Quando gli organi di governo e della stampa
cominciano a divulgare le prime notizie relative al terremoto, si diffonde
la sensazione dell'occorrenza di un evento drammatico, non ancora precisamente
caratterizzato (La Nazione, 1915 e) Sull'edizione serale di alcuni quotidiani
si delinea un'area epicentrale genericamente allungata lungo la linea
Campobasso-Isernia-Sora. Addirittura, in una carta schematica, gli estremi
dell'area complessivamente 16.000 Kmq di superficie, 350 comuni formati
da ca. 1.000 centri abitati e occupati da 1.200.000 residenti.
mercoledì
13 gennaio 1915
La prima opera di soccorso, ovviamente non pianificata, fu prestata dai
pochi sopravvissuti e da abitanti di centri non distanti dall'area fucense
che avevano subito minori danni. Infatti, nei momenti immediatamente successivi
all 'evento, le dimensioni del disastro non vennero valutate appieno dal
Governo Centrale. Bisognerà attendere il tardo pomeriggio del 13
per una adeguata presa di coscienza. I primi soccorsi "ufficiali"
giunsero solo 24 ore dopo il disastro, un tempo lunghissimo se si considera
che molti erano i sepolti vivi e che tanti sopravvissuti erano stati esposti
in condizioni estremamente precarie al rigore del clima invernale. Nonostante
i ripetuti viaggi del re sui luoghi colpiti e l'attività di soccorso
condotta personalmente da molti rappresentanti della Camera, le critiche
sulla conduzione dei soccorsi furono decisamente aspre.
Quella che segue è la cronaca degli avvenimenti dei giorni immediatamente
successivi al terremoto nella devastata Piana del Fucino, così
come desunta dalle fonti documentarie originali, spogliata dai toni enfatici
e dalle espressioni roboanti di certa letteratura giornalistica di inizio
secolo, ma soprattutto scevra dalle esagerazioni faziose e dalle capziosità
politiche che invece sempre volteggiano sulle sciagure nazionali colpita
sono rappresentati da Roma ad Ovest ed Avezzano ad Est (La Tribuna, 1915
a).
In un comunicato del Ministero dell'Interno, relativamente ad Avezzano,
si sottolinea l'assenza di notizie, a parte il crollo del fabbricato della
stazione (La Tribuna, 1915 b), gravi danni all'ospedale con tre corsie
cadute, otto malati e due infermieri feriti.
La scarsa definizione dell'entità del disastro e dell'ubicazione
della zona epicentrale è altresì testimoniata dal fatto
che, nel primo pomeriggio, il Re in persona si reca in visita a Torre
Caietani (sulla S. S. Prenestina) "distrutta dal terremoto",
ma, come poi si scoprirà, ben al di fuori della zona epicentrale
(La Tribuna, 1915 c; Il Popolo d'ltalia, 1915 a).
Tutto questo risulta in evidente contrasto con una serie di riscontri
obiettivi, complessivamente riassumibili nei seguenti punti:
- l'arrivo nella mattinata di alcuni telegrammi all'Ufficio Cifra del
Ministero dell'Interno che danno la dimensione reale e l'ubicazione geografica
dell'evento (vedi ad es. telegrammi 851 a 852 spediti rispettivamente
da Tagliacozzo ed Aielli la mattina del 13 gennaio; ACS, Min. Int., Gabinetto,
Telegrammi Ufficio Cifra);
- l'individuazione, da parte del Ministero delle Poste, di un quadro delle
località con le quali, dalla mattinata, sono interrotte le comunicazioni
telegrafiche e telefoniche (Il Messaggero, 1915 a; La Tribuna, 1915 d);
- il crescente aumento della drammaticità dei comunicati stampa
dell'Agenzia Stefani (es., Il Zonale d'Italia, 1915 a; La Tribuna, 1915
e).
Soltanto alle 13 parte da Roma Termini, alla volta di Avezzano, un treno
straordinario che non reca soccorsi, bensì solo funzionari statali
con compiti di sopralluogo. Sulla via per Avezzano questo convoglio ospiterà
due squadre di soccorso di volontari dei comuni di Arsoli e Carsoli che
presumibilmente saranno tra le prime a giungere ad Avezzano, ben oltre
12 ore dopo il verificarsi del terremoto (Il Messaggero, 1915 a; La Nazione,
1915b).Alle 19 da l'Aquila viene organizzata finalmente la partenza di
un primo treno di militari alla volta di Avezzano (La Tribuna, 1915 f).
Ma bisognerà attendere sino alle 23.30 perché dalla Capitale
parta un convoglio con più di 600 militari (Il Giornale d'Italia,
1915 b) e solo dopo che alle 21.10 era giunto alla Stazione Termini un
treno carico di feriti dalle zone più danneggiate (es. ll Popolo
d'Italia, 1915 b).
