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Un'essenza inparticolare:FICUS TROPICALI |
Ordine: Urticales
Famiglia: Moraceae
Genere: Ficus
Specie: circa 800
Il genere Ficus
comprende diverse centinaia di specie distribuite nelle zone temperate, subtropicali,
e tropicali d’Asia, Australia (F.macrophylla, F. rubiginosa e F. platypoda),
Africa e America. Gli aspetti comuni sono: fuoriuscita di liquido lattiginoso
dalla corteccia e dai rami, foglie carnose e spesse, radici superficiali ed
aeree. I ficus fanno parte di quelle essenze che sono senz’altro da suggerire
ai principianti per la loro generosità, per la maniera in cui sopportano sia
la potatura sia le cimature, per l’adattabilità alle tecniche di formazione.
Origine del nome
Dal greco sycon, trasformato in ficus nella lingua latina. Etimologicamente il
termine ha dato origine, secondo alcuni linguisti, anche alla parola Sicilia;
per altri potrebbe essere la stessa di "secco".
Il Ficus come bonsai non possiede una lunga tradizione la Cina e il Giappone
hanno iniziato a valutarlo solo quando il mercato occidentale l’ha richiesto.
Esiste una gran confusione riguardo ai nomi delle numerose varietà di Ficus. La
scelta del materiale adatto conviene farlo considerando la forma, la dimensione
iniziale delle foglie, e la silhouette del soggetto.
Tra le più utilizzate come bonsai si trovano le seguenti specie: Ficus retusa,
Ficus panda, Ficus superba, Ficus pumila (o Ficus microphilla o Ficus kinmen),
Ficus benjamina, Ficus nataliensis (o Ficus triangolaris), Ficus neriifolia,
Ficus buxifolia. Una varietà interessante per le foglie piccole e la fittezza
della sua vegetazione è il Ficus repens, che resiste bene anche a temperature
basse e quindi in molte nostre regioni può passare l'inverno all'aperto.
Ricaccia dal tronco con facilità.
Descrizione:
Piante arboree, di rado rampicanti o arbusti, con foglie sempreverdi spesso
coriacee, semplici, alterne, a margine intero, più raramente frastagliato o
lobato. I frutti sono achenii e sono contenuti nel ricettacolo fiorale ingrossato
(siconio) che talvolta a maturità è commestibile (fico, sicomoro, ecc). Nelle
varietà esotiche usate di solito per bonsai raggiungono perlopiù il diametro
di un solo centimetro, la buccia è levigata ed inizialmente coperta di lenticelle.
In questi Ficus sempreverdi i frutti spesso compaiono all'ascella delle foglie
o direttamente sul tronco. Prima verdastri, maturando diventano poi rossi o
viola o gialli secondo la specie. Sui Ficus diversifolia o deltoidea i frutti
(giallo-arancio) compaiono assai facilmente ed aggiungono un notevole valore
decorativo al soggetto. I fiori, molto piccoli, sono unisessuali: i maschili
e i femminili possono presentarsi su piante separate. Il breve tubo corallino
termina con due, tre o quattro lobi più o meno arrotondati.
Molte varietà di Ficus presentano delle lenticelle (formazione che prende origine
sulla corteccia di giovani piante ed è molto importante per gli scambi gassosi
fra atmosfera e tessuti profondi) sulla corteccia, di solito dei rami giovani
fino a due-tre anni, altri le conservano anche sulla struttura più vecchia.
Tali formazioni sono normali e non vanno confuse con parassiti, anche se certe
cocciniglie le possono simulare. Va tenuto presente che le foglie sono sempre
prive di queste lenticelle.
La
peculiarità che più colpisce l’appassionato è quella delle radici tabulari,
una variazione della radice che subisce il ficus: queste sono tipiche d’alberi
di grosse dimensioni come quelli delle foreste tropicali: hanno la forma di
grandi lame ed emergono dal suolo verticalmente alla base del tronco, estendendosi
tutt'intorno sul terreno per consolidare l'ancoraggio della pianta.
Nel Bonsai di ficus queste radici evidentemente non si eliminano, anzi vanno
potenziate perché evidenziano la bellezza della pianta. Per aumentarne la crescita
si ricopre il tronco con sfagno.
