I precari della scuola e laffannosa ricerca di una
vittima sacrificale
Gli
esiti incerti di una battaglia tra poveri, generata dallirresponsabilità
dei sindacati e dalla demagogia senza scrupoli della sinistra
di governo (e non
).
On.
Mario Mauro Responsabile Dipartimento Scuola &
Università di Forza Italia
Accuse gravi quelle contenute nel documento che il direttivo
del MIIP (Movimento
Interregionale Insegnanti Precari) ha fatto pervenire ai parlamentari
di Forza Italia alla fine del maggio scorso. Sono accuse e
ingiunzioni che non possono rimanere sospese nellaria,
a generare incertezza e favorire divisioni; occorrono risposte
che non siano semplicemente delle smentite.
Il documento si apre con un titolo provocatorio Quale
etica in Forza Italia?, cui le righe successive danno
subito una connotazione negativa; prima con un rimprovero
accusatore: Abbiamo cercato il dialogo
e
immediatamente dopo con un giudizio tranciante:
una
politica inconsistente ed ambigua
.
Il
resto si muove in un misto di analisi appena abbozzate
e considerazioni incomplete, domande fittizie che inducono
la risposta, accuse gravi a Forza Italia e denigrazioni
pesanti nei confronti di esponenti del Governo.
È
sicuramente vero che affrontare il problema del precariato
nella scuola italiana non è stato mai facile per nessuno;
probabilmente è il meccanismo stesso del reclutamento
e la tipologia del lavoro che determinano questa situazione
e che lo rendono endemico. Forse varrebbe la pena che gli
estensori del documento dessero unocchiata alla storia
della scuola italiana (almeno quella del dopoguerra, ma
anche la più recente), prima di arrivare a formulare
accuse così pesanti. Non credo labbiano
fatto almeno spero che sia così
!
altrimenti avrebbero saputo distinguere un po meglio
le responsabilità e, onestamente, si sarebbero astenuti
dal gioco al massacro unidirezionale che hanno voluto innescare
col loro documento (e non solo con esso, stando ai diversi
interventi live puntualmente sbobinati, commentati
e messi in circolazione).
Ma qual è il quadro reale della situazione?
Chi sono i veri responsabili? Quali le strade possibili per
tentare di sanare? Tentiamo un elenco.
Anni di controllo sindacale assoluto del sistema di
reclutamento hanno alimentato un complesso di speranze e quasi
certezze nella possibilità della scuola di assorbire
senza limiti personale docente, a dispetto di qualsiasi crisi
demografica o razionalizzazione della spesa pubblica. Così
facendo si sono generate liste di attesa abnormi, con tempi
paradossali (da intera vita lavorativa!) per avere concreta
possibilità di essere assunti stabilmente in ruolo:
alcune classi di concorso hanno ad oggi 20-30 anni di attesa!
Una politica del personale dissennata, che ha disatteso
costantemente decisioni prese nelle leggi finanziarie rispetto
al controllo del personale.
Connivenze tra sindacati e Amministrazione, che hanno
visto nascere da sempre! lucrosissimi corsi di
preparazione ai concorsi, riservati e ordinari, gestiti dai
sindacati e tenuti sotto banco da esosi esperti,
reclutati tra dirigenti scolastici, docenti e, talvolta, ispettori
ministeriali, che hanno reso i loro servigi alle proprie tasche
e a quelle del sindacato, senza alcun controllo fiscale o
riscontro professionale.
Una politica delle soluzioni per il precariato, voluta anche
recentemente dalla sinistra di governo, che definire scellerata
è, alla prova dei fatti, un banale eufemismo: concorsi
riservati/sanatoria riproposti demagogicamente allinfinito;
risvegli di rigorismo da miglior scopo e missione, con lindizione,
dopo un decennio di colpevole inadempienza, di mega concorsi
ordinari sovrapposti a quelli riservati; pesanti ingerenze
politiche e gestionali da parte delle lobbies universitarie,
che hanno preteso la loro fetta di torta con lavvio,
contemporaneo ai concorsi, delle lucrosissime scuole di specializzazione
allinsegnamento, utilizzate spesso come valvola di sfogo
di una pletora di collaboratori universitari malpagati, da
tempo coscienza sporca dei baroni universitari.
Un sistema di reclutamento, quindi, che nel complesso si è
incancrenito in una serie di storture, superficialità,
connivenze e apoteosi demagogiche, creando aspettative irrazionali
ed ingiustificate, in unitalietta del fai da te che
vivacchia nel sottobosco della politica e grazie al disinteressato
sostegno del patronato sindacale a meccanismi burocratici
di reclutamento elefantiaci e perversi.
