GIACINTO COVA
1909/1941 Medaglia d’Oro al V.M. alla memoria
La Vita per un ideale
 

“Più forte dell’acciaio fu il suo cuore”
 

 

         Conclusioni   4a parte

 

Busto conservato nella sede dell'Unuci di Faenza

Alle 15, incredibilmente, tornò una calma spettrale. Il nemico era sparito. Montemurro coi resti del reggimento andò in cerca dei tedeschi, di Von Herff e seppe che questi, coi famosi carri mai arrivati, si era già lanciato alle spalle del nemico. Era, infatti, accaduto che nel pomeriggio del 15, mentre ancora ferveva il combattimento a q. 186, il gen. Gott era venuto a conoscenza dell'accorrere del reparto carri tedesco, già avanzante attraverso il deserto, per cui, temendo che la brigata Guardie venisse a trovarsi esposta, nella posizione di Capuzzo, ad un pericoloso attacco di carri, aveva chiesto al comando superiore di poterla ritirare, qualora necessario. Informato, poi, dell'entità della minaccia tedesca (70 carri circa), prese la decisione di ordinare, senza attendere il superiore parere, la sospensione dell'azione della brigata, e, nel primo mattino del giorno dopo, ne dispose il ripiegamento unitamente a quello della VII. Sul mezzogiorno del 16 maggio, cioè a meno di ventiquattro ore di distanza, il col. Montemurro volle tornare ad occupare, con i resti della sua colonna, Sollum alta ed il caposaldo di q. 186, dove ricollocò il comando nella familiare buca. Se si eccettua l'occupazione di passo Halfaya, che gli inglesi mantennero, l'operazione Brevity si era risolta in un insuccesso. Le perdite dell'8° bersaglieri assommarono a 23 morti (di cui 4 ufficiali), 11 feriti e 265 dispersi. I combattimenti in questa operazione risultarono notevolmente aspri. Due fattori concorsero, in particolare, a determinarne la durezza, oltre alla superiorità in uomini e mezzi dell'attaccante: l'improvviso cedimento della compagnia tedesca a q. 191 a dell'Halfaya e l'impiego da parte inglese di carri del tipo Matilda. La verità venne taciuta per anni approfittando anche del fatto che i testimoni oculari (tedeschi) o erano morti o erano caduti prigionieri. La verità, tuttavia, la troviamo ufficialmente riconosciuta anni dopo, anche dagli storici tedeschi sulla base dei documenti ufficiali.

 

Ancora il col. von Herff al col. Montemurro, con lettere rispettivamente del 11 e 26 luglio 1941:
« ... Se ho ottenuto la più alta decorazione tedesca, lo debbo al comportamento del suo bellissimo e valoroso reggimento ed al suo magnifico personale intervento» « La settimana scorsa ho ricevuto dal gen. Gariboldi la medaglia d'Arg. al V.M. Questa bella decorazione italiana la debbo a voi e la porterò sempre a ricordo delle battaglie combattute insieme sul confine egiziano» .

Nuovamente il gen. Rommel, in una lettera del 4 luglio, indirizzata al Col. Montemurro:

«... Sarei felice di avere ancora alle mie dipendenze, nei prossimi combattimenti, il vostro coraggioso reggimento».

Il Comando Supremo italiano rese noti in forma generica i combattimenti sul confine egiziano con i bollettini di guerra n. 345, 346, 347 rispettivamente del 16/17/18 maggio 1941

La relazione dello stesso col. Von Herff, al gen. Rommel sui combattimenti del 15 maggio, così riportava:  

