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FINALITA' A.Na.Do.S.S.
Associazione Nazionale Docenti Specializzati e Specializzandi



In merito alla realtà delle Scuole di Specializzazione all'insegnamento e al reclutamento docenti, è da oltre un anno che da parte dei media si assiste increduli ad una sistematica opera di disinformazione con la quale sono fornite notizie talvolta non tendenziose, ma assolutamente false.

Basti pensare a farneticanti affermazioni pubblicate dalle più diffuse testate giornalistiche secondo le quali, presso le Università, si comprerebbero le abilitazioni oppure che alle Scuole di Specializzazione non potrebbe accedere chi risulta già munito di abilitazione o, ancora, che le Scuole di Specializzazione sarebbero state attivate dopo il concorso del '99 e dopo le ultime O.M. del riservato; infine, che docenti con oltre tre anni di servizio specifico sarebbero stati scavalcati in G.P..

Questo clima, alimentato da meri interessi di bottega, ha prodotto un penoso stato confusionale tale da far maturare a livello parlamentare e ministeriale provvedimenti, che invece di essere supportati da principi di coerenza normativa e di imparzialità, ormai appaiono preda di una politicizzazione animata prevalentemente dalla forza del numero.

In questo modo gli specializzandi e specializzati all'insegnamento sono stati pretestuosamente individuati come il capro espiatorio di una situazione di precarizzazione dei docenti avvilente ed unica in Europa, della quale, i medesimi, non sono assolutamente responsabili.

L'A.Na.Do.S.S. nasce dall'esigenza di fare estrema chiarezza su tali questioni con il fermo intento di valorizzare adeguatamente la dignità giuridica e professionale dei docenti specializzati e di rendere la formazione iniziale dei docenti non un optional, ma una condizione sufficiente e necessaria per l'inserimento nel mondo della Scuola.

Compito primario dell'associazione è lavorare per sollecitare le Istituzioni a farsi carico del "problema docente" nel nostro Paese e del "servizio di qualità" che deve essere garantito alla nostra Scuola, il tutto svincolato dalla logica dello scambio, senza preclusioni ideologiche e di colore politico.

Fermo proposito è operare sulla base di principi e proposte chiare e fondate, senza essere prigionieri della bugia di gruppo, senza paura di scegliere per timore di perdere adesioni, ma con una efficace capacità propositiva e innovativa.

Questa azione, a scanso di equivoci, non si propone di alimentare contrapposizioni sterili ed inutili con i nostri colleghi precari, vittime e strumento anche loro di una politica fallimentare sul reclutamento avvenuta negli anni trascorsi, ma è consapevole dei diritti acquisiti dall'intera categoria che, a suo tempo, ha stipulato un patto con lo Stato, così come i docenti specializzandi e specializzati precari, del quale ora è doveroso chiedere l'adempimento.

La soluzione definitiva del problema precari e il riconoscimento adeguato dello status giuridico del docente specializzato costituiscono due priorità dalle quali non si può prescindere.

Per risolvere il problema del precariato in modo dignitoso e definitivo occorrono disponibilità economiche svincolate dalle leggi finanziarie e, contestualmente, una programmazione seria basata sulla previsione dei posti effettivamente disponibili.

Le deroghe alla programmazione, le soluzioni tampone e ope legis che hanno prodotto perdita di specificità del ruolo docente ed esubero di personale scolastico in diverse classi di concorso non sono più riproponibili: la nostra generazione paga a caro prezzo queste scelte adottate in passato.

Questo comporta, anzitutto, la definizione di regole precise e severe per l' accesso alla professione docente e per il suo esercizio; regole selettive e formazione specifica che offrano il senso della specificità professionale. E' la società moderna che richiede docenti qualificati: una formazione specifica è condizione ineludibile affinchè il nostro Sistema Scolastico possa uscire dalla situazione di dequalificazione che da decenni lo caratterizza. In questa cornice si accresce la necessità della "garanzia di professionalità" che i docenti devono possedere a decorrere dalla "professionalità iniziale".

Per quanto attiene allo status giuridico degli specializzati è inaccettabile che tuttora debbano rimanere fuori dai contratti a tempo indeterminato coloro i quali sono espressamente formati per la professione docente dopo aver sostenuto e superato un corso-concorso nella Amministrazione dello Stato.

La sola possibilità di iscrizione in 'coda' alla G.P., congiuntamente alla teorica possibilità, ridotta al 50%, di poter aspirare ad un contratto a tempo indeterminato, significa concretamente che un neospecializzato all'insegnamento, per quanto meritevole, per classi diverse di concorso dovrà attendere qualche decennio per l'immissione in ruolo.

E' intollerabile questa enorme iniquità di trattamento cui sono sottoposti i docenti specializzati rispetto agli idonei non vincitori del concorso ordinario che, nello stesso periodo temporale, hanno conseguito l'abilitazione con una prova esclusivamente selettiva e che possono concorrere per il 100% delle nomine in ruolo, nonostante la loro graduatoria dovesse durare solo tre anni: altro che supervalutazione degli specializzati nella G.P.!

I docenti specializzati sono selezionati in accesso alle Scuole di Specializzazione con un concorso pubblico che rimanda agli stessi contenuti e discipline del programma del concorso ordinario, in base ad un numero programmato secondo il fabbisogno territoriale di docenti nella Scuola; sono formati con due anni di studio e di tirocinio presso la Scuola al fianco dei ragazzi e dei migliori cultori della didattica provenienti dall'Università e dalla Scuola Secondaria; sono continuamente valutati e certificati in itinere da decine di esami universitari; sono vincitori di una prova concorsuale dopo aver superato l'esame di Stato finale.

Come se non bastasse, dulcis in fundo, il D.M. n. 40 del 16 Aprile u.s. in pieno contrasto con le norme vigenti e in palese spregio di trentaquattro sentenze del T.A.R., nonché di tre sentenze del C.d.S., mortifica la specializzazione biennale all'insegnamento equiparandola a 12 punti, pari a 5 mesi e 16 giorni di servizio specifico prestato presso la scuola statale o paritaria anche con solo 2 ore a settimana, e riconduce il nostro Paese indietro di decenni rispetto ai consolidati orientamenti europei in materia di formazione dei docenti.

Questa la realtà dei fatti che è stata completamente travisata.

Auspicio della nostra associazione e di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra Scuola è che gli ultimi provvedimenti non siano preludio di una nuova stagione di deroghe, di corsi riservati a carattere di sanatoria e di 'concorsoni' abilitanti, estranei ad ogni pretesa formativa e strumento degli interessi di chi predilige lo status quo al cambiamento.

Pasquale Sasso
Presidente ad interim A.Na.Do.S.S.

 

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