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Messina: Cronistoria di un Convegno
(Natya)

L'orientaleggiante soffitto in pallettes rosse dell'Aula Polifunzionale della Facoltà di Scienze, a Messina, ha accolto nei giorni 29 e 30 Novembre un importante convegno nazionale inerente il ruolo, i compiti e le prospettive delle SSIS.

Interessanti i nomi in scaletta, fra i quali Gaetano Bonetta, Università di Chieti, presidente della Conferenza Nazionale dei Direttori SSIS d'Italia, Luigi Le Rose (in sostituzione di Pasquale Capo), del Dipartimento Ministero Istruzione Università e Ricerca Scientifica, Daniela Girgenti, direttrice de La Tecnica della Scuola, Umberto Margiotta, Università di Venezia, Direttore SSIS Veneto, Paola Colace Radici, responsabile Indirizzo Linguistico-Letterario SISSIS Messina, relatrice del progetto ICARO, Massimo Di Menna, Segretario Nazionale U.I.L Scuola. Non ultimo, Marcello Pacifico, rappresentante del Kius.

A sostenere gli interventi, un uditorio attento e, spesso, "infuocato" .

Al centro dei problemi dibattuti, l'effettiva utilità e il ruolo delle SSIS. A questo proposito è sembrata a tutti (tranne, forse, che alla Girgenti, responsabile della redazione de "La tecnica della scuola") più che legittima la definizione di Bonetta della SSIS quale "istituzione formativa e sociale".

Le SSIS, afferma Bonetta, nascono dalla necessità, ormai imprescindibile in Italia, di chiudere con un percorso formativo superato.

Il problema scottante del reclutamento degli specializzati SSIS nonché del rapporto fra questi e i sindacati, è stato invece affrontato da Le Rose:

"Se oggi il sissino deve temere un sistema di reclutamento inefficace, allora si è ancora in una situazione che non apprezza il valore della SSIS". "L'unica scelta da fare" continua Le Rose "cioè una graduatoria riservata alla SSIS, non è stata fatta a causa dei sindacati e dei loro interessi nei confronti dei precari, della gestione dei concorsi- corsi riservati, del sistema di raccomandazioni.

Ai sindacati non interessa la preparazione del personale docente. La conseguenza è che in Italia si continua a promuovere l'anzianità piuttosto che la professionalità".

Par condicio vuole che Le Rose enuclei anche i "nei" di una SSIS ancora troppo centrata nella formazione teorico-pedagogica e contenutistica a discapito, spesso, del tirocinio.

Tra gli applausi della platea e le battute polemiche da parte di qualche "collega" più o meno storico presente in sala, il problema altrettanto scottante del rapporto SSIS-precariato è stato affrontato da Marcello Pacifico.

Dopo un discorso introduttivo, appassionato quanto puntuale, sul valore formativo delle SSIS e sulla necessità di creare in Italia una nuova figura di docente non più improntata sull'improvvisazione, ma sulla capacità progettuale, Marcello entra nel vivo del problema:

"La guerra tra poveri non l'abbiamo creata noi. L' ha voluta chi contro di noi ha fatto ricorso ai sindacati. Anche noi in realtà siamo precari perché la SSIS ha finora sfornato solo precari.

La differenza sta nel fatto che per i precari SSIS non esistono pari opportunità di reclutamento. Bisogna che il governo difenda attraverso la legislazione la professionalità che abbiamo conseguito in due anni di corso. Dobbiamo smetterla di dover lottare per difendere una professionalità che ci è stata richiesta".

L'orario tardo e, forse, un'ampia conoscenza della materia hanno ispirato l'intervento della Girgenti: "Voi vi battete per i trenta punti e per stabilire che pane mangiare (se rosette, mafalde, michette o pane di semola...), senza capire che siete stati strumentalizzati.". Al di là di ogni metafora gastronomica, e seppure con un tono discutibile, la Girgenti pone l'accento su un punto innegabilmente focale: "La vera tragedia è che non ci sono posti di lavoro. Il governo parla di nuovo reclutamento senza sciogliere i nodi precedenti". L'intervento viene chiuso con un invito all'alleanza tra precari e sissini.

Proposte concrete giungono da Margiotta:

"La scuola di specializzazione nasce da una necessità dettata dall'evoluzione del mercato del lavoro.

Togliere le SSIS è un errore concettuale difficilmente recuperabile."

E allora?:
Margotta propone una serie di azioni da compiere necessariamente quanto celermente: "Bisogna anzitutto riconoscere la natura giuridica delle SSIS. Contemporaneamente è necessario promuovere una campagna culturale, di riflessione sul personale docente, insieme al Crui, nei confronti dei sindacati di cui non si può fare a meno. È necessario infine che vengano garantite maggiori certezze occupazionali attraverso l'avvio di politiche in grado di valorizzare ciò che la SSIS rappresenta". Alla certezza della "necessità di voltare pagina" fa da contrappeso un inquietante interrogativo posto dallo stesso Margiotta: "quante sono le SSIS disposte a scendere in campo per condurre questa battaglia?".

A scendere apertamente in campo è intanto la U.I.L e, per la prima volta, non contro la SSIS. La giornata di Sabato 30 è stata infatti improntata da un evento di fondamentale importanza:

'impegno ufficiale da parte del sindacato di confrontarsi con la SSIS in merito ai decreti attuativi riguardanti la legge delega 1306. Di Menna ammette la responsabilità della U.I.L di non aver mai rappresentato gli abilitati SSIS. L'intento da adesso è stabilire una linea comune su un fertile terreno di confronto. Primo passo perché, finalmente, un sindacato ci rappresenti?

 

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