|
ORA VENIAMO AL SODO
Non è facile spiegare perchè uno diventa un Devoto. Forse prima
di tutto bisognerebbe spiegare cos'è un Devoto.
Il nome viene dall'album Songs of Faith and Devotion (comunemente
detto SOFAD) del 1993, l'ottavo album in studio. Ci potete trovare
delle vere perle come
Walking in my Shoes,
One
Caress, che è semplicemente stupenda, In
your Room, tutte seguite da altrettanto mirabili video. Quello
di Walking in my shoes è firmato da Anton Corbijn che tanto ha lavorato
per e con loro. Sono opera sua i video di Enjoy
the Silence,
It's non Good, Policy
of Truth, Personal
Jesus e tanti altri.
Dicevo... ah sì... la Devozione! Dunque da SOFAD viene l'appellativo
di Devoto. In qualche articolo viene fatto notare come i fans dei
Depeche Mode siano votati a loro corpo e anima, totalmente. E lo
stesso Martin Lee Gore, compositore, tastierista e chitarrista oltre
che cuore pulsante del gruppo, in un'intervista esprimeva lo stupore
che gli creano i fans europei, gli unici a presentarsi ai loro concerti
con un look "total black", a differenza di quelli americani,
per esempio, in tutto simili ai fans di qualsiasi altro gruppo.
Se ascolti davvero i Depeche Mode non possono non entrarti dentro
con le parole di Martin strepitosamente interpretate e vissute dal
cantante Dave Gahan. La sua presenza sul palco lo rende unico, unito
ad un corpo da paura all'alba dei suoi bravi 45 anni e dopo tutti
gli stravizi ed eccessi ai quali si abbandonò in gioventù! Tanto
è introverso e riservato Martin (...e nemmeno lui è stato uno stinco
di santo!) tanto è esplosivo e proiettato verso l'esterno Dave.
E' questo che ti cattura. Il sudore che gronda da tutto il suo corpo
in concerto, segno che non si sta certo risparmiando. La sensazione
che ti stia dando davvero tutto se stesso, la sua arte e la sua
interiorità. Quell'uomo sul palco sputa l'anima, infatti a fine
tour è ridotto alla metà di quello che era all'inizio. Se non mi
credete... ecco la prova!
Regalano al loro pubblico un album a cadenza quasi quadriennale
e fanno bene. L'album esce se hanno qualcosa da dire tanto non hanno
alcun bisogno di soldi, ne hanno già a palate e quindi ci regalano
sempre delle chicche. Mai ripetitivi ma sempre fedeli a se stessi,
uno dei pochissimi gruppi ancora più che vivi dopo più di 20 anni.
Quando nel 2005 uscì Playing the Angel ero un pò scettica, i tempi
erano tanto cambiati dal loro ultimo lavoro, avevano saputo mantenere
la linea o avevano ceduto? Sorpresa! Erano sempre i favolosi Depeche
Mode solo rinnovati e con la stessa voglia di cantare e intesa di
sempre.
Anche da Playing The Angel sono usciti video notevoli, tipo quello
per Precious,
oppure
Suffer Well, firmato indovinate da chi? Ma da Anton Corbijn!
E stavolta c'era anche una novità... tre canzoni scritte dal cantante:
Suffer Well, I
want it All e Nothing's
Impossible. Ottimo lavoro che però, a mio personale giudizio,
non trova conferma nel suo successivo cd solista,
Hourglass composto in collaborazione con Andrew Phillpott e
Christian Eigner, il batterista che da tempo immemore accompagna
in tour il gruppo. Le canzoni sono quasi tutte veramente belle,
alcune travolgenti, ma in queste non ho trovato la complessità e
la profondità di quelle scritte per Playing The Angel. Il buon Martin
le avrà un pochettino aggiustate? E chi può saperlo!
Una delle loro caratteristiche è la riservatezza. Finiti i tours
spariscono. Raramente trapelano notizie, a parte Martin che ogni
tanto si concede come DJ in qualche località amena. Figurati se
va a Tor Pignattara o al Tufello! (borgate romane... nda).