In diverse quantità tutte le specie del genere Ficus contengono latice, sostanza
organica secreta dai canali laticiferi. Questo liquido denso non ha niente a
che vedere con la linfa. Questa caratteristica è condivisa da tutte le Moraceae,
è una sostanza lattiginosa e appiccicosa la cui funzione non è ancora chiara,
benché si presume abbia uno scopo antipredatorio. Questa secrezione esiste già
nel giovane embrione e perdura per tutta la vita della pianta. È un'emulsione
molto complessa, contenente, accanto a cellule, enzimi, proteine e altre sostanze
ossidanti, anche idrocarburi ad alto peso molecolare cui deve la particolare
consistenza. Particolarmente abbondante nei momenti d’intenso sviluppo può essere
irritante per gli occhi e la pelle.
Cure Colturali
Propagazione
Propagazione per seme: è un sistema poco usato.
Propagazione per margotta: La maggior parte degli esemplari
di Ficus in commercio come bonsai, sono stati ottenuti mediante margotta o talea.
Il migliore periodo per la realizzazione della margotta è maggio/giugno.
Con la margotta a strozzatura si può far produrre ai Ficus un'abbondante
quantità di radici in quasi un mese: è sufficiente avvolgere fortemente
un grosso filo (~ 3mm.) intorno alla zona desiderata fino ad inciderla, coprirla
con sfagno umido, fasciare l'insieme con un foglio di plastica legato saldamente
ed attendere fino a quando il tronco non emetterà le radici.
Propagazione per talea: è un sistema facile. In luglio
ed agosto tagliare delle talee di 5-10 cm di lunghezza si riduce l'ultimo germoglio,
si eliminano le due paia di foglie alla base della talea, e si piantano in diagonale
in terriccio di torba e sabbia in parti uguali. Coprire il tutto con lastra
di vetro o foglio di plastica per avere un effetto serra.
Quando le talee inizieranno a vegetare, si scoprono e solo nella primavera successiva
(aprile) si possono trapiantare in vasetti singoli. Si possono ottenere delle
talee radicate (barbatelle) immergendole in acqua.
Le talee, radicano più rapidamente quelle tolte dalla cima dei rami.
Non è indispensabile usare ormoni radicanti che in ogni modo accelerano
il processo, è consigliabile porre il semenzaio in mini serra. Un altro
metodo di riproduzione poco utilizzato, ma molto valido è la divisione
di radici. Si pianta una radice, risultante da una potatura dopo
il rinvaso, in vaso lasciandone 1/3 esposto, e in poco tempo spuntano nuove
gemme. Qualora si uniscono varie radici, si può creare uno stile a radici
esposte, o uno stile a zattera.
Esposizione:
Il ficus nelle regioni settentrionali va collocato per metà anno in casa
esposto a nord (da settembre ad aprile) in un luogo luminoso intorno a 20.000
lux o superiore, lontano da fonti di calore diretto e con un tasso d’umidità
atmosferica (U.R.%) alto, 70-80% e poi sistemato all'esterno da maggio a settembre.
Prima di ritirare le piante in casa, vicine ad una finestra, per circa 20 gg.
ridurre sensibilmente le innaffiature per non fare cadere le foglie (prima diventano
gialle e in 2-3 giorni cadono). Mentre nel meridione può trascorre tutta
la stagione invernale all'aperto senza problema.
In generale si adattano con qualche difficoltà alla vita in appartamento
quelle piante tropicali il cui clima originario somiglia più o meno a
quello dei nostri ambienti, con temperature che oscillano tra 18° e 24°
C. Tenendo presente che i nostri ambienti non possono sostituire il loro habitat
naturale: foreste con quel tipico caldo-umido, senza cambiamenti di stagione
ed escursioni termiche.
In realtà per i ficus tropicali nelle ore di luce le condizioni ottimali
sono tra i 20 e 22 gradi, ma durante la notte queste piante sopportano temperature
più basse.
Quindi è preferibile in quelle ore spostare il Bonsai in ambiente più
fresco, (circa 15°-16° C) per assicurarsi questa leggera escursione.
