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Precari contro... precari
(di Agostino Aquilina)
Anche
quest'anno niente immissioni in ruolo per i docenti. A fronte
di un fabbisogno di oltre 100.000 posti, i ministri Tremonti
e Moratti hanno deciso di ignorare il problema delle assunzioni.
E mai come quest'anno il mondo dei precari è stato
in agitazione, supportato da tutte le sigle sindacali che
preannunziano forti iniziative per spingere il Governo a rispettare
le legittime aspettative di decine di migliaia di lavoratori,
fra docenti e personale Ata.
La
confusione regna sovrana alla vigilia di quest'anno scolastico
che avrebbe dovuto segnare il trionfale avvio della riforma
Moratti ridotta, invece, ad una micro-sperimentazione nelle
prime due classi del ciclo primario. Alla fine di luglio il
Miur ha dovuto adeguarsi alla decisione del Tar del Lazio
che ha accolto i ricorsi dei diplomati delle SSIS contro il
bonus di 18 punti concesso ai cosiddetti "precari storici"
per irequilibrare i 30 punti attribuiti ai "sissini."
In fretta e furia, i Csa di tutta Italia sono stati costretti
a modificare i punteggi della terza fascia delle graduatorie
permanenti, bloccando le operazioni di nomina che in alcune
province erano già iniziate. Trascorso il 32 luglio,
la competenza è passata alle scuole-polo che hanno
dovuto gestire il coferimento degli incarichi annuali, in
un clima frenetico, incorrendo spesso in irregolarità
ed errori procedurali nell'attribuzione delle cattedre.
Come
se non bastasse, la decisione del Miur ha finito per esasperare
lo stato di tensione esistente fra i precari storici e i diplomati
SSIS, gettando benzina sul fuoco di una querelle mai del tutto
risolta. Da un lato, gli aspiranti docenti che hanno ottenuto
l'abilitazione tramite concorso ordinario o mediante le varie
procedure di abilitazione riservata, dall'altro i cosiddetti
sissini che hanno frequentato le Scuole di Specializzazione
all'insegnamento per le scuole secondarie e che rivendicano
il giusto riconoscimento alla loro professionalità
e non vogliono essere considerati usurpatori di posti solo
per il bonus di 30 punti loro attribuito.
A
dire il vero, questa è la sesta volta nell'arco di
due anni che il Miur si vede costretto a rifare le graduatorie
permanenti a causa di ben 39 sentenze del Tar del Lazio e
di 3 del Consiglio di Stato. Ma la questione dei differenti
punteggi attribuiti nelle graduatorie permanenti ai sissini
e agli altri abilitati ha origini remote e vede coinvolti
Governi e Ministri, sia di centro sinistra, sia di centro
destra, tutti ugualmente responsabili di avere emanato provvedimenti,
spesso contraddittori, che hanno innescato una serie impressionante
di ricorsi e contro-ricorsi, offuscando la certezza del diritto.
La
legge 124/1999
La madre di tutti i mali
La
prima di queste norme è la tanto vituperata legge n.
124/1999 che , nata come legge per i precari della scuola
statale, con l'avallo di tutte le forze politiche (da Rifondazione
comunista a Forza Italia) si trasformò ben presto in
legge-sanatoria per i docenti delle scuole private. Poi consentì
l'accesso alle abilitazioni anche ai docenti di ruolo (compresi
coloro che non avevano neanche un giorno di servizio nella
classe di concorso richiesta ) e infine permise l'accesso
alle abilitazioni anche a coloro che non avevano mai messo
piede "nelo spcifico settore scolastico", cioè
a quelli che, pur avendo insegnato esclusivamente alla materne
o alle elementari, riuscirono ad abilitarsi col minimo sforzo
per le medie o le superiori.
Ma
in quel periodo nessuno si scandalizzò pià di
tanto di fronte a questo continuo variare dei requisiti di
accesso, e anzi i partiti del centro destra furono fra i principali
sostenitori della massima apertura per tutte le tiplogie di
personale alle abilitazioni riservate, avendo ottenuto come
contropartita la valutazione del servizio nelle scuole non
statali.
