"Alla ricerca di Beatrice"
"Dove è andato il tuo Diletto, o la più bella delle donne, dove si è diretto il tuo Diletto, perchè lo ricerchiamo con te?" (Dal Cantico dei Cantici 6,1)
La Storia. Il ritorno dell'antico e la venuta del nuovo. Tutti i diritti riservati. Pulciko & Giannina
Luce in Calaone
Poiché, dalla nostra indagine le Beatrici Estensi sono vissute o nate presso il castello di Calaone, vediamo anche un po’ di storia del luogo.
Calaone attualmente è una frazione di Baone, in provincia di Padova, a pochi chilometri da Este.
Alcune informazioni su Calaone sono state ricavate da ricerche del professor Castagnetti, docente di storia medievale presso l’Università di Verona.
In figura la chiesa e nello sfondo il monte Castello
Cono da Calaone e Adalberto Azzo II
Non vi sono molte informazioni su Calaone, nel senso che non la si ritrova tra le curtis nominate da Federico II. Il toponimo “Calaone” e relativo castello, lo si trova intorno all’anno mille, associato alla nobile famiglia Da Calaone ed ai vari atti con i quali Cono da Calaone donò molte sue terre ai monaci benedettini.
Non si deve dimenticare che molte terre dovevano ancora essere bonificate, e tale opera era svolta principalmente dai monaci: infatti Cono da Calaone ed i da Ganaceto, signori di Modena, iniziarono a distribuire e cedere molte delle terre ai frati Benedettini.
Cono da Calaone era feudatario del castello di Calaone e proprietario di molte terre in Veneto ed in Emilia Romagna: sembra fosse imparentato con altri nobili, come i da Ganaceto di Modena. (Modena sarà l'ultima dimora degli Estensi, fino all'unificazione d'Italia).
Infatti gli atti di donazione delle terre sono conservati in vari luoghi del Veneto e dell’Emilia Romagna, i lasciti sono diretti ai benedettini, e spesso un lascito dei da Ganaceto è ripreso successivamente e rinforzato dai da Calaone.
Grazie ai lasciti di Cono da Calaone, sorsero il monastero di Candiana, da parte dei benedettini, dedicato a San Michele Arcangelo.
All’abate di Candiana donò poi le terre a Pontelongo (PD), Terrassa Padovana, Cona…
Sorse anche la grande abbazia di Pomposa, che a quell’epoca conobbe un grande fasto, grazie anche alla guida di Santo Abate Guido; sempre all’epoca del nostro Cono, dimorò a Pomposa anche Guido d’Arezzo, che “inventò le note”, cioè organizzò la musica all’interno del pentagramma così come attualmente le conosciamo.
Perciò i Da Calaone offrirono un importante impulso di bonifica di molte terre e di grande cultura e civiltà. Basti pensare che in Pomposa e territori attigui, razie alle bonifiche ed ai lavori agricoli, vi erano persino uliveti, come attestano particolareggiati studi in proposito.
Come riporta la ricerca del professor Castagnetti, pubblicata su “Reti Medioevali”, "la curtis Elisina fu poi assegnata in dote alla loro figlia Cunizza, sposa dell’obertengo Adalberto Azzo II. Fra le fonti narrative tedesche che accennano alla vicenda, l’Annalista Saxo, una fonte “guelfa-sassone”, ricorda il marchese attraverso la designazione dei due castelli di Este e di Calaone, dei quali, quindi, avrebbe avuto la disponibilità già al momento del matrimonio con Cunizza. Ben poco, invero, conosciamo di Calaone, che, come abbiamo notato, appare nella documentazione proprio in relazione alla famiglia signorile omonima, non essendo menzionata la località nemmeno fra le numerose curtes riconosciute ai marchesi da un privilegio di Enrico IV. Calaone sarà riconosciuta fra le signorie soggette agli Estensi solo nel 1221 da un privilegio di Federico II".
In sostanza, Calaone esisteva, come pure la nobile famiglia che vi prese il nome, e come pure il castello; semplicemente non era menzionata ufficialmente come curtes: lo sarà nel 1221 per opera di Federico II. Ma per viverci, ospitare trovatori e trovieri non era certo necessario un riconoscimento ufficiale.