Questo evita loro di consumare con la respirazione gli scarsi zuccheri prodotti
nelle poche ore di luce utilizzabili nelle giornate invernali. Poiché
è fastidioso cambiarli di posto mattino e sera, l'alternativa è
di spruzzare la loro chioma quando scende il buio con acqua piovana o distillata
(l'acqua "dura" delle tubature è poco consigliabile perché
lascia depositi calcarei). L'evaporazione di quest'acqua abbassa per qualche
ora la temperatura delle piante.
È necessario quindi in inverno sistemare i ficus a ridosso di una finestra,
questo è giustificato dall’esigenza di una certa quantità
di luce, da non confondere con sole diretto.
In estate il ficus va posto all'aperto, non direttamente esposto ai raggi del
sole, purché la pianta vi si abitui gradualmente. L'aria umida è
quasi essenziale. All'interno il Bonsai perde più acqua di quanto ne
assorbono le radici con eventuali gravi danni per le foglie che ne vedono pregiudicata
la crescita. E' giusto quindi controllare il grado igrometrico. L’ideale
sarebbe porre il vaso sopra ad un ampio vassoio con del ghiaietto che contenga
una piccola quantità d’acqua sul fondo, ma che eviti il contatto
diretto dell’acqua con il vaso. La temperatura ambientale, farà
evaporare lentamente l’acqua dal vassoio, creando una sufficiente umidità
attorno alla pianta.
Annaffiatura e Nebulizzazione:
Un consiglio che vale per tutti i ficus è quello di procedere a regolare
pulizia delle foglie irrorando le foglie con il getto della doccia, oppure pulendo
le foglie con un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto d’acqua distillata.
Questa operazione va eseguita in particolare durante il periodo vegetativo ed
è necessaria perché le piante respirano ed assorbono umidità
per mezzo delle foglie. Ambedue le lamine fogliari devono essere mantenute pulite
per evitare che gli stomi si ostruiscano.
Al contrario delle piante decidue, i cui germogli crescono solo per un certo
tempo, nei sempreverdi la nuova vegetazione, resta erbacea più a lungo
e continua a crescere anche per 20-45 gg. L’eccesso d’acqua determina
in buona parte questo sviluppo. Quindi nei soggetti maturi, oltre a dare molta
luce, è utile moderare le annaffiature per tutto il tempo che prosegue
lo sviluppo dei germogli. Le annaffiature saranno copiose nella stagione calda,
diradandole in inverno. Il ritmo delle annaffiature deve essere tale che il
terriccio non resti mai troppo umido: solo così le foglie divengono piccole
e gli internodi corti. Tutti i Ficus d'altronde tollerano meglio periodi asciutti
relativamente lunghi, anziché una persistente umidità eccessiva.
Sarebbe opportuno potere usare acqua con pH vicino alla neutralità o
inferiore, quindi piovana o acqua trattata con un prodotto decalcificante perché
l'acqua corrente calcarea: pH superiore a 7,5 può lasciare depositi calcarei
sulle radici, rallentando la crescita.
Substrato:
Ai Ficus è gradita l'acqua, ma non possono sopportare terreni costantemente
bagnati. Sono alquanto esposti al marciume radicale ed, è bene mantenere
un’alternanza tra terreno quasi asciutto (70%) e terreno bagnato.
Si sviluppano ugualmente in ambiente neutro o leggermente acido, pH 5,5 - 6,5
richiedono un terriccio soffice, permeabile e fertile.
Un composto adeguato è costituito da akadama 80%, pomice o lapillo vulcanico
10%, terriccio di foglie 10% e con l’aggiunta di un 10% di humus di lombrico.
Rinvaso:
Il periodo ideale per il rinvaso è poco prima che inizia il periodo vegetativo,
marzo-aprile al sud e maggio al nord.
Poiché crescono molto vigorosamente due anni è il tempo massimo
tra un rinvaso e l'altro. Le radici crescono rapidamente e recuperano facilmente,
quindi si possono tranquillamente tagliare senza paura, lasciando solamente
1/3 dell'originale pane di radici.
Molti Ficus che si acquistano hanno le radici parzialmente esposte e attorcigliate,
al primo rinvaso è necessario "sistemare" il loro andamento.
