuno,
però, avrebbe mai potuto partorire un gioco simile ad Electroplankton.
Nessuno? Quasi…
Spiegare il concept
che gira attorno ad un titolo del genere non è facile, così come non è facile
descrivere quanto e perché sia coinvolgente e divertente. Un acquisto
obbligato, in poche parole.
Electroplankton si
compone di diverse “vasche” piene zeppe di vita. Ciascun acquario contiene
una specie di plankton diversa dalle altre, caratterizzata da specifiche
musicali proprie.
Abbiamo i Rec, per
esempio: piccoli pesciolini su cui registrare la propria voce o brevi basi
musicali, da intrecciare a loro volta con altri suoni e componimenti per
mettere assieme, via via, un’architettura sempre più complessa e pronta a
soddisfarci; i Lumiloop, speciali totani su cui far girare
vorticosamente la propria stylus. Maggiore saranno veloci i vostri
“massaggi” sui loro pancini, più forte sarà la musica che le bestioline
emetteranno per ringraziarvi; Volvoice: la prova meno musicale e più
giocabile del gruppo. Si parla nel microfono per creare delle onde sonore
che vengono poi remixate in maniera diversa dalle dispettose creature che
nuotano attorno. Si possono creare effetti piacevoli, ma l’impronta giocosa,
in questo caso, è forte. Poi ci sono i Nanocarp: minuscoli pesciolini che
navigano in branco. Toccare il touch screen significa agitarli e creare nel
gruppo un piacevole scompiglio musicale. Come tante campane che rintoccano
quasi contemporaneamente, anche i Nanocarp giocano sull’espansione del suono, sulla sua distorsione e
sulla sovrapposizione alla presenza di altre onde di pari e diversa
intensità per creare risultati inattesi. Marine-Snow: la forma di Plankton che attirerà
soprattutto i giocatori dotati di buon orecchio. Forse è la vasca più
impegnativa, visto che tirare fuori qualche bella melodia da questo branco
dispettoso di pesci romboidali è difficile, ma sicuramente, una volta
fattoci il callo, è anche una delle sessioni di gioco più divertente e
pronta a regalare grandi soddisfazioni. Luminaria: lo spartito dei pesci.
Così potremmo definire questa vasca ricolma di pesciolini che non aspettano
altro che il vostro intervento per tuffarsi in un labirinto di frecce e
viuzze. Intervenendo sulla loro direzione, si modifica il suono creato,
proprio come se si stesse scegliendo la tonalità di una nota. Anche in
questo caso ci vuole orecchio per tirare fuori qualcosa con cui intrattenere
i propri amici. Insomma, ogni acquario contiene un diverso "strumento
musicale", purtroppo non interagibile con gli altri pesciolini di differente
natura, che però può adattarsi alla perfezione ai nostri gusti musicali,
nati a seconda della situazione, dell'umore e così via...
PROFANI E MUSICISTI
NUOTANO NELLE STESSE ACQUE!?
Non
crediate che le specie di Plakton contenute nella cartuccia siano finite
qui: all’appello, infatti, mancano ancora diverse famiglie dalle
caratteristiche molto interessanti, che però visioneremo per bene il mese
prossimo, quando sarà il momento di recensire il titolo del dottor Iwai.
Parliamo, ora, di un
aspetto più importante: quanto può interessare un gioco che non è un gioco,
ma che farà giocare i musicisti e non solo loro. Confusi? Ora tenterò di spiegarmi meglio…
Scordatevi livelli da
superare, manze da salvare o punteggi record da raggiungere: Electroplankton
non contiene nessuno di questi obiettivi. L’unico scopo del titolo è quello
di sperimentare diversi approcci con la fauna del nostro acquario, giocando,
accarezzando ed intrecciando le melodie e le progressioni che ne vengono
fuori. Si accarezzano i pesciolini, si punzecchiano, si tormentano e a
tratti viene persino voglia di dare loro una bella lezione, quando
dispettosamente non rispettano i tempi o la traiettoria prevista,
modificando la composizione che avevamo in testa. Si gioca con la musica,
insomma, ed Electroplankton è uno strumento talmente sofisticato che può dare
piacere tanto ai musicisti, quanto ai neofiti. I primi si divertiranno un
mondo e non mancheranno di stupirsi di fronte alle possibilità messe in
gioco dal titolo del dottor Iwai, i secondi, invece, dopo un timido
approccio, scopriranno che i pesciolini altro non sono che la nostra stylus
sul foglio bianco di Pictochat: strumenti da utilizzare a piacimento che si
trasformeranno in qualcosa di gradevole a seconda del nostro estro
creativo, della nostra bravura ma anche dell’umore. Al posto di una
tavolozza vuota da riempire, questa volta Nintendo ci ha dato un timpano (il
nostro e quello dei nostri amici, fidanzate, famigliari e così via) da
allietare. Sperimentando e giocando, giocando e tormentando i nostri piccoli
compagni di sessione.
LA FONTANA DEI
SOGNI PERDUTI.
Un
gioco senza obiettivi può essere virtualmente eterno? Electroplankton pare
dirci di sì. Dalla fine di Giugno abbiamo in mano la versione Jap e, in più
di 30 giorni di prove, sessioni e perfino piccole esibizioni, resta ancora
la nostra scelta preferita quanto prendiamo in mano un DS. Ciò però non vuol
dire che possa piacere a tutti, beninteso. Qui in redazione, infatti, più o
meno tutti siamo appassionati di musica e più o meno tutti, da piccoli (e
alcuni di noi ancora oggi) abbiamo suonato con passione uno strumento
musicale. Insomma, forse non siamo le persone più obiettive da ascoltare
quando si parla dell’interesse che un titolo come questo può stimolare nel
giocatore medio, ma siamo sicuri che difficilmente ci potrà essere qualcuno
tanto freddo ed impassibile a cui questo esperimento possa non andare a genio.
Tra voi c’è forse qualcuno che odia la musica?
A cura di
Carlo Terzano
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Le Nanocarpe sono le
forme di vita più dispettose dell'intero stagno: si divertono a disturbare
la musica che create toccando il pelo dell'acqua, producendo così
un'orchestra di tanti piccoli suoni scoordinati ma, al tempo stesso, davvero
orecchiabili.
Girate vorticosamente
il vostro dito sul pancino di questi totani un po' troppo vivaci:
esploderanno in una miriade di suoni che dovrete far combaciare con quelli
emessi dagli altri presenti nella vasca. Preparatevi a sudare!
Questi "mouse"
sorridenti sono in realtà dei pesciolini molto dispettosi. Si divertono,
infatti, a campionare e distorcere i suoni che fate giungere al microfono
del DS. Forse la vasca più giocosa e meno "professionale" di Electroplankton.
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