A.Na.Do.S.S. Associazione Nazionale Docenti
Specializzati e Specializzandi
A.I.S.S. Associazione Insegnanti Specializzati e Specializzandi
A.N.I.E.F. Associazione Nazionale Insegnanti ed Educatori
in Formazione
C.N.S.S. Coordinamento Nazionale Specializzati e Specializzandi
SSIS
Il
buon senso e gli in-credibili sindacati
In riferimento alle recenti e plurime sentenze del TAR Lazio
che hanno annullato il D.M. n. 40 del 16 aprile u.s., i docenti
precari specializzati e specializzandi SSIS esprimono sconcerto
per le posizioni assunte dalle organizzazioni sindacali della
nostra scuola. Già trentaquattro sentenze del TAR,
confermate da tre sentenze del Consiglio di Stato, avevano
giudicato nel 2002 "equo, ragionevole, proporzionato
e in linea con la valorizzazione comunitaria del ruolo delle
scuole di specializzazione" il punteggio riconosciuto
nelle Graduatorie Permanenti ai docenti specializzati: 30
punti "aggiuntivi rispetto al punteggio spettante alle
altre abilitazioni".
Nel
maldestro tentativo di aggirare tali sentenze assegnando agli
insegnanti non specializzati un bonus di 18 punti, il decreto
oggi annullato riduceva nei fatti il punteggio aggiuntivo
riconosciuto ai docenti SSIS da 30 a 12 punti. Pertanto inevitabile
è stata la prosecuzione dell'avvilente contenzioso
giudiziario tra insegnanti precari che le sentenze del Consiglio
di Stato nel 2002 avrebbero dovuto concludere. Ebbene, come
poteva esprimersi il TAR sui "18 punti" se non affermando
che sono privi di "basi normative e logiche"? Chi
ha voluto riaccendere inutili e drammatici contenziosi tra
colleghi? Chi ha tentato di scardinare con l'introduzione
dei "18 punti" un sistema di punteggi definitivamente
convalidato dal Consiglio di Stato?
Sono
state anche le fortissime pressioni sindacali, culminate nel
parere consultivo del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione
(CNPI), ad indurre il MIUR all'errore di emanare il decreto
recentemente annullato. Con teatrali "lacrime di coccodrillo"
oggi le nostre organizzazioni sindacali criticano l'atteggiamento
del Ministero, ritenendolo "di palese incoerenza e di
discutibile credibilità" (Cisl), ed esprimono
preoccupazione per il regolare inizio delle lezioni e per
il riattivarsi di "una esasperata conflittualità
tra i precari" (Cgil). È inaudito come la recente
decisione del Ministero di provvedere al rifacimento delle
Graduatorie Permanenti, un atto dovuto essendo esecuzione
di sentenze del TAR, possa essere definita un "incredibile
colpo di scena" (Cgil, Cisl).
Tutt'ora
i sindacati continuano ad auspicare una decretazione d'urgenza
volta ad inficiare le decine e decine di sentenze della magistratura
amministrativa. Quale sarebbe il "senso dello Stato"
di un eventuale siffatto provvedimento, deprecabile soluzione
ope legis? Quale difesa dei lavoratori quando si implora un
Decreto Legge di dubbia costituzionalità che calpesti
il giudizio dei Tribunali ed i diritti che si dovrebbero tutelare?
I docenti specializzati e specializzandi hanno assistito attoniti
alla disinformazione da cui sono scaturiti i "18 punti",
come la "bugia di gruppo" della presunta "necessità
di un riequilibrio dei punteggi", suggerita da chi è
orientato prevalentemente da criteri clientelari anziché
da principi di equità, coerenza e imparzialità.
Infatti, come scritto nelle sentenze TAR, "il vantaggio
dei diplomati S.S.I.S. per il punteggio aggiuntivo è
poco più che apparente, considerato che essi non possono
fruire in via autonoma del punteggio per il servizio d'insegnamento
espletato durante il biennio di corso".
Disinformazione sottile è anche mettere per quattro
giorni interi la sordina alla sentenza del TAR nei siti peraltro
sempre attenti di Cgil e Cisl, oppure scrivere, come ha fatto
la Cgil, che il ricorso avverso al decreto annullato è
stato inoltrato da un "gruppo d'insegnanti", sottendendo
il deprecabile concetto che il Diritto sia funzione variabile
del 'numero'. È comunque da specificare che circa cinquemila
docenti specializzati e specializzandi hanno ricorso contro
il decreto in oggetto: strana l'idea di 'gruppo' negli ambienti
Cgil.
