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Indagine a Colonia.
Niente armi per il commissario.
Il braccio destro.
Il capo.

Una donna, Marie. Una città, Colonia. Un passato doloroso che ritorna. Sono questi i tre elementi base del poliziesco prodotto da Eyeworks per ZDF.

A condurre le indagini questa volta c'è Marie Brand, commissario di mezza età affiancata dal più giovane commissario Simmel e dal capo, Gustav Engler.

La città è Colonia, cuore della Ruhr e già teatro delle avventure di ben due squadre investigative: «SoKo Köln» e «Squadra Speciale Cobra 11» ma che qui appare più tranquilla, più a misura d'uomo.

E poi c'è un episodio che ha segnato Marie: la morte di suo padre. Sì, perchè Marie è anch'ella figlia di un funzionario di polizia e dopo la tragica morte in servizio del padre, aveva chiesto di essere trasferita dalla Squadra Omicidi alla Sezione Furti e di rinunciare all'uso delle armi. Nella sua indagine d'esordio Marie Brand viene richiamata dal suo capo, Engler, per fare squadra con il commissario Simmel per fare luce su un insolito furto che sembra inscenato ad arte per coprire un omicidio compiuto a sangue freddo.

Marie Brand è logica, spirito d'osservazione, maniacale cura dei dettagli. Nella sigla di apertura la si vede addirittura scrivere contemporaneamente con la mano destra e con la sinistra: «È una cosa impossibile da fare - dice la protagonista - e quello che cerco di scrivere con la sinistra è totalmente illeggibile!».

 

 

Due commissari: Marie Brand e Jürgen Simmel. (Foto ZDF/Guido Engels)
Marie fa magie.

Titolo provvisorio della serie fu «Marie kann zaubern», Marie può fare magie.

Scelta decisamente originale per un poliziesco, ma che era stata voluta dai produttori della Cologne-Film Mischa Terjung e Iris Wolfinger e dallo sceneggiatore Alexander Adolph.

Il titolo avrebbe dovuto significare già al primo impatto con la serie una maggior leggerezza rispetto alle Krimiserien tradizionali. In questa l'aspetto commedia e uno humor misurato avrebbero avuto quello spazio che solitamente viene loro negato nei polizieschi.

 

Mariele Millowitsch in una scena del primo episodio. (Foto ZDF/Martin Lässig)