Il capitano del Real
Statte Mina D'Ippolito
Dal calcio al calcetto anche per ..amore
Mina D'Ippolito, che
effetto le fa alzare il trofeo dello scudetto?
"Una sensazione unica che ripaga di tanti anni di
sacrifici. Ci si rende conto che si è appena raccolto il frutto di tanto
lavoro."
Un lavoro che inizia da lontano..
"Sì, questa squadra ha undici anni di vita, da sette
gioca nei campionati Figc, è arrivata quasi sempre tra i primi, siamo spesso
uscite per una sconfitta, lunica stagionale, in semifinale. Sembrava una
maledizione."
Sfatata finalmente quest'anno, dopo un'altra
delusione, quella della finale di Coppa Italia persa ai rigori.
"A Roma, è stata una giornata brutta. Ma lì, vincendo
per la prima volta con una squadra romana, abbiamo capito che un tabù era
sfatato."
Siete quasi tutte lavoratrici, studentesse, giocate
per puro dilettantismo. Qual è il segreto dei vostri successi?
"L'unione. Siamo un gruppo affiatato, che si frequenta
anche al di fuori del campo. Lo spogliatoio in questa Final Eight, è stato
importante. Anzi voglio ringraziare proprio quelle ragazze che non hanno
trovato spazio in campo in queste ultime gare, ma che hanno saputo tenere
unito il gruppo. Chi è la trascinatrice? Maria Pagliarulo, ci tiene su il
morale con le sue battute e le sue imitazioni."
In campo chi è stata decisiva?
"Patrizia D'Andria. La giocatrice che sembra la più
"pigra", ma che non sbaglia mai nei momento che contano."
Quanto conta Marzella in questa vittoria?
"Il 90 per cento del merito è suo. Lui "è" il Real
Statte, ci ha scelte ad una ad una, ci ha seguite in questi anni traendo il
massimo da ognuno di noi."
Tu hai giocato al calcio a Martina con l'Acf,. Come è
avvenuto il passaggio al calcetto?
"Faccio parte di un gruppo che aveva deciso di uscire
fuori dalla squadra. Il calcio a 5 ci piaceva, avevamo già fatto qualche
torneo estivo con Marzella, quando ci chiese di tentare l'avventura in
campionato Figc accettammo di buon grado."
Ma tu hai avuto anche un altro motivo per seguirlo.
"Sì, lui era amico intimo di colui che sarebbe
diventato mio marito. Giuseppe Marsella, attuale dirigente. Ci siamo
conosciuti proprio nei tornei estivi: è scoccata la scintilla, di lì a poco
ci siamo fidanzati; siamo sposati da sei anni".
Siete tutte dilettanti. E' impossibile dalle nostre
parti "vivere" di calcio a cinque?
"Attualmente sì. Ma noi ai soldi non abbiamo mai
pensato. Ci ha sempre mosso la passione. Cosa abbiamo chiesto come premio
per lo scudetto? Un paio di scarpe nuove. E basta. Certo che sarebbe bello
avere un rimborso spese o un premio partita, ma sappiamo che dovrebbe
arrivare un mecenate. Ci va bene così."
E' vero che avevate deciso di lasciare, una volta
vinto lo scudetto?
"Sì, qualcuna di noi lo aveva pensato. Ma abbiamo già
cambiato idea. Ci piace giocare con lo scudetto al petto e difenderlo. Io mi
fermerei soltanto se .. rimanessi incinta"
Dal corriere del Giorno del 1 Giugno 2005
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