Dicearco (vissuto tra il 350 a.C. ed il 290 a.C.), originario di Messina, fu un filosofo aristotelico.
Viaggiò in Grecia per parecchio tempo. Ad Atene fu discepolo e pupillo di Aristotele nella scuola peripatetica (studi rigorosamente scientifici). L’atteggiamento contemplativo verso la natura viene superato e sostituito da Dicearco con un modello di vita attiva e responsabile. Nel pensiero del filosofo messinese, l’uomo è responsabile del proprio destino e la decadenza è dovuta al cattivo uso della ragione. Dicearco esalta, nelle sue opere, la superiorità della vita attiva su quella contemplativa, rinnega il fato e mette nelle mani dell’uomo la responsabilità nella costruzione del proprio destino.
Delle sue opere rimangono pochi frammenti e testimonianze. I più significativi:
”Anima“, ”Mantica“, ”Vita pratica“, dove si sostiene la maggiore concretezza della vita pratica.
”Tripolitico“, una raccolta di costituzioni delle città greche, dove la più imponente, Repubblica degli Spartani, veniva letta una volta l’anno in piazza, a scopi educativi, per ordine del governo (Alessandro Magno).
”Stato di Grecia“, descrizioni delle città greche; il frammento giuntoci è, però, probabilmente spurio.
”Vita della Grecia“ , primo itinerario storico culturale della Grecia, dall’età dell’oro fino alla decadenza umana del suo tempo, per stoltezza dell’uomo (periodo ellenistico post alessandrino). Vi si ispirerà l'indagine di Varrone
”Itinerario intorno al mondo“, dove per la prima volta la terra viene suddivisa in meridiani e paralleli. Un reticolo che individuava qualunque punto delle terre allora conosciute. Dalle colonne d’Ercole alle estreme indie, dall’africa meridionale all’europa settentrionale.