Lettera aperta
La
notizia, per tanti di noi doverosa e attesa, della sentenza
del 14 luglio che ha giudicato illegittima l'attribuzione
del punteggio aggiuntivo agli abilitati non siss, ci ha fornito
l'occasione per qualche riflessione a margine su questioni
di più generale rilevanza.
Quanti
di noi partecipanti a riunioni sindacali si sono sentiti dire
da colleghi con più esperienza e più anni alle
spalle che con una categoria come quella dei docenti ogni
rivendicazione mancava di forza, ogni movimento di unità,
ogni proposta di adesioni.
Tradizionalmente
ogni singolo docente fa sempre storia a sé. Più
che l'appartenenza ad una categoria professionale, a costituire
l'identità lavorativa c'è l'abilità del
mestiere appreso, arte oggi ancor più difficile da
padroneggiare nella nostra società complessa. Docenti
pur dotati di grandi qualità non si sentono partecipi
di una professionalità di base distribuita su un'intera
categoria di lavoratori. Capita talvolta ai supplenti che
entrano in sala professori, sentire, con la consapevolezza
del precariato, il disagio della subalternità.
Da
qualche scorso il nostro supplente ha dovuto aggiungere al
carico di responsabilità del novizio anche il marchio
di infamia di appartenere alla categoria di docenti privilegiati
per aver frequentato un corso di specializzazione universitario
in cui si è formato alle tecniche e ai valori che a
tale ruolo competono, secondo le più recenti e valide
ricerche nel campo delle discipline preposte all'apprendimento
e alla didattica.
Per
questo, ancor più orgoglio, e non vergogna, dovremmo
sentire noi che abbiamo dato vita da due anni alle associazioni
che raccolgono gli specializzati SSIS. La rivendicazione di
diritti acquisiti non è facile senza il formarsi di
una coscienza e di una identità professionale comune.
Questa è la vera novità che sguardi non prevenuti
possono leggere nella nascita delle associazioni dei docenti
specializzati e specializzandi.
Non
dovrà quindi sembrare provocatoria la speranza che
in questo momento chi scrive nutre che quella stessa voglia
di professionalità comune fondata sulla ricerca nella
didattica e sull'umiltà dello studio, possano diventare
valori comuni condivisi, come fermento per la nuova scuola,
e riconosciuti, nella sostanza e non solo a parole, dai colleghi
già interni al mondo della formazione scolastica.
Le
provocazioni e gli insulti da parte del precariato contro
i docenti specializzati in seguito alla sentenza del Tar e
lindifferenza dei sindacati, dimostrano quanto sia ancora
difficile il cambiamento della mentalità nella NOSTRA
scuola.
Noi
crediamo che il problema del precariato non si potrà
risolvere ledendo i diritti acquisiti da parte di alcuni professionisti
della scuola.
Lassociazione
nazionale A.Na.Do.S.S. si è fatta promotrice delle
ultime vertenze legali ed è aperta a tutti coloro che,
avendo frequentato le SSIS, credono nella professionalità
docente a decorrere dalla formazione iniziale.
Associati
A.Na.Do.S.S.
Francesco Gianino
Antonio Pittalà
A.Na.Do.S.S.
Associazione Nazionale Docenti Specializzati e Specializzandi
Via Emanuele Filiberto, 166 00185 Roma - 340.0556296/3397651697
anadoss@lycos.it
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