Il terzo elemento, Andrew Fletcher (Fletch) si concede di più. Giusto
l'estate scorsa ha fatto un giro per le discoteche di Riccione,
Ostia e altre località anche lui come DJ. Più socievole e di lingua
lunga rispetto agli altri due, per contro più anonimo all'interno
del gruppo e con un ruolo musicalmente marginale, ma, a mio giudizio,
fondamentale per la sopravvivenza dei DM, in qualità di mediatore
fra le opposte personalità degli altri 2 componenti. Soprattutto
agli inizi. Quindi... lunga vita a Fletch!!!
La maggior parte delle Devote sono inesorabilmente calamitate da
Dave e da una sua specifica parte anatomica che lui non manca di
esibire senza però mai scadere nel volgare. E nel caso la tua attenzione
fosse stata richiamata da qualcos'altro, lui stesso la riporta proprio
in quello specifico punto con le sue ormai famose palpate a piene
mani! In più di un'intervista ha confessato che lo diverte molto
poter fare davanti a milioni di persone la stessa cosa per cui la
sua mamma lo sgridava quando era un bambino e in più ottenendo il
delirio delle folle! Da bravo animale da palcoscenico, travolge
tutto e tutti con la sua energia.
Martin è più contemplativo, una bellezza appena sfiorata dall'età,
occhi chiari e sognanti, vive nel suo mondo di poesia raramente
mielosa e ancor meno sdolcinata. Da sempre scrive i testi e le musiche
delle canzoni del gruppo, pochi sono gli spazi lasciati agli altri.
Ho come l'impressione che abbia sempre sentito i Depeche come una
sua creatura.
Dave è l'unico che può dare voce alle sue parole, questo è chiaro.
I Depeche Mode sono Dave quanto Martin e viceversa, mancasse uno
dei due il gruppo non avrebbe più ragione di esistere. Martin lavora
dietro le quinte, anche la sua presenza sul palco non è estremamente
incisiva, se non fosse per le mise, le stupende chitarre che sfoggia
e la voce calda e pacata. Nei momenti di pausa, il riflettore si
punta su di lui e allora ti arrivano i brividi e i lucciconi agli
occhi. Solo con la sua chitarra davanti alla folla ammutolita ti
ipnotizza con le versioni acustiche di Home
e
It Doesn't Matter e non puoi fare altro che amarlo dell'amore
più alto che poco ha a che fare col terreno. Ci penserà dopo
Dave a riportarti giù, sulla terra, tra il sudore e la fisicità.
Io alla Devozione sono arrivata tardissimo, solo 3 anni fa, ma non
ci ho messo molto a mettermi al passo. I Depeche sono così: se ti
entrano dentro sono totalizzanti forse perchè le loro canzoni parlano
delle cose che ti capitano nella vita e senza infiorettarle o girarci
attorno. Chiamano le cose col loro nome e poche storie.
Scavano nel torbido delle umane miserie e debolezze, nei fallimenti
come nei successi senza mai farti arrivare il messaggio: Il mondo
è una fogna, suicidiamoci che è meglio!
Dolore e sofferenza (pain and suffering) sono concetti alla base
della loro filosofia artistica, se mi passate questa definizione,
ma non sono mai cose alle quali devi soccombere e loro lo hanno
anche dimostrato con i fatti.
Fondamentalmente penso che il Devoto soffra di qualche sorta di
disagio mentale inteso in senso positivo. Forse una specie di sdoppiamento
della personalità... Molti adottano il total black look anche nella
vita di tutti i giorni, personalmente io tendo ad evitarlo in estate,
o comunque il nero è il non-colore dominante nella loro vita. Ma
dentro sono un'esplosione di colori, amano la vita, stare bene e
godersela. E questo crea contrasto con la loro immagine esteriore.
Per me vale lo stesso discorso ma al contrario, nessuno vedendomi
immagina il dark che ospito nel profondo della mia anima e quando
questo si manifesta crea stupore e perplessità. Mai fermarsi alle
apparenze... meditate gente... meditate...
COLLABORATORI
I Depeche si avvalgono del prezioso contributo on tour di ottimi
collaboratori come Peter Gordeno alla tastiera, Andrew Phillpott
come ingegnere del suono e Christian Eigner alla batteria. Quest'ultimo
collabora con i DM dal 1997 ed è spesso presente anche al di fuori
dei tour. Ha lavorato all'ultimo cd solista di Dave, Hourglass
del quale è stato anche produttore insieme ad Andrew Phillpott.