A tutto questo si potrebbe giustamente obiettare
che anche queste sono accuse gravi e denigrazioni pesanti;
anzi, lo sono sicuramente molto di più di quelle del
documento del MIIP.
Tuttavia, i fatti sono fatti.
A bandire concorsi riservati e a bandirli più
volte, consentendo anche a gente già in ruolo di prendersi
unaltra abilitazione a buon mercato e scavalcare, nei
passaggio di ruolo, i precari in lista di attesa non
è stata Forza Italia, ma la sinistra al governo nella
scorsa legislatura.
La
stessa sinistra che ha bandito contemporaneamente i maxi concorsi
ordinari.
E non è stato il rettore-ministro Berlinguer a far
partire, ancora in contemporanea al resto, le scuole di specializzazione
universitaria allinsegnamento, le SSIS?
E si viene a chiedere maliziosamente (o ottusamente?) a Forza
Italia quale sia la sua etica? E perché
solo a questo partito, poi?
NellItalia in stato di caos normativo, dove
il diffuso malcostume del contenzioso non fa altro che mettere
la gestione del potere nelle mani di avvocati e giudici, sembra
quasi che il popolo, scivolato in un delirio tribale, reclami
a gran voce giustizia e voglia la sua vittima sacrificale.
Il MIIP la offre, anzi la chiede, anzi la pretende: il sottosegretario
Valentina Aprea!
In una democrazia e siamo in una democrazia qualunque
cittadino elettore può chiedere le dimissioni di un
sottosegretario, come del resto quelle di un ministro. Ma
le motivazioni debbono essere quanto meno reali, oggettive
e provate; le argomentazioni valide, corrette e inequivocabili;
le ragioni sostanziali e indiscutibili. Non possono essere
sicuramente dettate da opinioni, né da particolari
visioni politiche, né da interesse personale e nemmeno
da una pretesa lesa maestà. In due parole, per chiedere
la testa di un responsabile politico istituzionale non vale
ne la motivazione demagogica, né il principio del capro
espiatorio, perché in democrazia la dignità
della persona è sacra ed inviolabile. Lostracismo
politico è unarma pericolosa e impropria, che
non appartiene alla democrazia, bensì alla dittatura.
La situazione del precariato nella scuola, lho già
detto, è molto grave e oltremodo complicata. Il compito
della politica è quello di trovare, andando per gradi
e con saggezza, le soluzioni possibili; soluzioni che consentano
il raggiungimento di un equilibrio giusto e stabile; magari
passando per tanti tentativi parziali. Tanto più complesso
e stretto è il nodo da sciogliere, tanto più
graduale e paziente deve essere il lavoro per dipanarlo; tagliare
il nodo non serve a nessuno.
Letica di un partito e di una coalizione politica, così
come il lavoro di un politico con compiti istituzionali, si
misura e giudica dai risultati. Questi, seppure a fatica e
con la necessità di aggiustare talvolta il tiro, stanno
arrivando:
-
la legge delega n. 53/03 indica finalmente uno ed un solo
sistema di reclutamento; per il futuro.
-
il riequilibrio dei punteggi nelle graduatorie permanenti
è una prima risposta; seppure parziale tentativo
di riequilibrare la situazione, è un primo passo
concreto, sicuramente più giusto di una sentenza. Vale
per limmediato presente.
-
lattività parlamentare contrassegnata in questi
giorni da diverse forme di attenzione alla problematica del
precariato scolastico dalle audizioni dei soggetti interessati
alla presentazione di disegni di legge mirati definisce
la volontà della maggioranza di governo, ed in particolare
di Forza Italia, di trovare le soluzioni possibili per unequa
transizione tra il vecchio caos normativo e il nuovo che dovrà
stabilirsi.
Mi si permetta una lieve nota polemica: in questa direzione,
le proposte di legge e le attività parlamentari sembrano
essere solo di matrice della Casa delle Libertà
Certamente, limportante è che, comunque, ci siano
e procedano celermente, ma senza sterili polemiche e irrigidimenti
irrealistici, se non caparbiamente infantili.
Non sto chiedendo di non disturbare il manovratore,
né tanto meno di sostenerlo acriticamente, sempre e
comunque. Chiedo solo che non si impedisca, attraverso a priori
ideologici, chi deve governare di fare il suo lavoro.
On.
Mario Mauro
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