A questo punto l'entità del disastro è assai più
chiara ed è ulteriormente provata, in via ufficiale, dai telegrammi
che nella notte l'on. Sipari e il comm. Di Domenico, Ispettore Generale
del Ministero dell'Interno, partiti col treno delle 13, riescono ad inviare
a Roma (La Nazione, 1915 c; II Messaggero, 1915 b; Il Popolo d'Italia,
1915 c; ll Giornale d'Italia, 1915 c).
giovedì 14 gennaio 1915
Alle 0.20 le comunicazioni tra Avezzano
e Roma vengono ristabilite tramite l'attivazione di un filo telegrafico
(La Nazione, 1915 c; II Giornale d'Italia, 1915 c).
Alle 1.30 giunge a Roma Termini un secondo treno recante feriti e profughi
(La Nazione, 1915 d; ll Popolo d'Italia, 1915 d). Da questo momento sarà
continuo l'afflusso a Roma dei cosiddetti "treni dei feriti"
da Avezzano..
Dopo le 5 giungono via treno ad Avezzano i primi reparti partiti a tarda
sera da Romà. Le truppe sono equipaggiate in assetto di marcia,
con 3 coperte pro capite, un certo numero di attrezzi e con il carreggio
e le salmerie delle sezioni mitragliatrici. I soldati, deposti i materiali
nella stazione, al lume delle torce vengono inviati tra le rovine ove,
divisi in piccole squadre comandate da ufficiali e sottufficiali, cominciano
a scavare per estrarre i sepolti vivi dalle macerie, recuperare i morti,
medicare i feriti a trasportare in ricoveri improvvisati i superstiti,
dividendo con essi gli indumenti e gli alimenti al seguito (SALADINO,
1915; FERRI, 1915; Il Giornale d'Italia, 1915 c). Le FF.SS. ebbero un
ruolo determinante nella conduzione dei soccorsi, sia per ciò che
concerne l'afflusso delle truppe nelle zone colpite, sia per ciò
che concerne il trasporto dei feriti. Il ruolo centrale rivestito dalle
Ferrovie comportò anche aspre critiche sull'operato dei ferrovieri
ed una inchiesta ufficiale da pane del Governo.
Dallo stesso treno scendono anche gli onorevoli
Torlonia e Guglielmi che, assieme all 'on. Sipari saranno i primi di una
lunga teoria di deputati e senatori del Regno in visita nelle zone disastrate
(Il Giornale d'Italia, 1915 c; La Tribuna, 1915 g).
Alle 13.55, con treno speciale, da Roma giunge ad Avezzano il Re, insieme
al Generale Carlo Guicciardi che assume il comando della Zona militare
di Avezzano (ad es. JAVICOLI, 1915; La Nazione, 1915e; Il Messaggero,
1915 c; L' Osservatore Romano, 1915 a). Dopo le 18 giunge ad Avezzano
in treno il Ministro dei Lavori Pubblici, on. Ciuffelli (Il Messaggero,
1915 c; La Nazione, 1915 f; L' Osservatore Romano, 1915 b).
N el corso della giornata del 14, a partire dalle I8,l'afflusso delle
truppe ad Avezzano sarà piuttosto continuo (Il Giornale d'Italia,
1915 b; Fig. 2a, b, c), con l'arrivo di reparti per la maggior parte trattenuti
ad Avezzano (solo 3 compagnie vengono smistate a Celano, Luco dei Marsi
e Paterno). Contemporaneamente da Ancona giunge a Pescina un reggimento
bersaglieri, di cui due battaglioni vengono smistati ad Ortucchio e Gioia
dei Marsi (SALADINO, 1915; PANETTA, 1977).
Questi dati fanno ritenere probabile che, per almeno 36 ore (in alcuni
casi anche 48 ore), la situazione relativa ai soccorsi nell'area fucense
e di Avezzano, rapidamente divenuto il centro organizzativo, rimase su
un piano del tutto insufficiente, sebbene il quadro dell'entità
del disastro fosse ormai chiaro.
L'insufficienza dei soccorsi nella mattinata del 14 viene stigmatizzata
in un telegramma inviato al Presidente del Consiglio, nonché Ministro
dell'Interno on. Salandra, dall'on. Sipari il quale chiede addirittura
l'invio di 25 mila uomini (La Nazione, 1915 c; ll Messaggero, 1915 b;
II Popolo d'Italia, 1915 c; Il Giornale d'Italia, 1915 c).
Nella mattinata il Consiglio dei Ministri delibera di affidare ad un Commissario
Civile l'organizzazione e la direzione tanto dei soccorsi quanto delle
amministrazioni locali e dei pubblici servizi nei circondari di Sora ed
Avezzano (Il Giornale d'Italia, 1915 d; La Tribuna, 1915 h). Il Commissario
Regio per la zona di Avezzano, a seguito della firma del decreto ad opera
del Re, sarà il comm. S. Dezza, Ispettore Generate del Ministero
dell'Interno (Il Giornale d'Italia, 1915 e; Il Corriere d'Italia, 1915
a).
