Enduro:
le 250 4 Tempi a confronto
Come
già spiegato, al momento la
Yamaha è sicuramente la moto più a
punto, nella prova è emersa una resa globale efficacissima che la rende
l'attuale punto di riferimento. La posizione di guida è tipicamente Yamaha con
la moto stretta, il manubrio rialzato e la sella alta da terra. La
maneggevolezza è eccezionale, la si sente fin dai primi metri, e ha il grande
pregio di non arrivare mai ad essere troppa perché la moto non diventa mai
nervosa (caratteristica dificile da ottenere quando la moto da cui deriva è un
cross), e questo permette alla moto di essere fortissima sul paletto e sempre
rassicurante sul veloce. Non impensierisce, si va forte da subito perché rende
tutto più facile. Le sospensioni, tarate sul morbido, svolgono bene il loro
lavoro, anche se come per la quasi totalità di questo tipo di mezzi, per
rendere al meglio necessitano di un adeguata personalizzazione.
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Del
motore abbiamo già detto in precedenza, guidandola non fa che confermare
le sue caratteristiche, non eccelle come "schiena" ma fa fare
tanta strada. Unico vero difetto,
che lascia perplessi in un contesto così positivo, è la mancanza del magico bottone dell'avviamento elettrico, accessorio
che per molti appassionati sta diventando una discriminante per decidere
un possibile acquisto. Per avviare la WR 250F, sprovvista perfino del
pratico decompressore automatico, è necessario gesto antico. |
La
Husky
è anche lei frutto di un progetto tutto nuovo che costituirà la futura base
per tutta la nuova gamma della casa svedese. La moto provata da Motociclismo, il
primo esemplare uscito dalla fabbrica, si è dimostrata già a un buon livello
di competitività. E' tutta nuova,
salendo in sella ci si accorge subito della rinnovata
posizione di guida, il manubrio è molto più alto rispetto allo standard
Husqvarna e si sta seduti molto più in avanti, caricando così molto di più
l'avantreno. L'ergonomia
generale è giusta e aiuta la guida "impegnata". Il telaio è ancora
in fase di progettazione, si stanno vagliando due differenti tipi, ma in
entrambi i casi l'obbiettivo principale sarà quello di favorire la
maneggevolezza, visto che la stabilità delle moto svedesi è da sempre punto di
riferimento. Le sospensioni dell'esemplare provato vantano una taratura
perfetta, da vera moto pronto gara, in grado di trasformare qualsiasi percorso
in una prova speciale.
Il
motore, che come sulla KTM ha il basamento modulare, destinato quindi a
ospitare cilindrate maggiori (400cc e oltre), merita un discorso a parte.
A un primo esame aveva dimostrato buone doti di erogazione e una potenza
discreta (27 CV). Ma gli oltre 30 CV alla ruota della Yamaha, hanno
convinto i tecnici della Casa a rivedere completamente tutta la parte
termica per eguagliare la prestazioni del mono giapponese. Ora è ancora
in via di definizione e, secondo la casa, l'ultimo aggiornamento si stà
dimostrando molto competitivo.
Entusiasma
la presenza dell'avviamento
elettrico, che dopo una rapida pressione al bottone da vita a questo
nuovo cuore che si prepara a diventare protagonista sui fettucciati di
tutto il mondo. |
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La
KTM invece, la sua moto la ha pronta da tempo, tanto che ha corso l'anno
scorso tutte le gare del mondiale, vincendo pure il titolo mondiale! Certo, si
trattava di una moto ufficiale, e la versione clienti non è ancora arrivata se
non in un piccolo quantitativo di moto di pre-serie sotto la pressante richiesta
di piloti e importatori. La moto riprende
lo stesso filone delle valide 400/520 EXC, con soluzioni tecniche ormai
ampiamente collaudate. L'approccio alla moto austiaca è quello tipico, la cura
nei particolari è elevata, tutto è a postissimo e il manubrio piuttosto
rialzato invita alla guida in piedi. Come sulla Husqvarna, anche qui è
presente l'avviamento elettrico. Le sospensioni si comportano abbastanza
bene, la taratura è come sempre morbida ma la forcella scorre abbastanza e il
mono incassa bene le asperità. Paragonata alla Yamaha, la Kappa ha più peso
sull'anteriore e un po' più di inerzia nelle inclinazioni più ripetute, che
tradotto in termini di guida fa si che all'inizio della piega la moto ponga un
po' più di resistenza per poi andare giù di colpo. Dove la differenza tra le
due moto è più marcata è nelle varianti, la Yamaha è più reattiva, passa da
un inclinazione all'altra in un attimo. Dove la EXC si prende la sua rivincita
è sul veloce, l'avantreno è piantato e invita ad osare di più.
Dettaglio
del motore della KTM |
Il
motore è la vera delusione,
il gap di potenza nei confronti della Yamaha è al momento notevole, e lo
stesso dicasi per la coppia e il peso. Sale e scende di giri lentamente,
dando gas, prima di sentire la potenza arrivare c'è una frazione di tempo
poco piacevole, e si è cosi sempre costretti a prendere in mano la
frizione per tenere il motore allegro. La differenza è stata tale che la
KTM al momento sta rivedendo accuratamente il piccolo 4 tempi di 250 cc
rispetto a questa configurazione di pre-serie. La sensazione è che sarà
necessario riprogettare completamente anche il basamento (che deriva da
quello della 400/520), che se pur piccolo in assoluto, è ancora grosso
per la cilindrata 250. |
Le
due proposte di KTM e Husqvarna si presentano quindi molto bene, e sarebbero
state sicuramente delle proposte molto interessanti, in grado di imporsi sulle
"vecchie" protagoniste del settore, Honda e Kawasaki. Ma l'arrivo
della Yamaha ha rivoluzionato completamente le cose, costringendo molte Case a
ridefinire i loro progetti, prime fra tutte le due concorrenti di questa prova,
per poter insidiare l'attuale leadership della WR 250F, il riferimento di
produzione attuale.
La
sfida è iniziata.
Dettaglio
del motore della Husqvarna
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