Anzi, non portò buona sorte quel riconoscimento, poichè circa 30 anni dopo, Ezzelino da Romano, tiranno e alleato di Federico II, colpì gravemente il castello di Calaone ed il paesello che vi gravitava intorno.
Sempre dalle nostre fonti storiche, sappiamo che l’apposizione signorile ‘d’Este’ o ‘Estensi’, è attribuita ai discendenti dell’obertengo Adalberto Azzo II, che per primo spostò il centro della sua attività nel Veneto meridionale a partire dall’ottavo decennio del secolo XI; l’attribuzione compare solo dal 1170 in poi.
Il marchese Adalberto Azzo II dall’ottavo decennio del secolo svolse la sua attività prevalentemente nella Marca Veronese centro-occidentale.
Complesse furono anche la posizione e le vicende politiche di Adalberto Azzo e dei suoi figli. Dopo la mediazione del marchese a Canossa, Enrico IV indirizzò un privilegio ai due figli Ugo e Folco, concedendo, forse per un riconoscimento dell’opera paterna, la giurisdizione su tutti i beni familiari, con l’inserimento anche di quelli spettanti e pretesi dal duca Guelfo IV, ribelle all’Impero.
Folco, figlio di Adalberto Azzo II, è appunto il primo signore d’Este che troviamo indicato nell’albero genealogico di provenienza sassone. Folco muore nel 1128, e già a quell'epoca, circa 100 anni prima del 1221, il primo nucleo degli Estensi può legittimamente dimorare in Calaone.
Lo studio del Mostardi
"Luce in Calaone" è il titolo del primo capitolo di "Beata Beatrice II Estense", opera del benedettino Mostardi, già menzionato.
Il Mostardi dimostrò che Beatrice II nacque in Calaone, e non in Ferrara, verso il 1226, anno di morte di Beatrice I, a segnare la continuità di quella Luce che venne nel mondo, e che le nobili donne seppero riconoscere ed accettare; a loro volta esse divennero Luce, di riflesso.
Il nostro monaco argomenta con molta cura di note e studi la vita estense in Calaone, studi che concordano pure con altre fonti.
Il monaco Mostardi, oltre alle indicazioni dei giullari di corte estense, riscontrabili in varie enciplopedie, ha pure altre informazioni riguardo agli spostamenti degli Estensi.
Sul finire del 1213, Azzo VII, futuro padre delle Beata Beatrice II torna da Firenze a Calaone, dopo essere stato riscattato dalla madre Alicia; Azzo VII era stato lasciato come pegno ai banchieri fiorentini, in quanto il fratello Aldobrandino aveva chiesto prestiti per alcune guerre.
In seguito la vita estense sembra svolgersi principalmente in Calaone; infatti nel 1213 il castello di Este era stato distrutto dai padovani; Federico II aveva dato ordine di ricostruirlo, nel 1220, ma l’ordine non sembra essere stato eseguito prontamente.
Nel 1221, il 21 marzo, Azzo VII è a Brindisi, e riceve dall’imperatore Federico II solenne investitura, e si riappropria degli antichi beni, oltre a sposarsi con Giovanna di Puglia, la famosa Donna Giovanna tanto decantata dai trovatori, e madre di Beatrice II. Proprio nel 1221, in tale occasione, è riconosciuta ad Azzo VII ufficialmente la corte di Calaone, anche se già vi dimoravano.
Dal 1222 al 1240 Ferrara fu effettivamente strappata dai Salinguerra, ma non in modo definitivo, perciò Azzo VII vi si recava, ma con molta circoscrizione, come riportato dal Frizzi.
Dal 1236 al 1238 la vita non è più così sicura nemeno in Calaone, Ferrara non è ancora definitivamente espugnata, perciò gli Estensi saggiamente si trasferiscono a Rovigo, dove possedevano un palazzo, ed avevano intessuto rapporti di cordialità con i signori locali.
Rovigo è sempre stata una cittadina abbastanza tranquilla, chi la gestì cercò sempre soluzioni di pace.
Altro discorso per le zone del Polesine, che in passato erano ricche e fiorenti, non come nel 1800 e 1900: furono soggette a battaglie sanguinose, deviziani del fiume Pò, non solo per effetto naturale ma per vere e proprie ripicche tra i nuclei che le popolavano.
I segni di queste ferite, delle lotte, dei disordini, di una terra maltrattata, forse maledetta da un cardinale, si vedono ancora ora, ma questo è altro argomento e merita un capitolo a parte.
