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Breve
storia della gastronomia dall'antichità ad oggi Stefano Greco
Già
molti secoli prima degli antichi romani il pane, l'olio e il vino erano
talmente importanti da essere definiti sacri. Con il passare del tempo
ovviamente il processo di produzione di questi prodotti è stato
sensibilmente modificato. Il vino che beviamo oggi è qualcosa di
completamente diverso da quello che bevevano gli antichi romani che era un
succo d'uva molto concentrato e quindi molto dolce,. Non esisteva
l’invecchiamento, dal momento che la fermentazione è stata introdotta
molti secoli dopo. Lo stesso vale per altri alimenti come il formaggio
etc. I romani erano anche consumatori di pesce soprattutto di acqua dolce,
grazie alla presenza diffusa di stagni o lagune. L'alimentazione di gran
parte delle famiglie, quelle ovviamente più povere, era fondata sui
legumi quali ceci e fave. Il medioevo segna una svolta radicale anche
sotto il profilo dell'alimentazione. Già nel modo della presentazione dei
piatti e della sistemazione della tavola: il passaggio dal mondo antico al
medioevo infatti, coincide con il passaggio dal banchetto antico che
assumeva un significato quasi sacrale, ad un banchetto molto più
spettacolare, fatto per meravigliare. Per quanto concerne i prodotti, le
verdure erano la costante nell'alimentazione della popolazione povera,
mentre sui banchetti dei ricchi trionfavano i grandi arrosti di tutti i
generi. Tuttavia non vi era ancora l'abitudine di apparecchiare la tavola
con tovaglia e singole posate per ognuno dei commensali, uso che sarà
introdotto nella Firenze rinascimentale. DAL 600 di Antonio Capano.…….In
epoca aragonese negli ambienti più raffinati vengono cambiate persino le
tovaglie, mentre si servono le diverse portate. Una tavoletta di legno fa
allora da piatto, bicchieri in ceramica così come scodelle e piatti per
zuppa Le carni ed i pesci si mangiano con le mani: quando i pezzi sono
troppo grandi gli invitati li tagliano con i propri coltellini. Non si
usano tovaglioli, ma un catino per acqua e profumi nel quale si sciacquano
le mani. Tipiche, tra l'altro, le zuppe di farro, fagioli e cotenne di
maiale. L'agnello viene cotto per intero e accompagnato da salse di
cipolline aromatizzate all'aceto. In occasione di festività, agli ortaggi
e zuppe ripetitive si
aggiungono carne e ossa (minestra maritata). Non manca la zuppa di
suffritto. La scoperta dell'America porta in occidente nuove colture:
mais, patata, pomodoro, fagiolo (nella varietà grande). Il mais va a
sostituire i cereali già utilizzati per fare la polenta, come il miglio,
data la loro resa inferiore. Esso, coltivato dapprima soltanto negli orti,
dovrà attendere il XVIII secolo perchè ci si accorga della sua
redditività; di conseguenza si ottiene una massiccia produzione ed una
spinta ad un monofagismo che causa una carenza vitaminica dannosa
all'organismo umano.
La
patata: Coltivata nelle zone andine, in sostituzione del mais, coltivato a
quote più basse. Importato in Europa, questo tubero mise fine alle
ricorrenti carestie del nord, come l’Irlanda.
Il
pomodoro:Di origine messicana viene
introdotto dagli spagnoli in Europa nel ‘500. Considerata pianta
ornamentale, incontrò all’inizio uno scarso successo anche per Il suo
sapore amarognolo.
I
peperoni:Anche i peperoni sono originari dell’America tropicale, da cui
si diffusero prima in Spagna, poi nell’Europa orientale e soprattutto in
Ungheria con il nome di paprika.
Della
carne, di cui qualche volta all'anno fan uso i ceti inferiori, quella
vaccina è rara, consumandosi quelle di pecora, di capra e nei mesi
invernali quella di maiali. Queste si salano e si sogliono bollire in vasi
di creta e di legno. I salami del Cilento sono i migliori. Pesci ordinari
sono acciughe, sarde, che si salano, o fragaglie. L'olio è ottimo e
abbondante. I latticini sono mediocri, gli ortaggi vendibili sono
insufficienti. I frutti abbondano e soprattutto i fichi. "La carne si
prepara dalla plebe in allesso o arrostita” Taluna volta in ragù,
quando in qualche giorno ricordevole sogliono accoppiarvi i maccheroni.
Quando c'è penuria di cibi ordinari si usano erbe o radici bollite
condite con solo sale e poco olio". Comunque la polenta di granone di
sera ed erbe bollite e per metà soffritte con poco olio e grasso. Nella
tradizione Cilentana, durante il matrimonio si portano i maccheroni fatti
in casa, i fusilli ("fusiddi"), conditi con ragù di castrato,
carne di agnello che il padrone ha cresciuto in vista del fausto evento.
Seguono prosciutti, sopressate, formaggi di capra e di pecora, quindi
frutta e dolci, mandorle con miele, noci mostacciuoli e fichi imbottiti e
cotti al forno. I lavoratori, durante la sosta, mangiano zuppiere con
cavatielli, piatti di affettati, caciocavalli, accompagnandoli con panelle
e con vino in fiaschi. Tipiche del periodo Pasquale le tagliatelle condite
con latte e formaggio, cotte nel forno. Caratteristici anche gli involtini
di capretti cotti alla brace, i"cicci 'mmaretati" a base di
legumi (grano, ceci, fave, lenticchie, granone, fagioli, castagne bianche
e cicerchie), cotti a parte e poi amalgamati e conditi. Piatto povero è
il pancotto con pane raffermo, ma anche castagne e fagioli, pasta e ceci,
pasta e fagioli.
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