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| Tavole Anatomiche della Chitarra Firenze, agosto-settembre 2005 |
| Suono
la chitarra a orecchio da quando avevo sei anni. Ho iniziato a fare melodie su una corda sola, poi ho imparato le posizioni degli accordi senza barre', poi il barre'. La chitarra mi ha accompagnato in tanti piacevoli incontri con amici durante la mia adolescenza. E' stata addirittura lo strumento che ho suonato nel primo gruppo musicale, quando ci esibivamo, anni '60, al Circolo studentesco Apollonia a Firenze. Ricordo ancora con commozione Sandro, il nostro batterista di allora, un buono e bravo ragazzo che ebbe pero' la sfortuna di morire annegato al mare. Poi nel '68 sono diventato tastierista (tastiera Farfisa a noleggio dal famoso Guerrini) prima dei Telestar, a Serpiolle, quindi nella "Divina Commedia", (tastiera Elka Capri Duo acquistata) con cui ho suonato fino al '72, anno in cui decisi di smettere di suonare in gruppo per dedicarmi a terminare gli studi di medicina (laurea nel '76). Sono passati tanti anni da allora, ho sempre avuto in casa la mia chitarra classica acquistata da Maurri proprio l'anno della laurea. Prima di partire per il militare, nel '77, mi ero anche dedicato a studiarla, a fare dei pezzi classici con tanto di spartito (nel frattempo avevo studiato musica...), ma le vicende poi mi avevano allontanato dallo strumento. L'ho ritirata fuori per divertirmi e divertire mia figlia piccola, fine anni '80 e anni '90, ma non mi ci dedicavo. Conosco tutte le canzoni dei Beatles, che sono stati i miei ispiratori melodici e armonici fin da quando li ho conosciuti, e le mie esibizioni sporadiche con amici finivano sempre con il loro repertorio, piu' qualunque altro pezzo che eseguivo sempre a orecchio. Poi, da tre anni sono diventato bassista (basso elettrico) in un gruppo di cinque elementi: Luigi (medico) alla tastiera, Paolo (medico) e Sergio alla chitarra, Andrea alla batteria. Siamo i "Blustar". Durante una prova a fine luglio, mancando Paolo e mancando anche fisicamente la batteria, abbiamo deciso di divertirci scambiandoci gli strumenti in quattro. Ho impugnato una delle tante chitarre elettriche che Andrea colleziona. Mi sono messo in testa di fare dei pezzi da solista, e, pur riuscendo a tirare fuori qualcosa di legato e uniforme, avevo una grossa difficolta' ad individuare i rapporti delle note sulla tastiera. Eppure sono cosi' chiare sul pianoforte, le hai tutte in ordine ripetitivo, spiattellate davanti agli occhi con quell'alternarsi di tasti bianchi e neri, che ci vai a occhi chiusi, conoscendo le scale, maggiore e minore. Sulla chitarra invece il salto da una corda all'altra non e' cosi' chiaro e regolare. Era chiaro che dovevo capire come funzionano le scale sulla chitarra. Dovevo capire il meccanisco della sua tastiera, dovevo sapere finalmente come era fatta, come funziona, in una parola, dovevo fare una dissezione anatomica, uno studio conoscitivo del suo modo di essere. Dovevo partire a cercare, su quattro tasti adiacenti, la maniera di eseguire le scale andando a trovare, per ogni corda e per ognuno dei quattro tasti, la possibilita' di costruirvi, data una tonica, le scale maggiore e minore. Cosi' approfittai dell'avvicinarsi delle vacanze, dell'allentarsi degli impegni di lavoro, per dedicarmi a questa ricerca, e poi anche al campeggio, durante i momenti di dolce far niente pomeridiani, prendevo la mia vecchia chitarra, carta e matita, per appuntare schemi, tabelle, note, scale, toniche e tutto il resto. E ' cosi' che alla fine sono nate queste tavole anatomiche della chitarra, che metto qui a disposizione di tutti quanti amano la chitarra e sentono il bisogno di conoscerla sempre di piu' e meglio, come e' successo a me. Per ragioni che non capisco, le immagini delle tavole riprodotte su questa pagina non sono proprio il meglio della nitidezza. Per questo ho deciso di mettere ogni tavola in un file PDF, la cui stampa in formato A4 produrra' dei chiari e nitidi strumenti di valido aiuto per accompagnarci nello studio dello strumento. Buon lavoro! mauro pecchioli |
