© copyright 2002, tutti i diritti riservati
Home page > Archivio articoli > Vittima sacrificale

Resta aggiornato!

I
scriviti alla newsletter del KIUS.

Riceverai nella tua e-mail gli aggiornamenti settimanali:

News, Rassegna stampa, Legislazione...

Chiedilo a Lalla >>>

Un'esperta nel campo della scuola è a tua disposizione per chiarirti ogni dubbio su:

  • legislazione ssis;
  • graduatorie permanenti e d'istituto;
  • reclutamento.

Inviale un'e-mail con il tuo quesito.

Le risposte di Lalla >>>

Mailing list

Comunica via e-mail con altri specializzandi e specializzati SSIS

[Inserisci la tua email nel campo e clicca sul pulsante]

Informati: Archivio - Legislazione SSIS - Rassegna stampa - Eventi per la didattica
Documentati: Chiedilo a Lalla - Documenti del KIUS - Modulistica - Il KIUS in azione
Contatta: Indirizzi utili - Siti amici
Comunica: Mailing list - Chat
 



I precari della scuola e l’affannosa ricerca di una vittima sacrificale

Gli esiti incerti di una battaglia tra poveri, generata dall’irresponsabilità dei sindacati e dalla demagogia senza scrupoli della sinistra di governo (e non …).

On. Mario Mauro – Responsabile Dipartimento Scuola & Università di Forza Italia

Accuse gravi quelle contenute nel documento che il direttivo del MIIP (Movimento Interregionale Insegnanti Precari) ha fatto pervenire ai parlamentari di Forza Italia alla fine del maggio scorso. Sono accuse e “ingiunzioni” che non possono rimanere sospese nell’aria, a generare incertezza e favorire divisioni; occorrono risposte che non siano semplicemente delle smentite.

Il documento si apre con un titolo provocatorio “Quale etica in Forza Italia?”, cui le righe successive danno subito una connotazione negativa; prima con un rimprovero accusatore: “Abbiamo cercato il dialogo…” e immediatamente dopo con un giudizio tranciante: “…una politica inconsistente ed ambigua…”.

Il resto si muove in un misto di analisi appena abbozzate e considerazioni incomplete, domande fittizie che inducono la risposta, accuse gravi a Forza Italia e denigrazioni pesanti nei confronti di esponenti del Governo.

È sicuramente vero che affrontare il problema del precariato nella scuola italiana non è stato mai facile per nessuno; probabilmente è il meccanismo stesso del reclutamento e la tipologia del lavoro che determinano questa situazione e che lo rendono endemico. Forse varrebbe la pena che gli estensori del documento dessero un’occhiata alla storia della scuola italiana (almeno quella del dopoguerra, ma anche la più recente), prima di arrivare a formulare accuse così pesanti. Non credo l’abbiano fatto –almeno spero che sia così…!– altrimenti avrebbero saputo distinguere un po’ meglio le responsabilità e, onestamente, si sarebbero astenuti dal gioco al massacro unidirezionale che hanno voluto innescare col loro documento (e non solo con esso, stando ai diversi interventi live puntualmente “sbobinati”, commentati e messi in circolazione).

Ma qual è il quadro reale della situazione? Chi sono i veri responsabili? Quali le strade possibili per tentare di sanare? Tentiamo un elenco.

Anni di controllo sindacale assoluto del sistema di reclutamento hanno alimentato un complesso di speranze e quasi certezze nella possibilità della scuola di assorbire senza limiti personale docente, a dispetto di qualsiasi crisi demografica o razionalizzazione della spesa pubblica. Così facendo si sono generate liste di attesa abnormi, con tempi paradossali (da intera vita lavorativa!) per avere concreta possibilità di essere assunti stabilmente in ruolo: alcune classi di concorso hanno ad oggi 20-30 anni di attesa!

Una politica del personale dissennata, che ha disatteso costantemente decisioni prese nelle leggi finanziarie rispetto al controllo del personale.

Connivenze tra sindacati e Amministrazione, che hanno visto nascere –da sempre! – lucrosissimi corsi di preparazione ai concorsi, riservati e ordinari, gestiti dai sindacati e tenuti sotto banco da esosi “esperti”, reclutati tra dirigenti scolastici, docenti e, talvolta, ispettori ministeriali, che hanno reso i loro servigi alle proprie tasche e a quelle del sindacato, senza alcun controllo fiscale o riscontro professionale.

Una politica delle soluzioni per il precariato, voluta anche recentemente dalla sinistra di governo, che definire scellerata è, alla prova dei fatti, un banale eufemismo: concorsi riservati/sanatoria riproposti demagogicamente all’infinito; risvegli di rigorismo da miglior scopo e missione, con l’indizione, dopo un decennio di colpevole inadempienza, di mega concorsi ordinari sovrapposti a quelli riservati; pesanti ingerenze politiche e gestionali da parte delle lobbies universitarie, che hanno preteso la loro fetta di torta con l’avvio, contemporaneo ai concorsi, delle lucrosissime scuole di specializzazione all’insegnamento, utilizzate spesso come valvola di sfogo di una pletora di collaboratori universitari malpagati, da tempo coscienza sporca dei baroni universitari.

