Sotto le torri il dato più alto in provincia: la soglia d'attenzione è stata superata 39 volte. Guai da sole e inquinamento

L'estate manda i livelli di ozono alle stelle

Il solleone estivo porta con sé il problema ozono (O3), inquinante atmosferico la cui sintesi, in presenza di alcune sostanze organiche quali gli ossidi d’azoto derivanti dai gas di scarico delle autovetture, è favorita dall’irraggiamento solare e dalla temperatura.

L’ozono è un gas reattivo e ossidante che può provocare fenomeni d’irritazione all’apparato respiratorio, specie nelle persone affette da patologie respiratorie. Dal punto di vista ambientale, è responsabile di danni alla vegetazione e alle colture agricole.

La legislazione fissa un limite d’attenzione, relativo al rilevamento medio orario di 180 µmg³ (microgrammi per metro cubo, ovvero milionesimi di grammo). Ad Alba, a giugno, tale limite è stato varcato per 39 volte in otto giorni, come mostrano i dati più recenti diffusi dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) (www.arpa.piemonte.it). Tra il 18 e 25 giugno, i valori sono schizzati verso l’alto, superando anche quota 200 microgrammi per metro cubo: il record, registrato dalla centralina di via Tanaro, sul cui funzionamento vigila l’Arpa di Cuneo, è di 222,6 µmg³, quota toccata il 19 giugno, alle 16.

È allarme ozono? Lo abbiamo chiesto a Silvio Cagliero dell’Arpa di Cuneo: "I dati rilevati dalla rete di monitoraggio regionale sono quelli attesi per il periodo estivo. Ciò non significa che la situazione sia buona e sulla condizione di Alba, che fa registrare i dati più alti della Granda, gioca la situazione geografica che causa difficoltà alla dispersione degli inquinanti".

Se per Alba i valori sono certificati dalla centralina, per le zone circostanti occorre affidarsi alle previsioni effettuate dall’Arpa, in base alle rilevazioni della rete di monitoraggio piemontese, che indicano gli atteggiamenti da porre in atto per tutti, poiché in estate il problema dell’ozono colpisce tutti, sia pure in misura diversa a seconda dell’urbanizzazione dei centri abitati e delle attività umane che producono gli inquinanti "precursori dell’ozono, come gli ossidi d’azoto.

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