LETTERATURA ITALIANA: IL CINQUECENTO

 

Luigi De Bellis

 


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Il Cinquecento


Ludovico Ariosto: la vita

Nato a Reggio Emilia nel 1 474 da Niccolò, l'Ariosto visse i suoi primi anni in un ambiente agiato e signorile. Spinto, senza alcun frutto, agli studi del diritto, ottenne finalmente di potersi dedicare alle lettere. Strinse amicizia con altri giovani letterati, fra cui Alberto Pio, Ercole Strozzi e il cugino Pandolfo Ariosto; seguì le lezioni dell'umanista Gregorio da Spoleto, i cui insegnamenti ricordò sempre con riconoscenza; frequentò le feste e le rappresentazioni teatrali di corte; fece le prime prove poetiche dedicandosi dapprima alla lirica latina (agli anni 1494-1503 risalgono i Carmina, in cui i modelli di Tibullo e Orazio vengono ripresi in modi ora scolastici, ora più eleganti e raffinati) e quindi a quella in volgare, stimolato anche dalla presenza in quegli anni a Ferrara di Pietro Bembo.

A Ferrara, dove si trasferì con la famiglia, gli morì il padre e Ludovico, primo di dieci figli, fu costretto a provvedere al sostentamento dei familiari. Fu cos1 al servizio del cardinale Ippolito d'Este (che poi si rifiutó di seguire in Ungheria, dimostrando un orgoglioso e - per quei tempi - coraggioso spirito di indipendenza) e del fratello di questo, il duca Alfonso. Da quest'ultimo ebbe incarichi difficili e rischiosi (come il governatorato della Garfagnana, regione infes tata dai briganti). Da ultimo, fornito di un modesto vitalizio si ritirò a vivere in Ferrara, in una umile casetta ("parva sed apta mihi"), allietato dall'amorevole compagnia dell'adorata Alessandra Benucci. Qui realizzò il sogno della sua vita di condurre un'esistenza assolutamente libera e completamente immersa nei suoi sogni di poeta, visitando tutto il mondo, ma su "Tolomeo", cioè sulle carte geografiche. E qui mori nel 1533.



2000 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it  - Collaborazione tecnica Iolanda Baccarini - iolda@virgilio.it