La storia è racconto attraverso i libri  

Il primo testo che accompagna la presentazione è in genere quello diffuso dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati. Se non diversamente indicati sono del sito.

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GIACINTO COVA

  

L'opera edita da - Fondazione La Memoria storica di Brisighella “I Naldi - gli Spada” (Carta Bianca Editore, Via Fermi 18 - 48018 Faenza - ott.2008)  è in vendita presso la Fondazione in via delle Volte 1 - 48013 Brisighella (Ra) c/o sig.ra Raccagni Tredozi prof.ssa Velda t.0546 81186 (anche fax) e-mail: info@memoriastorica.org
 

1975 - Alberto Cova consegna l'elmetto piumato e la sciabola del padre Giacinto al comandante dell'8° Bersaglieri, Colonnello Gianfranco Lalli

GIACINTO COVA
di Mannes, Nives e Alberto Cova

Il mio Cinto, il nostro Cinto.
Era forse un sabato pomeriggio di un bel fine maggio ed io stavo leggendo il giornale all'ombra di un grande albero nel cortile di casa quando sentii un suono al cancello. Aprii: era la sorella Giulia; Salutandola mentre si dirigeva in casa mi parve turbata in volto. Dopo un po' la raggiunsi: stava, in lacrime, riferendo a babbo e mamma la spaventosa notizia della morte di Cinto in combattimento in terra d'Africa. Le aveva telefonato da Tripoli il marito Mimo, colà capitano in servizio presso lo Stato Maggiore e, pur mancando di notizie ufficiali - che giunsero dopo pochi giorni - non c'erano dubbi, purtroppo! Cinto era morto combattendo coraggiosamente. In casa, coi genitori c'ero io con la Nives, allora diciannovenne, colpita alla grave notizia da un collasso incoraggiata poi da un 'amica, subito avvertita e giunta in fretta. La mamma confortava il babbo, sofferente di cuore, io affranto la coadiuvavo.
Ci rianimò la Giulia, pronta a partire per Verona, volendo giungervi prima che volassero notizie a sconvolgere la giovane vedova, che poi si trasferì da noi a Faenza per trovare conforto e aiuto.
I nostri pensieri erano tutti concentrati su Cinto che aveva immolato la sua giovinezza nel deserto africano, ma ora più che mai vivo nel nostro cuore. Lo rivedevamo alla guida dei suoi amati Bersaglieri che aveva condotto a varie vittorie sportive in competizione con squadre motociclistiche militari belghe e tedesche, e ricordavamo i grandi elogi della stampa che ne riferiva le notizie. Venne poi la guerra, la terribile guerra, e lui fu inviato in prima linea in Libia dopo la traversata del Mediterraneo, insidiato dalla marina e dall'aviazione avversaria. Qualche giorno prima della partenza, all'Epifania, Cinto era diventato padre per la seconda volta e, con un permesso di 24 ore, aveva potuto volare a Verona e dare il primo (e anche l'ultimo) bacio al suo piccolo Alberto.
Non eravamo preparati a tanto lutto; erano alle armi anche Pierino (classe 1908) e Vittorio (classe 1919). Tre in pericolo, ma la guerra non era ancora, nel nostro pensiero, portatrice di morte.
E invece un fatale destino ci visitò ben presto: il 6 giugno del 1941 furono celebrate Sante Messe nella parrocchia di S.Margherita per il nostro caro fratello scomparso. Non avevamo rivolto inviti particolari; bastò il pubblico manifesto per richiamare a frotte tutti gli amici di S. Ippolito. Erano presenti anche il Podestà e il Segretario del Fascio di Faenza che si condolsero con noi. Sapemmo poi che l'esponente fascista si era fatto autorizzare dalla Federazione di Ravenna per superare la colpa di onorare un eroe senza tessera, di cui era privo anche il padre. Grandi meschinità di quei tempi!
La mamma era con noi in chiesa e mi viene da ricordarne la grande compostezza nel giorno dell'annuncio; ma quando più tardi la cercai la trovai nel mio studiolo: era sola ed in mano teneva la fotografia del figlio e il suo viso era cosparso di lacrime. Con il babbo e gli altri si faceva forte, ma il suo dolore era straziante.
Intanto la vita continuava e i figli crescevano. Ma mancava loro l'esempio paterno anche se noi tutti non mancavamo di illustrare ad essi la bella giovinezza paterna spentasi per il giuramento di fedeltà alla Patria e il grande amore per i suoi Bersaglieri. La vita doveva continuare; Valeria e Alberto crescevano, ma la mamma e gli zii, pur disponibili, non erano sufficienti a supplire la mancanza di un padre così grande.
Crescevano bene tuttavia ed erano sui 16 anni Valeria e 14 Alberto, quando nel 1955, i gloriosi resti, esumati dalla terra libica furono da noi portati a Faenza perché attendessero la Resurrezione nel Tempio dei Caduti, assieme ai faentini morti per la Patria.
Fu un grande trionfo per il nostro Cinto la giornata della tumulazione.
Una folla immensa di faentini e di Bersaglieri in corteo seguiva il camion militare con le spoglie del Caduto poi sulla fiancata del Tempio il sindaco Baldi fece l'elogio dell'eroe e altrettanto fecero due ufficiali dei Bersaglieri e, per gli amici di S. Ippolito, il prof. Ugo Scardovi. Valeria e Alberto con la mamma e tutti noi parenti fummo lieti di quel trionfo, ma era la mancanza fisica di Cinto pur presente nello spirito, a rendere quasi irreale la cerimonia.
Sono passati tanti anni, ma il nome di Giacinto è ancora ricordato anche fuori della famiglia. Lo scorso anno i Bersaglieri di Salerno hanno dedicato la loro Sezione alla Medaglia d'oro al valor militare Giacinto Cova.
Anche il generale Tullio Sturchio di Roma, allora capitano presente al fatto d'armi del 15 maggio 1941, ci ha fatto avere recentemente le fotografie originali degli onori resi sul campo al tenente Giacinto Cova.
La Fondazione e Associazione Culturale la Memoria Storica di Brisighella "I Naldi - Gli Spada " dà ora vita a questa pubblicazione su Giacinto Cova. Noi famigliari ne siamo profondamente riconoscenti e ringraziamo commossi per questo ricordo.

