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Ma chi è il vero precario?

Recuperiamo la logica perversa del precario più precario e del precario meno precario, noto come sissino, tanto pubblicizzata dai vari sindacati.

Stante la posizione di molti sindacati, vi sarebbe una distinzione profonda, indiscutibilmente tale, per cui vi è il precario più precario- il riservista e l’ordinarista- ed il precario meno precario - il sissino-.

Se, poi, il sissino è, anche, un abilitato con l’ordinario e con il riservato, poco importa, perché comunque resta sempre un sissino e, quindi, un precario meno precario.

Logica illogica?

Se dovessi prestare ascolto alle posizioni sindacali, dovrei dire: sono sissina e, quindi, sono meno precaria degli altri ed ho, quindi, meno diritti degli altri precari ad essere tutelata dal mio sindacato che, prima, mi fa la tessera e, poi, non mi tutela.

Tuttavia, non credendo per fede ad alcunché ma usando la ratio, credo, essendo una precaria sissina, di avere diritto nel riconoscermi nel precariato e che non vi possa essere un precario più precario ed un precario meno precario.

Insomma, questa è pura demagogia, è opinionismo, è qualunquismo, ma non è certamente difesa dei lavoratori.

Vorrei ricordare a tutti i sindacati e, in particolare, ai COBAS, presso i quali ero tesserata, che vi dev’essere una difesa di tutto il precariato e non l’estromissione della difesa e della tutela dei diritti di alcuni lavoratori, noti come sissini.

Inoltre, se ci stupiamo di alcuni sindacati- penso alla CISL ed alla UIL- che hanno firmato il “Patto dell’Italia” che prevederebbe l’abolizione dell’Art. 18, che dire, allora, degli altri sindacati che lo tutelano- a parole- e, poi, ti estromettono dalla tipologia stessa di lavoratore precario?

La miope politica sindacale ha fatto sì che venisse solamente fomentata questa guerra tra i poveri e che non si approdasse ad alcuna piattaforma comune sul precariato, sui tagli degli organici e sulla precarizzazione del lavoro.

La politica sindacale si è, ormai, ridotta al propagandismo più becero, forse determinato dall’impossibilità o dall’incapacità di visualizzare e di affrontare i veri problemi della scuola, ossia i tagli degli organici, la difesa della scuola pubblica, il blocco delle immissioni in ruolo- stante il DPEF 2002-2003-.

Cordialmente,

Una sissina precaria.

 

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