Nei primi tempi del monachesimo nei Paesi
dell'Europa occidentale i monaci erano organizzati in tanti gruppi autonomi,
ispirandosi a norme di vita monastica diverse, come quella orientali di
S. Basilio e di S. Atanasia. E in particolare nell'area abruzzese il monachesimo
risulta diffuso largamente intorno alla meta del VI secolo ad opera di
S. Equizio amiternino, multorummonasteriorum
pater(S. Grecorio op. tit. n. 7 bis, a),. Anzi, possiamo
affermare, con una punta di orgoglio, che agli inizi della sua esperienza
monastica S. Gregorio si avvalse della collaborazione diretta di monaci
probabilmente aquilani, e comunque abruzzesi), nominando uno di essi,
Valenzio, primo abate
"Un elenco di chiese soggette all'abbazia di Montecassino del sec.
XIII", contenuto in un documento (sara lo stesso?) di quell'Archivio,
e pubblicato a PIETRO SELLA (Rationes decimarum Italiae. Aprutium-Molisium.
Le decime dei secoli XIII-XIV. Citta del Vaticano, 1936; p. 55) vi si
parla anche (p. 32) di un frater Nicolaus prepositus S. Benedicti de civitate
Marsie e della ecclesiam S. Benedicti de civitate Marsicanum [sic!].
Poi, dopo secoli di vita fiorente, arrivò - non si sa con certezza
nè quando nè perchè - la rovina di Marsia, repentina
e totale: andando via il vescovo, andarono via i canonici, fu abbandonata
S. Sabina, e il monastero, per mancanza di monaci, anch'esso andò
in rovina, deficientibus Monachis, pariter
defecit(vedi n. 108), restandovi vicino solo un gruppetto
di misere case, dal quale ha preso origine e nome l'attuale S. Benedetto
dei Marsi.
Ma il "monastero benedettino" esistito in passato a S. Benedetto
dei Marsi è veramente quello stesso fondato da papa Bonifacio IV
sulla sua casa? (Qui dico semplicemente "sua casa", domum
suam, perchè aggiuneervi "paterna" implicherebbe
già una scelta per la sua città natale).
E cosi abbiamo un altro bel problema, perchè, come ha scritto l'amico
CERASANI (op, cit. n. 20, p. 92), <<non si sa se nella sua casa
paterna oppure a Roma>>). E in effetti non conosciamo alcun documento
dal quale si possa desumere con certezza dov'era quel monastero. Perciò,
potevamo aspettarci su un tale argomento il miracolo di opinioni comuni?...
Il monastero esistito a S. Benedetto
dei Marsi, e le cui ultime tracce sono state distrutte nel 1975, meriterebbe
uno studio particolare di ricerca; ma qui mi limito a dimostrare che certamente
era "benedettino" con documentazione riferita a due periodi
distanti alcuni secoli.
Nel Chronicon di Montecassino l'autore - che è Leone Marsicano,
cardinale e vescovo di Ostia, nativo forse di Marsia! - scrive che nei
primi decenni nel secolo XI. al tempo di Azzone, preposito (priore) del
monastero di S. Benedetto nel paese dei Marsi, quel monastero era molto
ricco di fabbricati e di terreni e di coloni, in varie localita della
Marsica, tanto che, dopo averne indicate le più importanti, scrive
che ce ne erano ancora tante altre da ritenere troppo lungo riportarle;
erant tunc predictusAzzo prepositus
monasterii sancti Benedicti in pago Marsorum, quod videlicet monasterium
eo tempore tam cellis quam fundisac prediis atque colonis diversis
per Marsiarm locis copiose ditatus erat... et cetera multa et maxima,
que longum scribere indicavimus(da M.G.H., Scriptores,
tomes XXXIV: Cronica Monasterii Casinensis. Hannover, 1980; pp. 231-232
).
Ancora oggi un'ampia estensione di terre, poste sulla destra dell'ultimo
tratto del Giovenco prima di entrare nel Fucino è chiamato "Abbazia":
nome che certamente è una residua testimonianza dei possedimenti
dello scomparso, ma una volta ricco, monastero benedettino.
Inoltre, da documenti conservati nell'Archivio di Montecassino (TontMnso
LECCISOTTI, Abbazia di Montecassino, I regesti dell'Archivio. Roma 1973;
vol. VIII, pp. 162-165) risulta che intorno alla metà del XV secolo
c'era a S. Benedetto una prepositura "immediatamente soggetta al
monastero Cassinese", e per il secolo precedente si accenna a "un
elenco delle chiese soggette a Montecassino nel territorio dei Marsi,
delle quali aveva cura anticamente il preposito di S. Benedetto"
Quindi ritengo fondato e corretto parlare di un legame di "carattere
benedettino" tra il "monaco" Bonifacio e il suo "monastero"
di S. Benedetto dei Marsi.
Che papa Bonifacio IV sia stato "monaco", non risulta esplicitamente
da nessuna fonte antica, ma si puo dedurre con ragio-nevole certezza da
altri elementi.