Oltre ad essere un session man, Christian scrive canzoni e nel 2005
esce con
Recovery. Ha collaborato con Dave componendo le musiche delle
3 canzoni incluse in Playing the Angel e anche quelle di Hourglass.
Andrew Phillpott è anche lui un collaboratore di vecchia data nel
ruolo di programmatore, ingegnere del suono e co-songwriter. In questa clip lo potete vedere
sullo sfondo, dietro i suoi computers per
Hourglass. É presente anche alla creazione di Counterfeit
e Counterfeit2,
album solisti di Martin Lee Gore.
Altro non sono riuscita a sapere di lui e questo mi rattrista. Trovo
Phillpott veramente interessante non solo come artista, e se darete
un'occhiata a questa
clip capirete le mie motivazioni. Non mi dispiacerebbe sapere
qualcosa di più, ma a quanto pare è un uomo riservato e, giustamente,
preferisce lasciar parlare il suo lavoro piuttosto che la sua persona.
Non posso fare altro che unirmi a chi ha scritto questo cartello esibito da Martin con piacere!
Peter Gordeno collabora con i DM dal 1998. Oltre al fatto di essere
nato a Rangoon e di aver accompagnato Martin nel tour conseguente
a Counterfeit2,
altro non è dato sapere... Mi limito a una foto trovata a fatica,
forse anche lui non ama stare sotto i riflettori.
Ma il primo e più grande collaboratore è stato ed è senza dubbio Anton Corbijn fotografo e regista olandese. Ma di lui parlerò per esteso nella sezione apposita. Capirete che non avrei potuto fare diversamente dato lo spessore del soggetto.
CANZONI
La sensualità è la loro caratteristica principale, puoi quasi toccarla
nei testi e nella musica di Dirt
(l'originale è di Iggy Pop, i Depeche ne hanno fatto una cover poi
usata come soundtrack del film Resident Evil), Sea
of Sin, la mia seconda pelle, la mia casa lontano da casa,
quando sono dubbioso le mie mani si allungano e non sono mai solo,
Dangerous,
I Feel Loved, dalle profondità del mio vuoto, proviene un
sentimento di beatitudine interiore, mi sento voluto, mi sento desiderato,
riesco a sentire la mia anima in fiamme, Zenstation,
solo strumentale.
I
Want You Now penso sia il massimo in questo senso, c'è un
desiderio ardente dentro e si sta mostrando, allunga le tue mani
e accetta il mio amore, abbiamo aspettato troppo a lungo, quando
è abbastanza è abbastanza, ti voglio ora.
Per quanto riguarda I Feel Loved è più che sensuale anche il video!
In tantissime altre ti rotola addosso dalla voce di Dave che in
certi punti si sgrana o in certi accordi che a percepirli ti fanno
accapponare la pelle.
Molte canzoni sono stupendamente struggenti, vedi (anzi ascolta!)
Walking in my Shoes, ora non sto cercando assoluzione o
perdono per le cose che faccio, ma prima di arrivare a qualsiasi
conclusione, prova a camminare nelle mie scarpe. Altro video
indimenticabile! Oppure
Condemnation, World
Full of Nothing, Dressed
in Black, In Your Room, Precious (soprattutto per il testo),
One Caress che è cantata in maniera superba da Martin,
Waiting for the Night e quante ancora!
Ci sono alcuni brani scritti da Martin che nessuno oltre a lui può
cantare. Come dicevo prima, One Caress è uno di questi, It Doesn't
Matter e It
Doesn't Matter 2, Home, Somebody,
World Full of Nothing, Macro,
Blue
Dress, Sometimes.
La sua voce non è sensuale quanto quella di Dave ma è calda, familiare,
amorevole, piena di sfaccettature. Ti guida tenera ma decisa esattamente
dove vuole che tu vada e cioè in alto, ti obbliga ad ascoltarla
e a soppesare parola per parola. E in questo modo te li ritrovi
dentro, i Depeche, non puoi più tornare indietro. Ora sei diventato
un Devoto.
Altri brani sono decisamente scanzonati e qui si parla più che altro
dei loro primissimi lavori, canzoni indimenticabili come
What's Your Name (firmata Vince Clarke, che lasciò il gruppo
molto presto per fondare gli
Yazoo con Alison Moyet e poi gli Erasure
con Andy Bell), Boys,
say “Go” (sempre di Clarke), Flexible
(Martin Gore), la meravigliosa Get
the Balance Right (Martin Gore) di cui notevole è anche il video,
The
Meaning of Love (Martin Gore), Now
This is Fun (Martin Gore),
More Than a Party (Martin Gore), Set
me Free (Martin Gore), Nodisco
(Vince Clarke),
New Life (Vince Clarke) e Leave
in Silence (Martin Gore) e altro video notevole.