Tornando a Calaone, sappiamo che il castello sarà assediato nel 1249, quando gli Este erano già in Ferrara: dopo lunga resistenza, gli abitanti si arresero solo nel 1256, anno in cui verrà distrutto. Attorno al castello vi era quindi una certa vitalità, connessa ed indipendente dalla famiglia Estense.
Nel castello di Calaone nasce e vive anche la Beatrice III.
Nel medesimo castello vi è pure vissuta la Beatrice I, della quale non abbiamo notizie certe riguardo al luogo della sua nascita, almeno fino ad ora.
Trovatori e trovieri a Calaone
Altro particolare molto interessante, che pone l’attenzione sul castello di Calaone, è costituito dall’attività dei trovatori e trovieri.
Come infatti si apprende dalla biografia di Sordello da Goito e da vari studiosi, gli Estensi avevano collocato la loro dimora abituale a Calaone, e lì si era creato il terreno ideale per una certa vita di corte, caratterizzata dalla presenza di questi cantori.
Ricerche a cura di una dottoressa monselicense, Maria Luisa Meneghetti in "Cultura nell'Italia settentrionale e nel Veneto al tempo di Federico II" sottolineano la presenza di tali aspetti.
Riportiamo integralmente parte di una sua esposizione: “il modello trobadorico è senz’altro importante, non solo perché coinvolge ambienti di alto livello sociale, a partire dalle corti degli Estensi e dei da Romano (gli ambienti borghesi, almeno in questa prima fase, sembrano restare estranei ai suoi influssi), ma anche perché l’elaborazione e il ripensamento di questo modello ...........
Numerosi e notevoli i poeti provenzali approdati in area veneta, a partire almeno dall’inizio del secondo decennio del XIII secolo.
Basti solo accennare all’attività di Aimeric de Pegulhan, animatore della vita culturale della corte estense quantomeno nel decennio che va dal 1212 al 1221 (una sua canzone celebra infatti la marchesa Giovanna, moglie di Azzo VII appunto dal 1221, ma vissuta fino al 1233); … .
… Sia l’epoca di composizione sia la storia esterna di questi prodotti, tutti e tre pur in misura diversa tributari della maniera trobadorica, fanno pensare a un collegamento non tanto con gli ambienti dei Da Romano, quanto con gli ambienti estensi degli anni ’15-’25: sono gli anni d’oro del mecenatismo di Azzo VI e dei due figli Aldobrandino e Azzo VII, gli anni che vedono affacciarsi alla corte di Calaone diversi trovatori provenzali – dal già citato Aimeric de Pegulhan a Falquet de Romans a Guilhem Raimon – ma anche i primi poeti locali che, per le loro prove liriche, scelgono anche la lingua dei trovatori: in particolare Rambertino Buvalelli e Sordello.”
Aggiungiamo che in piazza Santa Giustina, a Calaone, sul posto che ospitava il castello, l’ente “Parco Colli” ha inserito un cartello, in cui tale zona è definita come “parco dei trovatori”. Vi sono riportati alcuni versi, di un trovatore francese, dedicati a Donna Giovanna, e datati 1226. Donna Giovanna era, all’epoca, moglie di Azzo VII, e proprio nel 1226 diede alla luce la futura Beata Beatrice II.
Riportiamo anche un verso di un cantore provenzale.
Chi vuole udir novelle
e suoni di piaceri e d’onore
e di sapere e di senno
e di valore compito
e di ogni insegnamento
e di fin pregio terso,
adorno di fine bellezza,
se ne vada dritto a Calaone,
dove, a piè della torre,
troverà la gentile persona,
piena di dolcezza,
donna Giovanna piacente.
(Donna Giovanna la madre della Beata Beatrice II.)
Calaone - Piazza Santa Giustina. Nello sfondo compare il Monte Castello
Nel 2004 Baone si è gemellato con Coudoux, un paese della Provenza, a pochi chilometri da AIX en Provence, instaurando così quell'antico legame che univa le due terre nel 1200.
Calaone e l'ordine benedettino
Vi è pure, a nostro parere, un forte legame tra Calaone e l’ordine benedettino.
In precedenza, il gestore e feudatario del castello di Calaone, Cono da Calaone, consegnò notevoli lasciti ai benedettini, come abbiamo riportato nel primo paragrafo.