Le radici che non possono essere corrette saranno gradualmente eliminate.
I vasi più adatti sono di colore azzurro marino, beige o in gres, evitare
quei vasi cinesi decorati, troppo appariscenti.
Potatura dei rami e dei
germogli:
I ficus tropicali appena comperati spesso hanno bisogno di essere semplificati
nella loro struttura, lasciando un solo ramo per livello, scegliendo esattamente
le proporzioni, e facendo comparire una certa conicità nella struttura.
La struttura del tronco deve rievocare le forme naturali dell’essenza.
In condizioni d’elevata umidità dell'aria, tipiche della zona tropico-equatoriale,
i rami più vicini al suolo possono produrre delle radici (dette aeree)
che scendono verticali ed entrano nel terreno.
Essendo in natura una caratteristica degli esemplari annosi, un’analoga
struttura nei bonsai più massicci dà loro un notevole pregio.
I F. beniamina e retusa hanno una facile capacità di emettere radici
aeree
La presenza di radici aeree accresce questa sensazione d’annoso, purché
non si sovrappongono esteticamente con il tronco. Il risultato dovrebbe ricordare
delle liane che pendono dai rami alla ricerca d’umidità nel terreno.
E’ sconsigliata la trasformazione dei monconi dei rami in jin, sia per
motivi estetici sia costitutivi, il legno del ficus è fibroso e tende
a marcire facilmente.
Potare i germogli ancora erbacei provoca una risposta poco rilevante per quanto
concerne l'infittimento. Al contrario la riduzione di rami lignificati stimola
la comparsa di getti più numerosi all'indietro, cresce la fittezza della
ramificazione e di conseguenza contribuisce a ridurre la superficie d’ogni
nuova foglia. Quindi quando i germogli hanno sviluppato 6-7 paia di foglie,
vanno accorciati a 2 o al massimo 3 paia di foglie.
Mentre la potatura dei rami grossi e delle branche si esegue in inverno; dal
taglio uscirà del lattice che dovrà essere fermato con pasta cicatrizzante
o con spruzzature d'acqua.
Defogliazione
così i rami ed equilibrando gli internodi lunghi, altrimenti si possono
tagliare le foglie più grandi al picciolo.
I rami, essendo molto flessibili, tollerano forti piegature quindi il filo si può applicare durante tutto l'anno, aspettando che i rametti siano lignificati, avendo cura di proteggere la corteccia con carta crespa. Controllare spesso il filo durante le fasi di sviluppo perché entra facilmente nel legno. Molti preferiscono realizzare la modellatura col filo nello stesso periodo della defogliazione, anche perché si può vedere bene tutta la ramificazione; ma attenzione: in un solo mese il filo può incidere la corteccia ed il segno rimarrà per molti anni. È meglio avvolgere con spire più larghe se non si ha la possibilità di controllarlo frequentemente.
Fertilizzazione:
Se usate concimi organici che sono ricchi di fosforo, questi possono
anche servire meglio per la comparsa di fiori/frutti.
Se coltivati all'interno devono essere concimati ogni 15-20 giorni con concimi
liquidi ricchi d’azoto durante la stagione di crescita, o con concime
organico a lenta cessione. Mentre in inverno con concimi più ricchi di
fosforo e potassio una volta al mese. All'esterno si concimano ogni 15-20 giorni
con concimi liquidi ricchi d’azoto durante la fase vegetativa e da settembre
a novembre con fertilizzanti liquidi più ricchi di fosforo e potassio,
per lignificare meglio i rametti ed interrompendo totalmente in inverno. Alternare
concimi liquidi a solidi e non concimare le piante appena rinvasate, quelle
in cattivo stato di salute e nei mesi troppo caldi.
F. R O
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Potatura | |||||||||||||
Avvolgimento | |||||||||||||
Trapianto | |||||||||||||
Concimazione |
Calendario generale di riferimento, che deve essere variato secondo le particolari condizioni climatiche locali.
