Laghi di Garda, d'Idro e d'Iseo

Dario e Rosalba: il nostro viaggio in moto attorno ai laghi di Garda, d'Iseo e d'Idro. Punti di partenza per alcune delle zone più affascinanti delle Prealpi Trentine e Lombarde.

mototurismo

Introduzione Il lago di Garda Lago di Garda, Lago d'Idro e Lago d'Iseo Val di Daone e Val di Genova

Lago d'Idro
 
Passo di Croce Domini
Partiamo da Riva del Garda seguendo la Gardesana Occidentale e costeggiamo il lago tra uliveti e limonaie in direzione di Salò, su un tracciato tortuoso e movimentato da curve strette e gallerie, che riserva anche vaste vedute sull'ampio specchio del Garda.

Immediatamente dopo Limone una strada secondaria lascia la Gardesana spingendosi ripida sulle montagne, in direzione di due dei paesi che compongono l'altopiano di Tremosine, Villa e Vesio. A Vesio, teniamo la destra per salire sul monte Tremalzo lungo la vecchia, impegnativa ed affascinante mulattiera che, viaggiando sempre a strapiombo sul baratro, raggiunge i 1.974 metri del passo, al cospetto dell'impressionante parete verticale lungo la quale sale la mulattiera. Dopo aver superato il passo, raggiungiamo il profondo canyon della Val d'Ampola che ci porta verso il lago d'Idro, stretto ed allungato, è dei laghi lombardi quello a quota più elevata a 368 m di altezza.

Incastonato nello splendido scenario delle Dolomiti, tra i laghi di Garda e d'Iseo, nasce, dal fiume Chiese, il lago d'Idro, una delle perle più affascinanti d'Italia, grazie al suo paesaggio speciale, fatto di pendii boscosi, che precipitano nelle sue acque tranquille, irrompendo nella calma dei paesini tutt'intorno. Già "dall'alto" i turisti vengono sedotti da questo piccolo gioiello: sono superbe le cime che lo incorniciano, offrendone meravigliose vedute; tra le mete più suggestive, dallo sfondo settentrionale spiccano le Dolomiti del Brenta (3.400 metri), allettanti sfide da raccogliere, percorrendone i sentieri, a passeggio, in mountain bike e anche arrampicandosi.

Restiamo abbagliati dalla bellezza dei centri abitati: sono molte le attrattive culturali offerte da questo piccolo angolo fatto di verde e tranquillità. Qui ogni epoca ha lasciato traccia del suo passaggio: lapidi retico?romane, castelli, borghi rurali e chiese medievali, e tante fortificazioni, che testimoniano il retaggio della dominazione veneta e di quelle successive e che hanno però avuto il merito di non spezzare, rompere, quella dimensione semplice e naturale.

A Storo, prendiamo a sinistra e dopo aver costeggiato il lago fino a S. Antonio, giriamo a destra e dopo alcuni chilometri attraversiamo Bagolino. Ci aspetta il passo di Croce Domini, che con una strada stretta e tortuosa, ci porta fino a quota 1892.

Ridiscendiamo per raggiungere Breno, nella Valcamonica per raggiungere il terzo lago di questo itinerario: il lago d'Iseo. Prima, però è d'obbligo una visita a Capo di Ponte dove, nei 30 ettari del Parco nazionale delle Incisioni rupestri di Naquane vi sono oltre cento massi incisi.

La bassa e la media Valcamonica, per cui scendono le acque dell'Oglio, che alimentano il lago d'Iseo, sono un mondo prealpino, severo; ripidi fianchi a vigneto o castagno incombono sui coltivi e gli opifici dei fondovalle. Un'antica tradizione per la lavorazione del ferro che non occorreva cercarlo in giacimenti lontani, aveva preparato l'industrializzazione. Al passo della Presolana, tra la val di Scalve, tributaria della Valcamònica e la valle Seriana, bergamasca, l'altezza rasserena il paesaggio. L'approssimarsi a Bergamo, nella bassa valle, suggerisce dì ritrovare i segni della prima industrializzazione tessile.

Piccolo ed aristocratico, severo come la tavolozza dei colori di queste terre, il lago d'Iseo propone numerose sorprese. Il paesaggio condivide la nitidezza nei profili rocciosi tipica di molti laghi di montagna, ma apre anche squarci di luminosa solarità, stordendo il visitatore con un continuo mutare di orizzonti e di sensazioni.

Il tratto inferiore della Valcamonica, che sbocca nel lago, è percorso da due strade, sulle opposte sponde del fiume: da Pisogne si accede a quella orientale.

Da Pisogne, situata all'estremità settentrionale del lago d'Iseo, si attraversa l'Oglio per portarsi sull'opposta riva, a Lovere.Seguendo la sponda occidentale - o bergamasca - del lago, ci fermiamo a Tavernola Bergamasca, antico approdo del tempo in cui mancavano le strade costiere. Case a loggiati e affreschi. Qui prendiamo il battello per Monte Isola. Riprendiamo il viaggio ed arriviamo a Sarnico, località climatica con qualche architettura medievale nel vecchio nucleo, dove l'Oglio esce dal lago d'Iseo.

Continuiamo a seguire la sponda del lago fino ad arrivare ad Iseo, adagiata al suo lungolago ma anche ai primi contrafforti montuosi è una specie di salotto buono del lago, ospitale nei confronti di turisti e visitatori, ma incapace di rinunciare alla sua identità di cittadina autentica, vitale e raffinata. Il suo cuore pulsa intorno alla piazza Garibaldi, ma va seguito il reticolo di vicoli che continuamente sboccano sul lago, o conducono in suggestive piazzette. Dal porticciolo si vede nitidamente lo sperone roccioso di Monte Isola, si tratta della più grande isola lacustre europea, e si offre tanto ad una passeggiata indolente sul bel lungolago alberato che collega Peschiera a Sensole quanto ad una escursione lungo l'intero perimetro.

Riprendiamo la moto e ci dirigiamo verso il lago d'Idro attraversando Gardone Val Trompia, Casto e Vestone.

Risaliamo la sponda occidentale del lago d'Idro fino ad Anfo che conserva un bel centro storico in cui si può visitare la chiesa di Sant'Antonio, con dipinti del XIV e XV secolo. Poco fuori si trova la Rocca, fortezza costruita dai veneziani, nel 1486, ma riedificata da Napoleone e dal 1802 teatro di scontri nel periodo veneto e napoleonico: qui nel 1866 Garibaldi aveva la sede del suo comando. Ma oggi Anfo è frequentato soprattutto per le sue spiagge pulite e tranquille, che accolgono turisti desiderosi di calma e serenità.

Costeggiando il lago, ritorniamo a sud per raggiungere Idro, sulla sponda meridionale, che conserva intatto il suo antico aspetto, con le tradizionali viuzze, i balconi fioriti di case in pietra, che si specchiano nell'acqua, e i vecchi cortili, simbolo di un tempo lontano, che qui pare non essere mai trascorso.

Dopo aver percorso alcuni chilometri costeggiando l'omonimo lago, prendiamo a destra per Capovalle. La strada comincia a salire, e, lasciata Capovalle, ci si inoltra nella Val Toscolano su una strada strettissima, tortuosa all'inverosimile ma esaltante come poche, che dopo aver costeggiato il lago di Valvestino raggiunge il lago di Garda.

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