SECOLO XIII

All’inizio del XIII secolo l’autorità imperiale sui comuni o sui feudi è pressochè inesistente. Infatti alla morte di Federico Barbarossa la Germania è sconvolta da guerre civili e pertanto il problema delle autonomie locali italiane non viene affrontato. Sarà Federico II, nominato Re di Germania e di Italia nel 1212 a interessarsi nuovamente della situazione italiana. Federico II aveva ottenuto in eredità anche il Regno di Sicilia e in questa parte governa con intelligenza e acutezza, trascurando la parte germanica del suo impero. Egli cercò di costituire uno stato accentrato eliminando le autonomie locali dei signori feudali. Nel Nord d’Italia questo suo progetto politico viene da alcuni osteggiato da altri favorito.

Ivrea accoglie con entusiasmo Federico II nei primi giorni del febbraio 1238 e altre città piemontesi gli giurano fedeltà. Nel 1248 Federico si allea con i Savoia e nomina Vicario dell’impero "da Pavia in su" Tommaso I di Savoia al quale sono, perciò, concesse, tra le altre, le terre di Ivrea e il Canavese.

Con la morte di Federico II (1250) svanisce l’idea di unificare l’Italia, e la Germania vivrà un altro periodo di crisi politica; per più di un ventennio non ci sarà un imperatore e quindi in Italia si rafforza l’autonomia Comunale o feudale.

In Piemonte c’era una delle più grandi casate feudali, quella dei Marchesi del Monferrato, i cui territori confinavano con la contea di Ivrea; fu perciò inevitabile che le loro mire espansionistiche si rivolgessero verso il Canavese. Nel 1278, dopo alterne vicende, Guglielmo VII di Monferrato entra in possesso della contea di Ivrea. Fa ricostruire il Castello di S . Maurizio che ritorna così ad essere sede e simbolo del potere feudale.

(qui a fianco i ruderi del Castellazzo come si presentavano alla fine dell'800)

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Il Comune è costretto a stipulare un accordo in base al quale Ivrea avrebbe scelto come Podestà (governatore) un vassallo o un amico del Marchese che avrebbe però governato secondo gli statuti della città.