Un gran numero di abitanti viene dissepolto nell'arco della giornata;
300 feriti vengono curati nei 4 posti di medicazione dislocati tra le
macerie e successivamente trasportati alla stazione ferroviaria per essere
ricoverati negli ospedali a Roma (PANETTA, 1977).
venerdi 15 gennaio 1915
Nella notte continua l'afflusso di militari
ad Avezzano: le truppe giunte vengono inviate a Cerchio, Collarmele, Cappelle
dei Marsi, Magliano dei Marsi; alle 11.30 giunge il generate Mar comandante
del Corpo d' Armata di Roma (Il Messaggero, 1915 d; La Tribuna 1915 i).
Una parte importante nell 'organizzazione soccorsi già a partire
dal 13 gennaio, ma in maniera più massiccia nei giorni successivi,
viene supportata da associazioni pubbliche e private nonché dalla
aristocrazia romana (es. II Giornale d'Italia,).
Nella stessa giornata si fanno più insistenti le critiche sull'andamento
dei soccorsi. A seguito delle proteste dell'on. Sipari (II Messaggero,
1915 f), il Ministero dell'Interno dirama ai giornali un comunicato in
cui, descrivendo enfaticamente la cronaca degli avvenimenti, difende le
decisioni e l'operato del governo (Corriere d'Italia, 1915 c). Al sole
dei precedenti giorni si sostituisce la pioggia (JUVARRA, 1915).
domenica 17 gennaio 1915
Tra le 11 e le 15 il Ministro dei Lavori
Pubblici partecipa ad una riunione finalizzata all'individuazione dei
problemi concernenti il vettovagliamento dei superstiti, le demolizioni
dei ruderi pericolanti, il puntellamento delle strutture lesionate, i
baraccamenti ed attendamenti, il servizio ferroviario, la riattivazione
delle strade interrotte dalle macerie o dagli effetti del terremoto, il
servizio sanitario e di seppellimento. Viene data disposizione di intensificare
l'impianto di tende militari. Oltre alle 6.000 tende finora distribuite
ai vari paesi, capaci di ospitare circa 20.000 persone, vengono infatti
richieste altre 10.000 tende da 5 posti. È intanto iniziata la
costruzione delle baracche (Corriere di Napoli, 1915 a; La Tribuna, 1915
n; L'Osservatore Romano, 1915 d; Il Mattino, 1915 a; Fig. 4 a, b).
Giungono ad Avezzano altri 1.500 militari di cui circa 1.000 vengono smistati
nelle varie sottozone. L'abitato di Avezzano viene suddiviso in 7 settori
nei quali operano un congruo numero di reparti di truppa, un plotone di
Carabinieri, un posto di medicazione, un funzionario ed agenti di P.S.,
tutti al comando di un ufficiale superiore (SALADmo, 1915; PAIVIETTA,
1977; ).
Ad ogni settore vengono assegnati un adeguato quantitativo di materiale
di soccorso e di razioni di viveri per la popolazione. In data odierna
la sussistenza distribuisce 18.000 razioni di viveri, composte da 700
gr di pane, 150 di riso o pasta e 30 di sale, mentre razioni di latte
condensato, carne fresca, caffè e zucchero vengono riservate agli
ammalati. In serata, con l'arrivo di ulteriori truppe, il contingente
d'intervento raggiunge le 9.100 unità (SALADINO, 1915; BARATTA,
1977).
Il Presidente del Consiglio istituisce un Comitato Governativo per l'erogazione
delle Somme raccolte dalla carità pubblica e privata (Il Giornale
d'Italia, 1915 g; II Messaggero, 1915 g; Corriere di Napoli, 1915 b).
lunedi 18 gennaio 1915
Alle
12 il Re. giunge ad Avezzano per visitare Scurcola Marsicana, Magliano
dei Marsi, Massa d'Albe, Cappelle, San Pelino, Paterno, Celano, Aielli
e Cerchio; rientrato ad Avezzano parte alla volta di Roma alle 15.20 con
il Ministro Ciuffelli (Rossm, 1915 b; Il Messaggero, 1915 h; La Tribuna,
1915 0; ll Mattino, 1915 b).
Giunto a Roma alle 18.15, il Ministro dei Lavori Pubblici delibera l'istituzione
di tre uffici speciali del Genio Civile: uno a Sora, uno ad Avezzano,
il terzo a Rieti, riuniti sotto l'unica direzione del comm. Grossi, Ispettore
superiore del Genio Civile per il compartimento di Roma (II Messaggero,
1915 i; Corriere delta Sera, 1915; Il Giornale d'Italia, 1915 h; Decreto
Reale 21 gennaio 1915, n. 39).