Con
cadenza quasi annuale arrivarono in seguito le varie sessioni
di abilitazione riservata che completarono il quadro all'insegna
del "dentro tutti", facendo registrare- caso unico
in tutta la storia dei concorsi pubblici nel nostro Paese
- percentuali di promossi del 100% e che, in un clima di assoluta
improvvisazione e spesso di vera e propria illegalità,
diedero vita alla più grande sanatoria scolastica degli
ultimi trent'anni. Infine, l'attuale Governo, con la legge
n. 333 del 20/8/2001, diede il colpo di grazia ai delicati
equilibri delle graduatorie permanenti, unificando la III
e la IV fascia ed equiparando i punteggi del servizio prestato
nella scuola statale e in quella privata; cosa, questa, che
pose nello stesso calderono varie tipologie di abilitati,
con titoli, requisiti di accesso e servizi differenti e finì
per alterare l'originaria strutturazione delle fasce che fino
a quel momento aveva garantito una certa equità di
trattamento fra i vari tipi di precari.
Accuse
e diffamazione
adesso
la situazione è diventata davvero insostenbile. I precari
storici hanno manifestato per tre volte in due mesi contro
le ultime decisioni del Governo rivendicando il loro diritto
all'assunzione. I sissini sisentono ingiustamente accusati
di essere dei beneficiati e si considerano vittime di una
vera e propria campagna stampa diffamatoria.
E,
inverità, su alcune false notizie diffuse in questi
ultimi tempi dai mezzi d'informazione, ma anche sul tono generale
usato dai media nei loro confronti, i sissini hanno pure ragione.
Ad esempio, come si legge in alcuni docuemnti delle varie
associazioni dei sissini (ANaDoSS, AISS, CNSS, KIUS E ANIEF)
è sicuramente inesatto affermare che precari con più
di 10 anni di servizio sarebbero stati superati da specializzati
senza servizio perchè nelle graduatorie permanenti
i 30 punti aggiuntivi corrispondono ad appena 2 anni e mezzo
di servizio, mentre un precario storico che ha insegnato per
10 anni consecutivi raggiunge, senza considerare i titoli,
la bellezza di 120 punti.
Peraltro,
i veri precari storici sono in gran parte iscritti nelle prime
due fasce delle graduatorie permanenti e, quindi, sono assolutamente
irraggiungibili per i sissini che sono inseriti nella terza
fascia. Inoltre, è dicerto "una volgarità"
affermare che la spcializzazione con le SSIS sia stata "comprata",
perchè ciò equivale ad affermare che ogni laureato
avrebbe comprato la laurea per il solo fatto di avere pagato
le tasse universitarie.
Su
un'altra cosa, infine, i sissini hanno senza'altro ragione:
il loro percorso abilitante, che è al tempo stesso
"selettivo e valutativo" con 1.200 ore di lezione
e laboratorio in due anni, 300 ore di tirocinio, esame a numero
chiuso in entrata, decine di esami in itinere ed esame di
stato abilitate in uscita, non è nemmeno lontanamente
paragonabile alle abilitazioni riservate ottenute da decine
di migliaia di docenti dopo un mini-corso di 100-120 ore e
degli esami finali svoltisi nel modo che tutti conosciamo
Al
vaglio un Ddl per una soluzione del problema
A
questo punto, dipo le manifestazioni dei precari e le nette
prese di posizione di tutti i sindacati di categoria, che
minacciano una mobilitazione generale se il Governo non provvederà
ad effettuare le immsissioni in ruolo, pare che al Ministero
qualcosa si stia muovendo per risolvere il problema del reclutamento
e per prore fine alla esasperata contrapposizione fra le diverse
anime del precariato. Come annunciato alla fine di luglio
dal ministro per i Rapporti col Palrmaento, Carlo Giovanardi,
intorno alla metà di settembre potrebbe essere pronto
un disegno di legge che dovrebbe rivoluzionare l'attuale sistema
di reclutamento, I tecnici del Miur, sotto la supervisione
dell'On. Aprea (FI) e dell'On Brocca (UDC), che rappresentano
rispettivamente le due grandi categorie dei sissini e dei
precari storici, stanno mettendo a punto il provvedimento
che - secondo le ultime indiscrezioni - dovrebbe fre prevalere
il creterio cronologico di acceso alle graduatorie permanenti
e la suddivisione di queste in due fasce, con la conseguente
abolizione dell'attuale I e II fascia.
