Inquinamento: limiti rispettati sotto le torri.
Ma il confronto col capoluogo regionale dice che...
Alba e Torino gemelle per l'ozono
L'attenzione verso la qualità dell’aria non scende.
L’Ufficio ambiente del Comune di Alba ha diffuso i dati rilevati dalla
centralina di via Tanaro ed elaborati dall’Arpa.
(www.arpa.piemonte.it)
Si tratta di un dossierdi 26 pagine in cui sono riportati, ora per ora, i rilevamenti di biossido
di zolfo, monossido di carbonio, biossido di azoto, ozono e benzene di tutto
gennaio.
Nel corso del primo mese dell’anno non c’è stato alcun
superamento dei limiti di attenzione, fatto confortante e sufficiente per essere
in regola con la legge. Spulciando i dati non mancano, però, gli spunti
d’interesse per valutare se l’aria di Alba è proprio così buona come qualcuno va
scrivendo e dicendo.
Per tentare di avere le idee più chiare, abbiamo confrontato i
numeri albesi con le analoghe misurazioni di Torino, rilevate sempre dall’Arpa e
diffuse in "tempo reale" dal Comune, tramite il proprio sito Internet
(www.comune.torino.it). Nonostante le differenze, anche rilevanti,
tra i due centri (abitanti, traffico e conformazione geografica), l’aria albese
non è molto dissimile da quella torinese, in special modo quando le targhe
alterne consentono al capoluogo regionale di limare verso il basso i picchi
degli inquinanti.
Per quanto riguarda biossido di zolfo (causato soprattutto
dagli impianti di riscaldamento e da noi il teleriscaldamento aiuta a
contenerlo) e ossido di carbonio, i dati albesi sono al disotto dei valori
registrati dalle centraline periferiche della città sabauda.
L’aria di Alba s’avvicina a Torino, invece, per la
concentrazione di biossido d’azoto, ritenuto fra gli agenti inquinanti
atmosferici più pericolosi: è un gas tossico e irritante per l’apparato
respiratorio e contribuisce alla formazione delle piogge acide.
Nella seconda metà di gennaio i valori registrati dalla
centralina albese hanno spesso superato i 100 mg/m3
(microgrammi per metro cubo), mentre la soglia di attenzione è a quota
200. Il picco massimo, 120,7 mg/m3 è stato raggiunto il 22 gennaio
(lo stesso giorno a Torino si andava da 106 a 150...). Nelle altre giornate i
valori langaroli sono rimasti in linea con alcune delle sei centraline
torinesi.
Il dato che più accomuna le due città è riassunto nel grafico
di prima pagina ed è relativo all’ozono: in 20 giorni su 28 (in tre giorni
l’unica centralina di Torino abilitata per tale inquinante non ha effettuato
rilevamenti), l’aria albese era più "ricca" di ozono rispetto a quella del
capoluogo regionale, con valori spesso al di sopra dei 40 mg/m3 e con un record di 69,8 mg/m3 registrato
in via Tanaro alle 15 del 20 gennaio. Per tale inquinante la soglia di
attenzione è fissata a 180 mg/m3.
L’ozono è un gas che si concentra nella stratosfera, a
un’altezza compresa fra i 30 e i 50 chilometri dal suolo e protegge gli strati
più bassi dalle radiazioni ultraviolette. Nelle immediate vicinanze della
superficie terrestre (fino a 10 chilometri di quota), l’ozono è considerato
componente dello smog. Al contrario di altri inquinanti, non viene emesso
dalle autovetture, ma nasce da una reazione chimica favorita dall’irraggiamento
solare (in estate i valori di tale gas sono normalmente più alti) e che
coinvolge gli ossidi di azoto. La presenza di tali inquinanti determina la
produzione di elevate quantità di ozono, sommandosi allo smog esistente.
L’ozono provoca danni alla salute: a concentrazioni anche basse può provocare
irritazioni alle vie respiratorie e bruciore agli occhi. Inoltre l’ozono è
responsabile di danni alla vegetazione che possono arrivare alla scomparsa di
alcune specie arboree dalle aree urbane.
Un discorso a parte va fatto per il benzene. Non è possibile
fare confronti diretti con la realtà torinese, che a partire dall’agosto scorso
non effettua più le misurazioni. Per il benzene, come per le polveri fini, la
legislazione italiana impone "solo" un obiettivo di qualità dell’aria: la media
annua da non valicare è fissata a 10 mg/m3. Il massimo
registrato ad Alba è stato di 8,3 mg/m3 (alle 20 del 16 gennaio),
"sfiorando" il limite. Negli altri giorni i valori sono stati compresi fra 2 e
5.
Il benzene si ritrova in piccole quantità anche nella benzina
(che bruciando nel motore lo rilascia nell’aria) ed è largamente utilizzato come
solvente e come materia prima per resine ed esplosivi. È tossico per il sistema
nervoso ed è classificato cancerogeno (in particolare, è fra gli agenti
"sospettati" di innescare il processo che porta alla leucemia): una delle
componenti principali dell’esposizione al benzene risulta il fumo delle
sigarette.
(di Giulio Segino - da Gazzetta d'Alba del 13
febbraio 2002 - pag.17)
Per consultare l'articolo originale
con relativi grafici cliccare qui
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