Stili bonsai: Con queste piante si possono
realizzare
tutti gli stili, importante è che la forma dei bonsai di Ficus tropicali
deve riuscire a raffigurare bene l'aspetto degli alberi spontanei: molto voluminosi
e grandi. Interessante è il bonsai con il F. retusa le cui radici aeree
si possono utilizzare sulla roccia.
Parassiti e malattie:
È essenziale una precauzione: alcune varietà, come il Ficus panda,
sono molto sensibili ad insetticidi, fungicidi ed altri prodotti chimici. Una
dose eccessiva, o un insetticida a base di fosforo, farà ingiallire le
foglie con la conseguente caduta.
I parassiti più ricorrenti, tripidi: Frankliniella occidentalis,
tripide di difficile individuazione per le abitudini a ritrovarsi all’interno
delle gemme, o sulla pagina inferiore delle foglie, di dimensioni di 1-1,5 mm.
Sintomi principali: deformazioni delle foglie, bollosità; nello stadio
più avanzato piccole tacche color marroncino. Echinotrips americanus:
attualmente è presente in maggiore percentuale rispetto a Frankliniella
occidentalis.
I sintomi sono rappresentati da lievi deformazioni delle foglie, decolorazione
diffusa, rallentamento della crescita, molto simili a quelli provocati da acari.
Echinotrips è un tripide di dimensioni maggiori di Frankliniella occ.
; di colore nero, con una sottile linea bianca in corrispondenza dell’attaccatura
delle ali, vive generalmente sulla lamina sia superiore che inferiore della
foglia. Le larve sono di colore giallo chiarissimo, quasi trasparenti, spesso
più frequenti sulla pagina inferiore. I sintomi sono un rallentamento
generalizzato della crescita, la presenza di fogliame più chiaro, con
strisce di colore verde chiaro "a puntini". Sono molto simili ai danni
causati da acari (vedi in seguito).
Alla comparsa di pochi individui di tripide, si consiglia di intervenire alternando
due o tre tipi di principi attivi, con prodotti a base di piretroidi (deltametrina:
Decis), Methiocarb (Mesurol), Fenpropatrin (Danitol), Acephate (Orthene, Orthofat),
Thiodan (Endosulfan).
Se si notano ragnatele sulla pagina inferiore con foglie gialle e macchiate,
è presente il ragnetto rosso o Acaro tetranichide: Tetranichus
urticae .
Sono visibili ad occhio nudo, si localizzano sulla pagina inferiore delle foglie;
uova e forme giovanili sono individuabili grazie all’utilizzo di una semplice
lente (uova trasparenti, tondeggianti, sempre poste sulla pagina inferiore).
I sintomi sono rappresentati dalla presenza di decolorazioni sulle foglie, a
volte puntiformi, rallentamento della crescita. Sono favoriti da condizioni
di secchezza dell’ambiente di coltivazione, e presentano in genere un
periodo di massima moltiplicazione in estate, anche se la loro presenza è
continua, anche se minima, quasi per tutto l’anno. E’ richiesto
quindi un monitoraggio continuo e un’attenta e costante osservazione.
Lotta: alcuni principi attivi efficaci contro i tripidi sono anche acaricidi.
Inoltre si consigliano: Fenpropatrin (Danitol), Bifentrin (Brigata), Methiocarb
(Mesurol), Acrinatrina (Rufast), Abamectina (Vertimec); quest’ultimo si
diffonde in modo traslaminare, raggiungendo strati della foglia non direttamente
colpiti dal prodotto, e permettendo una maggiore efficacia e durata del trattamento.
Altri principi attivi efficaci: Cyexatin (Acarstin, Pennstyl), Clorfentezine
(Apollo), Fenpyroximate(Miro), Tebufenpyrad (Masai).
E’ importante, nel programma di controllo degli acari, alternare più
principi attivi, sia come modalità d’azione che come efficacia
sui diversi stadi di sviluppo: adulti, uova, forme giovanili o neanidi. Irrorare
ogni 15 giorni fino alla scomparsa degli acari.
