RIVA DE BIASIO La protesta di una cinquantina di insegnanti
"defraudati" dei punteggi legati ai corsi
Sit - in davanti all'ex Provveditorato
Contestata la decisione del ministro Moratti di assegnare punti
a tutti i precari abilitati
Una
cinquantina di insegnanti, tra i 25 e i 40 anni, ha
manifestato ieri pomeriggio dalle 14 alle 17 davanti al CSA,
ex provveditorato agli studi, in Riva di Biasio. Motivo del
'sit-in' una questione che da diverso tempo divide la categoria
dei docenti di scuola media inferiore e superiore: gli ormai
famigerati 30 punti assegnati a quanti si abilitano attraverso
il biennio di specializzazione della Ssis (scuola di specializzazione
per l'insegnamento secondario).
Questi 30 punti, che consentirebbero agli specializzati Ssis
di scalare le graduatorie permanenti, sono ora posti in discussione
da una proposta fatta dal senatore De Laurentiis e recepita
dal ministro Moratti lo scorso 18 febbraio: assegnare punti
aggiuntivi anche a tutti gli altri precari abilitati, nella
misura di 24 punti per chi si è abilitato con il concorso
riservato e 27 per chi ha superato il concorso ordinario.
"E' un sopruso che, oltretutto, va contro numerose sentenze
del Tar del Lazio e contro quella definitiva del Consiglio
di Stato del 19 aprile del 2002", afferma Selene Zanette,
insegnante di lettere e coordinatrice regionale dei "sissini":
"In base a queste sentenze i 30 punti sono un doveroso
riconoscimento dell'impegno profuso nel biennio di formazione
Ssis . Come si giustifica, dunque, l'assegnazione di 27 o
24 punti a chi non ha seguito un analogo percorso di alta
formazione?".
"Senza
considerare che noi 'sissini' ci siamo visti cancellare il
punteggio professionale, durante i due anni di frequenza della
scuola di specializzazione, in vista dei 30 punti che avremmo
avuto una volta superato l'esame finale", aggiunge Stefania
De Fazio, insegnante di lettere: "Che fine faranno, dunque,
i nostri sforzi se ci vedremo di fatto equiparati a chi si
è limitato a partecipare a un concorso?".
"Ci
toccherà andare alla Corte europea di giustizia per
vedere riconosciuti i nostri diritti - afferma Sebastiano
Sartori, insegnante - pare proprio una caratteristica tutta
italiana svalutare chi acquisisce professionalità tramite
un'idonea formazione; tanto, c'è sempre una sanatoria
che ripesca chi è rimasto indietro. In questo, una
grande responsabilità ce l'hanno i sindacati che ormai
agiscono come una forza politica retriva, togliendo di fatto
valore alla figura del docente".
Simona
Castiglione
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