• Ossicodone
  • Secondo la scala OMS l’ossicodone è un farmaco del III scalino. Nella pratica clinica, a basse dosi e associato ad un FANS o al paracetamolo, è utilizzato anche per il dolore lieve-moderato. Gli effetti collaterali sono gli stessi di tutti gli altri oppioidi sebbene risulti che in casi selezionati l’ossicodone causi meno nausea e allucinazioni rispetto alla morfina.Gli studi che paragonano ossicodone e morfina dimostrano un’adeguata analgesia con entrambi i principi attivi.

  • Metadone
  • Ci sono evidenze che suggeriscono che il metadone sia un analgesico con efficacia simile alla morfina e con effetti collaterali sovrapponibili.  La complessa farmacocinetica e l’alta interindividualità della risposta al farmaco richiedono una grande esperienza da parte del clinico nel titolare e monitore il metadone.

  • Idromorfone
  • Una preparazione di idromorfone a rilascio controllato consente il mantenimento di livelli adeguati di analgesia per 24 ore con una sola somministrazione al giorno. La maggior parte degli studi sull’idromorfone dimostra che questo farmaco è un potente analgesico, che la sua efficacia è dose-correlata e che il profilo degli effetti collaterali è simile a quello degli altri oppioidi.

  • Fentanyl
  • Una analisi dei dati pubblicati in letteratura per valutare l’efficacia e la sicurezza della morfina a lento rilascio e del fentanyl transdermico è stata pubblicata nel 2004. Gli Autori concludono che vi è un miglioramento del sollievo del dolore con il fentanyl transdermico e una minor incidenza di effetti collaterali come la stipsi e la sonnolenza. Ci sono evidenze di buona qualità che il fentanyl citrato transmucosale sia efficace nel trattamento del breakthrough pain.

  • Buprenorfina
  • La buprenorfina come oppioide agonista parziale era considerata un farmaco con limiti di dosaggio legati all’ipotetico verificarsi di un effetto tetto all’aumentare delle dosi richieste. La disponibilità di preparazioni transdermiche ha permesso un’esperienza clinica e un numero di studi che ha dimostrato un’analgesia efficace e duratura in pazienti con dolore oncologico di intensità moderata-severa con una bassa incidenza di stipsi, nausea e vertigini. Una consensus di esperti ha concluso che la buprenorfina è un trattamento valido per il dolore cronico da cancro. In uno studio pubblicato nel 2006, pazienti in terapia con buprenorfina transdermica sono stati trattati con morfina endovenosa per gli episodi di breaktrough pain.

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Last update: 10/01/2010

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