Ricordo del fratello Mannes - Bologna, 15 maggio 2008

   

IL RECUPERO DELLA LAPIDE
Quando dal campo di battaglia si recuperarono i morti Cova stringeva ancora in mano le bombe. Giacinto Cova fu sepolto nel cimitero presso la cantonale di Bardia dove rimase fino al 1952. Ad un anno dalla sua morte, nel Circolo "Giuseppe Toniolo" della Parrocchia di S. Ippolito venne inaugurata una struttura lapidea stilizzata con elementi di grande impatto simbolico, realizzata dall'artista faentino Riccardo Pretolani con originale abbinamento fra un busto in terracotta patinata a imitazione del bronzo (soluzione resa necessaria dall'economia del tempo di guerra) e marmi colorati (Fiamme). Dopo poco più di due anni, fra i bombardamenti del 1944 ed il vandalismo dei soldati alleati acquartierati presso S. Ippolito nel 1945, la lapide riportò gravi danni e venne in seguito impiegata nel parziale interramento della cripta di S. Ippolito, ove rimase sepolta fino a scavi recenti. Il busto originale in terracotta, pure infranto, permise allo stesso Pretolani di ricavare una riproduzione in bronzo. Anch'essa ha avuto una storia travagliata, passando dalla conservazione a S. Ippolito da parte del parroco Don Belli, ad un rigattiere dopo la sua morte. Recuperata fortunosamente da Mannes Cova è oggi conservata presso l'UNUCI di Faenza.
In occasione del centenario della nascita (6 ottobre 1909) la famiglia Cova, con il supporto dell'avv. Matteo Olivieri che ha coordinato le operazioni, ha deciso di procedere alla difficoltosa ricomposizione del monumento in vista di una seconda e più fortunata collocazione nella sede dell'Azione Cattolica di Faenza che è stata lieta di ospitarlo. Il restauro è stato effettuato dal maestro faentino Valerio Contoli, che ha curato la reintegrazione delle parti lapidee recuperate dagli scavi di S. Ippolito e la realizzazione di un calco in terracotta del busto dal modello in bronzo conservato all'UNUCI.

 
Il nome di Giacinto Cova viene ricordato:
- a Brisighella: con la titolazione di una via cittadina;
- a Faenza: con la titolazione di una via cittadina;
- di una scuola media statale;
- della sezione di Faenza dell'U.N.U.C.I.;
- a Salerno: con la titolazione della sezione dell'Associazione Nazionale Bersaglieri (vedi labaro a fianco).
 

 

altri capitoli collegati  http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/fazi.htm
http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/rommeleitaliani.htm
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/cova.htm  4 capitoli

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