Giunge oggi ad Alba Fucense una compagnia di granatieri (ll Giornale d'Italia,
1915 i; ll Messaggero, 1915l). Nella giornata del 18 piove insistentemente
(Corriere d'Italia, 1915 d).
martedi 19 gennaio 1915
Le operazioni condone nella giornata odierna
e in quelle future saranno condizionate dalle avverse condizioni meteorologiche.
In pratica da oggi nevica su tutta la Piana del Fucino (CANTALUPO, 1915).
A questo punto è piuttosto difficile stabilire la distribuzione
delle forze militari nei paesi danneggiati: ad Alba Fucense sembra essere
presente una compagnia di granatieri; a San Pelino sono presenti la la
Compagnia del 18° reggimento fanteria e due plotoni dell'81 °
reggimento fanteria; a San Benedetto oltre a 50 uomini del 18° reggimento
fanteria giungono circa 100 militi della Guardia di Finanza per la costruzione
di baraccamenti; a Gioia dei Marsi sono presenti uomini dell'11° reggimento
bersaglieri; a Cerchio sono presenti 90 soldati; a Pescina sono presenti
diverse centinaia di soldati dell'11° reggimento bersaglieri; verso
Villavallelonga, non ancora raggiunta dai soccorsi, si recano 200 uomini
dell'81 ° reggimento fanteria; a Collarmele sono presenti due compagnie
di granatieri; ad Aielli sono presenti 400 uomini di truppa.
mercoledi 20 gennaio 1915
Alle 10 giunge nuovamente ad Avezzano il
Re per una visita ai paesi di Luco dei Marsi, Trasacco, Ortucchio, San
Benedetto dei Marsi e Pescina (Il Mattino, 1915 c; L'Osservatore Romano,
1915 e, f).
Viene chiamato alla direzione del Genio Civile di Avezzano l'ing. Lepore
(Genio Civile di Avezzano, 1915).
Le operazioni di soccorso sono condotte in condizioni metereologiche disastrose:
sulla Marsica terremotata nevica e le temperature scendono anche a 10°
sotto zero. Muri pericolanti, tende e baraccamenti vengono schiantati
da forti tormente che impediscono spesso i trasporti ed i trasferimenti
per via ordinaria, rendendo talvolta impossibile la cottura dei cibi.
Tra le forze di soccorso stesse si verificano casi di assideramento e
moltissimi sono gli affetti da malattie alle vie respiratorie (BATTISTONE,
1915; BELLONCI, 1915; L'Osservatore Romano, 1915 g). Oltre al già
citato passo di Colli di Monte Bove, anche per la strada Pescasserroli-Alfedena
(ove transita il traffico proveniente dallo scalo ferroviario sulla linea
Sulmona-Isernia) il C.do Zona destina parte della truppa per presiedere
allo sgombero della neve.
giovedi 21 gennaio 1915
Alle 0.50 giunge ad Avezzano il Ministro
delle Poste e Telegrafi on. Riccio (BATTISTONE, 1915; L'Osservatore Romano,
1915 h; Il Mattino, 1915 d).
In serata il Re firma un decreto legge, composto da 10 articoli, col quale
si autorizza la spesa di lire 30.000.000 per i provvedimenti e le opere
urgenti, anche d'interesse provinciale e comunale (ll Messaggero, 1915
m; L'Osservatore Romano, 1915 i; Decreto Reale 21 gennaio 1915, n. 27).
Altri importanti interventi di sussistenza (attendamenti, baraccamenti,
panificio e cucine militari) derivano da accordi tra la Presidenza del
Consiglio e il Ministero della Guerra (Il Mattino, 1915 e; L'Osservatore
Romano, 1915 l).
venerdi 22 gennaìo 1915
Il Consiglio dei Ministri delibera che
siano accertate da funzionari non appartenenti all'Amministrazione delle
Ferrovie dello Stato le cause dei ritardi dei trasporti ed altri inconvenienti
verificatisi sulle linee ferroviarie che toccano i paesi colpiti dal terremoto
(Il Mattino, 1915 e).
Diminuendo le speranze di ritrovare in vita qualcuno sotto le macerie,
parte del contingente viene utilizzato nel riattamento dei mulini lesionati,
nella costruzione di forni (in attesa dei 4 forni carreggiati che dal
2 febbraio produrranno 6.000 razioni di pane al giorno), nella raccolta
di documenti dei pubblici uffici e degli archivi giudiziari, notarili
e parrocchiali, nel recupero di valori e vigilanza del patrimonio artistico.
Numerosi sono inoltre i rapporti di collaborazione con i Comitati di Soccorso
e con i privati accorsi in gran numero nella zona fin dai primi giorni
del terremoto (SALADINO, 1915; PANETTA, 1977).
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