Infatti, noi sappiamo che papa S. Gregorio Magno è stato monaco:
egli stesso fondò sette monasteri, dei quali uno - quello di S.
Andrea - nella sua casa paterna al Celio (J. RICHARDS, op. Cit. n. 13,
pp. 52-54). Sappiamo inoltre che egli sceglieva i suoi più stretti
collaboratori tra i monaci (RICHARDS, ibidem, pp. 106-107) e il nostro
Bonifacio è stato stretto collaboratore di papa Gregorio come
diaconus e dispensator Ecclesiae (vedi n. 13) e a lui particolarmente
legato, è ricambiato, fino ad essere indicato come dilectissimus
filius meus Bonifatius diaconus (M.G.H., S. GREGORIO MAGNO,
Registrum epistularum, t. I, 1, 1. IV, lett. 2, p. 233).
Sappiamo infine che egli è stato fedele seguace del suo grande
maestro S. Gregorio Magno, come è confermato in una frase dell'epitaffio
sul suo sepolcro: Gregorii sernper monita atque exempla magistri
Vita opere ac dignis moribus iste sequens, cioe: del maestro Gregorio sempre i consigli è gli esempi,
con la vita, l'opera e i degni costumi costui seguendo...".
Quindi possiamo ritenere per certo che anche papa Bonifacio IV è
stato "monaco".
E una conferma indiretta si deduce dal suo interessamento per le condizioni
dei monaci, convocando a Roma il 27 febbraio del 610 un apposito Sinodo
de vita rmonachorum et quiete, per difendere e valorizzare la loro condizione
difronte a certe difficoltà e limitazioni che essi incontravano
da parte del clero.
Poi, in alcuni scrittori e documenti ecclesiastici si trovano anche altri
particolari, come il fatto di essere stato "monaco di S. Sebastiano"
sulla via Appia Antica; ma su quali fondamenta poggino tali notizie, io
non so.
M. FEBONIO, (op. Cit. n. 17; vol. III, p. 268) scrive che di Marsia (che
lui chiama ancora Valeria) restavano ai suoi tempi, cioe intorno alla
meta del secolo XVII, sia il monastero costruito sulfa casa di papa Bonifacio
IV (però gia in piena decadenza, essendone andati via i monaci)
e sia la chiesa dedicata al Patriarca S. Benedetto da Norcia, dalla quale
prese il nome di "S. Benedetto" il vicino piccolo borgo:extat modo... templum Patriarcae Benedicto sacratum... Caenobiumque
iuxta... cujusnomine parvus pages et vile pescatorum tuguriurn,
vix decem familias continens, appellatur; cioe: "rimane
ora la chiesa consacrata al Patriarca Benedetto( .)"il vicino
monastero,... dal cui nome viene chiamato il piccolo villaggio e povero
ricovero di pescatori, comprendente appena dieci famiglie".
E qui vorrei ora esternare un pensiero (un sogno!) molto personale, che
mi frulla nella mente da quando ho letto lo studio di padre G. M.ARINANGELI
su Equizio amiternino e il suo movimento monastico (op. tit. n. 94).
Egli scrive (p. 300) che nella provincia di Valeria "la presenza
del movimento monastico, storicamente attestata" c'era gia tra il
V e il VI secolo, ma che il movimento si è sviluppato molto nei
decenni successivi per opera di S. Equizio di Amiterno, che "aveva
seminato monasteri per la Sabina e la Valeria" (ibidem, p. 326).
Inoltre sappiamo che intorno al Fucino certamente c'erano all'epoca molti
monasteri, le cui rovine erano visibili nel X secolo: super
lacum Fucinum... ruinae urbis [di Marsia] et plurimarum circa ecclesiarum
ac mouasteriorum frequentia attestatur (M.G.H., Scrip-torum,
t. IV, p. 4731).
Ora tutto cio mi induce a pensare che l'idea di fondare anche lui un monastero
nella sua città natale, Valeria, sia sbocciata nella mente di Bonifacio
gia prima di diventare papa, e forse fin da ragazzo, quando viveva ancora
a Valeria, in un ambiente dove il monachesimo era attivo e dove certamente
era diffusa la fama del Santo monaco Equizio e la sua opera in piena fioritura,
anche nel-l'area del Fucino.
E' un mio sogno, che non prova nulla, ovviamente; ma dopo tanti aridi
e puntigliosi ragionamenti, permettetemi questo sogno, che mi piace tanto!...
Sandro D'Amato "VALERIA"
oggi San Benedetto dei Marsi città natale del Papa San BonifacioIV
" estratto dal BULLETTINO DELLA DEPUTAZIONE ABRUZZESE DI STORIA PATRIA
ANNATA LXXIX (1989)si ringrazia la Presidenza della Deputazione Abruzzese
di Storia Patria
per aver permesso la pubblicazione del presente "estratto" dal
BULLETTINO
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