Nel
dettaglio, il servizio prestato, sia nelle scuole statali
sia in quelle paritarie, continuerebbe ad essere valutato
fino ad un massimo di 12 punti l'anno; ai sissini dovrebbero
essere attribuiti sempre 30 punti (12 per ogni anno di servizio/tirocinio
più 6 di bonus; agli abilitati tramite concorsi ordinari
(i veri precari storici) toccherebbero 6 punti, mentre agli
abilitati nelle varie sessioni riservate spetterebbero 3 punti.
Riguardo all'abilitazione che dà accesso alla specifica
classe di concorso nelle graduatorie permanenti, la "forbice"
dei voti, che nell'attuale tabella di valutazine va da 12
a 36 punti, dovrebe essere compresa fra 4 e 12 punti. Un modo,
questo -secondo alcune voci di corridoio- per ridimensionare
l'eccessivo "peso" del punteggio ottenuto agli esami
finali di alcuni corsi Ssis e7o in certe sessioni riservate
di abilitazione. infine, ai dottorati, ai master e ad altre
tipologie di specializzazione, attualmente valutate in misura
irrisoria, andrebbero fino ad un massimo di 6 punti.
Il D.d.L.interverrebbe anche su un altro serio problema che
da sempre ha "viziato" le graduatorie permanenti,
fin dai tempi del cosiddetto "doppio canale": la
presenza di un numero enorme di docenti già di ruolo
(si clacola oltre 100.000 su un totale di 430.000) che da
anni sis ervono di questa ulteriore pista per passare ad un
alro ordinae di scuola. Il provvedimento intende limitare
al massimo questa possibilità con diue misure senz'altro
condivisibili.
La
prima obbligherebbe coloro che sono già di ruolo in
altro ordine di scuola o in altra classe di concorso ad optare
per un'altra classe di concorso soltanto e non come avviene
oggi per tutte quelle in cui sono abilitati. La seconda, sicuramente
molto più efficace, consiste nel ridurra al 10% la
quota dei posti disponibili per i passaggi di ruolo, che oggi
è fissata al 60%, lasciando il restante 90% alle migliaia
di precari "preistorici", soprattutto delle superiori,
che da anni si vedono soffiare sotto il naso i posti da docenti
già di ruolo alle elementari o alle medie, che grazie
a facili abilitazioni riservate hanno ottenuto il titolo per
insegnare nella scuola secondaria di II grado.
Invitiamo
comunque i lettori a prendere con il benficio dell'inventario
quanto abbiamo detto sul D.d.L., in quanto alcuni dettagli
potrebbero cambiare dopo il confrnto che il ministro Moratti
ha chiestoa i responsabili scuola dei partiti della maggioranza,
ai sindacati e alle associazioni professionali. Una cosa,
tuttavia, ci sentiamod i ribadirla. Qualunque sia il punteggio
che sarà deciso per i vari tipi di abilitazione, una
valutazione seria di questi titoli non può prescindere
da fattori indiscutibili come il tempo impiegato per conseguirla,
l'ampiezza dei programmi, il numero e la tipologia di esame
in itinere e finali, la presenza o meno di attività
di tirocinio.
Non è affatto vero che tutte le abilitazioni hanno
lo stesso valore. L'attegggiamento miope, ispirato ai facili
egualitarismi, che ha caratterizzato le norme attualemnte
in vigore, non ha portato a nulla nel passato e non risolverà
di certo i problemi futuri del reclutamento. A fine settemebre
il D.d.L potrebbe iniziare il suo iter in parlamento con una
corsia preferenziale d'urgenza che potrebbe portare ad una
rapida approvazione e all'entrata in vigore per l'anno scolastico
2004/2005.
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