Un sistema di reclutamento, quindi, che nel complesso si è incancrenito in una serie di storture, superficialità, connivenze e apoteosi demagogiche, creando aspettative irrazionali ed ingiustificate, in un’italietta del fai da te che vivacchia nel sottobosco della politica e grazie al “disinteressato” sostegno del patronato sindacale a meccanismi burocratici di reclutamento elefantiaci e perversi.

A tutto questo si potrebbe –giustamente– obiettare che anche queste sono accuse gravi e denigrazioni pesanti; anzi, lo sono sicuramente molto di più di quelle del documento del MIIP.

Tuttavia, i fatti sono fatti.

A bandire concorsi riservati –e a bandirli più volte, consentendo anche a gente già in ruolo di prendersi un’altra abilitazione a buon mercato e scavalcare, nei passaggio di ruolo, i precari in lista di attesa– non è stata Forza Italia, ma la sinistra al governo nella scorsa legislatura.

La stessa sinistra che ha bandito contemporaneamente i maxi concorsi ordinari.

E non è stato il rettore-ministro Berlinguer a far partire, ancora in contemporanea al resto, le scuole di specializzazione universitaria all’insegnamento, le SSIS?

E si viene a chiedere maliziosamente (o ottusamente?) a Forza Italia quale sia la sua “etica”? E perché solo a questo partito, poi?

Nell’Italia in “stato di caos normativo”, dove il diffuso malcostume del contenzioso non fa altro che mettere la gestione del potere nelle mani di avvocati e giudici, sembra quasi che il popolo, scivolato in un delirio tribale, reclami a gran voce giustizia e voglia la sua vittima sacrificale. Il MIIP la offre, anzi la chiede, anzi la pretende: il sottosegretario Valentina Aprea!

In una democrazia –e siamo in una democrazia– qualunque cittadino elettore può chiedere le dimissioni di un sottosegretario, come del resto quelle di un ministro. Ma le motivazioni debbono essere quanto meno reali, oggettive e provate; le argomentazioni valide, corrette e inequivocabili; le ragioni sostanziali e indiscutibili. Non possono essere sicuramente dettate da opinioni, né da particolari visioni politiche, né da interesse personale e nemmeno da una pretesa lesa maestà. In due parole, per chiedere la testa di un responsabile politico istituzionale non vale ne la motivazione demagogica, né il principio del capro espiatorio, perché in democrazia la dignità della persona è sacra ed inviolabile. L’ostracismo politico è un’arma pericolosa e impropria, che non appartiene alla democrazia, bensì alla dittatura.

La situazione del precariato nella scuola, l’ho già detto, è molto grave e oltremodo complicata. Il compito della politica è quello di trovare, andando per gradi e con saggezza, le soluzioni possibili; soluzioni che consentano il raggiungimento di un equilibrio giusto e stabile; magari passando per tanti tentativi parziali. Tanto più complesso e stretto è il nodo da sciogliere, tanto più graduale e paziente deve essere il lavoro per dipanarlo; tagliare il nodo non serve a nessuno.

L’etica di un partito e di una coalizione politica, così come il lavoro di un politico con compiti istituzionali, si misura e giudica dai risultati. Questi, seppure a fatica e con la necessità di aggiustare talvolta il tiro, stanno arrivando:

- la legge delega n. 53/03 indica finalmente uno ed un solo sistema di reclutamento; per il futuro.

- il riequilibrio dei punteggi nelle graduatorie permanenti è una prima risposta; seppure “parziale tentativo di riequilibrare la situazione”, è un primo passo concreto, sicuramente più giusto di una sentenza. Vale per l’immediato presente.

- l’attività parlamentare contrassegnata in questi giorni da diverse forme di attenzione alla problematica del precariato scolastico –dalle audizioni dei soggetti interessati alla presentazione di disegni di legge mirati– definisce la volontà della maggioranza di governo, ed in particolare di Forza Italia, di trovare le soluzioni possibili per un’equa transizione tra il vecchio caos normativo e il nuovo che dovrà stabilirsi.

Mi si permetta una lieve nota polemica: in questa direzione, le proposte di legge e le attività parlamentari sembrano essere solo di matrice della Casa delle Libertà… Certamente, l’importante è che, comunque, ci siano e procedano celermente, ma senza sterili polemiche e irrigidimenti irrealistici, se non caparbiamente infantili.

Non sto chiedendo di “non disturbare il manovratore”, né tanto meno di sostenerlo acriticamente, sempre e comunque. Chiedo solo che non si impedisca, attraverso a priori ideologici, chi deve governare di fare il suo lavoro.

On. Mario Mauro


Spedisci questa pagina ad un amico


^^ torna ^^