Quale logica si nasconde dietro la insistente richiesta di
equiparare il biennio selettivo, formativo e specialistico
delle SSIS a 12 punti (30-18=12) che equivalgono a cinque
mesi e sedici giorni di servizio, prestato anche con sole
due ore a settimana nella scuola statale o paritaria? In base
a quale principio gli idonei non vincitori del Concorso del
'99 e gli abilitati dei plurimi corsi 'sanatoria' delle ultime
O.M. caparbiamente rivendicano nelle Graduatorie Permanenti,
graduatorie di soli titoli, le medesime aspettative dei docenti
specializzati, quando quest'ultimi hanno sostenuto e superato
un Corso-Concorso nell'Amministrazione dello Stato?
Questo
dopo che un 'riequilibrio' era già stato disposto nel
2002 dal TAR e dal Consiglio di Stato che avevano privato
i docenti specializzati del punteggio del servizio eventualmente
prestato in concomitanza con i corsi SSIS, fino a 24 punti.
Come se non bastasse il D.M. annullato era stato emanato in
un contesto in cui già i docenti specializzati erano
- e sono tuttora - penalizzati e discriminati poiché
inseriti solo nel grosso 'calderone' delle Graduatorie Permanenti
e pressoché "in coda". Quest'ultimi, qualora
venissero finalmente sbloccate le assunzioni, non avrebbero
oggi alcuna possibilità di immissione in ruolo, neanche
i più meritevoli.
Infatti
essi, idonei di prove concorsuali e vincitori di disponibilità
di cattedre (le SSIS sono a numero programmato "tenendo
conto del fabbisogno di professionalità del sistema
sociale e produttivo", L. n. 264/99), possono concorrere
per il solo 50% dei contratti a tempo indeterminato, anziché
per il 100% come gli idonei del Concorso del '99. Come mai
alla pari dignità giuridica non corrispondono pari
opportunità di lavoro? Come possono le nostre organizzazioni
sindacali, preposte alla tutela dei diritti di tutti i lavoratori,
considerare questi diritti negati una questione esclusivamente
politica?
I
sindacati continuano ad additare quale esclusiva causa della
conflittualità degli insegnanti precari l'unificazione
delle fasce delle Graduatorie Permanenti voluta dal Ministro
Moratti, introdotta dalla legge n. 333 del 20 agosto 2001.
La verità è che l'unificazione delle fasce è
stata disposta dal TAR del Lazio che nella sentenza n. 2799
del 3 aprile 2001 aveva giudicato le medesime "inique,
incostituzionali e non conformi a principi meritocratici".
Come
mai la Legge 124/99, 'architettata' certo con il contributo
delle nostre rappresentanze sindacali, ha completamente eluso
il riconoscimento giuridico del titolo di specializzazione
all'insegnamento, nonché la consequenzialità
del reclutamento docenti alla formazione iniziale, nonostante
le SSIS siano state istituite nel'90 ed attivate nel '98?
Dietro
questo atteggiamento strumentale si celano sia il reiterato
rifiuto di una programmazione seria delle assunzioni del personale
scolastico, elemento dal quale non si può prescindere
per risolvere l'annoso problema del precariato, sia le persistenti
pressioni per la riproposizione di 'concorsoni' e corsi 'sanatoria'
abilitanti, provvedimenti scellerati che negli anni trascorsi
hanno prodotto attese abnormi da intera vita lavorativa e
perdita di specificità del ruolo docente, dequalificando
così la nostra scuola.
I
docenti precari specializzati e specializzandi fanno appello
a tutte le intelligenze che hanno a cuore le sorti del nostro
Sistema Scolastico, dentro e fuori dalle organizzazioni sindacali,
affinché manifestino fermo dissenso rispetto a qualsiasi
provvedimento di "vecchia maniera" che deroghi una
seria programmazione degli accessi alla professione docente.
Provvedimenti di tal sorta, lungi dal risolvere il gravissimo
problema del precariato, ricondurrebbero il nostro Paese indietro
di decenni rispetto ai consolidati orientamenti europei in
materia di formazione dei docenti.
Altresì
auspicano che nel nostro Paese si lavori sempre con l'obiettivo
di una scuola migliore, negli interessi degli studenti e delle
famiglie: il buon senso dimostrato dal Ministero ottemperando
prontamente alla sentenza TAR, decisione dissennatamente criticata
dalle incredibili organizzazioni sindacali, renderà
possibile garantire il regolare avvio dell'anno scolastico
e la doverosa continuità della didattica.
Roma, 25 luglio 2003
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