Quand'ero
bambino, mio padre mi portava sempre con se, si andava un pò
dappertutto, per lavoro o per diporto. Ma quando si era in vacanza
non doveva mai mancare la macchina fotografica.
La sua, la conservo ancora, è nella mia cassaforte. Una Zaiss
Icon Contina, semiprofessionale, manuale, di quelle che occorreva
una vita solo per programmarle poi, però, faceva delle belle
foto.
Quando compii dieci anni, invece, la signora Elena anziana nobildonna
che abitava un piano sopra il mio, me ne regalò una più moderna,
una Kodak Istamatic di quelle a fuoco fisso a caricatore che
però, se ci azzeccavi faceva delle foto belle forse come quelle
della Zaiss.
Così entrai in concorrenza con mio padre e quando si usciva
si scattavano foto a più non posso, per poterle poi ammirare,
confrontare, guardarne la grana, il chiaroscuro, il contrasto
e tante altre cose che via via mio padre mi insegnava. Il colore
non esisteva, le foto erano tutte in bianconero ed i grigi era
importantissimi per dare espressione all'immagine.
La tecnologia intanto faceva passi da gigante e così in breve
le macchine fotografiche divennero più piccine, più contenute,
e fu inventata anche una pellicola più piccola forse non proprio
professionale ma che comunque consentiva di ridurre al minimo
la dimensione della macchina fotografica.
Amante quale ero della miniaturizzazione non potevo desistere
dall'acquistarne una. Ma anche in quel caso mi venne incontro
un compleanno e quindi ebbi in regalo una bella Agfa Poket.
Che bella! Entrava nel taschino della giacca. Forse le foto
facevano un pò schifo però, la potevo portare dappertutto senza
fatica. Avevo anche qualche anno in più e, la mia prima ragazza
e quindi, fotografie a raffica in tutte le salse anche quelle
un pò piccanti ma, considerata l'epoca...
Poi una lunga pausa, la mia piccola "Guerra di Piero"
ma anche durante quel brutto periodo la macchina fotografica
non mi abbandonò mai. Peccato però che in un momento di rabbia,
abbia poi distrutto tutto ciò che riguardava quel periodo e
quindi anche tutte le foto.
Ma la vita riprende a splendere, torno a casa, infatti.
Napoli è di nuovo la mia città con tutte le sue crisi e le sue
contraddizioni, con il caos di tutti i giorni, il mare, il sole,
ma anche il terremoto, la criminalità e tant'altro. Ed allora?
Poteva mai mancare la macchina fotografica? Giammai! Ripresi
quella di mio padre. Obsoleta ormai ma ancora valida. Solo per
poco, però, poco dopo, infatti, acquistai da un amico che aveva
un studio di grafica pubblicitaria una Richo. Molto bella, con
il telemetro e l'esposimetro, prodigio della tecnica.
Oggi
è tutta un'altra cosa. Le macchine fotografiche sono di tipo
digitale. Le foto posso essere immediatamente visualizzate sul
piccolo schermo della macchina stessa e se non vanno bene possono
essere cancellate e ripetute. Che ve ne pare? E poi possono
essere pubblicate sul Web come le foto che vi presento.
Grazie per avermi seguito fin qui.