Poi le stesse Beatrici fondarono due conventi, secondo la regola benedettina.
Dalle fonti dell’epoca, ai conventi che non sceglievano regole in particolari, veniva associata automaticamente quella agostiniana.
In particolare, all’epoca della Beatrice II, vi erano già i primi movimenti francescani e domenicani, per risanare la Chiesa, e fronteggiare le continue eresie. San Francesco d’Assisi infatti, è nato 10 anni prima di Beatrice I, e morto nel medesimo suo anno, il 1226.
I confessori e le guide spirituali degli Estensi a Ferrara, furono proprio i francescani; infatti Azzo VII, alla sua morte volle essere seppellito nel convento dei Francescani, e così pure la moglie Mabilia.
Ma Beatrice II, con lo stesso spirito di Beatrice I, chiese al Papa di poter aderire alla regola benedettina, e così fu.
I Benedettini erano un ordine monastico molto pratico, non solo contemplativo, perchè anche il lavoro può essere offerto a Dio.
Infatti bonificarono molte zone, che purtroppo conobbero un certo degrado successivamente, tanto da far pensare a molti, erroneamente, che gli unici in grado di eseguire bonifiche fossero i piemontesi dell'epoca risorgimentale (1800) o lo stesso Mussolini prima nel 1940.
Mussolini bonificò grandi aeree dell'Emilia Romaga, ma i Benedettini dopo il 1000, ai tempi di Cono da Calaone, avevano trasformato Comacchio in un uliveto, una cosa quasi incredibile ad immaginarsi, se non fosse per gli incartamenti dell'epoca, che attestano i quantitativi di olio locale.
Certo, nel corso di 1000 anni sarà pure cambiato il clima, ma è innegabile che anche poco dopo il 1000 ci fosse un certo livello di civiltà e di arte nel sistemare molti problemi. I Benedettini approntarono tecniche per la conservazione del latte, inventando il formaggio grana.
La stessa Beatrice II, fondatrice del monastero in Ferrara, si industriò nella preparazione di medicamenti e cure ed assistenza per gli ammalati, che accoglieva nel suo convento (non esistevano gli ospedali). Già in Calaone Beatrice II con la matrigna Mabilia (donna Giovanna morì molto giovane) preparava le medicine, regalate gratuitamente, con grande disappunto economico dei "farmacisti" di allora.
Solo nel 1500 l'ordine benedettino femminile si trasformò in ordine di clausura; forse non è stata una scelta illuminata, se non altro perchè in profonda contraddizione con la regola di base. Si poteva inventare un nuovo ordine ..... ma queste solo solo personalissime opinioni.
Calaone negli ultimi secoli
Calaone negli anni ’50 era considerata la “roccaforte” della Chiesa Cattolica: vi era un gran fermento di ideali e fede.
Era molto viva la preghiera del rosario ed il culto alla Santa Vergine: Calaone, alcuni secoli fa fece voto di processione solenne, in maggio, presso il Santuario della Madonna della Salute in Este (in figura a destra), per un intervento miracoloso della Madonna, in seguito ad un uragano.
Nella chiesa vi è un vecchio quadro che raffigura l’evento: il monte Castello, colle sul quale sorgeva il castello Estense, era completamente ricoperto da un vortice nero, e dal colle si dipartiva una processione verso il Santuario in Este.
In questi ultimi anni anche tale voto non è più stato ottemperato: forse qualcuno avrà fatto la processione per folclore e mangiarsi un panino in compagnia, ma anche l’aspetto conviviale ed il folclore fanno parte di una festa. E si è perso festa e folclore.
La fede a Calaone era anche il collante tra la gente, non certo la cultura o la politica, che spesso delude e divide. Ma il mondo è cambiato molto in fretta, e le processioni, le preghiere, i voti … che scandivano una certa vita, di paesino, non hanno saputo conciliarsi con il vortice delle vita corrente. Per un motivo o per un altro, anche tra gli stessi cristiani, non si è saputo trasmettere lo Spirito cristiano, perché le modalità di trasmissione sono cambiate.
Anche a Calaone si è fermata la Grazia, ed aspetta solo che qualche cuore si apra alla Sua azione: un giorno lo si griderà sui tetti.
In figura il monte Castello visto da Este
Vedere anche:
Mappa
Curiosità: La terra del Monte Castello
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