«Desidero rilevare in modo speciale il magnifico comportamento di tutti i reparti della colonna Montemurro. Da quando questo reggimento si trova ai miei ordini, mi sono formato una buona impressione di questa truppa, come del resto anche del reparto italiano Frongia (artiglieria). Tutti e due i reparti si sono battuti meravigliosamente nei gravi combattimenti del 15 maggio. Il reggimento Montemurro il 15 maggio era dislocato con una compagnia a q. 191 (posizione Halfaya superiore), la quale era messa agli ordini della 2' compagnia motofucilieri tedesca ivi impiegata; una compagnia teneva con metà una posizione della depressione costiera presso il passo Halfaya e con l'altra metà Sollum alta e bassa. Il comando di reggimento ed il resto delle truppe erano impiegati al confine ad ovest di Capuzzo. La compagnia dislocata a q. 191 ha combattuto unitamente alla 2' compagnia motofucilieri fino ad essere completamente accerchiata da carri armati inglesi. La compagnia, che teneva Sollum e la posizione della depressione costiera, ha combattuto dalle ore 5.3o del mattino sino alle ore 18 della sera e, solo quando erano caduti gli ufficiali italiani ed esaurite tutte le munizioni e le bombe a mano, è cessato il combattimento. Parte della compagnia, a Sollum, completamente circondata, tenne duro fino al sopraggiungere dell'oscurità, riuscendo poi a forzare l'accerchiamento verso nord. Le parti del reggimento schierate presso Capuzzo, sotto la guida personale del sig. Colonnello (Montemurro), respinsero due attacchi di carri armati sostenuti da fanteria inglese appiedata, facendo uso, in combattimento corpo a corpo, anche di bombe a mano e resistettero per diverse ore fino ad essere liberati dalla pressione nemica da un attacco di carri inviati in loro soccorso, ripiegando poi, per ordine ricevuto, in direzione di Bardia. Il reggimento ha subito gravi e sanguinose perdite ed ha lamentato numerosi morti, ma ciò nonostante il Colonnello ha chiesto. non appena riordinato il suo reparto - ridotto ormai a qualche frammento - di essere subito impiegato nuovamente in combattimento. Anche il pezzo del reparto di artiglieria Frongia, dislocato nella posizione della 2' compagnia motofucilieri del passo Halfaya, ha fatto fuoco fino a che un colpo messo a segno da un carro inglese pesante Mark II lo ha distrutto. I serventi continuarono a combattere con il moschetto. Ritengo doveroso segnalare al Corpo Tedesco Africa l'eccellente comportamento tenuto da questi due reparti di truppa italiani. Ho proposto il Colonnello per la concessione della Croce di ferro di l' classe. “Col. von Herff”

 
Dal gen. Rommel perveniva poi alla div. Ariete la seguente lettera (Abt. 11 a.), datata 25/5/1941:  

«È stata per me una soddisfazione leggere la relazione sul combattimento della colonna Montemurro inviata al Corpo Tedesco Africa. Ringrazio per la comunicazione fattami. Già mediante un dettagliato rapporto del Gruppo von Herff ero stato messo al corrente dell'eccellente comportamento della colonna, del coraggio eroico di tutti i suoi componenti e dell'intervento personale e del valore del comandante di reggimento. Come ho già espresso nell'ordine del giorno n. 10 del Corpo, data 19 maggio, a tutti i componenti del Gruppo von Herff il massimo elogio e il ringraziamento per l'eccezionale prova di bravura, così prego di rivolgere ancora una volta il mio particolare e pieno apprezzamento al Colonnello Montemurro, per la sua elevata capacità nel comando del Reggimento e a tutti i suoi valorosi soldati. Questi risultati, che hanno permesso il successo, sono stati possibili solo per lo spirito di abnegazione di ognuno, per la fredda e tenace fermezza in combattimento contro un nemico largamente superiore in forze e, non da ultimo, per l'eccellente disciplina e per l'elevato spirito che regnano nella colonna. Mi rallegro con la Divisione (Ariete) per questo straordinario successo. La Divisione può essere fiera di avere alle sue dipendenze la colonna Montemurro. “F.to Rommel”

 

Il mattino del 27 maggio i tedeschi riprendono l'Halfaya. «Entrammo in azione alle 4.30 [a.m.] del 27 maggio» riferì Herff «e alle 6.15 il passo era nelle nostre mani. Gli inglesi fuggirono lungo la piana costiera, in direzione di Sidi Barrani. Ci impadronimmo di un notevole bottino, soprattutto artiglieria [nove pezzi], carri armati [sette Matilda, di cui tre in perfetta efficienza] e i camion di cui avevamo tanto bisogno» Da quel momento gli inglesi lo chiameranno Hellfire, l’inferno. Per il brillante comportamento tenuto dagli uomini di Montemurro nell'ultimo mese, il colonnello viene insignito della Croce di ferro di 1a classe. Gli inglesi, oltre a uomini, lasciarono sul campo i loro ultimi carri validi, i Matilda dove i colpi italiani rimbalzavano.

 

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