I Noli 
 
     L’armatore ottocentesco, in Liguria, era un imprenditore di trasporti e non commerciava quello che trasportava. I suoi guadagni provenivano solo dai noli che riusciva a procacciarsi in Piazza Banchi a Genova. L’unità di misura del nolo era la tonnellata (o lo ‘standard’ per il legname, come nel nostro caso) di merce trasportata. 
     Procuratosi il nolo, l’armatore, per dividere con qualche socio le spese ed i rischi del viaggio, poteva cedere ad altri parte della nave. 
La Nave era idealmente suddivisa in 24 parti di uguale valore, dette carati. Per mantenere il controllo sul bastimento e del carico era sufficiente all’armatore possedere 13 carati (la metà più uno). Gli altri carati potevano appartenere anche a qualche suo parente, al personale di bordo (Capitano compreso) oppure al costruttore. 
E’ possibile che il bisnonno fosse “caratista” anche sulle navi delle quali non era armatore. 
 
     Il tipo di trasporto che interessa in modo particolare la nostra storia è quello del legname, al quale il bisnonno si dedicava. 
     Ai tempi della Adda (1908-1913), le navi della flotta Gualino & Piaggio, alla quale la nave comandata dal bisnonno apparteneva, uscivano dal Mediterraneo in zavorra oppure caricavano laterizi per Cuba o carbone dal Galles per Table Bay o per il Rio della Plata (Argentina-Uruguay), procedendo fino a Barbados per ordini (vedi diario di Angelo). 
     La zavorra (o ‘savorra’) consisteva quasi sempre in sabbia, detriti o terriccio e stabilizzava la nave permettendo la navigazione senza carico ed a vele spiegate. 
Poiché il legname non si deteriorava durante la navigazione, i barchi usati per questo traffico erano in genere vecchi e lenti. Il trasporto dei generi alimentari e dei passeggeri era affidato ormai alle navi a vapore ed ai piroscafi. 
 
     Le principali aree di approvvigionamento erano quelle statunitensi di Mobile e Pensacola, che si affacciano sul Golfo del Messico (citate anche nel Diario di Angelo Santagata, figlio di "Mannu"; Appendice 4); qui si rifornivano i bastimenti diretti in Italia, Nord Europa e Sud America. 
     Pensacola, la più importante, era situata ai bordi di un’immensa baia contornata, a quei tempi, da boschi di pino. Non possedeva un vero porto, ma esistevano numerosi e lunghi pontoni di attracco. 
     Il carico era costituito da travi squadrate dette timbri (dall’inglese ‘timbers’) e da tavole di diverse dimensioni. I tronchi galleggiavano e venivano rimorchiati verso la nave all’ancora in rada. 
Si aprivano, quindi, i portelloni di carico (situati a prua nei velieri in legno) ed il legno era introdotto nella stiva. Questo compito era svolto da due squadre che lavoravano in silenzio e senza rapporti tra loro: una di bianchi a destra ed una di negri a sinistra. Questi ultimi erano in genere più veloci, per cui la nave tendeva ad inclinarsi dalla loro parte ed il carico doveva essere riequilibrato. 
     Il legname meno pregiato, collocato in coperta (la “covertadda”), era buttato a mare se le condizioni della navigazione lo rendevano necessario. 
     I velieri destinati in Sud America spesso caricavano legname anche nei porti del New Brunswick (regione ‘natale’ della Adda), in Canada.