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Marzo 2003: al via la riforma Moratti
(di Natya Migliori)

Il 12 Marzo è stata approvata in via definitiva dal Senato l' ormai famigerata legge Moratti.
Tutti ne parlano, molti l' avversano, i più ne conoscono poco o male i contenuti.

La legge Moratti nasce dall'esigenza improrogabile di riformare la scuola italiana, di adeguarla ai modelli europei, di rinnovare l'ormai stantia impostazione gentiliana.

Ma in cosa consiste realmente la "riforma"?

Quattro possono essere considerati i punti nodali della legge:

  • l' istruzione e la formazione dell'alunno;
  • la formazione del docente;
  • l'innalzamento dell' obbligo scolastico a 18 anni;
  • l' alternanza scuola/lavoro.


Obiettivo principale è garantire a tutti l'apprendimento

"in tutto l'arco della vita, "assicurando" pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all' inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea.

Pertanto:
"
è assicurato a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione per almeno
dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica
entro il diciottesimo anno di età."

La "nuova scuola" sarà articolata in

  • scuola dell'infanzia;
  • un primo ciclo che comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado;
  • un secondo ciclo che comprende il sistema dei licei ed il sistema dell'istruzione e della formazione professionale.

In particolare, e per chi fosse legato alla vecchia nomenclatura,

  • Scuola materna
    Prende il nome di scuola dell'infanzia, e vi potranno accedere i bambini che compiranno i tre anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento.
    "la scuola dell'infanzia, di durata triennale, concorre all'educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale" dei bambini.
  • Scuola elementare
    possono accedervi bambini che compiono i sei anni d'età entro il 30 aprile dell'anno scolastico. Ha durata quinquennale e, insieme alla scuola media inferiore, costituisce il "primo ciclo" d'istruzione.
    È suddivisa in un primo anno propedeutico di base, e in due successivi bienni. L'ultimo anno avrà funzione di "raccordo" con il triennio finale del primo ciclo (la scuola media).
    "La scuola secondaria di primo grado, attraverso le discipline di studio, è finalizzata alla crescita delle capacità autonome di studio ed al rafforzamento delle attitudini alla interazione sociale; organizza ed accresce […] l'alfabetizzazione e l'approfondimento nelle tecnologie informatiche, le conoscenze e le abilità, in relazione alla evoluzione sociale, culturale e scientifica della realtà contemporanea"
    I bambini cominceranno a studiare una lingua dell'Unione Europea fin dal primo anno. Viene abolito l'esame di licenza elementare.
  • Scuola media inferiore
    E' suddivisa in un primo anno, che conclude il primo ciclo inferiore, e da un biennio didattico, in cui le varie materie saranno oggetto di studio più approfondito, tale da poter orientare gli studenti alla scelta della scuola superiore. È altresì prevista una seconda lingua straniera.
    Al termine di questo ciclo gli studenti dovranno sostenere un esame e scegliere tra liceo e formazione professione.
  • Liceo
    Insieme alla "formazione professionale", costituisce il "secondo ciclo".
    Il liceo ha una durata di cinque anni: due bienni didattici più un anno propedeutico all'ingresso nell' Università.
    Otto gli indirizzi: artistico, classico, economico, linguistico, tecnologico, musicale e coreutico, scientifico e delle scienze umane.
    "I licei si concludono con un esame di Stato il cui superamento rappresenta titolo necessario per l'accesso all'università e all'alta formazione artistica, musicale e coreutica; l'ammissione al quinto anno dà accesso all'istruzione e formazione tecnica superiore."
  • Formazione professionale
    Gli istituti professionali, di durata almeno quadriennale, forniranno agli studenti un titolo conferito dalla Regione, ma riconosciuto a livello nazionale.
    Gli studenti che al termine dell'istituto professionale vorranno iscriversi all'Università, potranno frequentare un quinto anno integrativo.

La riforma "assicura e assiste la possibilità di cambiare indirizzo, nonchè di passare dal sistema dei licei al sistema dell'istruzione e della formazione professionale, e viceversa."

L'alunno cumulerà infatti, durante la frequenza di ogni indirizzo, dei "crediti" spendibili in caso di passaggio dall'uno all'altro.

Non ultimo, l'impegno del governo di fornire, "oltre alla conoscenza di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, attraverso l'alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di convenzioni con imprese:

  • con le rispettive associazioni di rappresentanza;
  • con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura,
  • con enti pubblici e privati ivi inclusi quelli del terzo settore,

disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro.


 

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