Se amate le atmosfere cupe e tetre eccovi accontentati con
Death's Door, Black
Celebration, Damaged
People, Darkest
Star, Blasphemous
Rumors, The
Bottom Line, Sister
of Night.
E poi come non menzionare le gloriose Personal Jesus e Fly
On the Windscreen, Photographic,
Shake
the Disease, Dream
On, Strangelove,
World
in my Eyes, Policy of Truth, ora stai lì fermo in piedi
senza parole, sarebbe meglio che imparassi bene la lezione, nascondi
quello che devi nascondere e dì quello che devi dire.
A questo punto non posso trattenermi dallo stilare una più che personale
scaletta dei brani che preferisco smodatamente e che sicuramente
farà storcere il naso a molti ma... I don't care! Partirei con Here
is the House, a seguire
Lie to Me, World Full of Nothing, Leave in Silence, Satellite,
Shouldn't Have Done That,
Ice Machine, Pipeline,
l'incantevole Shame,
la speranza da sola non rimuoverà le macchie della vergogna,
And
Then..., The
Things You Said, Nothing,
Get The Balance Right, assolutamente Macro, I Feel Loved , Dirt,
Puppets,
Big Muff, la mitica It's
No Good, prenderò il mio tempo, ho tutto il tempo del mondo
per farti mia, è scritto nelle stelle lassù,
Barrel of a Gun, stai a sentire questo pervertito adulatore,
che si regge su piedi stanchi, che va in cerca della necessità di
un po' di sonno che non arriva?,
Surrender, sono un uomo di carne e ossa, l'estasi corre
veloce nelle mie vene, passione in fiamme nel mio cuore, resa celeste
una volta ancora, Freestate,
John
the Revelator,
A pain that I'm use to e mi fermo qui altrimenti potrei continuare
all'infinito!
Sono diversi i brani solo strumentali come Junior Painkiller, FPMIP,
Obekorn,
la delicata Lovetheme,
Easy
Tiger, PIMPF,
Introspectre,
la schizzatissima Kaleid,
Sibeling,
Slowblow,
Zenstation, Big Muff,
Uselink, l'ipnotica Jazz
Thieves, tutte opera di Mr Martin Lee Gore.
Assai gradevoli sono anche i suoi DJ set, tipo Being Boiled, i brani
Hip Young Things, White Noise e Octagon Man del dj set per l'Exciter
Tour.
In giro per l'Italia si tengono a scadenza regolare i Depeche Mode
Party in città come Milano, Reggio Emilia, Roma. Occasioni più che
buone per conoscerci tra noi e passare una notte in compagnia con
la musica dei Depeche.
Personalmente posso dire che entrare nel tunnel della devozione
mi ha portato solo cose positive, tra le quali diverse amiche con
cui condividere l'adorazione delle Divinità Maggiori, Martin &
Dave, e un amico conosciuto in un forum DM londinese. Il mio inglese
è miserevole ma la Devozione spiana la strada e abbatte i muri,
alla fine ci intendiamo lo stesso e quando passo per Londra
non manchiamo di incontrarci e trascorrere qualche ora a zonzo per
la City.
Passeggiare per Londra e pensare che lì loro sono nati e cresciuti
artisticamente e che cammino su marciapiedi che chissà quante volte
le loro scarpe hanno calpestato, mi emoziona e mi dispiace non trovare
quasi più nessuno dei locali che hanno visto i loro esordi. Tutto
cancellato, tutto finito. Largo al nuovo che non c'è. E che dolore
sentire le loro canzoni usate a scopo pubblicitario. Mi sa tanto
di blasfemo!
Le ultime notizie li danno chiusi in studio a Santa Barbara. Finalmente!
Avrebbero dovuto farlo in marzo!! Quindi si tratta solo di aspettare
qualche mese (chissà quanti...) prima di stringere fra le mani il
loro nuovo lavoro e poi chissà quanto prima di poterli vedere in
tour.
Credetemi... vita dura quella del Devoto! |
|