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Servizio del Tg5 26/8/2003 ore 20.00

Anche quest’anno senza una cattedra. I precari storici della scuola italiana, circa 100000 persone, il 14% dell’intero corpo docente, sono tornati a protestare, in centinaia oggi in piazza Montecitorio, sono arrivati da tutta Italia, dalle diverse province, per difendere il loro diritto a insegnare.

Dopo anni di supplenze si sono visti scavalcare in graduatoria dai giovani laureati, i cosiddetti sissini, che con un corso di specializzazione hanno ottenuto l’abilitazione all’insegnamento e un bonus di 30 punti, quei 30 punti tanto contestati dai precari perché in graduatoria equivalgono a 2 anni e ½ di supplenze. «Praticamente è il secondo anno che veniamo scavalcati di prepotenza, che vediamo andare al lavoro persona che non hanno esperienza e che avranno tutto il diritto di lavorare ma prima ci siamo noi da sistemare».

«I sissini mi hanno scavalcato e oltretutto i precari storici che mi precedono anche loro hanno problemi a trovare lavoro». «È pericolosissimo creare un’abilitazione di serie A e un’abilitazione di serie B. Praticamente il mio titolo abilitante in questo momento non vale più nulla».

Ma i giovani sissini non vogliono passare per dei privilegiati, nessuno sta meglio dell’altro e la loro è la lotta dei precari, vecchi e nuovi, sul campo di battaglia si scontrano a colpi di sentenze, ricorsi e provvedimenti governativi.

Essere giovane non può essere una colpa e chi appena laureato vuole fare l’insegnante non ha alternative che frequentare la SSIS, è il nuovo sistema di reclutamento scolastico.

«Noi non ce l’abbiamo con i colleghi SSIS, non ce l’abbiamo con le SSIS, noi ce l’abbiamo con il governo che non ha saputo gestire la situazione di transizione». «Noi siamo qui a combattere una guerra tra poveri, questo la Moratti non ha mai capito. Sì è bello mettersi lì e comandare con dei tabulati ma dietro i nomi di quei tabulati ci sono delle persone».

 

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