Le cocciniglie spesso si mimetizzano col colore delle foglie
o del tronco, tanto che riesce difficile notarle: gli scudetti sono piccoli
(1-2 mm.) e spesso quasi trasparenti. Cocciniglia cotonosa: Pseudococcus longispinus
e Planococcus citri, il danno consiste nella presenza di una secrezione biancastra
e cotonosa; adulti e forme giovanili (neanidi) danneggiano la pianta nutrendosi
della linfa e rallentando quindi la vegetazione, fino a bloccarla, in condizioni
d’elevata infestazione. Danni secondari, non meno importanti, sono rappresentati
da una riduzione dell’entità fotosintetica, e dallo sviluppo di
fumaggini: funghi che si sviluppano sulla superficie fogliare, nutrendosi dei
residui prodotti dagli insetti, sui loro secreti zuccherini, che danneggiano
gravemente dal punto di vista estetico e funzionale.
Lotta: a base di Deltametrina (Decis), Acephate (Orthene), Methomyl (Lannate).
Poiché non è consigliabile l'uso dell'olio bianco, è meglio
ricorrere a soluzioni saponose (ad esempio un cucchiaio del comune detersivo
per stoviglie diluito in mezzo litro d'acqua) pennellato o spruzzato su tutta
la vegetazione. Utile anche l'estratto di tabacco o dell'alcol denaturato applicato
con un batuffolo di cotone, che aiuta a "staccare" il parassita. Oppure
bagnare il substrato con insetticida sistemico ogni 15 giorni fino alla scomparsa.
Di fronte alle malattie fungine i ficus dimostrano una buona resistenza: il
pericolo maggiore viene come al solito da un terriccio troppo bagnato. I rischi
più alti li corrono a causa dell'antracnosi: macchie
gialle che si propagano dai margini delle foglie e su di esse si evidenziano
puntini neri, si cura spruzzando soluzioni a base d’ossicloruro di rame
sulle foglie, o benomyl e il riscaldo: il lembo fogliare presenta tacche decolorate
che finiscono per disseccare, si previene evitando di nebulizzare in pieno sole
e di esporre il bonsai ai raggi diretti del sole, e alle basse temperature.
Fisiopatie
Perdita delle foglie: le foglie basali diventano gialle poi cadono e la pianta
si defoglia in modo innaturale e dopo poco tempo può anche morire. Le
cause possono essere: insufficiente esposizione del bonsai, correnti d'aria
o improvvisa caduta della temperatura. Se quest’evento si nota in inverno,
la causa è l'annaffiatura troppo abbondante e/o con acqua troppo fredda.
È necessario innaffiare meno e mettere la pianta in un luogo con più
luce.
Le specie più diffuse di Ficus adatte a Bonsai sono:
• F. benjamina (ficus beniamina): è un albero con tronco diritto
dal portamento flessibile ed elegante, foglie persistenti di colore verde brillante
con la conformazione oblunga. Ha un tronco dal colore grigio.
• F. retusa: assomiglia molto al F. benjamina. E' una specie che cresce
nelle isole Hawaii e nelle regioni fra Filippine, Borneo e Malesia. Ha foglie
persistenti, allungate e di colore verde brillante. Questa specie emette radici
aeree ed è particolarmente vigorosa.
• F. formosanum (fico di Formosa): anch'essa è una specie a foglie
più rotonde, persistenti, ma è una pianta più delicata
ed ama stare più alla luce rispetto alle altre.
• F. religiosa: Questa pianta è così chiamata perché
è considerata in India un albero sacro. Le foglie cuoriformi ad apice
allungato hanno venature di colore avorio e rosaceo.
• F. neriifolia: E' un albero di piccole dimensioni che si distingue per
le foglie strette e lanceolate di colore verde lucido. La forma delle foglie
somiglia a quella del salice piangente. In pochi anni emette radici aeree.
• F. pumila: E’ un albero a foglie piccole che ha uno sviluppo che
somiglia ai rampicanti.
• F. microcarpa: Ha foglie piccole, in natura costituisce un albero grandissimo
con una vegetazione molto fitta e lunghe radici aeree. Si origina nell'Asia
tropicale.
• F. panda: È una varietà di Ficus che produce frutto, ma
molto più piccolo del Fico. Ramifica con molta difficoltà
• F. nataliensis: Cresce con foglia sottile e larga in punta, compatta,
produce facilmente radici aeree. E’ molto vigoroso.